Ritratti
Rivoltini
Rivoltini, il torrone artigiano di Cremona
Secondo un vecchio adagio popolare, le bellezze di Cremona possono essere sintetizzate con tre t. Per pudore ve ne diremo soltanto due, il Torrone e il Torrazzo. Se il primo è uno dei patrimoni della cucina italiana, il secondo è il campanile del duomo e simbolo architettonico della città, che con i suoi 111 metri di altezza è la torre in muratura più alta d’Europa. Pochi altri prodotti della tradizione enogastronomica italiana hanno saputo legare il proprio nome all'economia di una città, come succede per il torrone con questo splendido centro lombardo che si affaccia sul Po e sull'Emilia Romagna. La Festa del Torrone è l’immagine più nitida di questo binomio. Un evento che, qui in Bassa, attira più persone delle celebrazioni del Natale. “Cremona è il torrone e il torrone è Cremona”, inizia a raccontare Massimo Rivoltini, l’imprenditore artigiano che guida la Rivoltini Alimentare dolciaria di Vescovato, un’impresa artigiana d’eccellenza che produce torrone e altre bontà. “Da cinque generazioni. Dal 1928, per l’esattezza. Da quando il mio bisnonno Esilio, di professione carrettiere, recuperò con i suoi figli Guido e Attilio una vecchia caldaia per torroni, decise di tenerla e di iniziare questa attività di famiglia. Oggi siamo io, mia sorella Marina e mio fratello Cristiano - continua a raccontare Massimo Rivoltini - In città, siamo l’unica azienda di torroni che ha mantenuto la produzione artigiana e che è ancora di proprietà della famiglia del fondatore. La quinta generazione è già in azienda, da poco sono con noi mia figlia Alessandra e le mie nipoti Cora e Benedetta. Il futuro della Rivoltini è in buone mani”, ci racconta questo simpatico e divertente imprenditore di dolci e prelibatezze, che continua ad impastare le ricette della tradizione cremonese con quelle più innovative, in linea con i cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani. “Abbiamo tre linee di prodotto: il torrone, nella versione tradizionale, morbido e da passeggio, il croccante e gli snack biologici, le barrette energetiche e gli alimenti arricchiti. La nostra storia è un continuo equilibrio tra tradizione e innovazione, siamo sempre alla ricerca di nuove ricette da presentare sul mercato”.
Innovazione di prodotto e di produzione, con importanti cambiamenti che oggi coinvolgono anche il laboratorio di Vescovato. “Stiamo realizzando una nuova zona di produzione, innovativa e tecnologicamente avanzata. Qui produrremo le barrette biologiche e quelle energetiche per gli sportivi, un prodotto relativamente recente ma che la nostra azienda produce già dagli anni ’80 grazie all'ennesima intuizione di mio padre Vincenzo”, aggiunge Rivoltini, un imprenditore a capo di un’azienda “che non vuole assolutamente abbandonare il proprio status di impresa artigiana. Non per ragioni fiscali, ovviamente, ma perché artigiana è la tecnica di lavorazione che utilizziamo, artigiane sono le ricette che ci tramandiamo in famiglia e artigiana è la filosofia della nostra azienda. Da Sempre, basti pensare che già nel dopoguerra applicavamo turni di lavoro che permettessero alle donne di conciliare il lavoro e la famiglia”, aggiunge mentre passeggia tra impastatrici, caldaie e recipienti ripieni di mandorle e miele. Una vera e propria esplosione di profumi e dolci aromi che si respirano nell’aria e che trasformano la Rivoltini in un vero e proprio paradiso per i più golosi. “La ricetta del torrone è rimasta invariata dal 1400 ed è molto semplice: miele, mandorle, un po’ di zucchero, albume d’uovo e aromi. Negli anni, abbiamo sperimentato ricette che ci hanno permesso di far conoscere e apprezzare i nostri prodotti in tutto il mondo. Anche negli Emirati Arabi Uniti, dove abbiamo scoperto una grande passione per il nostro torrone morbido, una scoperta di mio fratello, che produciamo in più di trenta gusti. All'edizione di quest’anno della Festa del Torrone, ad esempio, ne abbiamo realizzato uno al gusto di mojito”, ci spiega con un sorriso che tradisce la soddisfazione di chi studia, esplora e scopre ogni giorno nuove bontà al gusto di mandorle e miele.
Rivoltini Alimentare dolciaria
Vescovato (CR)
www.rivoltini.com
Confartigianato Cremona
www.confartigianato.cremona.it
Olivicola degli Ernici
In Ciociaria alla scoperta del frantoio culturale degli Ernici
Chiamarlo semplicemente frantoio sarebbe riduttivo, per le tecnologie applicate al processo di trasformazione delle olive, per l’impegno etico e sociale messo in campo ogni giorno e per la promozione della cultura dell’olio e del territorio. L’Olivicola degli Ernici di Vico nel Lazio, in provincia di Frosinone, è un frantoio culturale ad alto tasso d’innovazione tecnologica, che deve il nome ai monti che lo sovrastano, gli Ernici appunto. Siamo nel cuore della Ciociaria, nel basso Lazio, a due passi da Anagni e Fiuggi, centri ricchi di storia e tradizione. “Vogliamo risvegliare la passione del territorio per questa attività, che da sempre appartiene all'economia, alla storia e alla cultura di questi luoghi. Tutti qui beviamo un cucchiaio di olio extravergine d’oliva appena svegli, è il modo migliore per iniziare la giornata. Ancora prima del caffè, un vero e proprio toccasana per tutto il corpo”, racconta Aldo Mastracci, un architetto che ha fatto della produzione di olio extravergine d’oliva una passione da coltivare e divulgare, prima ancora che una piccola impresa d’eccellenza.
Il frantoio degli Ernici è uno dei più moderni e innovativi centri per la trasformazione delle olive di tutto il Centro Italia. “Il nostro impianto di lavorazione è stato progettato e realizzato nel 2014 seguendo principi architettonici e produttivi molto precisi. Tutta la lavorazione iniziale è fatta all'esterno, così da ridurre rumore e polveri nell'ambiente di lavoro. Le altre fasi sono realizzate in questa zona", ci spiega mentre indica un'ampia vetrata che apre lo sguardo su una moderna linea produttiva, controllata dai tecnici del frantoio e da un computer centrale capace di regolare i diversi cicli di lavorazione. “Abbiamo voluto che la zona di lavorazione finale fosse completamente trasparente, per mostrare ai nostri clienti come e dove lavoriamo - ci racconta - Ognuno è molto geloso delle proprie olive, vuole controllarne il ciclo di trasformazione e il risultato finale. L’olio è una cosa seria da queste parti, non ci si scherza”, ci dice scoppiando in una risata sincera e spontanea, tipica di questo spicchio di Lazio.
Il frantoio, una struttura moderna e avveniristica realizzata con i contributi europei per lo sviluppo delle zone rurali, ricorda la disposizione classica degli uliveti, con i pilastri centrali che rappresentano gli alberi di ulivo. “Ogni giorno lavoriamo per promuovere la cultura dell’olio d’oliva, è un patrimonio di questo territorio che stavamo perdendo - aggiunge Mastracci, uno dei cinque soci dell’Olivicola - Siamo risvegliando la passione dei cittadini e decine di uliveti abbandonati da anni. Le nostre olive vengono tutte da queste terre. Abbiamo 200 ettari di campi in gestione, di cui 80 ad uliveti, con più di 15mila alberi piantati. Coinvolgiamo più di dieci comuni della zona degli Ernici, per questo motivo il nostro olio biologico si chiama Ernico e il nostro logo, nato da un concorso internazionale, rappresenta un’oliva e una delle 25 torri della cinta muraria di Vico, il nostro paese. Quello, ad esempio, è uno dei nostri uliveti”, ci dice guardando una collina poco distante. Uno splendido paesaggio fatto di borghi antichi e cime sempre più alte e imponenti, intervallate da morbide strade di campagna e uliveti ordinati e rigogliosi. “Il nostro è un olio extravergine di oliva di alta qualità, estratto a freddo a 27°. Una tecnica che garantisce la qualità e la sicurezza del nostro olio biologico, evitando il contatto con l’ossigeno e la conseguente ossidazione delle molecole”. Un processo ad alto tasso di automazione, che garantisce la sicurezza alimentare del prodotto finale e il controllo qualitativo nelle varie fasi di trasformazione. “Le nostre tecniche, però, sono quelle della tradizione artigiana. Lui è Franco Mocci, il nostro Maestro, riesce a capire se stiamo lavorando alla temperatura giusta dal profumo che si respira nell'aria”, aggiunge Mastracci con un sorriso orgoglioso e divertito. Aromi avvolgenti, inebrianti, capaci di risvegliare in un attimo l’olfatto di chi varca la porta del frantoio degli Ernici. “L’olio extravergine di oliva ha importanti proprietà organolettiche e nutrizionali, al punto che negli ultimi anni si usa sempre più spesso il termine nutraceutica, un neologismo nato dall'unione delle parole nutrizione e farmaceutica, proprio per valorizzare tutti i benefici che il vero olio extravergine di oliva ha per la nostra salute. Stiamo investendo molto in questa direzione, siamo una piccola impresa ad alto tasso di responsabilità etica e culturale, facciamo promozione della cultura dell’olio e di tutte le sue virtù per il benessere e la salute del nostro corpo”. In pochi anni, l’Olivicola degli Ernici ha saputo conquistare la fiducia dei coltivatori che portano le proprie olive al frantoio, il palato di tanti appassionati dell’oro giallo della cucina mediterranea e numerosi riconoscimenti internazionali. “Il nostro olio biologico Ernico è molto apprezzato, in Italia come all'estero. Abbiamo vinto molti premi, ma quello che ci fa più onore è l’Extrascape, organizzato in Molise e assegnato all'olio migliore prodotto nel territorio migliore, per bellezza e cultura frantoiana. Non soltanto un riconoscimento all'olio ma a tutto il nostro territorio, che premia gli sforzi che facciamo per promuovere l’olio e la sua cultura”, conclude Aldo Mastracci.
Olivicola degli Ernici
Vico nel Lazio (FR)
www.olivicoladegliernici.it
Confartigianato Frosinone
www.confartigianatofrosinone.it
Alisea
Perpetua, uno stile di vita in 15 grammi di grafite riciclata
Immaginate una piccola impresa dinamica e innovativa, con un’esperienza ventennale nel campo del riciclo e del riuso creativo degli scarti di produzione. Un’azienda ad altissimo tasso di responsabilità etica e ambientale, che recupera materiali destinati alla discarica per creare oggettistica aziendale di qualità. Prodotti Comunicanti, in grado di raccontare le tante vite vissute da quegli oggetti grazie alla creatività e all’ingegno di chi li ha saputi reinventare. Questa azienda esiste, si chiama Alisea Recycled & Reused Objects Design e ha tutte le qualità della donna che l’ha fondata, Susanna Martucci. Un’imprenditrice veneta, dinamica e intraprendente, un vero e proprio ciclone di idee e progettualità.
Varcare la porta dell'Alisea è uno di quei viaggi da cui si torna in qualche modo cambiati. In questo laboratorio creativo, caldo e accogliente, si respira energia, passione e duro lavoro. Tutte qualità tipiche dell’impresa artigiana veneta. Della piccola impresa al femminile, invece, Alisea ha l’approccio imprenditoriale basato sulla responsabilità etica e ambientale e sulla condivisione di progetti e obiettivi. Siamo a Cavazzale, alle porte di Vicenza, nel cuore di uno dei motori più potenti dell’economia italiana. Qui è tutto un brulicare di piccole e medie imprese. Centinaia, migliaia di capannoni e laboratori che ogni giorno producono un’enorme quantità di scarti e avanzi di lavorazione. Di ogni tipo, spesso con costi importanti per lo smaltimento. L’idea vincente di Susanna Martucci è stata quella di recuperare quegli scarti per creare nuovi oggetti di design, con vantaggi per tutti, da chi deve smaltirli a chi vuole oggetti innovativi e di design con cui raccontare i valori della propria azienda. Per non parlare dei benefici per l’ambiente e delle tonnellate di materiali di scarto, spesso inquinanti e poco deperibili, che vengono riutilizzati e che non vanno a finire in discarica.
Un ciclo produttivo virtuoso, un magnifico esempio di economia circolare, capace di allungare la vita dei prodotti e delle materie prime utilizzate, promuovendo una cultura imprenditoriale basata su valori etici e ambientali. È così che i vecchi fanali delle automobili si trasformano in penne che raccontano ciò che sono state e ciò che sono oggi, gli avanzi del taglio della pelle diventano braccialetti o portachiavi aziendali e quasi 12 tonnellate di grafite sono già state trasformate nell'oggetto che più di tutti gli altri sintetizza i valori di questa piccola impresa vicentina: Perpetua la matita, 15 grammi di polvere di grafite riciclata. Un capolavoro dell’ingegno italiano disegnato da Marta Giardini, tanto da rappresentare ufficialmente il Comune di Vicenza, la Presidenza italiana dell’Unione europea, il G7 in Italia e quello di Taormina, in Sicilia. A gennaio 2018, per il 70simo della firma della Costituzione, Perpetua riporterà la frase pronunciata dal primo Presidente della Repubblica italiana, Enrico De Nicola, all'atto della firma. Eventi planetari e momenti storici in cui la matita Perpetua è stata ambasciatrice della creatività italiana, dei valori etici e ambientali tipici della piccola impresa artigiana e di quella capacità tutta italiana di trovare soluzioni a problemi complessi.
“Perpetua - racconta con entusiasmo e passione una donna che sta rivoluzionando la cultura imprenditoriale del Nord Est - sta diventando sempre più un’idea, una filosofia, un insieme di valori e di principi che guidano la nostra impresa e che siamo pronti a condividere con nuovi imprenditori, giovani o meno, che la pensano come noi. Nata come soluzione al problema dello smaltimento degli scarti di lavorazione della grafite, oggi Perpetua racchiude in sé una gamma di valori che tante aziende hanno fatto proprie. Abbiamo personalizzato Perpetua per i grandi marchi internazionali, per matrimoni e battesimi, per il Museo Guggenheim di Bilbao o per l’ultimo film della saga di Star Wars, quando Perpetua è diventata luminescente grazie alla collaborazione con Lucedentro, o un’opera d’arte, con le forme scolpite dal talento dello scultore russo Salavat Fidai”, aggiunge con orgoglio e soddisfazione. Realizzata in grafite riciclata e gomma alimentare riciclata fusa, funzionale per i mancini perché non sporca, ecologica, praticamente eterna e indistruttibile, Perpetua può scrivere sott'acqua e oggi è qualcosa di più simile a uno state of mind, come direbbero sull'altra sponda dell’Oceano, che ad una semplice matita. “Oggi vogliamo portare l’approccio imprenditoriale di Perpetua e tutti i valori con cui è stata pensata e realizzata in altri settori della produzione made in Italy, come la moda e la cosmesi, entrambi ad alto impatto ambientale. Con WRAD, un marchio di abbigliamento sostenibile, stiamo realizzando abiti e denim pensati con la stessa filosofia di Perpetua e trattati con grafite riciclata, che ha vantaggi per l’ambiente e per le caratteristiche dei tessuti lavorati - conclude Susanna Martucci - Un prodotto che, come Perpetua, è innovativo, basato sull'economia circolare e sull'esplosiva creatività italiana”. Ora, se volete, chiamatela pure una semplice matita.
Alisea
Cavazzale (VI)
www.alisea.it
www.perpetua.it
Confartigianato Vicenza
www.confartigianatovicenza.it
Atelier Boldetti
Creatività, eleganza e stile, le camicie Boldetti di Torino
Nel cuore di Torino c’è un laboratorio creativo che da due generazioni disegna, imbastisce e confeziona camicie di alta qualità, completamente italiane, nello stile, nelle tecniche di lavorazione e nei tessuti utilizzati. L’Atelier Boldetti ha una tradizione figlia di un’eccellenza sartoriale riconosciuta in anni di lavoro e un futuro dinamico, creativo e tecnologico. Una storia che Giorgio Boldetti ha iniziato a scrivere nel 1973 e che oggi continua con suo figlio Giulio. Un giovane imprenditore torinese che sta trasformando uno storico laboratorio sartoriale in una piccola impresa moderna e innovativa, capace di produrre camicie di qualità e, al tempo stesso, di riuscire a raccontare il valore artigiano che ogni capo ha nel proprio patrimonio genetico.
Siamo in corso Galileo Ferraris, a pochi passi dalla storica sede della Vecchia Signora del calcio italiano, la Juventus. Qui nasce l’eleganza e lo stile delle camicie Boldetti, una vera e propria eccellenza made in Italy, soprattutto in campo femminile. Dal modello al taglio, dalla cucitura al confezionamento, ogni camicia firmata Boldetti nasce e prende forma tra le mura di questo elegante palazzo del centro di Torino, tra mille rotoli di stoffa colorata, macchine da cucire, appunti, schizzi e disegni di nuovi modelli. “Stiamo innovando il processo produttivo della nostra azienda - spiega Giulio Boldetti, un trentenne simpatico e dinamico - Non è un lavoro semplice ma stiamo ottenendo buoni risultati. Oggi disegniamo i modelli in digitale, utilizziamo macchinari innovativi per il taglio ma continuiamo a puntare sulla qualità artigiana delle nostre lavorazioni e dei tessuti che utilizziamo. Un’impresa ha bisogno di prodotti di qualità ma anche di un’immagine aziendale forte, che riesca a comunicare e a raccontare quanto di buono c’è nelle nostre creazioni”, continua Giulio, chiamato ad un passaggio generazionale d’impresa che è, come spesso succede in questi anni, soprattutto un cambiamento di cultura imprenditoriale. “Oggi molte delle regole commerciali vincenti in passato non sono più utili. Dobbiamo trovare nuove soluzioni, sfruttare la tecnologia digitale e il nostro dinamismo aziendale per ottimizzare risorse e produzione, per presentare i nostri prodotti a mercati sempre più lontani e alla ricerca del vero “made in Italy” di qualità. Sulle scelte da prendere, le discussioni con mio padre sono all’ordine del giorno”, aggiunge con una risata Giulio Boldetti.
L’Atelier Boldetti è un laboratorio sartoriale su misura per la camiceria maschile e un marchio proprio per la camiceria femminile, la Gaia Boldetti, che porta le proprie collezioni in tutto il mondo. “Il nostro punto di forza è l’approccio su misura anche nel rapporto commerciale con i negozi - spiega con orgoglio Giulio Boldetti - Offriamo il servizio di assistenza e in appena quindici giorni riusciamo a consegnare un riassortimento delle nostre creazioni, con un notevole vantaggio per noi e per i nostri clienti”.
Da sempre, Torino è sinonimo di eleganza e di stile. Negli ultimi anni, poi, è riuscita a scrollarsi di dosso quell'aura di città industriale, grigia e operosa che l’ha caratterizzata troppo a lungo. Oggi, il capoluogo piemontese è una delle capitali italiane della creatività e del design, dinamica e innovativa, capace di ispirare imprese come l’Atelier Boldetti. “Purtroppo, però, non è facile lavorare in un grande centro come Torino. Sento spesso parlare di riportare le produzioni nei centri urbani, ma troppo spesso le amministrazioni si scordano che noi siamo artigiani e imprenditori, ma anche rappresentanti della nostra azienda. Siamo sempre in giro per incontrare clienti e fornitori - spiega Boldetti - Perdiamo tempo e risorse preziose tra traffico, ingressi in centro e permessi per il parcheggio. Se potessi chiedere una norma a favore dei piccoli imprenditori, chiederei i permessi e le deroghe che hanno altre figure professionali per muoversi facilmente in città. Di fisco e burocrazia, invece, preferisco proprio non parlare”, aggiunge con una battuta amara che nasconde i tanti, troppi ostacoli che incontra ogni giorno chi fa impresa in Italia.
Atelier Boldetti
Torino
www.atelierboldetti.com
www.gaiaboldetti.com
Confartigianato Torino
www.confartigianatotorino.it
Marco Milani
Esperienza artigiana al servizio del design, i giochi della milaniwood.
A Monte Marenzo, un piccolo centro alle porte di Lecco, c’è un’impresa che realizza torniture e lavorazioni in legno dal lontano 1924, anno in cui Vincenzo Milani fonda una piccola torneria artigiana, puntando sulla produzione di rocchetti per il tessile, settore che proprio in quel periodo stava trasformando questo spicchio d’Italia in un distretto ricco e produttivo.
Nel corso degli anni, l’azienda passa attraverso quattro generazioni, fino ad arrivare nelle mani di Marco Milani, attuale guida della TAMIL. Un’azienda che oggi è leader in Europa nella tornitura del legno in conto terzi, puntando continuamente sulla diversificazione dei prodotti e seguendo tecniche di lavorazione innovative insieme a quelle che si tramandano da più di 90 anni.
Accessori d’arredo, per la cucina e per la tavola, oggetti di design, parti di modellismo, accessori per la moda e la cosmetica da esportare in tutto il mondo. “Abbiamo sempre puntato sulla diversificazione di prodotto, cercando di migliorare gli standard di qualità delle nostre lavorazioni, nelle tecniche e nelle materie prime utilizzate”, spiega Marco Milani.
Aggredire il mercato, presentando prodotti sempre più innovativi. Una scelta che nel 2008 ha spinto la TAMIL a creare un proprio brand di giocattoli in legno, la milaniwood, che in pochi anni ha saputo conquistare una posizione importante in un mercato in espansione, grazie “ad una produzione di qualità, interamente made in Italy e con un importante bagaglio di valori etici e sociali. A cominciare dalle materie prime che utilizziamo, certificate secondo gli standard internazionali di qualità e responsabilità ambientale. In particolare il legno, che proviene da foreste correttamente gestite secondo la certificazione FSC®. Non pensiamo che i giochi debbano restare chiusi in uno scatolone, vogliamo tirarli fuori. Produciamo articoli che, grazie al design, riescono ad interagire con l’arredamento, migliorandolo”. E così, le tessere del domino diventano un mazzo di fiori. Un vero e proprio oggetto di design, pronto a trasformarsi in un uno dei giochi più diffusi al mondo. “I nostri prodotti piacciono ai bambini ma anche, e soprattutto, ai grandi, perché sono giochi di qualità, educativi e divertenti. L’amore nasce al contatto, quando vengono provati”. Giochi di società, di abilità e di coordinazione, veri campi di sfide tra amici. Come "palazzo pazzo", una gara a chi riesce a costruire la torre di più alta, o "i papussi”, una banda di colorati burattini da dita, da animare sul palcoscenico in cui si trasforma la scatola stessa del gioco.
Questa è la milaniwood, un’azienda giovane e innovativa, che grazie all'esperienza quasi secolare nella lavorazione del legno, realizza giochi belli e divertenti, educativi, ecologici e, soprattutto, completamente made in Italy.
milaniwood
Monte Marenzo (Lecco)
www.milaniwood.com
www.tamil.it
Confartigianato Lecco
www.artigiani.lecco.it
Alberto Di Marco
L’artigiano che ha rivoluzionato la pizza. A colpi di qualità.
Si fa presto a dire pizza. Ma non sono tutte uguali. Ci ha pensato un’azienda di Roma, la Di Marco - Produzioni alimentari, a rivoluzionare il modo di fare la pizza e a restituire al piatto italiano più popolare al mondo il sapore antico della tradizione dell’arte bianca.
Corrado Di Marco, titolare dell’azienda, è un imprenditore vulcanico, un innovatore che ogni dieci anni lancia nuovi prodotti. Discendente da una antica famiglia di panificatori romani, Di Marco produce farine, miscele, semilavorati e impasti per pizza che vende direttamente ai laboratori di pizzeria. Le sue parole d’ordine sono: qualità totale e zero chimica, vale a dire la ricetta del successo per una pizza che non è uguale a nessun’altra e ha conquistato i mercati italiano e internazionali, sbaragliando colossi mondiali del settore.
“La nostra è un po’ la storia di Davide e Golia. E la nostra fionda – racconta Corrado Di Marco – è la qualità. Mi piace inventare cose sempre nuove”. E infatti, già negli anni ’80 Corrado Di Marco anticipa i tempi e intuisce che i gusti dei consumatori sarebbero cambiati, privilegiando cibi leggeri e dietetici, con meno grassi e calorie. Così nel 1981 lancia la linea ‘Pizzasnella’, con una miscela senza grassi animali, come lo strutto, sostituiti da farina di soia rigorosamente OGM free.
Gli anni successivi sono tutti una continua novità. Nello stabilimento di Guidonia, alle porte di Roma, si fa continuamente ricerca e sperimentazione, anche in collaborazione con l’Università, si investe in nuova tecnologia, si fa tanta e costante formazione ai pizzaioli. Tutto al servizio della qualità della pizza. E la differenza la capisci quando l’assaggi: leggerezza, fragranza, croccantezza, altissima digeribilità non hanno paragoni.
Accanto a Corrado c’è una famiglia che si dedica completamente all’azienda. La moglie Benilde, che sovrintende a tutte le fasi della produzione, e i tre figli: Enrico, laureato in biologia, cura la produzione; Alberto, laureato in economia, si occupa degli aspetti commerciali; Francesco, laureato in lingue orientali, segue l’amministrazione. Una squadra affiatata che lavora per innovare costantemente la produzione. “Ci sentiamo artigiani - dice Alberto Di Marco - ci piace sporcarci le mani per realizzare prodotti d’eccellenza. I segreti dei nostri prodotti sono l’assenza di grassi, sostituiti da farina di soia Ogm free, la lunga lievitazione, l’utilizzo di pasta madre, che è l’unico sistema naturale per panificare, una percentuale di acqua superiore a quella che si usa normalmente. Tutto questo dà un risultato 100% naturale, sempre stabile, di eccellente qualità”.
La ricerca ostinata di continue innovazioni, la scelta di rompere schemi e dogmi pur di difendere la qualità investono anche la forma. E così, nel 2001 nasce la ‘Pinsa romana’ un marchio registrato che ‘firma’ una pizza ovale. “Con questa forma - spiega Alberto Di Marco - è garantita una migliore cottura e, contemporaneamente, facciamo leva sugli aspetti emozionali, sulla provocazione di una forma insolita per colpire l’immaginazione dei consumatori”.
Il successo è garantito. I prodotti dell’azienda Di Marco sono venduti ovunque in Italia, in Europa e nel mondo: dagli Stati Uniti al Canada, dal Sudamerica alla Tailandia, dall’Australia alla Russia, agli Emirati Arabi.
La crisi non ha scalfito il successo dell’azienda: gli effetti della contrazione dei consumi sono stati compensati dall’aumento del numero dei clienti, sempre più numerosi ad apprezzare prodotti che custodiscono il segreto della cura e della qualità artigiana.
Di Marco Produzioni alimentari
Guidonia (Roma)
www.pizzasnella.it
Confartigianato Roma
www.confartigianato.roma.it