Ritratti

Davide Aresi

L’arte della famiglia Aresi, dal mobile classico alla cultura kustom

 

Mario Aresi è un maestro artigiano della provincia bergamasca. Un intarsiatore che, in decenni di attività, ha saputo conquistare premi e riconoscimenti in tutto il mondo, grazie ad una tecnica di lavorazione fatta di modelli in scala, creatività e conoscenza del legno per creare mobili unici, inimitabili. Un uomo capace di vivere a cavallo di quel confine, spesso inesistente, che distingue l'artigiano dall'artista.
“Mio padre fa prototipazione 3d da sempre”, esordisce con una battuta Davide Aresi, che dal padre Mario ha preso la simpatia, la creatività e il talento nell'arte dell’intarsio. In mano ha un modello in scala di una delle tante, incredibili creazioni della Mobili Aresi. “Il nostro lavoro inizia da qui. Un primo bozzetto su carta seguito da un modello in scala del mobile. Un prototipo in miniatura da presentare a imprese e clienti. Lavoriamo “su misura”, ogni nostro mobile è un pezzo unico, pensato, disegnato e realizzato nel nostro laboratorio, seguendo le tecniche di lavorazione che mio padre ha imparato e perfezionato nel corso degli anni”, racconta Davide. 
Siamo a Brignano Gera d’Adda, una manciata di chilometri a sud di Bergamo, alle porte del borgo che ha dato i natali alla famiglia del pittore Michelangelo Merisi, che il mondo avrebbe poi conosciuto con il nome di Caravaggio. Una terra di talenti e visionari, laboriosa e creativa al tempo stesso. “Sono cresciuto in questo laboratorio e da quasi 15 anni sto affiancando mio padre, aprendo nuovi mercati all'estero e portando innovazione nella nostra impresa”.
In questi anni, però, Davide Aresi ha avuto soprattutto il merito di esplorare nuove frontiere creative del mobile. Alla produzione di pezzi classici, il laboratorio Aresi affianca una produzione artigiana di mobili kustom, ispirati a quella cultura fatta di motociclette rombanti, fiamme sulle carene e personalizzazione intera delle moto stesse. “Ho semplicemente applicato la mia creatività alla passione per le motociclette e la cultura kustom”. Il risultato di questa contaminazione è una rottura stilistica rispetto alla tradizione degli Aresi, con mobili che si accedono grazie all'energia sprigionata dai colori fiammanti e dalle linee innovative della kustomizzazione dell'arredamento. Nasce così la AD Kustom furnitures, che integra parti e componenti di motociclette in mobili di alta qualità artigiana. Divani, toilette e comò diventano creazioni capaci di conquistare clienti e apprezzamenti internazionali. Come quelli raccolti dal progetto Elvis III, la trasformazione di una Cadillac del ’59 che oggi fa bella mostra di sé all'Academy of art University di Los Angeles. Oltre a questi due mondi, il mobile d’arte e quello kustom, Davide Aresi continua a esplorare nuovi territori. Dall'ebanisteria speciale per le motociclette a un progetto 
atterrato direttamente alla Maker Faire di Roma: Massimo Pozzi ha brevettato una tavola per sport acquatici leggera e veloce, Boar-d, capace di risolvere uno dei principali problemi delle tavole standard, annullando gli infortuni grazie a un sistema di vincolo magnetico tra calzatura e tavola. Davide ha concretizzato “i primi modelli seguendo le linee e le forme dei prototipi di Massimo, sviluppando personalmente l’aspetto tecnico e stilistico, riproponendo la manifattura tradizionale dell’intarsio ad un nuovo prodotto sportivo ed altamente innovativo”.
L’arte dell’intarsio della famiglia Aresi continua, di generazione in generazione, a innovare forme e stili, con creatività e tecniche artigiane. Ciò che non cambia mai, invece, è la qualità delle produzioni firmate dalla Mobili Aresi di Brignano Gera d’Adda, che siano un comò in stile classico, una carena psichedelica in legno o una tavola da wakeboard.

 

Aresi - Mobili in stile
Brignano Gera d’Adda (BG)
www.mobiliaresi.com
www.adkustomfurnitures.com
Confartigianato Bergamo
www.confartigianatobergamo.it

 

 


Patrick Mairhofer

L’arte della lavorazione del legno nelle mani di Patrick Mairhofer

 

Proves è un piccolo centro dell’Alto Adige. Un paese di 220 abitanti, pochi chilometri a Nord del Lago di Santa Giustina. Qui, a 1400 metri di altitudine, lavora Patrick Mairhofer, un 28enne imprenditore artigiano, falegname per tradizione familiare. “Mio nonno Joseph ha iniziato a lavorare il legno nel 1946. L’azienda è poi passata ai miei zii, Albert e Leo, che ancora oggi mi aiutano in azienda”, spiega Mairhofer. 
Da tre anni è lui a guidare la Falegnameria Mairhofer. Porte da interni e da esterni, finestre, mobili e lavorazioni su richiesta dei clienti, che spesso portano qui in falegnameria il legno dei propri alberi. “Quello, ad esempio, è di un cliente. Era un albero del suo giardino, si è seccato e ora vorrebbe farci una panchina”, ci dice indicando una lunga e massiccia trave di legno che due dei suoi 12 collaboratori stanno sistemando sulla macchina da taglio. “I nostri operai sono autonomi.
Seguono l’intero processo di produzione, dall’inizio alla fine - ci spiega - Così facendo abbiamo un doppio vantaggio. Da una parte siamo certi della qualità delle nostre lavorazioni, dall'altra ogni collaboratore ha la possibilità di confrontarsi con ciascuna delle fasi di lavorazione”. Un’importanza alla formazione e all'aggiornamento professionale che nasce dal sistema duale attuato in Alto Adige. Quel modello basato sulla formazione teorica e pratica in azienda, che il Governo sta sperimentando in tutta Italia con l’alternanza scuola-lavoro. “L’apprendistato è una fase fondamentale del percorso per diventare un bravo maestro artigiano. E’ il momento in cui impari le tecniche del mestiere ma anche la responsabilità del lavoro”, aggiunge Mairhofer, che sta cercando di portare la falegnameria di famiglia in un futuro fatto di export e innovazione.

"Il nostro mercato di riferimento è la provincia di Bolzano, anche se il 20% del fatturato è legato all’export, soprattutto Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera e Giappone. Da più di cinque anni investiamo sul marketing digitale, continuando a portare innovazione tecnologica in azienda”. Un giovane artigiano dalle idee chiare, che ha visione imprenditoriale, creatività progettuale e capacità manuali. Una delle creazioni più interessanti di questo splendido laboratorio perso tra i boschi, dove si respira il profumo del legno e l’aria fredda di montagna, è il progetto realizzato da Patrick per l’esame da maestro artigiano non più tardi di tre anni fa. Il pezzo è una culla che può diventare fasciatoio, lettino o cassettiera, semplicemente muovendo le varie parti del mobile. Un mobile trasformabile, capace di sintetizzare in un unico pezzo d’arredo l’ingegno, la creatività e le tecniche di lavorazione del legno, tutte caratteristiche tipiche di un imprenditore artigiano.

 

Falegnameria Mairhofer
Proves (BZ)
www.tischlerei-mairhofer.com
Confartigianato Bolzano
www.lvh.it

 

 


Maria Grazia Cimini

Sartoria Made in Italy per le passerelle di tutto il mondo.
Maria Grazia Cimini fotografata da Marta Lomonaco - Testo di Lorenza Manessi

 

“Dalle nostre mani escono i capi d’alta moda che sfilano sulle passerelle di tutto il mondo. Vuoi mettere la soddisfazione di vedere un abito cucito da noi indossato dalle dive di Hollywood mentre percorrono il red carpet?”.
C’è tutto l’orgoglio dell’artigianato made in Italy nelle parole di Maria Grazia Cimini, titolare della sartoria Massoli, azienda manifatturiera con sede a Casperia, in provincia di Rieti, che realizza abiti per grandi firme dell'alta moda italiana.
L’orgoglio di Maria Grazia Cimini ha radici solide. Quelle di una madre molto speciale, Maria Antonietta Massoli, una coraggiosa pioniera che, oltre 50 anni fa, ha fondato la sartoria, ma non si è accontentata di lavorare a Casperia. Giovanissima, da sola, con grande spirito di intraprendenza, si recò a Roma per ampliare la clientela. Guadagnandosi subito la fiducia di celebri griffe della moda dell’epoca, da Lancetti alle Sorelle Fontana.
Da allora quella fiducia non è mai venuta meno. “Qualità, perfezione del ‘fatto a mano’, serietà, puntualità sono i valori su cui puntiamo - dice Maria Grazia Cimini - e che da tanti anni ci fanno apprezzare dai nostri committenti che sono molto esigenti ma, con noi, sanno di poter contare su lavorazioni a regola d’arte”. Sono valori che Maria Grazia ha ereditato dalla mamma, scomparsa nel 2009, dopo 53 anni di lavoro artigiano. “Quando ho preso in mano le redini dell’azienda, è stata dura. Ma non potevo non essere all’altezza di mia madre che ha dedicato la vita alla sartoria ed è stata una rappresentante dell’artigianato italiano nel senso più puro del termine”.
Così, la tradizione continua e la qualità rimane al top. “E’ anche merito del rapporto con i nostri 32 dipendenti che consideriamo parte fondamentale dell’azienda”. E qui soddisfazione e orgoglio cedono il passo ad un cruccio, quello del ricambio generazionale della manodopera, la difficoltà di reperire professionalità all'altezza dei capi che escono dalla sartoria. “Oggi potremmo dare lavoro ad altre 25 persone, ma non riusciamo a trovarle”.
E allora perché non formare in proprio gli specialisti che servono all’azienda? Ed ecco il progetto che vedrà la luce nel 2015. Racconta Maria Grazia: “Insieme con Fendi vorremmo creare una fondazione per dare vita ad un’accademia di sartoria che porta il nome di mia madre, Maria Antonietta Massoli, con l'intento di formare le nuove generazioni di sarti. L’iniziativa è sostenuta anche dal Comune di Casperia, che ha offerto Palazzo Lucarelli per ospitare la sede dell’accademia, e la Cassa di Risparmio di Rieti che finanzierà borse di studio degli allievi", ha aggiunto.
“La carta vincente - spiega Maria Grazia - è investire sui giovani, dare loro fiducia, facendoli entrare in un settore che tiene alta la bandiera del made in Italy nel mondo. Perché l’artigianato è tutt’altro che vecchio, polveroso, demodé. La nostra azienda lo dimostra: l’artigianato è moderno, l’artigianato è il futuro”.

 

Sartoria Massoli
Casperia (Rieti)
Confartigianato Rieti
www.confartigianatorieti.com


Corrado Di Giacomo

La secolare tradizione dell’oreficeria romana nella storia della Di Giacomo 1870

 

“Siamo orefici dal 1870, quando il capostipite della famiglia, lo zio di mio nonno Attilio, ha iniziato questa nostra tradizione familiare, continuata poi dallo stesso Attilio e successivamente da mio padre Marcello - inizia a raccontare il maestro orafo Corrado di Giacomo, un romano dalla battuta pronta e dalla risata contagiosa, che oggi ricopre una delle più antiche e prestigiose cariche nel mondo dell’oreficeria capitolina, il Console Camerlengo dell’Università e Nobil Collegio degli Orefici. Un’istituzione secolare fondata nel 1509 da Papa Giulio II, che ha sede nell’unica chiesa romana progettata da Raffaello Sanzio e che ha visto passare per via di Sant’Eligio i protagonisti della storia della lavorazione dell’oro e degli altri metalli preziosi, da Benvenuto Cellini alla dinastia dei Castellani.

Parlare della storia dell’ oreficeria capitolina con Corrado di Giacomo diventa un viaggio in una tradizione fatta di collegia dei mestieri dell’Antica Roma, di corporazioni medievali, di maestri artigiani che sulle rive del Tevere hanno servito papi, re e governanti. “L’archivio del Nobil Collegio conserva quel patrimonio secolare di storie di artigiani e di artisti dell’oro, argento e degli altri metalli preziosi, nomi e opere di una tradizione che continua nonostante la crisi e i cambiamenti culturali del nostro tempo”, aggiunge di Giacomo. “Oggi il lusso ha altri simboli rispetto al passato, non si mostrano più i gioielli o l’argenteria di casa. Alla crisi economica di questi anni si è aggiunto questo cambiamento culturale. Basta sfogliare una qualsiasi rivista - spiega - per capire che il lusso ha cambiato i propri punti di riferimento”.

A questi problemi, che hanno ridotto fatturato e numero di imprese, bisogna sommare le carenze strutturali del nostro paese, che basa la propria economia sul lavoro delle micro e piccole imprese ma che sembra far di tutto per ostacolarne l’attività quotidiana. “Viviamo di incertezze, di norme che cambiano dall'oggi al domani e che spesso vengono pensate fuori dall'Italia, disegnate per realtà produttive diverse dalla nostra - spiega ancora di Giacomo - Negli anni abbiamo rivisto la nostra attività, siamo passati dalla produzione in conto terzi all’assistenza per i grandi marchi del gioiello - ci racconta - Le più grandi realtà dell’oreficeria mondiale vogliono la qualità, l’esperienza e la competenza dei maestri artigiani italiani. Apprezzano la nostra manifattura e comprano le capacità delle nostre mani”.
Nel corso degli anni, anche un mestiere antico e ricco di tradizioni come quello degli orafi è cambiato radicalmente. “Oggi, un artigiano ha bisogno di una preparazione adeguata tanto dal punto di vista delle capacità tecniche quanto della formazione imprenditoriale, per la conoscenza degli aspetti normativi, delle innovazioni tecnologiche e dell’evoluzione del marketing. Il laboratorio resta la migliore scuola possibile per un apprendista, è qui che si impara ogni segreto di questo mestiere e la manualità con i metalli preziosi”, ha concluso Corrado di Giacomo, un maestro artigiano che rappresenta la gloriosa e secolare tradizione dell’oreficeria romana.

 

 

Di Giacomo 1870
Roma
www.digiacomo1870.it
Confartigianato Roma
www.confartigianato.roma.it

 

 


Giorgio Bergamo

Giorgio Bergamo, lo spazzacamino di Merano tra innovazione e reti d’impresa

 

A Merano, in provincia di Bolzano, vive un 33enne che sta innovando uno dei mestieri più suggestivi di tutta la galassia dell’artigianato, lo spazzacamino. Scordatevi il cilindro e le filastrocche di Mary Poppins, il capolavoro della Disney che ha fissato nell'immaginario collettivo questo mestiere. Giorgio Bergamo è un imprenditore artigiano capace di innovare un’impresa lunga tre generazioni, di riorganizzare il lavoro, di 'fare rete' con altre imprese e di mantenere sempre ai massimi livelli la qualità degli interventi e dell’assistenza ai clienti.
 La tradizione artigiana della Terein di Merano ha origini lontane, ben radicate nel tessuto socio-economico di questa terra. Da tre generazioni, infatti, i Bergamo sono testimoni della storia della città e del mestiere dello spazzacamino, una figura chiave per i popoli di montagna.

A questi artigiani era, ed è ancora oggi affidata la sicurezza della casa. Un’attività necessaria per prevenire gli incendi delle canne fumarie e le fughe di gas. Per questa ragione, ancora oggi, lo spazzacamino è considerato un portafortuna, un talismano a difesa della casa. “Ci piace continuare una tradizione iniziata con i miei nonni - spiega Giorgio Bergamo - quando a ridosso delle festività natalizie si va di casa in casa a regalare ai nostri clienti un portafortuna per l’anno nuovo. I miei nonni superarono la Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazista grazie all'importanza che la nostra cultura riconosce agli spazzacamini - continua - Il generale tedesco che controllava Merano, un punto strategico del nostro territorio, prese come suoi stretti collaboratori i tre spazzacamini della città, tra cui mio nonno, per eseguire i lavori di manutenzione. Fu il suo mestiere a salvarlo dalla guerra e dall'occupazione”. 
Da nonno Simone al padre Luigi Silvio e quindi a lui, Giorgio.

Una tradizione familiare che continua a puntare sulla “qualità degli interventi e del servizio, sull'onestà, la precisione e la serietà della nostra impresa. Sono questi i primi valori che mio padre mi ha insegnato. Se le tecniche di intervento non sono cambiate poi molto dai tempi di mio nonno, nonostante alcune innovazioni tecnologiche nelle attrezzature da lavoro, è l’impresa stessa che è cambiata”, ci spiega. “Abbiamo riorganizzato la struttura aziendale, portando innovazione tecnologica per organizzare l’attività quotidiana - spiega ancora questo imprenditore artigiano che sogna di lasciare l’azienda di famiglia a suo figlio Silvio - Mio padre lavorava con carta e penna ma oggi, grazie al digitale, abbiamo una piattaforma che ci permette di controllare costantemente la situazione dei nostri clienti, degli impianti che controlliamo e della manutenzione da fare, senza bisogno di fare telefonate o di rientrare in ufficio”.

Nel corso degli anni, Giorgio Bergamo ha creato una rete con altri imprenditori del settore, dall'impiantista al bruciatorista, dal carpentiere al lattoniere, per garantire standard di qualità elevati e condivisi tra gli artigiani del territorio. Oltre a questo, ha allargato il campo operativo dell’impresa. “Oggi, l’80% della nostra attività è legata alla pulizia di camini e canne fumarie e alla manutenzione degli impianti. Negli ultimi anni, però, abbiamo ampliato l’operatività della nostra impresa aprendo all'attività di pulizia degli impianti fotovoltaici e termodinamici, all'installazione delle cosiddette “linee di sicurezza” sui tetti dei palazzi e alla vendita di caldaie al pubblico”. Giorgio Bergamo è un imprenditore artigiano capace di innovare una tradizione che si perde nella storia di Merano e del mestiere di spazzacamino, da sempre un baluardo a difesa dell’ambiente e della sicurezza delle nostre case.

Terein
Merano (BZ)
www.terein.it
Confartigianato Bolzano
www.lvh.it

 

 


Creazioni artistiche

Arte e artigianato si fondono nelle Creazioni artistiche di Antonella Orazi

 

“Se mi sento più artigiana o più artista? Non ho mai saputo rispondere a questa domanda. Sono una persona che lavora con impegno e passione. Amo il mio mestiere, sono curiosa e cerco sempre di migliorare. Ogni giorno, da quarant'anni”. A parlare è Antonella Orazi, marchigiana di nascita, ciociara d’adozione. Siamo a Veroli, in provincia di Frosinone. E’ qui che questa simpatica signora, dalla battuta pronta e dal sorriso contagioso, ci apre le porte della Creazioni artistiche e letterarie, il laboratorio artigiano dove ogni giorno riesce a sprigionare creatività, talento e passione.
“Non ho una specializzazione unica, decoro seguendo tecniche e supporti diversi, dalla ceramica alla stoffa, dal vetro al legno. Utilizzo colori ad olio e acquerelli, ma sempre con la tecnica della pittura a freddo”, spiega mentre mostra alcuni dei pezzi esposti nella bottega alle porte del centro storico di Veroli. “Ho studiato all'Istituto d’arte, ho iniziato a lavorare molto giovane e non ho mai smesso di sperimentare nuove tecniche di decorazione. Mi piace anche il restauro, soprattutto mobili e terracotta. La formazione continua è un passaggio fondamentale per chi fa questo mestiere. Oggi, poi, con i tutorial caricati su YouTube è facilissimo imparare tecniche sempre nuove”. Vasi, cornici, quadri e pezzi di arredo in ceramica decorata, la produzione della Creazioni artistiche di Antonella Orazi è davvero trasversale. “I miei clienti cercano soprattutto oggetti per le loro case o per fare regali. Di tecnologia ce n'é poca in questa bottega, ma pubblicizzo la mia attività sui social network e sto per lanciare una piattaforma di e-commerce dove poter vendere le mie creazioni in tutto il mondo. La mia clientela è soprattutto locale, ma spesso le mie creazioni finiscono all'estero grazie ai turisti che passano per Veroli e che vogliono riportare a casa un ricordo di questa città”, aggiunge Antonella. In effetti, basta guardarsi attorno per capire che tra i soggetti più rappresentati ci sono scorci e panorami di questo angolo verde del Lazio. Una terra che fa da base alle prime cime degli Appennini, verde e rigogliosa, con colline che si alternano tra le ampie valli della zona. “Amo questa terra e mi piace rappresentarla. Mi dispiace soltanto che il centro storico si sia svuotato delle tantissime botteghe artigiane che un tempo erano il vero motore economico della città - spiega - Il centro storico oggi è deserto di giorno e pieno di sera, tra bar, ristoranti e locali per bere. Di artigiani, artisti e botteghe storiche, però, non c’è più traccia. Anche io prima avevo la bottega in centro, ma per intercettare i clienti mi sono dovuta spostare verso la parte nuova della città - continua - Forse è questo il maggior problema che abbiamo, la mancanza di iniziative da parte delle amministrazioni locali per le imprese artigiane tradizionali. Un centro come il nostro, e come tantissimi altri in Italia, non può vivere solo di bar e ristoranti, il rischio è quello di cancellare la gloriosa tradizione dell’artigianato italiano”. Passione, tecnica, talento e amore per la propria terra, sono queste le caratteristiche di Antonella Orazi. Doti, queste, degne di una grande artigiana.

 

Creazioni artistiche e letterarie
Veroli (FR)
www.facebook.com/lecreazionidiantonellaorazi/
Confartigianato Frosinone
www.confartigianato.fr.it