L’edilizia è in piena crisi, la fotografia dell’Ufficio studi di Confartigianato

L’edilizia è in crisi. Una crisi profonda, con l’occupazione in calo, il fatturato in caduta verticale, il mercato immobiliare fermo e con un Governo che non sembra intenzionato a risolvere parte delle difficoltà strutturali del settore. L’ANAEPA Confartigianato ha chiesto all’Ufficio studi di scattare la tradizionale fotografia del settore. Il risultato di questo scatto è drammatico. La crisi finanziaria è diventata crisi economica, la crisi economica, a sua volta, è diventata crisi dei consumi, bloccando, di fatto, le compravendite immobiliari. “Viviamo un momento in cui si marca fortemente questa difficoltà del mercato. Il nostro settore sta vivendo una fase estremamente drammatica dovuta, soprattutto, alla stasi del mercato immobiliare”, ha detto Stefano Bastianoni, segretario di ANAEPA Confartigianato. Secondo i rilevamenti del team coordinato da Enrico Quintavalle, infatti, nel primo trimestre del 2012 le compravendite immobiliari sono crollate del 17,8%, dopo una timida ripresa fatta registrare nel terzo e quarto trimestre del 2011. E se il privato non investe, il pubblico non fa meglio. Ma non finisce qui. A maggio 2012 l’indice di produzione nel settore delle costruzioni è in calo del 13,6% rispetto a maggio 2011. Peggio di noi ha fatto soltanto la Spagna, mentre l’Europa dei 27 si è assestata su un -6,9%. La situazione non migliora se si prendono a riferimento i primi cinque mesi dell’anno. Rispetto allo stesso periodo del 2011, infatti, le costruzioni italiane perdono un altro 14%. Nonostante questo contesto drammatico, la politica non sembra andare incontro alle necessità del settore. Se l’IMU è stata un bagno di sangue per famiglie ed imprese, nell’edilizia ha rappresentato un vero e proprio colpo di grazia per tante imprese. Nella prima versione del decreto sviluppo, infatti, era prevista l’esenzione dell’IMU per l’invenduto. Una possibile boccata d’ossigeno, però, negata in un secondo momento. “Alle nostre imprese è stata applicata l’IMU sugli immobili, che per le nostre imprese non sono altro che l’attività di produzione. In molti comuni, queste sono state tassate addirittura con le soglie più alte, quelle riservate alle case di lusso, alle seconde case e via dicendo”, ha denunciato Bastianoni. La situazione è drammatica, quindi. Il settore è in difficoltà e se non si adotteranno al più presto soluzioni possibili a questa crisi, migliaia di piccole imprese rischieranno la chiusura.


CRISI - Rilevazione di Confartigianato sulle attività che resistono. Artigiani anti-crisi: 352.000 imprese in ICT, alimentare, green economy, + 1,9% in un anno

Creatività e ingegno made in Italy non si arrendono alla crisi. Pur tra mille difficoltà, c’è un piccolo ‘esercito’ di 351.566 imprese artigiane (pari al 24,3% del totale di 1.448.867 aziende artigiane) che, nell’ultimo anno, hanno fatto registrare un trend positivo, con una crescita dell’1,96%.Leggere di più


FISCO - Agenzia delle Entrate e Organizzazioni aderenti a Rete Imprese Italia siglano accordo per tagliare code e costi degli adempimenti

Stop alle code allo sportello e taglio dei costi degli adempimenti tramite un utilizzo più efficace e agevole da parte delle imprese dei servizi online e, al contempo, un centro di prenotazione dedicato ai rappresentanti delle Leggere di più


CREDITO - Rete Imprese Italia: Nasce l'Osservatorio trimestrale sul credito delle PMI

Nel II trimestre per Pmi peggiorano fiducia e ricavi, aumenta domanda di credito

Rete Imprese Italia e Artigiancassa (Gruppo BNP Paribas) hanno presentato oggi i dati del secondo trimestre 2012 dell’Osservatorio sul credito alle Pmi. Leggere di più


L’export volta pagina: nasce la cabina di regia per l’Italia internazionale

L’export è l’unica leva di sviluppo dell’economia italiana: parola di Riccardo Monti, presidente dell’Agenzia Ice, che il 19 luglio ha presentato i risultati delle nostre esportazioni nel 2011 e nel 2012. Il made in Italy continua a piacere all’estero, soprattutto nei Paesi extraeuropei dove, nei primi 5 mesi di quest’anno, ha fatto registrare una crescita del 9,3%. Ma potremmo fare di più. E così il Governo ha deciso di archiviare per sempre le improvvisazioni, le sovrapposizioni e la confusione che hanno caratterizzato la nostra politica commerciale all’estero. Come dire, mai più nel mondo in ordine sparso. ‘Fare sistema’ è la nuova parola d’ordine. Ed è quindi scattato il via libera ad una cabina di regia che mette insieme tutti i soggetti pubblici e privati che si occupano di internazionalizzazione. Tra questi anche Rete Imprese Italia. Alla prima riunione della cabina di regia, svoltasi il 18 luglio al Ministero degli Esteri e presieduta dal Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e dal responsabile della Farnesina, Giulio Terzi, ha partecipato il presidente Giorgio Guerrini, che ha portato al tavolo le esigenze degli imprenditori artigiani e delle piccole imprese, troppo spesso trascurati nelle strategie per promuovere il made in Italy sui mercati internazionali. Ora la cabina di regia è l’occasione per voltare pagina. ‘In un momento economico come questo – ha detto Guerrini - l’unico dato positivo del nostro Paese è quello delle esportazioni. La cabina di regia ci pare una risposta efficace. Dobbiamo abbattere i personalismi e mettere a fattor comune le risorse e le capacità. L’artigianato, il commercio, i servizi, il turismo, l’agricoltura e la cooperazione hanno messo insieme le idee e hanno chiesto alla politica di mettere insieme le risorse e le strutture per fare un’azione efficace ed incisiva di sostegno a chi ha il coraggio di affrontare i mercati internazionali’. La cabina di regia inizierà subito il lavoro di coordinamento delle strategie e delle iniziative per promuovere l’export delle nostre aziende. Il Ministro Corrado Passera e il Ministro Terzi hanno dato il la ad un programma serrato che vedrà l’Agenzia Ice braccio operativo delle nuove politiche di internazionalizzazione.


Il Governo attacca la spina del quinto conto energia

Dopo la firma dei ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dell’Agricoltura sui due decreti attuativi e i 6 miliardi di euro di incentivi raggiunti con il quarto conto, tutto è pronto per l’entrata in vigore del quinto conto energia, prevista per il 27 agosto, che ordina e determina gli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Tre le principali novità per le micro e piccole imprese, tre aspetti per cui Confartigianato Imprese si è battuta, riuscendo a portare a casa tre piccoli ma significativi successi in un contesto fatto di tagli e cambiamenti continui. Il primo e forse più importante aspetto è l’esclusione della procedura di registro per gli impianti non superiori ai 20 kw, quelli che maggiormente interessano i piccoli imprenditori. Meno burocrazia, quindi, l’accesso diretto agli incentivi e la possibilità di aumentare i benefici se, oltre alla produzione, gli interventi dovessero riguardare l’efficientamento energetico e la bonifica di amianto ed eternit dai siti scelti. Il secondo aspetto positivo è la data di entrata in vigore, il 27 agosto per il fotovoltaico e il primo gennaio 2013 per tutte le altre fonti. Date certe, che permetteranno di pianificare interventi ed investimenti, spezzando l’incertezza che si è venuta a creare con il terzo repentino cambiamento in poco più di due anni. Il terzo aspetto positivo è l’aumento del tetto di spesa. Inizialmente, infatti, l Governo aveva messo a disposizione 5 miliardi di euro, ma dopo le pressioni di Confartigianato, l’esecutivo ha stanziato 6,7 miliardi di euro, aumentando così le possibilità operative di un settore che soltanto nell’artigianato vale più di 100mila imprese e quasi 370mila addetti. “Con i due decreti firmati il 6 luglio - hanno detto in coro i tre ministri interessati, Catania, Clini e Passera - viene introdotto un sistema di incentivi moderno, sostenibile ed equo”. Nonostante i commenti dei professori, però, in molti hanno storto la bocca davanti al quinto conto energia. Sul piatto ci sono meno soldi a disposizione, ma in tempi di austerità questa non è certo una novità, e il rischio di staccare la spina ad uno dei pochi settori a segno positivo nell’economia italiana. Il quinto conto energia, però, nasconde anche un altro aspetto positivo, un filo conduttore, una sottile linea guida che potrebbe avviare un circolo virtuoso per il settore delle rinnovabili, dell’innovazione tecnologica e dell’edilizia. L’accesso diretto agli incentivi, infatti, viene esteso anche agli impianti ad alto tasso d’innovazione, a quelli a concentrazione e agli interventi che portano alla bonifica degli edifici esistenti. Interventi che, oltre agli impiantisti, coinvolgono anche l’edilizia. Meno fondi, quindi, ma premi per chi fa innovazione, sviluppo ed efficientamento energetico.