Ogm? tre milioni di firme per dire no
Tre milioni di firme entro il 15 novembre per allontanare dalle tavole degli italiani lo spettro dei cibi-frankestein. Questo l’ambizioso obiettivo della “Coalizione ItaliaEuropa – liberi da Ogm”, che ha riunito a Roma le ventotto maggiori associazioni dell’agricoltura, artigianato, distribuzione, consumatori, piccola e media impresa, ambientalismo, scienza, cultura e cooperazione internazionale, per restituire ai cittadini la libertà di decidere sulla qualità del cibo che mettono nel piatto. “E’ indispensabile che i cittadini possano operare una scelta consapevole, in piena trasparenza e sicurezza, degli alimenti che acquistano. Un consumatore più informato e responsabile è l’arma migliore per contrastare i fenomeni della concorrenza sleale, delle contraffazioni, delle importazioni illegali di prodotti a costi irrisori e a scarso valore aggiunto”. Mauro Cornioli, Presidente dei Produttori di Erboristeria di Confartigianato Alimentazione, interviene nella vicenda e si mette di traverso bocciando un fenomeno che tende a snaturalizzare la filiera agroalimentare del paese, spostando nei laboratori la ricerca della qualità che da sempre si sperimenta e si trova nei campi. Secondo lui – ma il fronte è ampio, soprattutto al teatro Capranica di Roma che ha ospitato la discesa in campo della coalizione anti OGM – l’Italia non avrebbe nulla da guadagnare se profumi, aromi, ingredienti, e prodotti, al posto che essere ottenuti per via naturale, fossero realizzati in provetta da camici bianchi. “La difesa delle tradizioni dell’artigianato e delle piccole imprese è fondamentale per consentire alle nostre aziende e al made in Italy alimentare di mantenere posizioni competitive sui mercati nazionale e mondiale, preservando la qualità e la specificità di un cibo ‘non globalizzato’ ”. Per l’artigianato agroalimentare una partita grossa, di quelle che non si possono perdere: 80.000 imprese con 240.000 addetti che realizzano quasi il 90% delle specialità della cucina italiana e che utilizzano materie prime sicure e prive di organismi transgenetici. Una partita che per l’intero comparto vale il 15% del prodotto interno lordo: una ricchezza che non può essere messa a rischio. “Vuoi che l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da OGM?”. Questo l’interrogativo riportato sulla scheda della consultazione ‘popolare’ guidata da Mario Capanna, che per due mesi, dal 15 settembre al 15 novembre, si potrà sottoscrivere sui banchetti allestiti nelle piazze di tutta Italia. “Dobbiamo marciare a 50.000 firme al giorno - ha dichiarato Capanna -. Punteremo su una partenza sprint per avere 750.000 firme entro settembre e presentarci alla stampa estera per dire che in Italia ci si sta mobilitando contro gli ogm, poi chiederemo un tavolo di confronto con il Governo e chiederemo una moratoria a tempo indefinito”.
La pensione di ottobre peserà 302 euro in più
L’incremento delle “pensioni basse”, deciso dalla legge n. 127/2007 di recente approvazione, è uscito dai banchi del Parlamento ed è in arrivo nelle tasche di quei pensionati italiani che rispondono ai requisiti necessari. Un aumento “una tantum”, cosiddetto quattordicesima, che interesserà oltre 3 milioni di pensionati, per una cifra totale erogata di circa 926 milioni di euro. L’aumento medio sarà di 302 euro invece, e interesserà tutti gli ex lavoratori, autonomi e dipendenti, con una soglia di differenza per anzianità maggiorata di tre anni per gli autonomi. L’INPS ha già dato inizio all’invio delle informazioni utili per i pensionati beneficiari dell’incremento, con l’esatto importo aggiuntivo e l’indicazione dei requisiti necessari. Il tutto dovrebbe essere completato entro Ottobre, mensilità alla quale verrà accreditata la “quattordicesima”. Un’altra importante novità riguarderà invece i 25.000 pensionati Inpdap che potranno godere della “una tantum”, una cifra aggiuntiva a favore dei pensionati con età superiore, o pari, ai 64 anni e un reddito complessivo annuo inferiore agli 8.504,73 euro, l’equivalente di 654,21 euro mensile.
Caso “subprime”: in italia si può dare credito al credito
Da quando in Italia si è diffusa la notizia della violenta spallata data dalla crisi dei mutui subprime al sistema finanziario degli Stati Uniti, due domande ricorrono con maggiore frequenza di altre. La prima: in che misura il crollo dei mutui-casa d’oltreoceano tocca l’economia del nostro Paese? La seconda: quali sono le operazioni finanziarie a maggior rischio, per famiglie e imprese, in un momento di turbolenze internazionali così marcate? Gli esperti del settore Credito di Confartigiano, rispondono così: “Le banche italiane sono molto più rigorose di quelle americane nel concedere mutui, difficilmente attivano linee di credito a persone non affidabili. Con poca probabilità i cosiddetti “ninja”, gente ‘no incombe, no job or assets’ (senza lavoro, né reddito, né patrimonio), al centro della vicenda dei subprime, potrebbero ottenere denaro dal nostro sistema creditizio ufficiale. Un caso subprime, con le stesse modalità con cui è avvenuto negli Stati Uniti, è difficile che accada in Italia. Siccome, però, l’America non è un paese come gli altri, ma rappresenta la prima economia del mondo, questa crisi ha avuto dei riflessi enormi sull’area dell’euro e su quella dello yen. Questo stato di fibrillazione globale, ha provocato pesanti ripercussioni internazionali sul credito, con un aumento del costo del denaro, che da noi è già avvenuto e che avverrà nel prossimo futuro. Oggi i soldi delle banche costano di più, e il trend delle prossime settimane è in salita. E’ una fase complessa, che tocca tutti, anche l’imprenditore artigiano”. Quali consigli si possono dare alle imprese artigiane nel rapporto con il credito? “Nelle banche non dobbiamo vedere degli spauracchi, ma dei momenti di collaborazione, di convergenza. Le perplessità sono piuttosto per fonti di finanziamento non vigilate dalla Banca d’Italia. Il consiglio è quello di farsi assistere dai Confidi territoriali di Confartigianato, dove ci sono operatori professionali, persone fortemente qualificate, di esperienza, che possono aiutare gli imprenditori nell’attraversamento di questa fase complicata. E’ una fase ciclica, niente di trascendentale. L’importante è non compiere la leggerezza di allontanarsi dal sistema bancario in cerca di situazioni in apparenza più semplici e snelle”. Quali sono attualmente le operazioni più a rischio? “Sicuramente quelle della cosiddetta “ristrutturazione dei troppi crediti in essere”, ovvero cancellare diverse linee di credito, e farne solo una diluita negli anni, magari ventennale, o più. I tassi sono spesso proibitivi, soprattutto quando si saltano delle rate. Attenzione anche a quando i nostri interlocutori bancari ci propongono operazioni cosiddette “complesse”, dove emergono termini di difficile comprensione: non è detto che non si tratti di una soluzione senza risvolti positivi per il cliente, ma anche in questo caso, nel dubbio, il consiglio è quello di avvalersi della consulenza degli uffici Credito e Confidi di Confartigianato”.
Parte da Confartigianato la “Comunità euro-mediterranea delle PMI”
Nacque in occasione dell’ultima “Convention delle Categorie”, svoltasi a Cartagine dal 28 al 30 giugno scorsi, l’idea di un sistema di collaborazione ed interazione tra le imprese artigiane dell’area euro - mediterranea. Un sistema il cui motore è rappresentato da Confartigianato, dall’Italia e dalle imprese nostrane, l’eccellenza artigiana europea. L’impegno è stato mantenuto e si concretizzerà a Bari il 12 settembre prossimo, quando le Associazioni di categorie delle nazioni coinvolte si incontreranno per dare forma ad uno dei più grandi ed ambiziosi progetti internazionali che riguardano le piccole e medie imprese, la “Comunità delle PMI del Mediterraneo”. In realtà, l’Unione Europea aveva già pensato ad una rete di libero scambio tra i paesi bagnati dal Mar Mediterraneo, fissando al 2010 il termine per la creazione di questo apparato. Ma a tre anni da quella scadenza niente di concreto è stato ancora fatto. E allora, invece di perdere un’occasione di sviluppo economico e commerciale tanto importante, perché non muoversi autonomamente, stimolando l’adesione e creando le possibilità strutturali di un mercato comune? E’ così che Confartigianato, e la piccola e media imprenditoria italiana, si sono posti alla guida di questo movimento. Un processo virtuoso di crescita ed integrazione sul modello di altre zone del mondo, come l’Estremo Oriente, dove si sono venute a creare una serie di interazioni commerciali tra nazioni più sviluppate, caratterizzate da costi di lavorazione elevati, con paesi in via di sviluppo, con un costo contenuto del lavoro. Una possibilità per aprire nuove mercati per i primi, una crescita commerciale ed imprenditoriale per i secondi. Se si considera che l’area del Mediterraneo rappresenta la quarta voce delle esportazioni italiane, con un volume d’affari di circa 20 miliardi di euro nel solo 2006, la creazione di una “Comunità delle piccole e medie imprese” potrebbe rappresentare il definitivo salto di qualità per l’economia artigiana del nostro Paese. La Comunità potrà contare sul lavoro delle tre sedi operative, una per ogni zona del Mare Nostrum, l’area occidentale, l’Africa Settentrionale e la Penisola Balcanica. La “mente” centrale avrà invece la propria sede in Italia, che, oltre ad esserne il Paese promotore grazie all’azione Confederale, torna a svolgere un ruolo determinante nel bacino del Mediterraneo, aprendo nuovi mercati d’espansione commerciale e rappresentando un modello d’eccellenza per le imprese straniere.
“Caaf campus”: gli esperti di fisco e previdenza tornano sui banchi
Settembre tempo di scuola. Anche per gli esperti dei centri di assistenza fiscale di Confartigianato, che tornano dietro ai banchi per un corso di formazione e aggiornamento sulle novità di fisco e previdenza. Le lezioni in calendario sono quattro (19, 20, 21 e 27 settembre) e gli argomenti trattati riguardano l’ISEE (Indicatore di Situazione Economica Equivalente), il parametro utilizzato da enti o istituzioni per concedere prestazioni assistenziali o servizi di pubblica utilità, il T.F.R. (Trattamento di Fine Rapporto) e la Previdenza complementare. Scendendo nel dettaglio, la prima lezione, è dedicata alla definizione di ISE e ISEE, all’analisi delle componenti fondamentali dei due parametri, e all’illustrazione del metodo per calcolarli. La seconda, chiude l’argomento: “Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU)”; “CAF e ISE”; “aspetti operativi” ; “prestazioni e servizi legati all’ISE”. Il 21 e il 27 settembre, si cambia tema: sotto la lente degli esperti “T.F.R. e Previdenza Complementare”. Lezioni ad alto contenuto informativo, ma anche tecnologico: i docenti non muoveranno un passo dalla sede di Roma, perché collegati via internet - con web cam e computer - con le “aule” delle sedi territoriali di Confartigianato di tutta Italia. Un collegamento possibile grazie alla piattaforma di formazione a distanza “Caaf Campus”, che nasce per facilitare la condivisione di esperienze e notizie all’interno del sistema di assistenza fiscale della confederazione. Una vera e propria comunità virtuale, che si riunirà davanti ai monitor, al suono della prima campanella della ripresa d’autunno, previsto per le 10.30 del 19 settembre.
Gli artigiani al fianco dell’arte
Gli italiani sono un popolo di eroi, di santi e di artisti, che ora si riscoprono artigiani. Questo verrebbe da pensare dopo il rinnovato sostegno offerto da Confartigianato alla causa della Fondazione CittàItalia, un impegno che nel 2006 ha permesso di raccogliere fondi per un totale di circa 70.000 euro, utili per recuperare e restaurare quattro opere artistiche proposte dalle Associazioni territoriali di Bologna, Prato e Viterbo. L’Italia, ma questa non è una novità, può farsi vanto di un patrimonio artistico senza eguali nel mondo, ma nel 2006 ha investito nella cultura, ed è questa probabilmente la sorpresa, 1.860 milioni di euro, a fronte degli oltre 8.000 milioni di euro spesi da Francia e Germania nello stesso periodo, stando ad una rilevazione del Touring Club. Da qui appare evidente l’importanza degli investitori privati, grazie ai quali possono essere recuperate e valorizzate anche delle opere minori, traini per il turismo locale. Per questo motivo Confartigianato, che al tempo stesso vuole riproporre all’opinione pubblica l’importante apporto offerto dagli artigiani al mondo dell’arte, ha deciso di continuare ad abbracciare la missione della Fondazione CittàItalia. Nel 2006 il comitato scientifico che presiede la Fondazione ha scelto quattro opere artistiche segnalate dalle Associazioni territoriali, che ora sono tornate nelle botteghe artigiane dei restauratori per essere riportate alla bellezza e al fascino originali. Un impegno importante, concreto ed efficace quello offerto dalla Confederazione, confermato anche dalle parole di Ledo Prato, Segretario Generale della Fondazione. “La collaborazione tra noi e Confartigianato, a livello nazionale e locale, ha dato luogo a due importanti risultati. Da una parte ha fatto emergere l'impegno, la disponibilità e le competenze professionali degli artigiani soci a favore della tutela e della conservazione del patrimonio culturale con il ricorso a forme originali di partecipazione e di raccolta fondi. Dall’altra ha consentito di salvare alcune opere d'arte a rischio sia nelle città medie e medio grandi, sia nei piccoli centri, spesso con il contributo professionale degli stessi artigiani”. Confartigianato Bologna – “Ester e Assuero” e “Giacobbe visitato dagli angeli”. “Abbiamo deciso di sposare gli obiettivi della Fondazione CittàItalia – spiega Agostino Benassi, Segretario dell’associazione di Bologna – per valorizzare e recuperare quell’incredibile patrimonio artistico frutto del lavoro artigiano. I pittori del ‘600 erano artigiani, ed ancora oggi l’apporto dato all’arte dalle nostre botteghe è fondamentale. Su tutto il territorio nazionale ci sono decine di migliaia di opere minori, ma non per questo meno importanti dal punto di vista artistico, che necessitano di un recupero e di una nuova valorizzazione”. Bologna si è mossa con convinzione individuando due opere, “Ester e Assuero” e “Giacobbe visitato dagli angeli”, conservati a Palazzo Malvezzi, sede della provincia. Quello stesso palazzo in cui dovrebbero essere scelte, per l’anno 2008, altre opere da riconsegnare all’antica bellezza. E’ ancora Benassi a sottolineare l’impegno nel recupero delle opere artistiche minori all’ombra delle due torri. “Queste due opere dovrebbero essere pronte per il marzo 2008 e, vista la buona riuscita della raccolta fondi prima e del restauro poi, è molto probabile che anche in futuro Bologna torni a muoversi per il recupero del proprio importante patrimonio artistico”. Confartigianato Viterbo – “Stendardo processionale della Santissima Trinità di Bassano Romano” “La nostra Associazione – ha detto il Presidente di Confartigianato Imprese di Viterbo, Stefano Signori – ha abbracciato fin da subito l’iniziativa che ci è stata proposta dalla Fondazione CittàItalia e che ci ha visto impegnati nella raccolta fondi da destinare ai beni storici del territorio. Un interesse che evidenzia la sensibilità degli artigiani e delle piccole e medie imprese verso la tutela del patrimonio artistico e che dovrebbe essere dell’intera collettività. Siamo partiti con lo Stendardo di Bassano Romano ma è nostra intenzione verificare se ci sono le possibilità per adottare altri beni della Provincia con l’obiettivo di coinvolgere anche ulteriori Enti e Istituzioni. Dall’altra parte, siamo convinti che, accanto al recupero, vada pianificata una politica che incentivi la salvaguardia e che guardi alla valorizzazione ed alla promozione dei beni storici del territorio”. Confartigianato Prato – “Polittico della Madonna col bambino e due angeli fra i santi” “Da tempo l’Associazione di Prato – sottolinea il Segretario Claudio Caponi – ha dato vita ad un piano di programmazione sociale e culturale che appoggi la missione confederale. Abbiamo creato una commissione che sostenga e promuova una serie di collaborazioni tra noi e diversi enti culturali per un sostegno a 360 gradi alla letteratura, alla musica e alle arti visive. Per questo motivo abbiamo subito recepito e condiviso la proposta della Fondazione CittàItalia, anche e soprattutto per valorizzare le capacità e le competenze dei restauratori pratesi, una tradizione storica che trova nella famiglia Piacenti una delle massime espressioni. Oltre ad aver organizzato la raccolta fondi per il recupero dell’opera – continua Caponi – abbiamo anche messo a disposizione le tecnologie dell’istituto radiologico di cui siamo soci per la diagnosi preventiva dell’opera. Dimostrando di poter unire la tradizione artigiana all’innovazione tecnologica”. Ed è proprio Daniele Piacenti, il restauratore che si è incaricato del recupero del Polittico di Andrea Di Giusto, a sottolineare la bontà dell’iniziativa. “In Italia, purtroppo, gli investimenti pubblici per la conservazione ed il recupero delle opere d’arte sono estremamente contenuti. Per questo le iniziative dei privati, come quella della Confederazione e della Fondazione CittàItalia, devono essere d’esempio, anche perché recuperando, conservando e valorizzando un’opera si invita il mondo a visitarla e ad ammirarla. Con tutto ciò che ne consegue in termini di turismo”. Soprattutto su un territorio come quello di Prato, che brilla per l’operosità e la produttività, meno per quanto riguarda la valorizzazione della propria ricchezza artistica. Infatti, come ci spiega Piacenti, “Andrea Di Giusto, l’autore del Polittico in questione, è poco studiato, ma è un pittore che ha lavorato con grandi maestri quali Paolo Uccello, Masaccio e Beato Angelico. Secondo me è quindi molto importante recuperare un’opera che mai in passato era stata al centro di un restauro così complesso”. Per questo, dopo la prima raccolta fondi, necessaria per finanziare il restauro delle strutture lignee, l’Associazione di Prato organizzerà presto un’asta di opere d’arte i cui proventi permetteranno di recuperarne anche lo splendore pittorico. Vista dunque l’ottima riuscita della scorsa edizione, anche per il 2008 la Confederazione ha deciso di sostenere il recupero di opere d’arte a rischio di conservazione. Ma soprattutto per continuare a valorizzare quell’enorme fucina di competenze, capacità e professionalità quali sono ancora oggi le botteghe artigiane.