Accordo Welfare Guerrini (Confartigianato): “Inalterati motivi per non firmarlo”
“Rimangono inalterati, e per alcuni aspetti addirittura si aggravano, i motivi che finora ci hanno impedito di sottoscrivere il Protocollo sul Welfare”.Leggere di più
AUTO-BUS OPERATOR
Willy Della Valle (Confartigianato Auto Bus Operator): No a tassa di scopo sul turismo
Artigiani sempre più giovani ed innovativi
Gli artigiani si confermano imprenditori che puntano sull’innovazione nonostante rimanga forte l’attaccamento alle tradizioni e alle capacità manuali. Con un vero e proprio esercito di giovani imprenditori pronto a dare un futuro a quella che viene considerata la “spina dorsale” della produzione italiana. Questo è quanto emerge dal “2° Osservatorio sull’imprenditoria giovanile artigiana”, presentato lo scorso 13 ottobre in occasione dell’Assemblea dei Giovani Imprenditori di Confartigianato. Il quadro che emerge dallo studio, promosso dalla Confederazione, appare chiaro: il futuro dell’artigianato italiano sta nelle mani dei 625.224 giovani imprenditori, cioè di quelli fino ai 40 anni, che guidano le piccole imprese del Paese, soprattutto nel Nord. Sono infatti più del 18% del totale i giovani alla guida di aziende che operano in Lombardia, seguiti dagli imprenditori dell’Emilia Romagna e del Veneto. Se nel complesso, dal 2005 al 2006, i giovani artigiani con meno di quarant’anni sono aumentati in media dell’8%, non altrettanto si può dire di quelli che non raggiungono i 30 anni di età. In tutte le regioni si è infatti registrato un calo del 4,7%, con una sola, piccola eccezione: il Molise. Il 48,4% dei giovani, poi, sono alla guida di imprese di costruzioni. A seguire le aziende del comparto manifatturiero e dei servizi alle persone e ai cittadini. Il “2° Osservatorio sull’imprenditoria artigiana giovanile”, se da una parte ha sottolineato le dimensioni dell’esercito delle giovani leve, dall’altra ha confermato quanto sia importante, in termini di artigianato, tramandare i cosiddetti “segreti del mestiere” da padre in figlio. L’esatta metà dei nostri giovani imprenditori, il 50%, hanno infatti ereditato l’impresa da un familiare, conservando e facendo proprie le capacità e le tradizioni nate e cresciute dentro le botteghe artigiane. Grande tradizione quindi, ma anche e soprattutto tanta voglia d’innovazione, la prima delle chiavi di successo imprenditoriale per i giovani artigiani italiani. Ma anche la flessibilità e la capacità di rischio, oltre ovviamente al rapporto con i dipendenti e alla necessità di creare il migliore spirito di squadra aziendale. Il mondo della piccola impresa italiana però, soprattutto per quanto riguarda i giovani, non è tutto rosa e fiori, costretto com’è a fare i conti con una serie di fattori che ne intralciano l’attività. Se è vero che sono maggiori i lati positivi di quelli negativi, è pur vero che i giovani imprenditori devono confrontarsi con i problemi di natura ambientale, racket e criminalità organizzata, con i rischi economici legati all’imprenditoria, ma anche con i tanti adempimenti burocratici e fiscali. Basti un esempio. Gli oneri burocratici a cui sono sottoposte le piccole imprese incidono per il 12,4% sui costi aziendali. Da questo dato, importante per capire il prezzo pagato dalle imprese artigiane alla macchina burocratica italiana, nasce la richiesta dei nostri giovani di alleggerire la pubblica amministrazione, in termini di efficienza e di costi. Spesa pubblica che inevitabilmente grava sulla situazione fiscale della piccola imprenditoria, convinta, nel 28,9% dei casi, nel chiedere una sostanziale riduzione della pressione tributaria. Una richiesta sottolineata da Maurizio Del Tenno, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, in occasione dell’Assemblea Nazionale. “Proprio in questi giorni – ha affermato Del Tenno – il vice Ministro Visco ci ha ricordato che abbiamo raggiunto il livello massimo di pressione fiscale dal dopoguerra ad oggi, confermando quindi che si sta facendo poco per diminuire realmente la pressione fiscale”. A preoccupare i giovani imprenditori artigiani sono anche il sistema previdenziale, con il 62% degli intervistati convinti dell’inadeguatezza della loro futura pensione, ed il mercato del lavoro, con il 51% della piccola imprenditoria italiana che chiede una maggiore flessibilità, sia in entrata che in uscita. Potendo tornare indietro, il 66,6% degli intervistati ha risposto senza esitazione che confermerebbe la scelta imprenditoriale, grazie alla soddisfazione personale e alla passione che spinge i nostri giovani imprenditori, continuando a lavorare in autonomia e a puntare sulla propria creatività. Nessun dubbio, inoltre, se consigliare o meno la strada imprenditoriale anche ai propri figli. Il 60% degli intervistati ha infatti confermato che lo farebbe senza esitazione. Continuando a garantire così quella tradizione tramandata da padre in figlio che rappresenta l’elemento fondamentale per far crescere le piccole imprese del nostro Paese.
Rischi di nuovi aumenti per le aziende dalla nuova ‘bolletta sociale’
Rischiano di diventare ancora più pesanti le bollette già salatissime che le imprese pagano per la fornitura di energia elettrica, a causa della riforma della ‘tariffa sociale’ domestica, ancora in fase di bozza, ma che potrebbe diventare operativa già all’inizio dell’anno nuovo. Stando alle prime indiscrezioni, gli aumenti sarebbero compresi tra 0,12 e 0,59 centesimi di euro al chilowat ora, a seconda che il costo dell’operazione sia caricato sull’intero sistema dei consumatori di energia o unicamente sull’utenza domestica. Si tratta di cifre provvisorie che emergono da uno studio dell’Autorità che stima il costo complessivo della manovra in circa 340 milioni di euro. Anche quest’ultimo dato non è definitivo e sarà sicuramente rimodulato nei prossimi giorni. Secondo Confartigianato, la modifica della tariffa sociale è una misura importante e necessaria per venire incontro alle esigenze delle famiglie realmente disagiate o di quelle che devono prendersi cura di un malato assistendolo a casa con l’ausilio di apparecchiature elettriche salvavita. Nel contempo viene espressa pereoccupazione per il pericolo che il costo di una tale operazione possa ricadere sulle bollette delle imprese, che già oggi sono le più alte di tutta l’Europa a 27. Dalle prime stime sul provvedimento, previsto dal decreto legge sulle liberalizzazioni del mercato elettrico, ammonta a circa 200 milioni di euro il contributo che le PMI sarebbero chiamate a versare. Si tratta circa della metà del totale dell’operazione, una cifra che diventa insostenibile se sommata al balzello dei meccanismi ‘incentivanti’ (CIP6, sviluppo fonti rinnovabili e risparmio energetico) che ha fatto lievitare i costi della corrente, e all’effetto moltiplicatore dell’Iva, che esporrebbe di fatto le aziende a una ingiustificata forma di doppia tassazione sull’energia. Tutti aspetti critici che sono stati segnalati da Confartigianato il 19 luglio nel corso dell’audizione periodica dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, e ribadite in questi giorni in una nota congiunta con le sei confederazioni delle PMI aderenti al Progetto Energia Intelligente (Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confapi, Confagricoltura). La posizione confederale è chiara: i costi del sistema di protezione sociale, importante e condiviso, devono gravare sulla fiscalità generale e non sulle PMI che, rappresentando circa il 50% dei consumi elettrici nazionali, sarebbero chiamate a farsene carico in massima parte. L’iter del provvedimento è appena cominciato: per fine ottobre è previsto l’esame della Conferenza Stato Regioni, successivamente quello delle Commissioni Parlamentari. Durante la fase di studio dell’iniziativa, erano state formulate tre ipotesi per recuperare l’onere della riforma tariffaria. La prima prevedeva che potesse andare a carico dei soli utenti domestici; la seconda di tutti gli utenti, incluse le imprese; la terza, invece, immaginava di farlo assorbire dal sistema fiscale. La strada che sembra aver imboccato l’Authority, di concerto con i ministeri dello Sviluppo economico, Tesoro, Famiglia e Solidarietà sociale, è quella di mezzo, quella che chiama in causa la globalità delle utenze, mondo delle aziende compreso. Prende forma, intanto, il meccanismo di sostegno che da gennaio potrebbe ridurre di circa il 20% la bolletta elettrica dei nuclei familiari meno abbienti e numerosi, superando l’attuale sistema basato sui consumi, che privilegia i ‘single’ che giocoforza consumano pochissimo, e penalizza le famiglie che, all’opposto, fanno fatica a rallentare la corsa del contatore. Il bonus sarà erogato come una compensazione e non come uno sconto in bolletta. Potenziali beneficiari, una platea di circa 5,2 milioni di famiglie, quasi il 20% del totale dei 22,6 milioni di nuclei familiari italiani. I destinatari della misura saranno individuati tramite l’Isee, l’Indicatore di situazione economica equivalente, e riguarderanno le famiglie con indice fino a 7.500 euro l’anno, un tetto in cui rientrano anche i cittadini che godono dell’esenzione totale del ticket. Nel documento sono previsti anche ‘specifici interventi tariffari’ riconosciuti a prescindere da considerazioni di carattere economico, a persone che per gravi ragioni di salute necessitano di apparecchiature elettriche quali respiratori, concentratori di ossigeno, ventilatori, strumenti che consumano grandi quantità di corrente e che spesso devono rimanere accesi tutti i giorni dalle 16 alle 24 ore. Qualora si prevedessero corrispettivi crescenti al crescere dei consumi, ecco che questi, in mancanza di specifiche disposizioni, risulterebbero ingiustamente penalizzati. La bozza prevede anche l’ipotesi di chi rientra allo stesso tempo nella fascia svantaggiata dal punto di vista economico e in quella degli utilizzatori dei dispositivi salvavita: in questo caso i bonus si sommano.
I mestieri artigiani in passerella
Trentaquattro edizioni, duecento espositori, semila metri quadrati espositivi, sessantamila visitatori nell’edizione del 2006. Questi i numeri della Mostra Mercato dell’Artigianato che dal 27 ottobre al 4 novembre aprirà i battenti presso il centro espositivo Lariofiere di Erba, organizzata e promossa da Confartigianato Como. Punti di successo dell’iniziativa, la vivacità del settore artigiano e il suo radicamento con il territorio, oltre a un programma che si propone di trasmettere nel suo insieme il mondo artigiano, con tutti i suoi valori, la sua organizzazione, i suoi prodotti, i suoi interpreti. “Anche quest’anno i protagonisti della manifestazione saranno gli artigiani e la loro creatività - spiega Cornelio Cetti Presidente di Confartigianato Como - Nove giorni di incontri, workshop, spettacoli e momenti di approfondimento. L’artigianato merita l’attenzione del pubblico, un’attenzione che abbiamo cercato di catturare, alternando lungo il percorso espositivo i tradizionali stand con spazi tematici dove i visitatori possono assistere alle dimostrazioni pratiche organizzate dai gruppi di categoria. Un incontro diretto con la manualità, la ricerca e le capacità innovative che caratterizzano il nostro comparto”. Saranno sette gli stand laboratorio che consentiranno al pubblico di avvicinare altrettanti mestieri artigiani; ‘mostre nella mostra’ dedicate all’evoluzione nel tempo delle tecniche di restauratori, coltellinai, metalmeccanici, sarti, pittori edili, falegnami e lavanderie. In più, lavorazioni dal vivo, quelle moderne, per illustrare le metodologie e gli strumenti del lavoro quotidiano degli artigiani. Uno spazio speciale sarà riservato alla lavorazione del ferro battuto: la prova del fuoco toccherà ai fabbri delle scuola di Rovato (Brescia). Torna per il secondo anno consecutivo il ‘Premio letterario Mondo Artigiano’, che in questa edizione avrà per titolo ‘Il cuore, la mente, le mani”. Due le categorie (under e over 35) e due le sezioni (narrativa e poesia). “ Il cuore, la mente, le mani sono i tre strumenti attraverso i quali un artigiano si esprime, spesso per creare manufatti unici ed assolutamente originali”, dichiara Alberto Crippa Presidente del Comitato promotore della Mostra. Confermato anche l’appuntamento con il ‘Premio Prodotto Artigiano’, giunto alla settima edizione, che per la prima volta vedrà in concorso gli studenti dei Politecnici di Milano, Como e Lecco, impegnati su un tema di grande attualità e di forte impatto sociale: ‘Miglioriamo il loro futuro: l’handicap e l’anziano’. La sfida raccolta dai giovani partecipanti è quella di progettare oggetti dedicati a persone con problemi di mobilità e motilità. Saranno ancora i ragazzi i protagonisti dell’estemporanea di pittura ‘Giovani artisti disegnano l’artigianato’: cinque le tele di grande formato (sei metri per tre) che avranno a disposizione i pittori, e che saranno messe all’asta l’ultimo giorno della mostra. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza.