Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini inaugura la 34° Mostra Mercato dell’Artigianato a Lariofiere Dal 27 ottobre al 4 novembre, oltre 200 espositori al più importante appuntamento dell’artigianato lombardo, lo scorso anno meta di 70 mila visitatori. Al Convegno inaugurale interverrà anche Renato Mannheimer
Sarà il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, a tagliare il nastro della 34° edizione della Mostra Mercato dell’Artigianato, che si apre sabato 27 ottobre a Lariofiere di Erba, a soli 20 km da Milano.Leggere di più
Fiere Lario
Il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini inaugura la 34° Mostra Mercato dell'Artigianato a Lario Fiere
Nei cantieri nessuna delazione dei cpt
I tecnici dei Comitati paritetici territoriali (CPT) possono continuare ad effettuare le visite nei cantieri con funzione di consulenza e non sono affatto obbligati ad informare le autorità di coordinamento degli esiti dei sopralluoghi effettuati. Così si è espressa la Commissione Nazionale per la prevenzione infortuni, in una nota tecnica indirizzata a tutti i CPT, in cui da l’interpretazione dell’articolo 7 della legge 3 agosto 2007 numero 123 e fornisce le prime istruzioni operative circa la sua applicazione. Secondo la Commissione, dunque, il ruolo dei tecnici della sicurezza dei CPT non è quello di segnalare alle autorità di vigilanza e di controllo eventuali irregolarità emerse nel corso delle verifiche, ma quello di fornire ai lavoratori e alle imprese informazioni per l’ottimizzazione degli standard di sicurezza dei cantieri. Un’interpretazione condivisa da Anaepa Confartigianato, che da tempo sta conducendo un’azione incisiva per riaffermare le prerogative proprie della bilateralità, in questo caso stravolte dall’articolo 7 che attribuisce agli organi paritetici funzione del tutto improprie, ossia quelle di vigilanza e repressione svolte dagli enti pubblici, come Inps, Inail, Asl. Una chiara invasione di campo, secondo Anaepa, che mira a modificare in modo improprio gli accordi sottoscritti dalle Parti sociali del settore, minandone l’autonomia e la capacità di rappresentanza degli interessi legittimi delle parti. La Commissione nazionale per la prevenzione infortuni, nella sua nota interpretativa riconduce gli organismi nell’alveo degli accordi e conferma il ruolo delle Parti sociali: “in attesa che le Parti sociali del settore chiariscano la tematica con i Ministeri competenti, ossia quelli del Lavoro e della Salute, poiché nella norma si utilizza il termine ‘possono’, riferito ai tecnici, e non ‘devono’, i tecnici dei CPT potranno non avvalersi della ‘nuova funzione’ offerta dalla legge”.
Studi di settore: le proposte correttive di Confartigianato
Sugli ‘Studi di settore’ continua l’azione di Confartigianato che sollecita il Parlamento a completare la correzione delle norme introdotte con la Finanziaria dello scorso anno che avevano penalizzato le piccole imprese. Si ricorda che le modifiche apportate unilateralmente dal Governo, nel mese di Marzo, avevano stravolto la natura degli gli studi di settore, trasformandoli da strumento per la corretta “indicazione di ricavi”, a una modalità automatica per la “determinazione dei redditi”, con la conseguenza di far risultare incongrue più del 60% delle imprese e quindi di innalzare la pressione fiscale. Una stortura evidente che aveva messo a dura prova il dialogo tra parti sociali e Governo, la cosiddetta compliance su cui si basano, appunto, gli studi di settore, che come previsto dal Protocollo siglato da Confartigianato il 14 dicembre 2006 con il Vice Ministro delle Finanze Visco e con il Ministro dello Sviluppo Economico Bersani, in molte parti disatteso, prevede “il coinvolgimento degli esperti delle associazioni di categoria sia nella fase di definizione sia in quella delle successive modifiche”. Solo nel corso dell’estate le ragioni dell’artigianato, delle piccole imprese e dei commercianti hanno convinto il Parlamento a rimettere in discussione il percorso di modifica intrapreso dal Governo. Il risultato è che sono stati depotenziati gli indicatori di normalità e, finalmente, si è riaperta la possibilità che gli studi di settore tornino ad essere quello strumento selettivo di equità fiscale già previsto dal Protocollo. Nonostante i risultati positivi ottenuti, secondo Confartigianato, ci sono ancora diverse azioni da compiere per riportare in equilibrio gli studi di settore che appaiono ancora sbilanciati a sfavore delle aziende. Per questo la Confederazione ha sollecitato la presentazione di alcuni emendamenti correttivi alla Legge Finanziaria 2008 Il primo riguarda l’introduzione di una specifica norma che disciplini l’entrata in vigore dello studio revisionato dal periodo d’imposta successivo alla sua approvazione, dando così risposta alle esigenze poste dai contribuenti e dagli intermediari sia in materia di pianificazione fiscale, sia in materia di ordinato svolgimento degli adempimenti. Una seconda proposta è sul valore della prova degli indicatori di normalità economica da inserire a regime nei successivi studi di settore. In sostanza, secondo Confartigianato, gli indicatori, rappresentando uno strumento di individuazione delle condizioni di non normalità economica nell’esercizio dell’attività, devono avere natura di presunzioni semplici, prive, cioè, dei requisiti di gravità, precisione e concordanza. In caso di accertamento, l’onere della prova, ovvero motivare e fornire elementi a sostegno degli scostamenti riscontrati, deve essere posto a carico dell’ufficio accertatore. In pratica gli indicatori non devono partecipare direttamente alla determinazione del ricavo congruo, bensì dovrebbero essere utilizzati soltanto come ‘campanelli d’allarme’ per selezionare i contribuenti da sottoporre ad accertamento. Una terza proposta di modifica mira alla riduzione dell’ammontare iscrivibile a ruolo quando l’accertamento per mezzo degli studi di settore avviene in presenza di una attestazione dei motivi che giustificano la mancata congruità dei ricavi. In questo caso Confartigianato chiede al Governo che si rispetti quanto previsto nel Protocollo siglato il 14 dicembre 2006, ossia la riduzione al 25% della percentuale delle somme dovute a titolo di riscossione provvisoria in pendenza di giudizio. Si ritiene infatti che la presenza dell’attestazione possa rappresentare un elemento favorevole circa l'esito finale del ricorso, tale da legittimare una riduzione delle somme dovute per adire le Commissioni Tributarie.
Ires, Irap, contribuenti ‘minimi’ : ecco le proposte di Confartigianato in materia di fisco
In cima alle proposte di modifica al disegno di legge per la Finanziaria 2008, Confartigianato ha posto quelle relative ai tagli e all’innalzamento della franchigia Irap. La modifica proposta mira a riequilibrare il carico fiscale anche a vantaggio delle società di persone e delle ditte individuali maggiormente strutturate, cioè del tessuto imprenditoriale più vitale del Paese che rischia di rimanere tagliato fuori da una manovra che prevede interventi, da un lato, sui contribuenti minimi e dall'altro, a favore delle società di capitali. Si ricorda infatti che, con la manovra 2008, è stato introdotto il cosiddetto ‘forfettone’, rivolto ai contribuenti definiti ‘minimi’, quelli con ricavi annui inferiori ai 30.000 euro, che beneficeranno di un regime particolarmente favorevole: aliquota unica al 20%, esenzione dell’Irap, uscita dal regime Iva, non applicabilità degli studi di settore, taglio degli adempimenti. Una misura di semplificazione che, potenzialmente, potrà riguardare circa 900.000 imprese, di cui una buona parte artigiane. La riduzione dell’Ires dal 33% al 27,5%, e le semplificazioni connesse, vanno invece a vantaggio delle società di capitali: a tal riguardo, peraltro, va vista con estremo favore la possibilità per le ditte individuali e le società di persone di usufruire di una tassazione ad aliquota del 27,5% per la parte di utili non prelevata. Da questo quadro di benefici, concentrati verso l’alto e verso il basso, rimane esclusa quella cospicua parte di imprese artigiane che non rientra nel regime dei minimi o che non ha assunto la veste di società di capitali. Confartigianato chiede che il Parlamento di colmare questo gap, attraverso l’innalzamento della deduzione IRAP, dagli attuali 8.000 euro (ridotti dal disegno di legge in discussione a 7.350) sino a 10.000 euro. Una deduzione della quale beneficerebbe la maggior parte delle imprese artigiane, ossia quelle i cui valori di produzione sono al di sotto di 180.000 euro circa. Una seconda “correzione” sollecitata da Confartigianato ha l’obiettivo di ripristinare la norma che prevede il conferimento in maniera agevolata di una ditta individuale in una società di persone. Nell’attuale testo della Finanziaria, l’agevolazione rimarrebbe solo per il conferimento nei confronti di una società di capitali. In questo modo verrebbe meno l’esenzione di imposta che fino a oggi è stata applicata, ad esempio, nel caso dei trasferimenti generazionali che il più delle volte vede gli artigiani trasferire l’impresa individuale in una società di persone, all’interno della quale sono presenti i figli. Una terza modifica, questa volta di carattere tecnico, è finalizzato a far si che sia esplicitato con chiarezza che alle ditte individuali e alle società di persone non si applica la nuova disciplina concernente la deducibilità degli interessi passivi che deve vedere interessati i soli soggetti Ires.
Inail, la riduzione dei premi per le imprese artigiane arriva al 4,89%
Il Consiglio di Amministrazione dell'Inail ha approvato la riduzione del 4,89% dei premi 2007 per le imprese artigiane. Una vittoria per il mondo dell'artigianato, un risultato che era nell'aria e che ora, dopo la delibera dell'Istituto, attende solo il decreto interministeriale del Lavoro e dell'Economia per entrare in vigore. La riduzione del 4,89% rappresenta una significativa boccata d'ossigeno per gli imprenditori artigiani che, dopo l'annuncio del taglio provvisorio del 3% arrivato lo scorso gennaio, possono ora esultare per un risultato ancor più positivo. Un successo che Confartigianato ha ottenuto per tappe, facendo pressioni sull'Esecutivo e sull'Inail affinché venissero utilizzati quanto prima quei 100 milioni di euro previsti dalla Finanziaria 2007. D'altronde, il positivo andamento della Gestione separata dell'artigianato presso l'Inail (nel 2006 il bilancio registrava un attivo di 1.019,8 milioni di euro) e il contemporaneo calo degli infortuni sul lavoro (le stime per il 2007 segnano un - 2% rispetto all'anno precedente) rappresentavano le condizioni migliori per un'iniziativa in tal senso. Ma se la riduzione del 4,89% dei premi Inail giunge dai 100 milioni di euro previsti dalla Finanziaria 2007, per quella del 2008, attualmente in discussione al Parlamento, il bonus è di 300 milioni. Una cifra importante che premierebbe il buon esercizio della Gestione separata dell'artigianato. Confartigianato, dopo aver conquistato la riduzione per il 2007, si è già mossa per il 2008 sollecitando la presentazione di un emendamento che permetta di utilizzare concretamente l'assegno da 300 milioni promesso alle imprese artigiane.