Alimentarti, a Bologna il Made in Italy della tavola
A Bologna, dall’8 all’11 novembre, è in scena la migliore qualità alimentare italiana. Il meglio della produzione agroalimentare ed enogastronomica offerta dai sistemi produttivi artigiani è infatti l’ingrediente di base della seconda edizione di “Alimentarti”, la rassegna fieristica dell’eccellenza agroalimentare italiana. Un appuntamento importante quello organizzato da Confartigianato e Confcooperative dell’Emilia Romagna, per esaltare una volta di più la qualità alimentare del nostro Paese che nasce dalle mani degli artigiani, componente umana essenziale della nostra migliore tradizione alimentare. E’ Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato, intervenendo ad un convegno durante la giornata inaugurale della rassegna, a sottolineare una volta di più la ricchezza di quella tradizione. “L’Italia possiede nel settore alimentare un patrimonio unico al mondo per ricchezza e varietà, costituito da un’ampia gamma di produzioni che vanno da quelle di più largo consumo, riconoscibili dai marchi aziendali, a quelle tipiche e tradizionali”. Il Presidente ha poi aggiunto che “la piccola dimensione produttiva, se opportunamente organizzata in formule associative territoriali o settoriali e regolata da un quadro legislativo certo e favorevole, può costituire uno dei cardini per il rilancio del nostro sistema produttivo agroalimentare”. In sintonia con le parole del numero uno della maggiore Confederazione artigiana italiana, è stato anche l’intervento di Gianpaolo Palazzi, Presidente della Federazione dell’Emilia Romagna: “Confartigianato è impegnata in prima linea nella valorizzazione delle tradizioni alimentari e dei prodotti tipici di qualità, tra cui quelli Dop, Igp, Doc e Igt, fortemente radicati nel nostro paese”. L’attenzione del mondo dell’artigianato alimentare sull’importanza dei marchi di qualità è sempre alta. La qualità deve essere riconoscibile immediatamente, all’occhio ancor prima che al palato, per tutelare in primo luogo il consumatore, ma anche l’impegno di chi arricchisce di conoscenze tramandate di padre in figlio le tavole degli italiani. Dove, ed è opportuno ricordarlo, non c’è spazio per organismi geneticamente modificati, pesticidi e quant’altro, ma soltanto per prodotti sani, coltivati e serviti ai consumatori nel rispetto della loro salute e della bontà di quegli alimenti. Tradizione, dunque, ma anche innovazione tecnologica, rispetto dell’ambiente e tutela del consumatore. Sono queste le fondamenta che sostengono l’intero comparto alimentare italiano di qualità, una filiera produttiva che conta 80.000 aziende artigiane e 240.000 addetti che contribuiscono a più del 90% delle specialità della cucina italiana. Grazie all’innovazione tecnologica, oggi è possibile aumentare la sicurezza per i consumatori, segnare la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti che vengono immessi sul mercato, garantendo qualità e rispetto dell’ambiente. Tante le occasioni di confronto previste da Alimentarti, tra convegni, tavole rotonde, degustazioni e laboratori del gusto dedicati a pasta fresca, carne, pasticceria, cioccolato e gelateria. Tutte eccellenze alimentari che si potranno degustare, apprezzare ed acquistare ad Alimentarti 2007. Tra gli appuntamenti di confronto, nella prima giornata, l’unica riservata soltanto agli operatori del settore, spicca la tavola rotonda “Il prodotto agroalimentare artigiano e cooperativo: quale distintività e quale valore nel moderno contesto distributivo”, con l’intervento del Presidente Guerrini. Nella giornata di domenica invece, particolarmente interessante è il convegno “Accesso alle professioni e alle professionalità”, in cui interverranno Cesare Fumagalli, Segretario nazionale di Confartigianato, Giacomo Deon, Presidente Confartigianato Alimentazione, e Alfiero Grandi, Sottosegretario all’Economia e alle Finanze.
Nulla osta per lavoratori extracomunitari? Richiesta on-line dalle sedi di Confartigianato
Da quest’anno le imprese che aderiscono a Confartigianato non dovranno fare più la fila alle Poste per presentare le domande di ingresso dei lavoratori extracomunitari. Sarà sufficiente che si rechino presso le Associazioni territoriali di Confartigianato dove sarà possibile, non solo ricevere un qualificato supporto alla compilazione delle richieste di ingresso, ma anche effettuare direttamente la trasmissione in via telematica (è questa la novità). Il nuovo servizio nasce da un Protocollo d’intesa tra i Ministeri dell’Interno, della Solidarietà Sociale e le Organizzazioni imprenditoriali, sottoscritto da Confartigianato lo scorso 7 novembre. Il servizio è dedicato esclusivamente ai datori di lavoro che presentano le domande di ingresso. La procedura informatica di trasmissione delle richieste di nulla-osta al lavoro agli Sportelli Unici per l’Immigrazione rappresenta una novità tesa a semplificare gli adempimenti burocratici delle imprese e a contenere il più possibile il numero dei documenti cartacei. In questo caso, come segnala il Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, promotore del servizio, la “modalità cartacea” è stata integralmente abolita. Tutti i dati viaggeranno solo in via digitale. Il progetto si regge, oltre che sulle nuove tecnologie informatiche, sulla disponibilità delle Organizzazioni imprenditoriali come Confartigianato a collaborare con la Pubblica Amministrazione, mettendo a disposizione le proprie articolazioni territoriali e il loro personale qualificato, per “venire incontro – si legge nel protocollo – alle aspettative dei cittadini italiani e stranieri interessati, senza alcun onere a carico della PA”. Un servizio in più che le singole Associazioni potranno offrire liberamente alle imprese. Infatti il protocollo non prevede alcun obbligo: le Associazioni che intendono offrire tale servizio dovranno trasmettere al Prefetto di riferimento la propria adesione e la richiesta di rilascio delle credenziali di accesso al sistema informatico. La modalità per accedere alla piattaforma on-line, attraverso un link presente sul sito Internet del Ministero dell’Interno dovrebbe essere semplice, così come, ha dichiarato lo stesso Ministero, sono stati semplificati il più possibile i moduli virtuali di presentazione delle richieste di ingresso, eliminando le informazioni non necessarie ed agevolando la compilazione dei campi ‘standardizzabili’ con dei menù a tendina. La messa in linea del sistema dovrebbe avvenire in concomitanza con la pubblicazione del Decreto flussi 2007, che è stato già approvato dal Consiglio dei Ministri e che attende il via libera della Corte dei Conti per diventare operativo. Le quote di ingresso stabilite sono pari a 170 mila unità. Circa 47 mila sono riservate ai cittadini di Paesi che hanno sottoscritto o che stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione (nazionalità privilegiate), circa 65 mila per lavoro domestico o di assistenza alla persona colf e badanti e circa 110 mila per i restanti settori. All’interno di quest’ultimo gruppo sono previste quote specifiche per il settore edile, per il trasporto e per la pesca. - BOX - La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto flussi 2007 dovrebbe avvenire il prossimo 1° dicembre. La tempistica stabilita per la presentazione delle domande è la seguente: - dalle ore 8.00 del 15° giorno dalla pubblicazione del Decreto in G.U. si potranno presentare le richieste di ingresso per le nazionalità privilegiate; - dalle ore 8.00 del 18° giorno dalla pubblicazione del Decreto in G.U. si potranno presentare le richieste di ingresso per lavoro domestico o di assistenza alla persona; - dalle ore 8.00 del 21° giorno dalla pubblicazione del Decreto in G.U. si potranno presentare le richieste di ingresso per i restanti settori.
Imprese, dalla giustizia ritardi e costi aggiuntivi
1.765 giorni per i procedimenti civili tra I e II grado, 3.140 giorni per le procedure di fallimento e 2.331 milioni di euro di costi aggiuntivi. E’ questo, in estrema sintesi, il risultato dell’interazione tra le imprese e la giustizia del lavoro. Quanto emerge dal dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato assume un carattere ancora più importante, come spesso accade, se comparato con gli stessi dati di altri paesi europei. Ad esempio, prendendo in esame la durata di un processo di licenziamento, i dati del Ministero indicano come i 696 giorni della durata media italiana risultano essere più del doppio rispetto a quelli francesi, quasi nove volte quelli spagnoli e ben 36 volte più lunghi rispetto ai 19 giorni necessari per risolvere le controversie nei rapporti lavorativi in un tribunale olandese. Stando ai dati del rapporto, nel 2005 sono serviti in media 1.528 giorni tra I e II appello per risolvere un procedimento lavorativo, con l’ormai consueta differenziazione tra Nord e Sud. Messina, infatti, con i suoi 2.378 giorni è stata la provincia in cui la giustizia del lavoro ha marciato a ritmo più lento, in contrapposizione con il “primato di velocità” stabilito da Trento, città più rapida con i suoi 415 giorni d’attesa dopo i due gradi di giudizio. Lungo lo “stivale” italiano risultano essere diversi anche gli oggetti delle controversie legali, nonostante il primato assoluto italiano sia rappresentato dai contenziosi legati alla retribuzione. I problemi salariali, infatti, superano il 63% dei provvedimenti nel Nord Ovest del Paese, mentre la determinazione delle mansioni rappresenta il 19,3% del lavoro dei tribunali del Mezzogiorno. La risoluzione dei licenziamenti, invece, rappresenta il 28,6% del totale dei provvedimenti nel Nord Est ed il 33,1% di quelli del Centro. L’ultima parte del rapporto Confartigianato sulla giustizia del lavoro ha messo l’accento sulla conflittualità, e cioè sul numero di cause intentate fra le parti. L’indice segnala come sia ancora il Sud la zona con il più alto tasso di citazione a giudizio. Su tutte la Calabria, con 338 procedimenti in primo grado ogni 100.000 abitanti, seguita dalla Campania, 322, e dal Lazio, 295. La prima regione settentrionale è invece il Piemonte che, con 195 citazioni ogni 100.00 abitanti, coglie la quarta piazza di questa specifica graduatoria. Il minor numero di procedimenti si verificano infine in Emilia Romagna, in Trentino-Alto Adige e in Veneto.
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