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AUTOTRASPORTO MERCI - Dal 2003 rincari gasolio sono costati 1,5 miliardi all'autotrasporto. Iva e accise pesano per il 50,4% sul prezzo finale


Gli autotrasportatori spengono i motori

Gli autotrasportatori italiani hanno proclamato un fermo dei servizi di cinque giorni, dal 10 al 14 dicembre prossimi. Dal carburante alle merci, resterà tutto fermo durante la protesta indetta dalle oltre 35.000 imprese iscritte a Confartigianato Trasporti, una decisione sostenuta anche da altre Associazioni di rappresentanza. Un’iniziativa limite, presa da una categoria che ogni giorno vive tra mille difficoltà, costretta a mandare giù anche le promesse non rispettate del Governo. Su tutte, la mancata riforma del settore annunciata in tempi non sospetti. “L’alto costo del gasolio, la concorrenza sleale dei vettori stranieri e di quelli che non hanno l’abilitazione all’esercizio non hanno fatto altro che aumentare le difficoltà delle piccole e medie imprese artigiane rappresentate dalla nostra Confederazione”. Così esordisce Francesco Del Boca, presidente di Confartigianato Trasporti. La risposta del Governo è arrivata attraverso le parole del Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi: “A febbraio scorso abbiamo stretto un accordo con la categoria che scadrà il prossimo febbraio. Dobbiamo rilanciare l’attività con gli autotrasportatori - ha poi concluso il Ministro - stiamo cercando i fondi, sono ottimista”. Intanto gli autotrasportatori hanno annunciato che diserteranno la riunione tecnica sulla Finanziaria 2008 fissata per il 23 novembre presso il Ministero dei Trasporti. Non è la manovra economica la priorità del trasporto merci, quanto piuttosto la regolamentazione del settore stesso. Cinque i punti già fissati in un documento unitario, altrettanti quelli che verranno studiati per essere presentati al Governo. “In primo luogo chiediamo che venga pienamente attuata la riforma organica del settore, a cominciare dalla liberalizzazione. Non per rivedere le tariffe, quanto piuttosto per regolamentare il nostro mondo”, ci dice ancora Del Boca. Che continua sottolineando le problematiche economiche del comparto. “Il gasolio, soltanto negli ultimi quattro mesi, ha subìto un aumento del 15%. Un incremento che grava soltanto su di noi e non sulle industrie committenti, che così fanno perno su di noi per non aumentare i propri prezzi A tal proposito si potrebbe pensare - continua Del Boca - di inserire il costo del carburante nella fattura, come avviene in Francia. Questo in Italia non è possibile e gli aumenti del carburante gravano soltanto su di noi”. Oltre a questo, il numero uno degli autotrasportatori di Confartigianato sottolinea l’improprietà dei ferrei studi di settore proposti alla categoria. “Il nero, nel mondo dei trasporti, non esiste. O quantomeno non nel nostro, e cioè in quello regolare. Gli autotrasportatori, per poter incassare dai committenti - continua Del Boca - sono obbligati a rilasciare una regolare fattura”. Ma un problema tira l’altro. “Sono gli stessi soggetti che noi attacchiamo ad evadere: i vettori che operano senza l’abilitazione professionale e quelli stranieri. Il controllo del settore, come prevenzione della concorrenza sleale, è un altro dei nodi da sciogliere per risolvere i nostri problemi”. In più, bisogna decidere come utilizzare i 116 milioni di euro che la Finanziaria del 2007 aveva riservato agli autotrasportatori e che ancora oggi non sono stati destinati. In conclusione, il presidente Del Boca segnala come possa essere recepita la cosiddetta “de minimis”, una regola dell’Unione Europea che permette agli Stati membri di riservare fino a 100.000 euro in tre anni, l’equivalente di 33.000 annui, alle imprese. La “de minimis” non è un aiuto di Stato, ed in quanto tale non c’è il rischio di un blocco da parte della commissione europea”. Il presidente ha poi concluso confermando “il fermo dei servizi di autotrasporto merci dal 10 al 14 dicembre. La nostra protesta è inevitabile a fronte della mancata attuazione degli impegni di carattere normativo e finanziario assunti dall’Esecutivo nei nostri confronti”.


Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche: Confartigianato sigla un accordo con il Consorzio Ecoped

Dallo scorso 20 novembre i produttori e distributori di apparecchiature elettriche sono obbligati ad iscriversi nel Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE, i rifiuti provenienti dalla rottamazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche per uso domestico, pena il divieto di immettere nuovi prodotti sul mercato. Tra le incombenze previste dal D.M. 185/07, le aziende che non sono in grado di provvedere direttamente alla complessa filiera della raccolta e riciclaggio dei prodotti tecnologici da rottamare, dovranno necessariamente aderire a un Sistema collettivo di raccolta. Adesione che dovrà precedere l’iscrizione al registro. Secondo uno studio di Confartigianato, il ‘fattore consorzio’ determinerà buona parte dei costi che le aziende dovranno sopportare con l’entrata a regime della nuova normativa. Infatti, a differenza dell’iscrizione nel Registro nazionale che non richiede alcuna contribuzione, eccetto tasse e diritti, la partecipazione a un Sistema collettivo avviene a titolo oneroso. Per questo motivo la Confederazione ha attivato una serie di rapporti negoziali con i principali consorzi di produttori, per identificare le formule di adesione più convenienti per le aziende rappresentate. Al termine della ricognizione il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini ha siglato una convenzione con il Consorzio Nazionale riciclo piccoli elettrodomestici ECOPED, l’unico rivolto in modo specifico alle aziende produttrici di apparecchi elettrici, utensili e attrezzature per uso domestico. Anche i riparatori aderenti a Confartigianato potranno aderire all’accordo secondo modalità economiche simili a quelle applicate ai produttori di apparecchiature elettriche. Nel loro caso ECOPED si impegna a fornire il servizio di ritiro e smaltimento dei rifiuti ‘tecnologici’. In base all’accordo quadro, l’iscrizione delle aziende rappresentate dalla Confederazione avverrà a condizioni economiche di favore. Le riduzioni saranno valide fino al 18 febbraio 2008. Le nuove imprese, per aver diritto agli sconti, dovranno iscriversi entro 30 giorni dall’inizio dell’attività. I contributi annuali saranno versati dai soci proporzionalmente alle quantità in pezzi e peso vendute e dichiarate al Consorzio. Particolarmente semplici le modalità di adesione al Consorzio: sarà sufficiente compilare un modulo e allegare i documenti richiesti (visura camerale aggiornata e copia dell’ultimo bilancio approvato; autocertificazione della fascia di fatturato generato nell'esercizio precedente alla richiesta di iscrizione nonché della fascia di fatturato prevista per l’esercizio in corso e per il successivo per le categorie merceologiche per cui aderisce al Consorzio; documento attestante il versamento della quota di partecipazione). Ad inoltrare la pratica al Consorzio ECOPED provvederà la Segreteria dell’Associazione aderente a Confartigianato. L’adesione dell’azienda sarà successivamente comunicata dal Consorzio alla Camera di Commercio. Per completare l’iter, l’azienda, sempre attraverso la Camera di Commercio competente per territorio, comunicherà al Registro dei produttori i propri dati, le quantità e le classi merceologiche prodotte oltre al nome del Consorzio prescelto. A questo punto la Camera di Commercio iscriverà ufficialmente l’azienda al registro produttori.


Confartigianato in prima linea contro i “falsi”

Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato, e Giovanni Kessler, Alto Commissario per la lotta alla contraffazione, hanno firmato il protocollo d’intesa per “rafforzare la cooperazione nella prevenzione e repressione dei fenomeni di contraffazione”. D’altronde i numeri del mercato delle merci taroccate parlano chiaro: nel 2006 sono stati sequestrati 250 milioni di articoli contraffati in Europa, con un incremento, rispetto all’anno precedente, del 234%. Merci di ogni tipo, dalle sigarette alla tecnologia, ma anche, e pericolosamente, medicinali e prodotti alimentari. Una montagna di falsi che colpiscono le imprese italiane, con un danno incalcolabile alle economie delle aziende nostrane. Solo nel mercato nazionale, infatti, il fatturato derivante dalla contraffazione ha superato i 7 miliardi di euro, ponendo l’Italia al primo posto in Europa e al terzo nel mondo per produzione di merci falsificate. E’ proprio per contrastare questo fenomeno dilagante che nasce la collaborazione tra Confartigianato e l’Alto Commissario, un rapporto che ha già dato ottimi frutti con la partecipazione della Confederazione al Tavolo permanente degli imprenditori, dei lavoratori e dei consumatori istituito presso l’Alto Commissario. E’ lo stesso Guerrini a sottolinearne l’idea alla base: “Credo fosse necessario realizzare un piano d’azione comune mirato a fronteggiare il fenomeno crescente della contraffazione, utilizzando soprattutto gli strumenti del monitoraggio, della prevenzione e della repressione”. Il Presidente ha poi continuato sottolineando come “il mercato della contraffazione causa danni al gettito fiscale statale e mancati introiti per le imprese”. Con questo accordo, dunque, l’Alto Commissario potrà godere di un canale preferenziale per ascoltare le esigenze del settore, contando sull’apporto della Confederazione nell’attività di monitoraggio e informazione delle conseguenze negative portate dalla falsificazione alle piccole e medie imprese del Paese.


Il testo passa alla Camera: le nuove ‘correzioni’ di Confartigianato

Inizierà nei prossimi giorni in Commissione Bilancio della Camera l’esame del disegno di legge Finanziaria 2008, dopo il via libera del Senato del 15 Novembre. Anche in questa sede Confartigianato darà battaglia per ‘correggere’ il testo predisposto dal Governo. Diverse le proposte emendative sollecitate dalla Confederazione già recepite da parlamentari della maggioranza e dell’opposizione. In cima alle richieste Confartigianato ha posto nuovamente quelle relative ai tagli e all’innalzamento della franchigia Irap. La modifica mira a riequilibrare il carico fiscale anche a vantaggio delle società di persone e delle ditte individuali maggiormente strutturate, cioè del tessuto imprenditoriale più vitale del Paese che rischia di rimanere tagliato fuori da una manovra che prevede interventi, da un lato, sui contribuenti minimi e dall'altro, a favore delle società di capitali. Confartigianato chiede l’innalzamento della deduzione IRAP, dagli attuali 8.000 euro (ridotti dal disegno di legge in discussione a 7.350) sino a 10.000 euro. Una deduzione della quale beneficerebbe la maggior parte delle imprese artigiane, ossia quelle i cui valori di produzione sono al di sotto di 180.000 euro circa. Sul fronte degli studi di settore Confartigianato sollecita l’introduzione di una specifica norma che disciplini l’entrata in vigore dello studio revisionato dal periodo d’imposta successivo alla sua approvazione, dando così risposta alle esigenze poste dai contribuenti e dagli intermediari sia in materia di pianificazione fiscale, sia in materia di ordinato svolgimento degli adempimenti. Una seconda proposta riguarda il valore della prova degli indicatori di normalità economica da inserire a regime nei successivi studi di settore. In sostanza, secondo Confartigianato, gli indicatori, rappresentando uno strumento di individuazione delle condizioni di non normalità economica nell’esercizio dell’attività, devono avere natura di presunzioni semplici, prive, cioè, dei requisiti di gravità, precisione e concordanza. In caso di accertamento, l’onere della prova, ovvero motivare e fornire elementi a sostegno degli scostamenti riscontrati, deve essere posto a carico dell’ufficio accertatore. Una terza proposta di modifica mira alla riduzione dell’ammontare iscrivibile a ruolo quando l’accertamento per mezzo degli studi di settore avviene in presenza di una attestazione dei motivi che giustificano la mancata congruità dei ricavi. In questo caso Confartigianato chiede al Governo che si rispetti quanto previsto nel Protocollo siglato il 14 dicembre 2006, ossia la riduzione al 25% della percentuale delle somme dovute a titolo di riscossione provvisoria in pendenza di giudizio. Una quarta, e ultima, prevede che l’attività di accertamento a mezzo studi di settore sia rivolta prioritariamente nei confronti di soggetti diversi dalle imprese manifatturiere che operano prevalentemente in conto terzi, in considerazione della loro minor ‘pericolosità’ fiscale. Per quanto riguarda la rideterminazione dei premi dovuti dai datori di lavoro all’Inail, Confartigianato ha sollecitato la presentazione di un emendamento che, se approvato, permetterebbe di superare il complesso meccanismo individuato lo scorso anno per determinare l’avanzo di gestione dell’Inail e di conseguenza le riduzioni contributive per la gestione separata dell’artigianato, previste nel limite massimo di 300 milioni di euro. Una modifica necessaria, visto l’eccellente andamento della gestione degli artigiani che ha fatto registrare un avanzo di esercizio di oltre un miliardo di euro per il 2006. Sulla proposta si è già espressa favorevolmente la Commissione Bilancio del Senato che ha rinviato la valutazione della problematica a uno specifico disegno di legge, collegato alla manovra di finanza pubblica, in tema di Welfare e mercato del lavoro. Per evitare di depotenziare l’apprendistato, lo strumento che più di ogni altro permette ai giovani l’accesso al mondo del lavoro, Confartigianato chiede che venga fatto un passo in dietro rispetto alla norma inserita nella Finanziaria dello scorso anno, che ha aumentato di dieci punti la contribuzione previdenziale obbligatoria a carico delle aziende. Nel dettaglio si propone la soppressione della contribuzione per le imprese fino a nove addetti, per il primo biennio, fermo restando il contributo per la copertura in caso di malattie, che scatterebbe fin dal primo anno di apprendistato. La Finanziaria proroga anche per il 2008 la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati per giusta causa da imprese, anche artigiane. “Fino a quindici dipendenti”, però, escludendo di fatto tutte quelle al di sopra di tale numero. Un errore materiale nel testo, che Confartigianato chiede alla Camera di superare ripristinando l’originaria formulazione che permetteva l’iscrizione nelle liste anche ai lavoratori licenziati da aziende che occupano “anche meno di quindici dipendenti”. Per frenare i rincari della bolletta elettrica Confartigianato chiede una redistribuzione su tutti i consumatori di energia non domestica dell’aliquota di 0,93 centesimi di euro per kWh, che attualmente grava solo sulle imprese che consumano meno di 200.000 kWh/mese. Secondo la proposta l’aliquota potrebbe scendere a 0,54 centesimi di euro per kWh, con un risparmio per le PMI di 420 milioni di euro. Nessuna perdita per l’erario: la differenza sarebbe compensata dalla tassazione di una parte dei consumi degli utenti industriali. Nel passaggio della Finanziaria al Senato, è stato inserito come emendamento una norma che obbliga le amministrazioni centrali a comunicare, secondo degli indicatori che dovranno essere precisati dalla Consip (la società per azioni che cura, tra l’altro, la gestione del Programma per la razionalizzazione degli acquisti nella P.A.), gli importi di spesa e le categorie merceologiche su cui saranno orientati gli acquisti della Pubblica Amministrazione. Che saranno poi indirizzati sulle convenzioni. In sintesi, la norma tende a canalizzare le offerte aggregate direttamente sulle convenzioni, depotenziando le trattative ‘sotto la soglia comunitaria’. Con il rischio di allontanare dal mercato elettronico della PA le micro e piccole imprese. Un pericolo che Confartigianato considera reale e che è alla base di un emendamento con il quale si chiede di apportare una deroga all’obbligo di acquisto aggregato per le tipologie di beni e servizi prevista attualmente dal mercato elettronico della Pubblica Amministrazione. Venendo al tema del credito, Confartigianato ha sollecitato la presentazione di una proposta per accelerare i processi di razionalizzazione dei Confidi, prevedendo la creazione di appositi Fondi pubblici a cui i Confidi, al ricorrere di determinate condizioni stabilite dal Ministero dello sviluppo economico, possano richiedere contributi volti all’irrobustimento delle loro dotazioni patrimoniali ed al sostegno dei progetti di accorpamento e fusione. Infine la proposta di emendamento in materia di società cooperative mira a coordinare ed a rendere applicabili le norme vigenti in materia di inquadramento ai fini contributivi dei soci di cooperativa con qualifica artigiana, componendo l’attuale situazione di contenzioso contributivo.


FIRMATO IL PROTOCOLLO D’INTESA TRA L’ALTO COMMISSARIO PER LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE E LA CONFARTIGIANATO PER RAFFORZARE LA COOPERAZIONE NELLA PREVENZIONE E REPRESSIONE DEI FENOMENI DI CONTRAFFAZIONE

E’ stato firmato oggi il primo protocollo d’intesa tra l’Alto Commissario per la lotta alla contraffazione Giovanni Kessler ed il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini.  Leggere di più