Legge sulla Privacy: il Governo la vorrebbe più semplice
Ogni anno gli imprenditori italiani gettano al vento la bellezza di 13,7 miliardi che scompaiono nel pozzo senza fondo della burocrazia. Il conto più salato tocca alle micro imprese fino a 9 dipendenti che pagano una fetta pari all’80,4% dell’intera torta. Una torta indigesta che solo per loro vale 11 miliardi di euro. In pratica, ogni 12 mesi, ogni microimpresa deve sacrificare 11.114 euro per rispettare gli adempimenti amministrativi connessi all’attività produttiva. Una cifra che incide per il 29,6% sul costo del lavoro. Se si scende al livello del tempo impiegato per far fronte ai pagamenti di imposte e contributi, si scopre che le PMI nazionali sottraggono allo sviluppo aziendale ben 360 ore l’anno, per una spesa complessiva di 6,8 miliardi di euro. Basta fare un salto in Europa per riscontrare una situazione ben diversa: gli stessi adempimenti costano in media alle PMI europee ‘solo’ 1,4 miliardi. E’ chiaro che ci si trova di fronte ad una situazione difficilmente tollerabile. Se n’è accorto anche il Governo che lo scorso inverno ha reso operative tre strutture con il compito di accompagnare il Paese verso un’auspicata sburocratizzazione. Si tratta del Comitato interministeriale per l’indirizzo e la guida strategica delle politiche di semplificazione e di qualità della regolazione, l’Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione, e il Tavolo permanente per la semplificazione, quest’ultima sede stabile di consultazione con le categorie produttive, le associazioni dei consumatori, le Regioni e le autonomie locali. Al tavolo partecipa anche Confartigianato. Lo strumento strategico che guida le azioni delle tre strutture è il “Piano di azione per la semplificazione”, che individua i principali obiettivi per snellire la pesante macchina dello Stato, i soggetti responsabili, le azioni da intraprendere ed i tempi necessari per il loro compimento. Raccoglie, inoltre, tutte le azioni normative e amministrative in tema adottate nel tempo dal Governo. Il Piano di azione prevede anche un “Piano annuale della semplificazione”, che, per quanto riguarda l’anno in corso, è stato presentato a Confartigianato e alle altre associazioni di Categoria a fine inverno. Tra i provvedimenti inseriti nel Piano uno mira a “misurare gli oneri amministrativi” che gravano sulle imprese, un calcolo affidato al Dipartimento della Funzione Pubblica. A essere analizzate nel 2007 sono state alcune materie ritenute particolarmente onerose per il sistema imprenditoriale. In modo particolare: privacy, ambiente, prevenzione incendi, previdenza, lavoro, paesaggio, beni culturali. I primi a finire sotto la lente sono stati gli adempimenti connessi alla normativa sulla Privacy. Un inizio in grande stile, visto che si tratta di un tema emblematico e di forte impatto per le aziende, che mostra come l’Italia recepisca le normative UE, aggiungendo adempimenti e oneri aggiuntivi. Il metodo utilizzato per misurare l’efficienza della disposizione è stato il seguente: in primo luogo si è proceduto ad una mappatura degli “obblighi informativi” che gravano sulle imprese e successivamente, sulla base di questa ricognizione, è stato predisposto un questionario sottoposto a 18 imprese selezionate dalle Associazioni di categoria. Al termine del processo la Funzione Pubblica ha dato il suo responso: gli adempimenti connessi alla legge sulla privacy ogni anno costano alle imprese ben 1.752 milioni. A questo punto sono state individuate, senza attivare un confronto con le Associazioni, alcune proposte di semplificazione per alleggerire le imprese dagli adempimenti maggiormente costosi o irritanti, in materia di protezione dei dati personali. Tra queste nessuna prevede agevolazioni per le piccole imprese, che per il momento continuano a dover fare i conti con tutti gli adempimenti previsti dalla normativa, che di fatto equiparano un’azienda artigiana a un’industria. Continua invece al Senato l’iter del Disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni, che all’articolo 29, contiene una proposta avanzata da Confartigianato per escludere le imprese fino a 15 dipendenti dall’applicazione delle misure minime di sicurezza relative al trattamento dei dati personali. - BOX - Di seguito le proposte di semplificazione in tema di Privacy DATI PERSONALI: Escludere dai “dati personali” le informazioni relative alle persone giuridiche, gli enti e le associazioni (art. 4, comma 1, lett. b) del Codice) DATI SENSIBILI: Escludere dai dati “sensibili” l’informazione della malattia resa dal dipendente al datore di lavoro, senza indicazione della patologia (cioè la sola prognosi, contenente l’indicazione dell’inizio e della data presunta dell’infermità, con esclusione della diagnosi, cioè della specifica malattia del dipendente). RESPONSABILE E INCARICATO DEL TRATTAMENTO: Ammettere che la preposizione del responsabile e dell’incaricato del trattamento (artt. 29, comma 4 e 30, comma 2, del Codice) possa essere orale o comunque provata per testimoni nel caso di contestazioni. INFORMATIVA ALL’INTERESSATO: Escludere dall’oggetto dell’informativa l’indicazione dell’origine dei dati (art. 13, comma 1, lettera e), 7, comma 2, lettera a) del Codice). CONSENSO: Eliminare l’obbligo di consenso scritto (art. 23, comma 3, del Codice). DOCUMENTO PROGRAMMATICO PER LA SICUREZZA (DPS): Sostituire, per le piccole imprese, l’obbligo di tenuta del DPS con un adempimento semplificato, disciplinato da apposita delibera del Garante. NOTIFICAZIONE: Eliminare dalle informazioni richieste nel modulo della notificazione al Garante e delineate nel fac-simile per la notificazione telematica pubblicato sul sito del Garante, tutto quanto è già contenuto nel documento programmatico sulla sicurezza, rinviando al medesimo, che si può allegare oppure esibire a richiesta.
Continua il sostegno di Confartigianato a Telethon
Considerati gli esiti positivi delle passate edizioni, anche quest’anno Confartigianato sostiene la raccolta fondi di Telethon, la maratona televisiva di solidarietà. Un impegno, quello degli anni scorsi, che ha permesso la realizzazione del “Progetto X fragile”, uno studio su questa specifica malattia genetica causa di ritardo mentale. Due le modalità per aderire all’iniziativa. La prima attraverso l’acquisto della Telethon Card, la seconda con un bonifico bancario. Se la prima è più adatta per contributi “leggeri”, la seconda permette importi più elevati e la possibilità di detrarre fiscalmente la somma devoluta. Ma il contributo di Confartigianato e di tutte le piccole e medie imprese italiane va oltre, grazie alla possibilità di diffondere sul territorio l’iniziativa di solidarietà ed il materiale informativo della manifestazione attraverso l’adesione al circuito delle Telethon Card. Rivolgendosi alla propria sede regionale Artigiancassa, infatti, ogni imprenditore artigiano potrà avere le informazioni tecniche per i versamenti tramite bonifico, per la distribuzione di tutto il materiale promozionale, delle Telethon Card e dei prodotti solidali connessi, una spilla ed una sciarpa. Il momento di massima visibilità di Telethon 2007 sarà la lunga maratona televisiva di solidarietà nei giorni 14, 15 e 16 dicembre. In occasione della campagna televisiva, Artigiancassa presenterà il contributo offerto mondo artigiano. Telethon (Television Marathon, appunto) nacque negli Stati Uniti nel 1966 per iniziativa dell’attore Jerry Lewis occupandosi fin dagli esordi di raccogliere fondi per sostenere la ricerca nel campo delle malattie genetiche. In Italia è arrivata nel 1990, grazie all’iniziativa di Susanna Agnelli, riuscendo a raccogliere nella prima edizione ben 20 miliardi di lire. Oggi, dopo 16 anni di esperienza italiana, Telethon ha fondato tre istituti di ricerca e un laboratorio, contribuendo allo studio di oltre 300 malattie genetiche, in particolar modo quelle neuro-muscolari. Un contributo importante che vede Confartigianato schierata in prima linea, una volta di più, in iniziative di solidarietà. Oltre a Telethon, infatti, il mondo artigiano sostiene e promuove anche la raccolta fondi per l’Unicef, organizza concerti di musica lirica grazie all’impegno dell’Anap, con i proventi devoluti alla Scuola dei Mestieri, che la stessa Anap ha voluto e realizzato in Etiopia. - BOX - Le due modalità della raccolta fondi: 1- tramite l’acquisto della Telethon Card per offerte libere o in abbinamento a due prodotti: la “sciarpa Telethon” con un’offerta minima di € 15 oppure la spilla “Io sto con Telethon” con un’offerta minima di € 5. 2 - attraverso un bonifico sul conto n° 11960 c/o BNL - ABI 01005, CAB 03215, CIN H, IBAN IT02H0100503215000000011960 intestato a “Comitato Telethon Fondazione Onlus”, inserendo la causale “Elargizione liberale a favore Comitato Telethon per Raccolta Artigiancassa 2007”.
Sicurezza sul lavoro: le nuove “letture” del Ministero del lavoro
Una nuova circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, indirizzata alle strutture degli Ispettorati del Lavoro, ha fornito ulteriori indicazioni e chiarimenti sull’applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro previste dalla Legge n.123/2007, in vigore dallo scorso 25 agosto. La circolare n. 24/2007 mette in primo piano l’interpretazione dell’articolo 5 della Legge 123 che specifica la platea e i presupposti per l’applicazione della “Sospensione dell’attività imprenditoriale”. Secondo il documento, il provvedimento interdittivo si applica anche al comparto edile. Una interpretazione fortemente contestata nei giorni scorsi da ANAEPA Confartigianato che ha ribadito come la nuova lettura sovverta quelle fornite in precedenza gettando l’intero comparto nel caos interpretativo. Il documento prosegue chiarendo che per “reiterate violazioni in materia di sicurezza”, si intendono violazioni plurime accertate successivamente all’entrata in vigore della Legge 123, di conseguenza dopo il 25 agosto. Chiarito, quindi, che la norma non ha carattere retroattivo. La circolare non chiarisce invece cosa si debba intendere per violazioni “gravi”, genericamente definite come “violazioni che giustificano l’adozione del provvedimento interdittivo in quanto ledono i principi fondamentali del sistema prevenzionale e mettono a repentaglio gli stessi interessi generali dell’ordinamento”. Una definizione piuttosto fumosa che rinvia a una più dettagliata che sarà stilata in accordo con le Regioni. Confermato, invece, che l’applicazione del provvedimento di sospensione dell’attività fa capo agli ispettori del lavoro solo nei settori di loro specifica competenza (costruzioni edili e di genio civile, lavoro in sotterraneo e gallerie, subacquei, ferroviari e nel settore delle radiazioni ionizzanti). Nuove indicazioni anche per quanto riguardo il “Documento unico di valutazione dei rischi interferenti”. L’impresa committente dovrà stilarlo per tutti i lavori in appalto, sia quelli realizzati internamente all’azienda sia quelli esterni, se questi ultimi possono essere considerati essenziali alla produzione, e rilevanti per la sicurezza. Per quanto riguarda il diritto da parte delle rappresentanze dei lavoratori di prendere visione del documento di valutazione dei rischi, non emergono argomentazioni originali in grado di modificare l’interpretazione corrente. Il “datore di lavoro – si legge nel documento - è tenuto a consegnare materialmente copia del documento nonché del registro infortuni al Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza”. Fermi restando l’obbligo da parte dei Rappresentati dei lavoratori di utilizzare le informazioni contenute nei documenti solo per esercitare le funzioni loro riservate, e l’imposizione di trattare i dati con riservatezza e segretezza. Per quanto riguarda l’obbligo del datore di lavoro di fornire il tesserino di riconoscimento al personale, introdotto dall’articolo 6 della Legge 123 anche per le attività non edili, si chiarisce che esso si applica solo negli appalti “interni”, ovvero in quegli ambiti di lavoro dove la compresenza di personale che proviene da diverse aziende rende problematica l’individuazione dell’identità dei lavoratori. I lavoratori, da parte loro, sono “tenuti a portare indosso in chiara evidenza la tessera di riconoscimento”. Nessun obbligo di esposizione del tesserino se le attività di produzione/erogazione di prodotti o servizi oggetto di appalto, sono effettuate nel ristretto ambito aziendale dell’impresa appaltatrice. La circolare non chiarisce se la norma trova applicazione anche nelle “fasi di passaggio” come consegne e forniture. Secondo Confartigianato, in una prospettiva cautelativa, si deduce che l’obbligo permane nel caso della compresenza dei vari lavoratori presso l’impresa appaltante (appalti direttamente realizzati nel luogo di pertinenza del cliente o in fase di scambio e operazioni congiunte tra impresa appaltante e appaltatrice).
La Qualità dell’artigianato alla Fiera Campionaria di Milano Confartigianato ha rappresentato l’eccellenza delle imprese artigiane alla Campionaria delle Qualità Italiane conclusasi ieri alla Fiera di Milano
Valore estetico, identità, cultura, qualità dell’artigianato sono stati protagonisti alla Fiera Campionaria delle Qualità Italiane svoltasi alla nuova Fiera di Milano dal 22 al 25 novembre e visitata da 24 mila persone.Leggere di più
AUTOTRASPORTO MERCI Dal 2003 rincari gasolio sono costati 1,5 miliardi all’autotrasporto. Iva e accise pesano per il 50,4% sul prezzo finale. Francesco Del Boca (Confartigianato Trasporti): “Imprese in grave crisi. Sterilizzare Iva e ridurre accise sui carburanti”
“Interventi immediati, ad iniziare dalla sterilizzazione dell’Iva e la conseguente riduzione delle accise sui carburanti, per contrastare la grave crisi delle imprese di autotrasporto merci”.Leggere di più