Lavori ‘pericolosi’: test antidroga obbligatorio per gli autisti

La Conferenza Unificata Stato-Regioni ha dato via libera all’intesa che introduce i test antidroga obbligatori per tutti i lavoratori che svolgono mansioni “delicate” per l’incolumità di terzi e la sicurezza pubblica. Il provvedimento, entrato in vigore lo scorso 30 novembre, prevede che i conducenti di autobus, taxi, veicoli a noleggio, trasportatori in genere, addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci, piloti, controllori di volo e personale navigante, possano continuare a esercitare la loro professione a patto di risultare assolutamente ‘puliti’ dalla droga. Centrale la figura del datore di lavoro. Toccherà a lui, infatti, richiedere al medico competente di effettuare gli accertamenti sanitari per individuare eventuali situazioni di tossicodipendenza abituale, o di assunzione sporadica di sostanze stupefacenti da parte dei dipendenti. Un obbligo che riguarda solo il personale adibito alle mansioni previste dall’intesa e che non si estende a tutto l’insieme dei lavoratori subordinati presenti nell’azienda. I costi della visita preventiva e periodica saranno a carico del datore di lavoro. Per quanto riguarda l’entità della spesa, l’intesa fissa un tetto preciso: “non possono essere superiori a quelli previsti per tali specifiche”, cioè alla “tariffa minima nazionale degli onorari per le prestazioni medico-chirurgiche ed odontoiatriche”. Il test dovrà essere ripetuto con cadenza annuale e riguarderà sia i lavoratori già inseriti nell’organico, sia quelli in via di assunzione. La nuova norma non va molto per il sottile: poco importa il tipo di rapporto di lavoro instaurato. Il datore di lavoro ha l’obbligo di richiedere gli accertamenti sanitari del caso, “prima di adibire un lavoratore all’espletamento di mansioni comprese nell’elenco”. Se il test risulta positivo, il lavoratore dovrà essere giudicato temporaneamente inidoneo al servizio, dovrà quindi essere sospeso dall’attività a rischio. A questo punto il medico competente ‘affiderà’ il lavoratore al SerT (Servizi per le Tossicodipendenze del Sistema Sanitario Nazionale) della Asl competente per territorio, che provvederà ad effettuare ulteriori controlli, e, nel caso a identificare un percorso di recupero anche in vista di un eventuale reinserimento del lavoratore nella funzione svolta in precedenza. Il risultato positivo del test, per uso saltuario o abituale di stupefacenti, non comporta la risoluzione automatica del rapporto di lavoro. Il lavoratore, infatti, “può essere adibito a mansioni diverse, trovando applicazione la disciplina normativa o contrattuale collettiva relativa al settore lavorativo di appartenenza”. Al lavoratore ‘positivo’ è concessa una seconda chanche, può richiedere infatti la ripetizione del test che sarà condotto nuovamente sul campione oggetto dell’accertamento. Prevista anche l’ipotesi del dipendente che non si sottopone al controllo periodico. Entro dieci giorni la struttura sanitaria dispone un nuovo controllo. Se il lavoratore non adempie nuovamente all’obbligo, scatta l’allontanamento dalla mansione ‘pericolosa’ fino a che non viene accertata l’idoneità, oltre a una sanzione. Sanzione prevista anche nel caso del datore di lavoro che non rimuove dalle sue mansioni il dipendente risultato positivo allo screening anti droga. L’intesa Governo-Regioni, piuttosto precisa nel circoscrivere il campo di applicazione della norma, non lo è altrettanto nel definire le procedure per la verifica del consumo di droga, e neppure nell’identificare un percorso di recupero per i consumatori saltuari. Questi ultimi rischiano addirittura di passare indenni ai controlli, per mancanza di dati di laboratorio inequivocabili.


Ottagono dei valori, la chiave di lettura dell’artigianato

La Fiera Campionaria delle Qualità Italiane, che si è chiusa lo scorso 25 novembre a Rho Pero, ha accolto più di 24.000 visitatori. Un risultato importante per chi, partecipando, ha messo in mostra il proprio patrimonio fatto di qualità ed eccellenza. Come il mondo artigiano italiano, presente con Confartigianato alla quattro giorni milanese. Oltre ad uno stand istituzionale, il mondo delle piccole e medie imprese del nostro Paese ha partecipato con il Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, intervenuto al Convegno “Industria 2015”, a cui ha preso parte anche il Ministero per lo sviluppo economico, con il Ministro Bersani ed il Direttore Generale per lo sviluppo produttivo, Andrea Bianchi. Fumagalli ha poi presentato, nel corso di uno workshop dedicato, il Progetto “L’Ottagono dei valori identitari del nuovo artigianato”, nato dalla collaborazione di Confartigianato con Total Tool, una società di consulenza e progettazione in campo del design. “L’Ottagono - ha dichiarato Fumagalli - nasce dalla necessità di promuovere un processo di analisi e descrizione delle qualità dell’artigianato dalla parte del consumatore, cercando di inserirsi nel complesso mercato globale attuale”. Un modo, quindi, per raccontare il mondo artigiano con le parole di chi lo guarda da fuori, i consumatori, cercando un sistema innovativo di misurazione dell’eccellenza artigiana attraverso la soddisfazione di alcuni parametri. “E’ estremamente importante - ha continuato Fumagalli - sottolineare la qualità e l’unicità delle nostre produzioni, frutto della tradizione e della capacità di creazione ed innovazione tipica delle nostre realtà produttive territoriali”. Lo scopo del Progetto “Ottagono dei valori” è proprio questo, trovare una serie di caratteristiche che possano descrivere, secondo la percezione del consumatore, le varie sfaccettature della figura dell’artigiano. Si passa quindi dall’Artigiano-artista, dove il talento è capace di modellare pezzi unici, all’Arti-tecnico, con la sua grande competenza in termini di tecnologia, passando per l’Arti-tipico, fiero conservatore della tradizione artigiana, l’Arti-eccelso, un anello della catena dell’industria del lusso, e l’Arti-dedito, fornitore, principalmente, di servizi alla persona. Unendo ed incrociando le figure ed i termini caratterizzanti si può facilmente sapere quanta arte, quanta tecnica e quanta tradizione intervengono nell’artigianato moderno, quello che con la qualità si confronta con il mercato globale. Chiudendo il proprio intervento, Cesare Fumagalli ha sottolineato quanto sia “fondamentale per gli imprenditori italiani il rapporto con il proprio territorio, inteso soprattutto come parte integrante del patrimonio di conoscenza e di identità di un’impresa. Un patrimonio che riesce poi a rendere unico il Made in Italy nel mondo”.


Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto flussi:conto alla rovescia per la sfida informatica della Pubblica Amministrazione

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto flussi 2007, è partito ufficialmente il conto alla rovescia per la presentazione delle richieste di assunzione di lavoratori extracomunitari. A chi ricorda ancora i disagi legati alle code alla Posta e al Kit per il rinnovo dei permessi, spesso introvabile perché oggetto di veri e propri fenomeni speculativi, il Ministero degli Interni fa sapere che da quest’anno tutto cambia. La procedura di richiesta avverrà infatti solo per via informatica attraverso la rete Internet. Una vera e propria rivoluzione resa possibile, non solo dalla volontà statale di snellire gli adempimenti burocratici a vantaggio dei cittadini e delle imprese, ma anche dalla disponibilità delle Organizzazioni imprenditoriali come Confartigianato, che hanno collaborato attivamente per dare concreta attuazione al progetto. Sulla base di un protocollo di intesa tra i Ministeri degli Interni, della Solidarietà Sociale e le Organizzazioni imprenditoriali siglato lo scorso 5 novembre, Confartigianato ha messo a disposizione le proprie articolazioni territoriali e il loro personale qualificato, per assistere i datori di lavoro e le imprese nella compilazione e nella trasmissione in via telematica delle richieste. La risposta delle Associazioni territoriali è stata alta: una buona notizia, perché se da una parte il protocollo non prevede alcun obbligo di partecipazione, dall’altra impone un grande impegno a chi aderisce in termini di tempo necessario a compilare le pratiche, che saranno centinaia, e, soprattutto di gestione della fase di inoltro delle stesse. Cambia, infatti, lo strumento per inviare le richieste, ma rimane invariato il meccanismo in base al quale saranno assegnate le “quote”. Prevista una graduatoria delle domande ordinate per ora, minuto e secondo di arrivo. L’ora ufficiale sarà quella indicata dall’orologio dell’Istituto Elettrotecnico Nazionale “Galileo-Ferraris” di Torino a cui è collegato il server centrale del Ministero dell’Interno. Tre le date previste dal Decreto flussi per presentare le richieste. Si parte da sabato 15 dicembre. Dalle ore 8.00 (come si è visto anche i secondi hanno la loro importanza) potranno essere trasmesse le richieste di ingresso per motivi di lavoro subordinato non stagionale che riguardano i lavoratori che provengono da Paesi con quote riservate qualunque sia la tipologia o il settore di lavoro (albanesi, algerini, bengalesi, egiziani, filippini, ghanesi, marocchini, moldavi, nigeriani, pakistani, senegalesi, srilankesi, tunisini). Dalle ore 8.00 di martedì 18 dicembre sarà possibile trasmettere le domande per lavoratori domestici e badanti che non hanno quote riservate. Venerdì 21 dicembre, sempre dalle ore 8.00, sarà la volta delle richieste dei lavoratori di tutte le altre categorie e per le conversioni dei permessi di soggiorno. Lo stesso Viminale ammette che il giorno più critico sarà il 15 dicembre, quando il sistema sarà messo per la prima volta alla prova. Il pericolo di “assalto” da parte di datori di lavoro inesperti con l’invio multiplo di domande, magari sbagliate, è molto alto. Altrettanto possibili i rischi informatici: crack del sistema dovuto a un numero eccessivo di invii, errori materiali e, in particolar modo, in caso di saturazione dei server, dilatazione dei tempi che intercorrono tra spedizione della richiesta e la sua ricezione da parte della Pubblica Amministrazione. Rischi possibili e non solo teorici. Anche per questo è importante il ruolo di Organizzazioni come Confartigianato che, grazie alla competenze specifiche potranno istruire e inoltrare le pratiche con un basso margine di errore, evitando così di sovraccaricare il sistema. Allo stesso tempo, per rendere il meccanismo più fluido Confartigianato aveva richiesto al Ministero dell’Interno di istituire un canale di invio “separato”, specificatamente dedicato alle Organizzazioni che hanno aderito al protocollo: una corsia preferenziale per quelle pratiche “certificate” che richiederanno minori interventi da parte della Pubblica Amministrazione


Ancora modifiche al Codice dell’Ambiente

Il 23 Novembre scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato in seconda lettura il secondo decreto di modifica del Codice dell’Ambiente. Dopo i cambiamenti apportati al testo a metà settembre, che avevano introdotto significative novità in materia di valutazione dell’impatto ambientale e smaltimento dei rifiuti - su cui Confartigianato aveva espresso un parere critico - ecco che la nuove misure correggono alcune delle parti appena introdotte. Nulla di definitivo, si tratta di una bozza di Decreto che per diventare legge avrà bisogno ancora di una rilettura delle Commissioni parlamentari – che potranno apportare ulteriori modifiche – e del via libera del Consiglio dei Ministri, che dovrà avvenire entro aprile 2008 quando scadrà la delega a disposizione del Governo. Le variazioni di maggior interesse per le PMI, sono quelle contenute nella parte IV del testo “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati”. Il primo cambiamento riguarda la definizione di ‘deposito temporaneo’. Abbandonato il concetto di scelta preventiva della modalità di deposito e relativa annotazione sul frontespizio del registro di carico e scarico. Rimangono invariate le due distinte modalità di gestione, a tempo o a quantità ed i limiti numerici di stoccaggio. Via libera all’utilizzo delle rocce e delle terre da scavo, per reinterri, riempimenti e rimodellazioni, ma a precise condizioni. Devono essere impiegate direttamente nell’ambito di opere o interventi preventivamente individuati; sin dalla fase della produzione ci deve essere la certezza del loro integrale utilizzo; il loro impiego non deve generare un impatto ambientale sfavorevole; deve essere garantito un elevato livello di tutela ambientale; non devono provenire da siti contaminati. Un ultimo punto riguarda il tempo che intercorre tra lo scavo della terra e il suo riutilizzo: non può superare i tre anni. Confermate le semplificazioni delle scritture ambientali, quali MUD (Modello Unico di Dichiarazione Ambientale) e ‘registri’. Secondo le nuove proposte di modifica saranno soggetti al MUD: chi esercita attività professionale di raccolta e trasporto rifiuti; chi compie operazioni di recupero e smaltimento degli stessi; i produttori di rifiuti pericolosi; i consorzi di recupero; i produttori di rifiuti non pericolosi, quali lavanderie industriali e artigianali, e attività di recupero e smaltimento con meno di 5 dipendenti. Esentati dal Mud gli imprenditori agricoli con volume di affari non superiore agli 8.000 euro l’anno; le imprese che esercitano la raccolta e il trasporto dei propri rifiuti non pericolosi; le imprese che producono rifiuti non pericolosi che non hanno più di cinque dipendenti. Prevista la tenuta dell’apposito registro per i soggetti che hanno l’obbligo del MUD e per i produttori di rifiuti non pericolosi (lavanderie industriali e artigianali, e attività di recupero e smaltimento). Esentati dall’incombenza solo i piccoli produttori artigiani che non hanno più di tre dipendenti. Poche le semplificazioni formali per la tenuta dei registri: andranno numerati e vidimati, anche se non seguiranno i sistemi di gestione fissati per i registri Iva. Semplificazioni anche per particolari categorie di operatori della distribuzione di beni e/o rifiuti, come nel caso di distributori di apparecchiature elettriche o elettroniche (AEE) o di rifiuti da apparecchiature elettriche o elettroniche (RAEE). Confartigianato ha chiesto di estendere i benefici previsti anche a “coloro che svolgono attività di istallazione e manutenzione presso le utenze domestiche”.


Confartigianato Alimentazione e Cna Alimentare: “Governo italiano rafforzi fronte dei Paesi Ue anti-Ogm”

“Auspichiamo un’azione forte del Governo italiano che contribuisca a consolidare ed allargare il fronte dei Paesi europei contrari all'utilizzo di Organismi geneticamente Leggere di più


OGM

OGM - Confartigianato Alimentazione e Cna Alimentare: Governo italiano rafforzi fronte dei Paesi Ue anti-Ogm