Autotrasporto, Del Boca: “Il Governo ha recepito le nostre richieste”

“Siamo soddisfatti dell’esito di questa vertenza perché siamo riusciti ad ottenere dal Governo il riconoscimento delle nostre aspettative. E' un accordo positivo sia sul fronte economico sia sul fronte normativo: oltre a destinare risorse al nostro settore, introduce norme sui contratti che gli autotrasportatori italiani chiedevano da più di 10 anni. Mercoledì 12 dicembre, a Palazzo Chigi, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, l’80% delle richieste contenute nella nostra piattaforma è stata accolta”. Francesco Del Boca, Presidente di Confartigianato Trasporti, commenta così i risultati dell’iniziativa del fermo dell’autotrasporto merci che hanno portato all’accordo sottoscritto con il Governo. Il Presidente di Confartigianato Trasporti giudica in particolare positivi i seguenti punti dell'intesa: l’obbligatorietà di stipulare contratti che tengono conto dell’andamento dei costi del gasolio, dell’assicurazione, dei pedaggi e dell’usura dei mezzi; l’introduzione della tariffa minima anti-dumping per la tutela della sicurezza e della legalità; l’inserimento delle norme sulla sterilizzazione dell'Iva sul gasolio da autotrazione a partire dall’1 gennaio 2008, facente base ad un costo del barile del petrolio pari a 65 dollari; l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri di un Tavolo tecnico sull'Autotrasporto, nell'ambito del quale si decideranno tutte le politiche per il settore. “Si tratta – a giudizio di Del Boca - di una modalità innovativa di concertazione finalizzata a prevenire i conflitti. In questo modo non saremo più costretti ad arrivare ad una protesta come quella dei giorni scorsi che si è purtroppo resa inevitabile dopo che le Organizzazioni degli Autotrasportatori avevano chiesto di essere convocate dal Governo più di otto mesi fa”. “Sui costi per il Paese derivanti dalla nostra iniziativa - aggiunge Del Boca - dico che siamo pronti a scusarci, ma chiediamo solidarietà ai cittadini italiani perché abbiamo agito in nome della salvaguardia dei diritti dei nostri dipendenti e della sopravvivenza delle loro famiglie”. Nel dettaglio, ecco i punti qualificanti dell’accordo raggiunto con il Governo che, in parte, si sono già tradotti in misure inserite nella Legge Finanziaria 2008. LE RISORSE AGGIUNTIVE DELLA LEGGE FINANZIARIA 2008 PER GLI AUTOTRASPORTATORI Grazie alla battaglia condotta da Confartigianato Trasporti, la manovra economica contiene risorse economiche aggiuntive a favore degli autotrasportatori. In particolare, si prevede la proroga al periodo di imposta in corso alla data del 31 dicembre 2007 della deduzione forfetaria delle spese non documentate, per uno stanziamento di ulteriori 120 milioni di euro. Inoltre sono stanziati 75 milioni di euro da utilizzare per la compensazione dei versamenti effettuati nel 2008 con le somme versate nel periodo di imposta 2007 a titolo di contributo al Servizio Sanitario Nazionale sui premi di assicurazione. Gli autotrasportatori hanno ottenuto che a queste risorse si aggiungano 20 milioni nell’anno 2009 e 20 milioni nell’anno 2010 per finanziare il fondo di riforma dell’autotrasporto. Altri 30 milioni di euro sono stati ottenuti per aumentare lo stanziamento, per l’anno 2008, a favore della riduzione dei pedaggi autostradali. Inoltre nella Finanziaria si prevede che gli autotrasportatori potranno fruire dei benefici derivanti dall'applicazione delle norme in materia di riduzione dell'accisa sui carburanti per effetto del maggior gettito Iva derivante dall'andamento del prezzo del greggio in euro. La quantificazione di questo intervento dovrà essere accertata dal Ministero dell’Economia ma si ipotizza che possa aggirarsi sui 200-300 milioni di euro di extragettito accumulati dalla presentazione del Dpef ad oggi. La Legge Finanziaria contiene anche l’avvio della riforma per l'accesso al mercato a partire dal prossimo anno. Le imprese che intendono esercitare la professione di autotrasportatore dovranno rispettare requisiti di onorabilità, capacità finanziaria e professionale e dovranno essere iscritte all'Albo degli autotrasportatori per conto di terzi. Per ottenere il permesso avranno tre possibilità: 1) dovranno aver acquisito, per cessione di azienda, altra impresa di autotrasporto; 2) oppure aver comperato l'intero parco veicoli, di categoria non inferiore ad euro 3, da un’altra impresa che cessa l'attività di autotrasporto per conto terzi; 3) o aver comprato e immatricolato veicoli (sempre Euro3) da soli o in associazione, mettendo insieme una flotta con massa complessiva di almeno 80 tonnellate a pieno carico. NASCONO I CONTRATTI DI RIFERIMENTO Per quanto riguarda il contratto del trasporto, l’intesa con il Governo introduce l’adozione di schemi di contratto di riferimento per tutti i diversi tipi di rapporto tra vettore e committente. Una cosa che non era mai esistita. Con l'aggiunta che per i contratti continuativi, quindi per i grandi contratti, le aziende che forniscono il servizio devono avere la proprietà almeno del 30% dei veicoli. “Una norma – sottolinea Del Boca - che chiedevamo da tantissimi anni e che non ci era mai stata concessa”. OSSERVATORIO SUI COSTI DI TRASPORTO E TARIFFA MINIMA ANTI DUMPING Collegata al contratto di riferimento, è stata ottenuta la costituzione, presso la Consulta dell’Albo degli Autotrasportatori, di un Osservatorio sull'andamento dei costi del trasporto, che produrrà report trimestrali sull’andamento dei costi del gasolio, dell’assicurazione, dei pedaggi, ecc. In tal modo, tramite l'Osservatorio, si potrà stabilire una tariffa minima anti-dumping per la tutela della sicurezza e della legalità. “Una misura – commenta Del Boca - che, agganciata all'adozione del contratto di riferimento, garantisce il vettore da tutti gli aumenti del prezzo del gasolio e dei costi di produzione”. PIU’ CONTROLLI CONTRO L’ILLEGALITA’ E SUI VETTORI STRANIERI Altri punti dell’accordo riguardando modalità e qualità dei controlli su strada. “Abbiamo ottenuto – spiega Del Boca - che venga emanato un decreto dal Ministero degli Interni sulle modalità e sulla qualità dei controlli, con particolare attenzione alle procedure applicative nei confronti dei vettori stranieri. Noi chiedevamo qualità nei controlli nel senso di avere forze dell'ordine attente e preparate per effettuare controlli rigorosi sulla base delle norme previste dalla riforma dell'autotrasporto. Inoltre, poiché subiamo la concorrenza sleale dei vettori stranieri, specialmente quelli dell'Est che spesso svolgono cabotaggio illegale in Italia, abbiamo ottenuto che l'attenzione sia concentrata in particolare sui vettori stranieri”. ACCESSO AL MERCATO PER LE IMPRESE MONOVEICOLARI Altro aspetto controverso della vertenza degli autotrasportatori riguardava le modalità di accesso al mercato. Esisteva una proposta del Ministero che le Associazioni non avevamo accettato e, alla fine, il Governo ha recepito la proposta degli autotrasportatori. In pratica, il Ministero dei Trasporti voleva permettere l’accesso al mercato del trasporto solo alle ditte in possesso di più di 2 mezzi, precludendolo all'imprenditore individuale monoveicolare. “Abbiamo scongiurato questo pericolo – fa rilevare Del Boca - e abbiamo ottenuto che l’imprenditore con un solo camion possa cedere la sua azienda e l'imprenditore individuale può entrare sul mercato e acquistare l'azienda di chi la cede”. TAVOLO TECNICO DI CONCERTAZIONE A PALAZZO CHIGI L’intesa con il Governo prevede anche l’attivazione di un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio, e non presso il Ministero dei Trasporti, che definisca regole certe e misure finanziarie strutturali per il sostegno e lo sviluppo del settore. Secondo il Presidente di Confartigianato Trasporti “Questo è uno dei punti qualificanti e una delle conquiste più importanti. Lo si attiverà a partire dal mese di gennaio e si andranno a delineare le politiche del mondo del traspo


Il tessile cinese monitorato speciale

Dal 1° gennaio 2008 cesserà il sistema delle “quote” che dal 2005 a oggi ha regolato le importazioni dalla Cina in Unione Europea di dieci categorie di prodotti tessili, di fatto l’unica barriera normativa all’invasione di tessuti e capi di abbigliamento di bassa qualità, basso prezzo, altissimo numero. Allo scadere dell’accordo il Parlamento UE ha approvato una risoluzione comune sostenuta da tutti i gruppi politici (eccetto Indipendenza Democratica ) che sollecita la Commissione europea a intraprendere una serie di iniziative – elencate punto per punto nel documento – a difesa dei consumatori e dell’intero comparto manufatturiero. Nella risoluzione si sottolinea innanzitutto come il 70% di tutte le merci contraffatte che entrano nel mercato europeo proviene dalla Cina e che “la metà di tutte le procedure doganali europee contro la contraffazione riguarda il settore tessile e quello dell’abbigliamento”. Il documento prosegue ricordando che l’eliminazione del sistema delle quote scaturisce da un accordo legalmente vincolante e contestuale all’adesione della Cina all’Organizzazione Mondiale del Commercio, e che quindi non può essere messo in discussione nonostante il venir meno di queste regole metta a rischio la stabilità dell’intero settore tessile comunitario. Dopo un piccolo passo indietro, e cioè dopo l’ammissione del Parlamento UE che non è possibile prorogare il sistema delle quote, è la volta dell’affondo. I parlamentari ricordano, infatti, che l’accordo dell’OMC che fissa al 1° gennaio 2008 la scadenza dei ‘livelli concordati’, consente a tutti i membri, compresa l’Unione Europea, “di applicare misure di salvaguardia nei confronti di importazioni dalla Cina fino alla fine del 2008”, qualora si rendesse necessario. Con l’inizio dell’anno scatterà il sistema di controlli bilaterali sull’importazione delle dieci categorie tessili, fino al 31 dicembre 2007 oggetto delle “quote”. Le verifiche saranno effettuate presso le dogane cinesi e quelle dei Paesi dell’Unione Europea. Un’iniziativa che in autunno, al momento della presentazione ufficiale, è stata valutata con favore da Confartigianato Moda, che a più riprese ha segnalato il pericolo determinato dalla mancata proroga dell’accordo, considerato l’ultima difesa contro il rischio di ‘colonizzazione’ di un mercato - come quello del tessile europeo - già fortemente penalizzato dalle triangolazioni commerciali e dalle importazioni illegali di merce a basso costo dall’estremo oriente. La Commissione della UE ha specificato che non si tratta di una misura protezionistica, per limitare i livelli di import, ma di uno strumento per monitorare l’ingresso delle merci. Se sull’iniziativa la Commissione ha incassato da subito la fiducia del Parlamento, adesso deve fare i conti con le raccomandazioni contenute nella risoluzione. Il Parlamento esprime “profonda preoccupazione” per le modalità di istituzione del sistema e invita la Commissione a garantire un’adeguata applicazione oltre a valutare l’efficacia del dispositivo, “in modo da assicurare una transizione agevole verso il libero commercio di prodotti tessili”. Valutazione che dovrebbe avvenire - questa la richiesta del Parlamento - entro la fine del primo trimestre 2008 “in modo da garantire che gli effetti perturbatori di un’impennata delle importazioni tessili siano debitamente e rapidamente presi in considerazione”. E’ poi la volta del “Made in”, la denominazione d’origine dei prodotti tessili importati da paesi terzi che, secondo un progetto ancora in corso di esame, andrebbe riportata obbligatoriamente in etichetta. Anche su questo punto il parere degli eurodeputati è chiaro: il Consiglio adotti rapidamente la proposta di regolamento e applichi le “norme vincolanti”. Sul “Made in”, un provvedimento da tempo sollecitato da Confartigianato Moda, il Parlamento europeo ha adottato ufficialmente una risoluzione scritta l’11 dicembre (vd. Box), che ribadisce il diritto dei consumatori europei ad essere informati sugli acquisti, che le indicazioni fraudolente sull’origine dei prodotti sono inaccettabili, e che devono essere garantite condizioni di parità con i partner commerciali dell’UE, oggi troppo sbilanciate a oriente. Sulla sicurezza dei consumatori, i deputati UE chiedono che il Consiglio si avvalga dei suoi poteri per “proibire che siano immessi prodotti pericolosi nel mercato UE”, in particolare quelli che arrivano dalla Cina. La raccomandazione diventa più specifica quando si parla di tessuti: “devono essere soggetti ad esigenze di sicurezza e protezione dei consumatori identiche a quelle applicate ai prodotti tessili confezionati nel territorio dell’Unione europea”. E’ poi la volta delle misure che il Parlamento ritiene necessarie per rafforzare la presenza delle PMI del tessile e dell’abbigliamento sul mercato interno e su quello internazionale. La prima preoccupazione riguarda “le elevate barriere tariffarie e non tariffarie in numerosi paesi terzi”, che secondo i deputati andrebbero rimosse in sede di accordi bilaterali, regionali e multilaterali, un fattore indicato come “essenziale per il futuro dell’industria tessile e dell’abbigliamento basata in Europa, in particolare per le PMI”. Ammodernamento dell’industria tessile, formazione professionale, innovazione tecnologica, sono le azioni-chiave identificate dagli eurodeputati per sostenere il comparto. Con riferimento specifico alle Piccole e medie imprese “ampiamente colpite dalla liberalizzazione del mercato”. Identificate anche le risorse finanziarie: il Fondo di adeguamento alla globalizzazione. Per i deputati occorre inoltre assistere i lavoratori del tessile e dell’abbigliamento “con misure sociali” e “realizzare piani concreti per le imprese che devono attuare misure di ristrutturazione”. -BOX- Dichiarazione del Parlamento europeo sul marchio d'origine - 11 dicembre 2007 Il Parlamento europeo , vista la propria risoluzione del 6 luglio 2006 sul marchio di origine, visto l'articolo 116 del proprio regolamento, A. considerando che l'Unione europea accorda la massima importanza alla trasparenza per i consumatori e che a tal fine l'informazione sull'origine delle merci è un elemento fondamentale, B. considerando che sta aumentando il numero di casi di indicazioni fuorvianti e fraudolente dell'origine delle merci importate nell'Unione europea, il che compromette potenzialmente la sicurezza dei consumatori, C. considerando che l'Agenda di Lisbona dell'Unione europea mira a rafforzare l'economia dell'UE migliorando globalmente la competitività delle industrie dell'UE, D. considerando che alcuni dei principali partner commerciali dell'Unione europea, come gli Stati Uniti, il Giappone e il Canada, hanno introdotto requisiti obbligatori in materia di marchio di origine, 1. ribadisce il diritto dei consumatori europei ad un accesso immediato alle informazioni relative ai loro acquisti; sottolinea che le indicazioni fraudolente sull'origine dei prodotti sono, come qualunque altro tipo di frode, inaccettabili; ritiene che debbano essere garantite condizioni di parità con i partner commerciali dell'UE, in linea con un'equa agenda commerciale; 2. sostiene pienamente la proposta della Commissione di regolamento del Consiglio sull'indicazione del paese di origine di alcuni prodotti importati da paesi terzi; 3. invita gli Stati membri ad adottare senza indugio tale regolamento nell'interesse dei consumatori, dell'industria e della competitività; 4. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, al Consiglio, alla Commissione e ai governi e parlamenti degli Stati membri.


E’ in linea il nuovo portale dell’Anap

Dal 14 dicembre è in linea il nuovo sito dell’Anap, l’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato. Un sito internet interamente dedicato al mondo degli anziani e dei pensionati, rinnovato nella grafica e ampliato nei contenuti. All’indirizzo www.anap.it ogni associato potrà trovare qualsiasi informazione sul proprio mondo. Dagli approfondimenti sulle attività dell’Associazione a quelli relativi alla previdenza, al credito e agli appuntamenti culturali ed artistici. Il tutto con al centro un tema importante, già perno della vecchia versione del sito: la salute. La home page, la pagina iniziale del sito www.anap.it, è stata divisa in due aree: da una parte i temi generali di carattere sanitario e medico, dall’altra quelli dedicati all’associato. L’area della salute è stata divisa a sua volta in tre sezioni: la prima, dal titolo “Salute e Sanità”, offre agli associati tutti gli aggiornamenti sui servizi sanitari e sociali del nostro Paese, mentre la seconda, dal titolo “Medicina”, passa in rassegna le malattie più frequenti, con i relativi sintomi, dando informazioni sui farmaci più comuni indicati per la cura. La terza sezione di questa prima area, invece, è dedicata all’Osservatorio Anap, dove verrà pubblicato lo studio annuale dell’Associazione sulla realtà della terza età. La seconda area tematica, invece, è divisa in otto sezioni e riguarderà più da vicino le attività ed i servizi dedicati agli associati Anap Confartigianato. Dagli eventi e le manifestazioni promosse dall’Associazione agli approfondimenti relativi al fisco, alla previdenza e al credito, passando per gli interessi dei pensionati: il tempo libero, il sociale, gli appuntamenti con l’arte, la musica e la cultura, e tutti i servizi telematici per quei cittadini che non vogliono perdere tempo con le file agli sportelli della pubblica amministrazione. Il sito internet www.anap.it si pone un obiettivo importante: rappresentare un punto di riferimento informativo e divulgativo per la terza età. Lo conferma Enzo Ciccarelli, presidente Anap Confartigianato: “Con il nuovo sito vogliamo offrire ai pensionati e alle loro famiglie un mezzo facilmente utilizzabile, uno strumento agile di consultazione per i propri interessi ma anche per districarsi all’interno della burocrazia italiana”.


Dal 7 gennaio al via in tutte le sedi di Confartigianato la Campagna di predizione e prevenzione dell’Alzheimer promossa da ANAP e Confartigianato Persone I numeri sull’emergenza Alzheimer: scarse le risorse pubbliche per l’assistenza e le famiglie spendono 14,5 mld l’anno

Dal 7 gennaio 2008 partirà la Campagna di predizione e prevenzione dell’Alzheimer “Senza ricordi non hai futuro” promossa da Confartigianato Persone e dall’ANAP, l’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato.Leggere di più


campagna prevenzione alzheimer

Dal 7 gennaio al via in tutte le sedi di Confartigianato la Campagna di predizione e prevenzione  dell'Alzheimer promossa da Anap e Confartigianato Persone


Conto alla rovescia per Basilea 2

Le banche hanno da tempo ben chiaro cosa accadrà al sistema creditizio a partire dal primo gennaio 2008 quando entreranno in vigore le norme di Basilea 2, che subordinano la concessione di prestiti a nuove e più complesse procedure valutative. Non si può dire altrettanto delle imprese, soprattutto quelle più piccole, che, secondo uno studio realizzato dall’Università Cattolica di Milano a fine ottobre, non vedono altrettanto chiaro. Per il 52% vorrebbero avere maggiori informazioni sui riflessi che le nuove disposizioni avranno sul rapporto banca/impresa. Vorrebbero capire se l’applicazione di Basilea 2 porterà vantaggi o svantaggi alla loro attività. Se le banche allargheranno o restringeranno i cordoni della borsa, se il denaro che ne uscirà avrà un prezzo più basso o più alto dell’attuale, e quali sono i parametri che condizioneranno l’accesso al credito. Dubbi anche sul concetto chiave di ‘rating’, il pilastro che regge tutto l’edificio normativo, e che, secondo lo studio, è sconosciuto al 50% delle aziende. Altrettanto ampia la forbice che divide chi esprime un giudizio positivo sull’applicazione di Basilea 2 – e che è pronto a raccogliere ogni beneficio che ne potrà derivare – da chi invece ritiene che cambierà poco o nulla e che pertanto è sostanzialmente disinteressato ad approfondire il tema, giudizio quest’ultimo il più delle volte motivato da una scarsa conoscenza dell’argomento. In estrema sintesi Basilea 2 impone alle banche dei paesi aderenti – l’Italia è ovviamente tra questi – di accantonare quote di capitale proporzionale al rischio che deriva dai vari rapporti di credito assunti. A un maggior livello di rischio corrispondono maggiori accantonamenti, insomma costi maggiori per gli istituti. Per questo motivo le banche dovranno classificare i propri clienti in base al pericolo di insolvenza. La procedura di classificazione, tecnicamente ‘rating’, prenderà in considerazione fattori quantitativi, come il bilancio aziendale, qualitativi, la tipologia del prodotto e la concorrenza del mercato, e fattori comportamentali, come ad esempio la condotta dell’impresa nei confronti del credito bancario. Migliore sarà il rating, il punteggio, minore sarà la probabilità di sofferenza. Parallelamente aumenterà o diminuirà il costo del denaro. La procedura di assegnazione del rating a una PMI – risultato di una valutazione discrezionale delle singole organizzazioni – richiede una revisione totale dei parametri che fino a oggi hanno guidato le banche con standard di livello europeo nella concessione del credito. Accanto ai dati contabili entrano in gioco, infatti, quegli elementi ‘qualitativi’ che da almeno tre decenni guidano le banche del territorio, Popolari o BCC, nella concessione del denaro. Elementi che sono obiettivamente difficili da quotare, soprattutto da parte di strutture abituate a cercare risposte nelle pieghe di bilanci più che nella capacità di un’impresa di stare sul mercato con prodotti o servizi competitivi. La valutazione del merito del credito delle piccole e delle micro imprese, critico per le banche maggiori, è all’opposto uno degli elementi di maggiore forza dei Confidi artigiani, che da tempo si stanno preparando per giocare questa carta strategica sul tavolo delle sempre difficili trattative tra banche e imprese, per ridurre il costo del denaro. I dati dimostrano che il sistema dei Confidi è in forte evoluzione: in tre anni sono passati da 400 a poco più di 250, non per una diminuzione dei soci, che al contrario hanno raggiunto la quota di 700.000 unità, quanto per i processi di aggregazione e di fusioni operative sul territorio per creare strutture più forti, più contrattuali con gli istituti bancari. Il sistema è alla vigilia di due rivoluzioni: la prima è quella imposta da Basilea 2, la seconda riguarda invece l’applicazione delle disposizioni di Banca Italia riguardo i Consorzi fidi. Secondo tali disposizioni, in via di emanazione, i Confidi che superano i 75 milioni di euro di garanzia sono obbligati ad iscriversi in uno specifico elenco, quello dei Confidi intermediari finanziari, il cosiddetto ‘107’. Attualmente il sistema dei confidi artigiani Fedart annovera 25 di questi Confidi ‘evoluti’ e l’obiettivo è quello di costituire in tutte le regioni uno strumento di garanzia per l’artigianato che sia un vero e proprio intermediario finanziario. In base ai criteri di Basilea 2, i Confidi evoluti, infatti, ‘ponderano’ il 20% rispetto al 100% di quelli tradizionali, i cosiddetti ‘106’. Ponderare il 20% significa che le banche che opereranno con i Confidi ‘107’, dovranno accantonare solo 1/5 del capitale di vigilanza rispetto a quello dei Confidi tradizionali. Un bel risparmio per le banche, che vedranno ridotti i capitali immobilizzati, e per le imprese socie che, grazie alla maggior capacità contrattuale dei nuovi Consorzi fidi, otterranno condizioni di credito sempre più favorevoli.