sicurezza sul lavoro

Sicurezza sul lavoro - Confartigianato: Contro gli infortuni più risorse alla prevenzione


Immigrati: il percorso a ostacoli delle richieste di lavoro on-line

Il sistema informatico messo a punto dal Viminale per la trasmissione telematica delle richieste di assunzione di lavoratori extracomunitari, ha rivelato diverse criticità, soprattutto nella parte riservata alle Associazioni e alle Organizzazioni imprenditoriali. La rivoluzione promessa, che avrebbe dovuto ridurre gli inconvenienti e i problemi degli scorsi anni snellendo la macchina complessiva, è stata mantenuta solo in parte: scomparse le file di fronte alle Poste per accaparrarsi i Kit di rinnovo dei permessi, ne sono spuntate altre, quelle dei documenti digitali che a tratti hanno faticato a raggiungere il cervellone del Ministero degli Interni, lungo gli snodi della rete Internet. Ritardi che in alcuni casi porteranno al rigetto di domande inviate puntualmente a partire dalle ore 8.00 di sabato 15 dicembre, ma processate dai server degli Interni dopo lunghe attese. Una ‘lotteria dei permessi’ giocata sul filo dei secondi: alla fine, rischia di aggiudicarsi il nulla osta non chi è stato più efficiente, ma il più fortunato. Questo il risultato del primo dei tre ‘click day’, dedicato agli ingressi per motivi di lavoro subordinato non stagionale dei lavoratori provenienti da Paesi con quote riservate (albanesi, algerini, bengalesi egiziani, filippini, ghanesi, marocchini, moldavi, nigeriani, pakistani, senegalesi, srilankesi, tunisini). I problemi maggiori con la nuova procedura li hanno incontrati le Organizzazioni imprenditoriali, come Confartigianato, che avevano messo a disposizione le proprie strutture territoriali per assistere i datori di lavoro e le imprese nella compilazione e nella trasmissione in via telematica delle domande, sulla base di un protocollo stipulato lo scorso 5 Novembre con i ministeri del Lavoro e della Solidarietà Sociale. Proprio i loro invii, centinaia e simultanei, sono stati penalizzati. Infatti – ma questo lo si è saputo solo in seguito – le domande sono state trasmesse una alla volta, insomma, ogni richiesta è partita solo dopo che la precedente era arrivata con successo. Tempi molto lunghi che incideranno negativamente sul buon esito di queste istanze: basti pensare che dal 15 al 17 dicembre il ministero dell’Interno ha ricevuto quasi 400.000 domande a fronte di soli 47.100 posti in graduatoria che, come già detto, saranno aggiudicati in base alla velocità di invio – verificati anche i secondi – e di arrivo della richiesta. Secondo gli accordi con i due ministeri, le Organizzazioni imprenditoriali e i patronati, avrebbero dovuto fruire di una ‘corsia preferenziale’ visto il gran numero di pratiche istruite. Invece, è successo l’inverso: il sistema informatico ha dato la precedenza agli invii singoli, al posto di quelli multipli. Anche per questo motivo, oltre che per i problemi tecnici riscontrati nel funzionamento del sistema informatico, Confartigianato ha preso contatti con il Ministero degli Interni per avere gli opportuni chiarimenti. In particolare la problematica di maggior rilievo riscontrata sembra essere legata al vero e proprio ‘blocco’ del sistema informatico nella ricezione delle richieste che riguardavano i lavoratori provenienti dallo Sri Lanka, accettate dal cervellone del Viminale con grande ritardo. Uno stop che, nel caso degli invii multipli da un solo computer, ha determinato il fermo di tutte le pratiche in coda. Un altro problema riscontrato da Confartigianato ha riguardato il messaggio di allerta “non è possibile inviare poiché il modulo risulta già inviato”, comparso per richieste inviate per la prima volta. Anche l’help desk riservato alle Associazioni non ha funzionato al meglio. Problemi a contattare gli operatori per sovraccarico delle linee e difficoltà nel ricevere soluzioni pratiche ai problemi segnalati.


Sicurezza sul lavoro: entro l’inverno i decreti attuativi

Per il via al Testo unico delle leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, non bisognerà attendere fino alla ‘scadenza naturale’ della delega del Governo, fissata per maggio 2008. L’intenzione del Ministro Damiano è quella di accelerare il più possibile la stesura dei decreti applicativi e di varare le nuove norme entro gennaio 2008. Nessun decreto ad hoc, dunque, a seguito dell’incidente all’acciaieria Thyssen Krupp di Torino, ma tempi più stretti per la messa punto del provvedimento e per la sua definitiva emanazione. Nei giorni scorsi è stata distribuita alle parti sociali la prima bozza del testo, relativa al titolo I della delega. Il documento è stato discusso il 17 dicembre nel corso di un tavolo di confronto convocato dal Governo. “L’incontro con le parti – ha dichiarato il ministro del Lavoro – è stato molto positivo e parte dalla condivisione della linea di azione del Governo che ha scelto di non procedere con legislazione di emergenza per affrontare un tema così delicato”. Il prossimo appuntamento è stato fissato per la settimana di Natale, quando le Organizzazione di rappresentanza dei lavoratori e i sindacati presenteranno al Governo le loro osservazioni. Obiettivo: chiudere i lavori entro il prossimo 31 gennaio, dopo altri due incontri fissati per l’8 e l’11 gennaio. Come anticipato dal ministro Damiano, il testo conferma sostanzialmente i contenuti delle leggi 626/94 e 123/07, definite dallo stesso “buone leggi, che richiedono solo di essere applicate”. Da una prima analisi compiuta da Confartiginanto, risulta che il testo attualizza i principi della legge delega ricalcando in buona parte lo schema del decreto legislativo 626/94. Il quadro complessivo è sicuramente più organico e ‘compiuto’, grazie a una suddivisione più logica dei capi e delle sezioni, all’integrazione in un solo testo delle disposizioni immediatamente operative della Legge 123/07 (sospensione dell’attività, appalti, responsabilità dell’impresa, aumento dell’organico degli Ispettori del lavoro), e al miglior coordinamento dei vari decreti ministeriali in vigore, effettuata direttamente o con rimandi espliciti. Di contro molti passaggi del documento necessitano ancora di essere messi fuoco, vuoi per la mancanza di parti fondamentali del testo (recepimenti di direttive, apparato sanzionatorio, abrogazioni, allegati tecnici), vuoi per l’indeterminatezza di alcuni riferimenti importanti (bilateralità, ricorso a decretazione futura). Di seguito le principali novità del testo. COMPETENZE ISTITUZIONALI: I Ministeri del Lavoro e della Salute presiederanno due distinti organi consultivi, il primo per le problematiche tecniche del lavoro, il secondo per la vigilanza. Istituito il Sistema informativo nazionale per la prevenzione e, a livello regionale, i comitati di coordinamento. FORMAZIONE: Resi strutturali gli interventi per promuovere la cultura della sicurezza. Centrale il ruolo dell’Inail che dovrà finanziare attività formative ed investimenti nel settore. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO: Chiaramente suddivisi in delegabili e non delegabili. Tra questi ultimi: la valutazione dei rischi, l’elaborazione del documento sugli stessi, la designazione del Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione. ESTENSIONE DI OBBLIGHI A LAVORATORI AUTONOMI E COMPONENTI IMPRESA FAMILIARE: Obbligo anche per queste due tipologie di lavoratori di utilizzare attrezzature di lavoro conformi, munirsi di dispositivi di protezione individuale, tesserino di riconoscimento in caso di appalto. Ancora non indicate le sanzioni in caso di mancata osservanza delle disposizioni. Oltre agli obblighi, previste alcune facoltà: effettuare sorveglianza sanitaria e partecipare a corsi di formazione. SISTEMA DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE: Imprenditori e lavoratori autonomi soggetti ad un “sistema di qualificazione”, basato su esperienza, competenza e conoscenza acquisite tramite formazione. Le modalità della disposizione sono scarsamente precisate. Il sistema potrà risultare vincolante per la partecipazione a gare d’appalto o per l’accesso a contributi. VALUTAZIONE DEI RISCHI: Confermata la deroga per le imprese fino a 10 dipendenti: regime di autocertificazione non oltre il 30 giugno 2010. SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE: Confermato e consolidato il quadro vigente. Semplificate le condizioni per lo svolgimento diretto del servizio di prevenzione e protezione previste dall’art. 10 comma 2 del D.Lgs 626/94: scompaiono la dichiarazione di capacità professionale, la dichiarazione dell’assolvimento degli obblighi di valutazione dei rischi, la relazione sull’andamento infortunistico aziendale. Rimangono obbligatori l’obbligo della formazione (scompare l’attestazione) e l’aggiornamento periodico. FORMAZIONE: La formazione viene trattata in modo non dissimile a quanto già previsto dalle leggi vigenti. SORVEGLIANZA SANITARIA: Approfondito il capo V del D.Lgs. 626/94, sul quale opera un intervento organico, intervenendo anche con norme di tipo contrattuale (il medico competente può essere inquadrato anche come collaboratore, superando l’interpretazione secondo la quale avrebbe dovuto essere inquadrato come dipendente). RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI: Mantenuto l’impianto generale: fino a 15 dipendenti possibilità di individuare esternamente o eleggere internamente il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza. Sopra i 15 dipendenti obbligo di eleggere internamente il RSL. Introdotta la nuova figura del RSL di sito produttivo (grandi impianti siderurgici, porti, centri intermodali). Riconfermato il ruolo degli organi paritetici.


L’ANAP lancia la “Campagna di predizione e prevenzione dell’Alzheimer”

Lo scorso 13 dicembre, presso la Sede nazionale di Confartigianato, l’ANAP ha presentato ufficialmente la “Campagna di predizione dell’Alzheimer”. Un progetto nato dalla collaborazione tra l’Associazione anziani e pensionati di Confartigianato con la FIMeG, la Federazione Italiana di Medicina Geriatrica, la Croce Rossa Italiana ed il Dipartimento di Medicina dell’Invecchiamento dell’Università La Sapienza di Roma diretto dal prof. Marigliano. “Le persone colpite dal morbo di Alzheimer - sostiene Fabio Menicacci, segretario nazionale ANAP Confartigianato - sono tantissime e, purtroppo, in costante crescita, come sottolineato anche dal Censis nell’ultimo rapporto. L’Alzheimer rappresenta, dunque, un problema sociale estremamente grave che oggi ricade soprattutto, se non essenzialmente, sulle famiglie di chi ne è colpito”. Da questa consapevolezza parte il progetto a tappe dell’ANAP, da sempre sensibile alle problematiche sociali del Paese. Iniziata con il finanziamento di tre dottorati di ricerca presso il Dipartimento di Scienza dell’Invecchiamento de La Sapienza, la campagna di predizione dell’Alzheimer è proseguita con la diffusione sull’intero territorio nazionale di un questionario, non anonimo, per valutare la predisposizione alla malattia degli oltre 1000 pensionati a cui è stato sottoposto il primo ciclo di domande. Nel frattempo, l’ANAP ha attivato, e rilanciato grazie alla nuova versione del sito, il portale Salute, uno strumento efficace per diffondere una corretta informazione medica. La presentazione ufficiale della campagna ANAP di predizione dell’Alzheimer ha rappresentato, poi, il trampolino di lancio per la seconda fase del progetto. A partire dal 7 gennaio 2008, infatti, ogni socio Confartigianato, ma anche tutti i cittadini, potranno raccogliere e compilare presso tutte le Associazioni territoriali un questionario di base che, grazie all’apporto della Croce Rossa Italiana, potrà essere accompagnato dal cosiddetto MMSE, un breve documento d’indagine sul rischio della persona. Una volta raccolti, i questionari verranno spediti a cadenza periodica al Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento de La Sapienza che li esaminerà ed eventualmente, nel caso in cui venisse riscontrata una certa predisposizione, provvederà ad informare l’interessato e la famiglia, che così potranno recarsi, grazie alla collaborazione con la FIMeG, dal più vicino specialista. In più, sempre dal prossimo gennaio, presso le sedi Confartigianato o presso le Asl che aderiranno al progetto, verranno organizzati degli incontri periodici per sensibilizzare i cittadini e per affiancare le famiglie ed i malati. L’Alzheimer è una malattia dai numeri impressionanti. Secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato, infatti, sono circa 270.000 le persone colpite, con una spesa sostenuta dalle famiglie che raggiunge i 54.000 euro all’anno per malato. Una cifra immensa, dovuta in parte, si legge nel rapporto, allo scarso peso in termini di investimento nel sociale fatto in Italia. Basti pensare, infatti, che, nel quinquennio 1996/2001, la spesa pubblica per la gestione della burocrazia nelle amministrazioni locali è cresciuta del 91%, mentre quella per la protezione sociale appena del 56,5%. Uno squilibrio, o meglio, una mancanza di investimenti che ha portato all’abbandono di 1.885.000 famiglie italiane con disabili, il 79,1% del totale, che attualmente non possono contare su alcun tipo di assistenza sociale pubblica, anche e soprattutto nel caso di alcune malattie completamente invalidanti come l’Alzheimer. La “Campagna di predizione dell’Alzheimer”, come sottolinea Enzo Ciccarelli, presidente nazionale ANAP Confartigianato, vuole, “attraverso questionari appositamente approntati e somministrati, creare un’imponente banca dati a disposizione della ricerca italiana, che consentirà un’analisi e uno studio più approfondito del fenomeno, capace di facilitarne la predizione e la prevenzione. Oltre, ovviamente, a monitorare la salute dei nostri associati”. Un’iniziativa importante per chi è convinto che “senza ricordi non si ha un futuro”, come recita il motto della campagna ANAP che raggiungerà l’apice il 29 marzo 2008 in occasione della “Giornata di prevenzione dell’Alzheimer”.


AUTOTRASPORTO MERCI Francesco Del Boca (Confartigianato Trasporti): “Soddisfatti dell’accordo. Il Governo ha riconosciuto le nostre richieste. Intesa positiva sul fronte economico e su quello normativo”

“Siamo soddisfatti dell’esito di questa vertenza perché siamo riusciti ad ottenere dal Governo il riconoscimento delle nostre aspettative. E' un accordo positivo sia sul fronte economico sia sul fronte normativo: oltre a destinare risorse al nostro settore, Leggere di più


Il tessile cinese monitorato speciale

Dal 1° gennaio 2008 cesserà il sistema delle “quote” che dal 2005 a oggi ha regolato le importazioni dalla Cina in Unione Europea di dieci categorie di prodotti tessili, di fatto l’unica barriera normativa all’invasione di tessuti e capi di abbigliamento di bassa qualità, basso prezzo, altissimo numero. Allo scadere dell’accordo il Parlamento UE ha approvato una risoluzione comune sostenuta da tutti i gruppi politici (eccetto Indipendenza Democratica ) che sollecita la Commissione europea a intraprendere una serie di iniziative – elencate punto per punto nel documento – a difesa dei consumatori e dell’intero comparto manufatturiero. Nella risoluzione si sottolinea innanzitutto come il 70% di tutte le merci contraffatte che entrano nel mercato europeo proviene dalla Cina e che “la metà di tutte le procedure doganali europee contro la contraffazione riguarda il settore tessile e quello dell’abbigliamento”. Il documento prosegue ricordando che l’eliminazione del sistema delle quote scaturisce da un accordo legalmente vincolante e contestuale all’adesione della Cina all’Organizzazione Mondiale del Commercio, e che quindi non può essere messo in discussione nonostante il venir meno di queste regole metta a rischio la stabilità dell’intero settore tessile comunitario. Dopo un piccolo passo indietro, e cioè dopo l’ammissione del Parlamento UE che non è possibile prorogare il sistema delle quote, è la volta dell’affondo. I parlamentari ricordano, infatti, che l’accordo dell’OMC che fissa al 1° gennaio 2008 la scadenza dei ‘livelli concordati’, consente a tutti i membri, compresa l’Unione Europea, “di applicare misure di salvaguardia nei confronti di importazioni dalla Cina fino alla fine del 2008”, qualora si rendesse necessario. Con l’inizio dell’anno scatterà il sistema di controlli bilaterali sull’importazione delle dieci categorie tessili, fino al 31 dicembre 2007 oggetto delle “quote”. Le verifiche saranno effettuate presso le dogane cinesi e quelle dei Paesi dell’Unione Europea. Un’iniziativa che in autunno, al momento della presentazione ufficiale, è stata valutata con favore da Confartigianato Moda, che a più riprese ha segnalato il pericolo determinato dalla mancata proroga dell’accordo, considerato l’ultima difesa contro il rischio di ‘colonizzazione’ di un mercato - come quello del tessile europeo - già fortemente penalizzato dalle triangolazioni commerciali e dalle importazioni illegali di merce a basso costo dall’estremo oriente. La Commissione della UE ha specificato che non si tratta di una misura protezionistica, per limitare i livelli di import, ma di uno strumento per monitorare l’ingresso delle merci. Se sull’iniziativa la Commissione ha incassato da subito la fiducia del Parlamento, adesso deve fare i conti con le raccomandazioni contenute nella risoluzione. Il Parlamento esprime “profonda preoccupazione” per le modalità di istituzione del sistema e invita la Commissione a garantire un’adeguata applicazione oltre a valutare l’efficacia del dispositivo, “in modo da assicurare una transizione agevole verso il libero commercio di prodotti tessili”. Valutazione che dovrebbe avvenire - questa la richiesta del Parlamento - entro la fine del primo trimestre 2008 “in modo da garantire che gli effetti perturbatori di un’impennata delle importazioni tessili siano debitamente e rapidamente presi in considerazione”. E’ poi la volta del “Made in”, la denominazione d’origine dei prodotti tessili importati da paesi terzi che, secondo un progetto ancora in corso di esame, andrebbe riportata obbligatoriamente in etichetta. Anche su questo punto il parere degli eurodeputati è chiaro: il Consiglio adotti rapidamente la proposta di regolamento e applichi le “norme vincolanti”. Sul “Made in”, un provvedimento da tempo sollecitato da Confartigianato Moda, il Parlamento europeo ha adottato ufficialmente una risoluzione scritta l’11 dicembre (vd. Box), che ribadisce il diritto dei consumatori europei ad essere informati sugli acquisti, che le indicazioni fraudolente sull’origine dei prodotti sono inaccettabili, e che devono essere garantite condizioni di parità con i partner commerciali dell’UE, oggi troppo sbilanciate a oriente. Sulla sicurezza dei consumatori, i deputati UE chiedono che il Consiglio si avvalga dei suoi poteri per “proibire che siano immessi prodotti pericolosi nel mercato UE”, in particolare quelli che arrivano dalla Cina. La raccomandazione diventa più specifica quando si parla di tessuti: “devono essere soggetti ad esigenze di sicurezza e protezione dei consumatori identiche a quelle applicate ai prodotti tessili confezionati nel territorio dell’Unione europea”. E’ poi la volta delle misure che il Parlamento ritiene necessarie per rafforzare la presenza delle PMI del tessile e dell’abbigliamento sul mercato interno e su quello internazionale. La prima preoccupazione riguarda “le elevate barriere tariffarie e non tariffarie in numerosi paesi terzi”, che secondo i deputati andrebbero rimosse in sede di accordi bilaterali, regionali e multilaterali, un fattore indicato come “essenziale per il futuro dell’industria tessile e dell’abbigliamento basata in Europa, in particolare per le PMI”. Ammodernamento dell’industria tessile, formazione professionale, innovazione tecnologica, sono le azioni-chiave identificate dagli eurodeputati per sostenere il comparto. Con riferimento specifico alle Piccole e medie imprese “ampiamente colpite dalla liberalizzazione del mercato”. Identificate anche le risorse finanziarie: il Fondo di adeguamento alla globalizzazione. Per i deputati occorre inoltre assistere i lavoratori del tessile e dell’abbigliamento “con misure sociali” e “realizzare piani concreti per le imprese che devono attuare misure di ristrutturazione”. -BOX- Dichiarazione del Parlamento europeo sul marchio d'origine - 11 dicembre 2007 Il Parlamento europeo , vista la propria risoluzione del 6 luglio 2006 sul marchio di origine, visto l'articolo 116 del proprio regolamento, A. considerando che l'Unione europea accorda la massima importanza alla trasparenza per i consumatori e che a tal fine l'informazione sull'origine delle merci è un elemento fondamentale, B. considerando che sta aumentando il numero di casi di indicazioni fuorvianti e fraudolente dell'origine delle merci importate nell'Unione europea, il che compromette potenzialmente la sicurezza dei consumatori, C. considerando che l'Agenda di Lisbona dell'Unione europea mira a rafforzare l'economia dell'UE migliorando globalmente la competitività delle industrie dell'UE, D. considerando che alcuni dei principali partner commerciali dell'Unione europea, come gli Stati Uniti, il Giappone e il Canada, hanno introdotto requisiti obbligatori in materia di marchio di origine, 1. ribadisce il diritto dei consumatori europei ad un accesso immediato alle informazioni relative ai loro acquisti; sottolinea che le indicazioni fraudolente sull'origine dei prodotti sono, come qualunque altro tipo di frode, inaccettabili; ritiene che debbano essere garantite condizioni di parità con i partner commerciali dell'UE, in linea con un'equa agenda commerciale; 2. sostiene pienamente la proposta della Commissione di regolamento del Consiglio sull'indicazione del paese di origine di alcuni prodotti importati da paesi terzi; 3. invita gli Stati membri ad adottare senza indugio tale regolamento nell'interesse dei consumatori, dell'industria e della competitività; 4. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, al Consiglio, alla Commissione e ai governi e parlamenti degli Stati membri.