Sportello TIM, la via più facile per la convenienza

Confartigianato rinnova la Convenzione con TIM. E lo fa in grande stile, lanciando un’iniziativa unica nel suo genere. Con lo Sportello Confartigianato - TIM, infatti, le imprese associate godranno di un canale diretto per la convenienza senza cambiare il proprio interlocutore. Per farlo, Confartigianato si muoverà con le proprie AssociazioniLeggere di più


Campi elettromagnetici e sicurezza dei lavoratori: una legge per limitare i danni

Dal prossimo 30 aprile i titolari delle imprese avranno un nuovo obbligo in materia di sicurezza sul luogo di lavoro: valutare i rischi relativi ai campi elettromagnetici a cui possono essere esposti i dipendenti. Lo stabilisce il Decreto Legislativo n.257 del 19 novembre 2007, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 9 dell’11 gennaio 2008, che attua la direttiva 2004/40/CE. Si aggiunge così un nuovo Titolo, il V-ter, alla legge 626/94, e una nuova responsabilità per il datore di lavoro che dovrà inserire il nuovo parametro nel documento di Valutazione dei Rischi. Lo schema della norma prevede la quantificazione dei pericoli elettromagnetici in azienda e un doppio livello di valori da rispettare: ferme restando alcune precauzioni che vanno attuate in ogni caso, il superamento del primo livello attiva alcune misure specifiche di prevenzione; il superamento del secondo (valori limite) impone, invece, interventi più energici e urgenti per eliminare l’esposizione dei lavoratori alla fonte di rischio. Il primo passo che dovrà compiere il datore di lavoro è quello di valutare e, “quando necessario misurare o calcolare”, i livelli dei campi elettromagnetici ai quali sono esposti i lavoratori. Si tratta di conseguenza di una valutazione ‘discrezionale’. Infatti il documento di valutazione del rischio potrà contenere i dati analitici rilevati, oppure, considerando la natura e l’entità dei rischi connessi con i campi elettromagnetici presenti sul luogo di lavoro, una giustificazione che motivi perché non è stata necessaria una valutazione dei rischi più dettagliata. La norma si concentra nei fatti sugli ambienti a maggiore rischio, come ad esempio le officine in cui si effettuano lavorazioni a caldo come le termosaldature, studi radio-televisivi, laboratori sanitari dove sono utilizzati macchinari diagnostici con forti emissioni, e a questi chiede una vigilanza maggiore. La disposizione prevede che la valutazione dei rischi venga aggiornata almeno ogni cinque anni, e comunque tutte le volte che intervengano mutamenti tali da renderla superata, oppure quando i risultati della sorveglianza sanitaria rendano necessaria la sua revisione. Tra gli obblighi previsti per il datore di lavoro vi sono quelli di ordine generale: eliminazione della fonte di inquinamento elettromagnetico, riduzione al minimo dei rischi che derivano dall’esposizione, formazione e informazione obbligatoria per tutti i lavoratori esposti. In caso di superamento della “prima soglia” di esposizione, scattano obblighi specifici. In cima alla lista la valutazione dell’eventuale superamento dei valori massimi di esposizione. Segue l’elaborazione di un programma per ridurre i danni provocati dai campi magnetici. Tra le iniziative individuate dal testo: applicazione di altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione; scelta di attrezzature che emettano campi elettromagnetici di intensità inferiore; messa in opera di misure tecniche per ridurne l'emissione, incluso se necessario l'uso di dispositivi di sicurezza, schermature o di analoghi meccanismi di protezione. Quando è la seconda soglia ad essere superata, ovvero quando i lavoratori sono esposti ai valori più elevati, quelli limite che non dovrebbero essere mai raggiunti, ecco che il datore di lavoro è obbligato ad adottare misure immediate per il ritorno alla normalità: deve individuare le cause del superamento, rimuoverle, adottare misure perché il caso non si verifichi nuovamente, predisporre la sorveglianza sanitaria.


Semaforo rosso per la normativa ambientale

Sul fronte della gestione dei sistemi ambientali, il Governo solleva il piede dall’acceleratore e concede una serie di importanti proroghe che spostano in avanti alcune scadenze particolarmente indigeste alle piccole imprese. Le novità sono contenute nei due provvedimenti di fine anno, la Finanziaria 2008 e il decreto ‘milleproroghe’ e riguardano i Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), l’ammissibilità dei rifiuti in discarica, gli impianti che producono emissioni. Il Decreto Legge 248/2007 ‘milleproroghe’ dedica alla normativa ambientale 4 articoli: è qui che si concentrano le novità più significative. Il primo articolo, fortemente voluto e sollecitato da Confartigianato che in autunno aveva invitato il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio a porre rimedio alle molte incongruenze del testo prima di dare il via definitivo al sistema, differisce a una data ancora da stabilire l’entrata in vigore dei provvedimenti in tema di Raee che avrebbero dovuto essere operativi già dal 1° gennaio. Entro il 28 febbraio un apposito decreto ministeriale indicherà le nuove modalità per la raccolta e il trasporto dai centri di stoccaggio dei Raee ritirati dai distributori. Solo a trenta giorni dalla pubblicazione del decreto, scatterà l’obbligo del ritiro. Di conseguenza è sospeso almeno per i prossimi tre mesi, l’obbligo di ritiro dei Raee da parte dei distributori a fronte dell’acquisto di un apparecchio nuovo (one-to-one), al pari delle sanzioni amministrative in caso di mancato ritiro o di ritiro a pagamento delle apparecchiature da rottamare. Si profilano all’orizzonte semplificazioni perché la normativa attuale, contenuta nel D.lgs n.152/06, fissa dei paletti precisi alla movimentazione e alla raccolta dei rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, norme vincolistiche che di fatto non permettono di dare reale applicazione alle nuove disposizioni. Allo stato attuale i distributori avrebbero dovuto osservare la stessa disciplina degli operatori professionali della raccolta e del recupero, con obbligo di autorizzazioni, iscrizione all’albo, scritture ambientali. Confermato, invece, l’obbligo di iscrizione per produttori e importatori al registro nazionale istituito presso le Camere di Commercio Il secondo comma dell’articolo 30 è dedicato ai sistemi di finanziamento della gestione dei Raee domestici da parte dei sistemi collettivi di raccolta, ovvero dei Consorzi di produttori. In sostanza il finanziamento del ritiro dei Raee domestici avverrà con il regime previsto per quelli “storici”, ossia in base alle quote di mercato e non in forma individuale. Lo stesso meccanismo è previsto anche per i Raee professionali per i quali viene abolita la differenziazione tra storici e nuovi (a carico del produttore nel caso di sostituzione uno-a-uno, altrimenti a carico del detentore). Restando sempre al “milleproroghe”, l’articolo 32 proroga di due anni (dal 29 aprile 2009 al 29 aprile 2011) il termine entro il quale gli impianti che prima non erano soggetti all’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, dovranno munirsi dell’apposito permesso. Per quanto riguarda le disposizioni in materia ambientale contenute nella Legge Finanziaria queste sono sostanzialmente due: la prima concerne la tariffazione dei rifiuti urbani, la seconda l’ammissibilità dei rifiuti in discarica. Il primo provvedimento stabilisce che i Comuni devono applicare per il 2008 lo stesso regime di tariffazione degli ultimi due anni, con divieto di passaggio dalla Tarsu alla tariffa e viceversa. Il secondo provvedimento, più significativo per le imprese, introduce nuove regole per l’invio in discarica dei rifiuti. Per la precisione, più che introdurre nuove regole, il Governo ritorna sui suoi passi e conferma per il momento quelle vecchie, dando il via alla quarta proroga sul tema. Fino al 31 dicembre 2008 le regole per l’ammissibilità dei rifiuti in discarica continuano a rimanere quelle previste dalla delibera del 27 luglio 1984. Non entra in vigore, quindi, l’obbligo di caratterizzazione chimica dei rifiuti da avviare allo smaltimento. Sostanziale tregua anche sulla lista dei rifiuti speciali ammessi nella discariche di prima categoria, quelle dei rifiuti urbani e assimilati, che resta sostanzialmente invariata.


Confartigianato riduce le tariffe SIAE

Confartigianato ha rinnovato anche per il 2008 la convenzione con la SIAE, la Società Italiana degli Autori ed Editori. Grazie a questo accordo, le imprese artigiane associate alla Confederazione potranno beneficiare di una riduzione del 25% per la diffusione di “musica d’ambiente” e del 10% per gli “intrattenimenti musicali”. La convenzione, stretta da tempo e rinnovata ogni anno da Confartigianato e dalla SIAE, va anche a contenere i rialzi pari all’1,6% delle tariffe decisi dalla Società degli autori e degli editori per quest’anno. Infatti, la prima delle due categorie convenzionate riguarda la musica d’ambiente, e cioè l’autorizzazione a diffondere musica in locali aperti o meno al pubblico, con tariffe da pagare che variano secondo la tipologia e la grandezza dell’esercizio e la tecnologia di diffusione utilizzata. La seconda categoria convenzionata va invece a coprire gli intrattenimenti musicali ed i concertini eseguiti nei locali autorizzati, come le discoteche, i disco-bar ed i pub dove si esegue musica dal vivo. Il 10% è la misura della riduzione riservata alle imprese di Confartigianato per questo campo, ma gli associati a Confartigianato che vorranno beneficiare degli sconti previsti dalla Convenzione con la SIAE avranno tempo fino al 29 febbraio 2008 per rinnovare i propri abbonamenti periodici.


Micro imprese, oltre 11 miliardi di euro annui bruciati dalla burocrazia

Le imprese italiane pagano ogni anno 14.920 milioni di euro per la burocrazia. Di questa immensa somma la spesa maggiore grava sulle spalle delle piccole imprese, quelle fino a nove addetti, che ogni anno “bruciano” fino a 11.386 milioni di euro l’anno. L’Ufficio studi di Confartigianato, dopo aver posto l’attenzione sulle uscite “ingiustificate” per l’energia, torna a puntare il dito contro i macigni che appesantiscono i bilanci aziendali della piccola imprenditoria italiana, costretta com’è a rinunciare al 5,8% della propria produttività tra documenti, bolli e pratiche varie. Una montagna di soldi che le micro imprese italiane sono costrette a buttare via, mentre l’Unione Europea ed alcuni Paesi comunitari, come Francia, Spagna e Germania, si stanno impegnando già da tempo a limare gli oneri amministrativi recuperando produttività e punti di PIL. Se si considera l’incidenza degli stipendi pubblici sul PIL, l’indice preso in esame, i “nostri vicini di casa” hanno fatto registrare un calo medio dello 0,5%, mentre in Italia l’incidenza della spesa per il pubblico impiego sul PIL è aumentata dello 0,2%, rappresentando l’ennesima voce stonata fuori dal coro europeo. Un altro dato importante emerge dal confronto tra gli stipendi del pubblico impiego e quelli del settore privato. Infatti, tra il 1999 ed il 2006, la retribuzione pro-capite nel pubblico è aumentata del 56%, più del doppio rispetto alla crescita nel privato, fermo al + 23,8%. Se è vero, poi, che i dipendenti pubblici arrivano a rappresentare il 19,9% sul totale degli occupati in Italia, nel Mezzogiorno la pubblica amministrazione dà lavoro addirittura ad un dipendente su quattro, con il picco raggiunto in Calabria, dove il 29% del totale degli occupati è un dipendente pubblico, seguita dal Molise, con il 28,8%, la Campania, con il 27,1%, e la Sicilia, dove lo Stato è il datore di lavoro del 26,9% dei lavoratori dipendenti. Ma, nonostante l’aumento della spesa pubblica, la voce degli investimenti statali nell’ICT, l’Information e Communication Technology, una spinta significativa per aumentare la produttività, non ha fatto registrare cifre importanti. Infatti, per ogni 100 euro spesi per il pubblico impiego, soltanto 2,6 euro vengono destinati all’ICT, contro i 3,5 euro della Germania.


Senza il peso della burocrazia per le micro imprese + 5,8% di produttività

Un sistema a ‘burocrazia zero’ consentirebbe alle micro imprese di incrementare la produttività del 5,8%.Leggere di più