Rinnovato il contratto del settore chimica-gomma-plastica-vetro
Dal 19 febbraio, 55.000 lavoratori dipendenti del settore chimica-gomma-plastica-vetro hanno un nuovo contratto collettivo nazionale. L’accordo, siglato dalle Organizzazioni dell’artigianato e dai Sindacati di categoria, presenta due aspetti particolarmente interessanti. Il primo riguarda l’introduzione del nuovo modello di apprendistato professionalizzante con l’aumento crescente del salario in base all’anzianità di servizio, il secondo accresce la possibilità di utilizzo dei contratti a termine e part time da parte delle imprese “Con questo accordo – sottolinea Riccardo Giovani, responsabile delle Relazioni sindacali di Confartigianato – si conferma positivamente l’impegno, già assunto con gli altri rinnovi dei contratti artigiani, per valorizzare il nuovo modello di apprendistato professionalizzante, istituto qualificante e peculiare dell’artigianato, sia per la durata della formazione sia per le nuove prestazioni garantite all’apprendista. Nell’accordo le parti si danno atto che l’apprendistato nell’artigianato ha tradizionalmente rappresentato uno strumento unico e speciale di trasmissione delle competenze, di rilevanza strategica per garantire buona e stabile occupazione”. Per quanto riguarda gli aspetti economici, il contratto prevede un incremento salariale mensile di 107 euro per il livello dell’operaio qualificato. L’aumento sarà corrisposto in due tranche di pari importo, la prima a decorrere dal 1° marzo e la seconda dal 1° novembre 2008. In occasione dell’erogazione della prima rata cesseranno di essere corrisposte le somme eventualmente erogate a titolo di anticipazioni contrattuali. Inoltre, i lavoratori riceveranno una somma “una tantum” pari a 420 euro lorde che saranno corrisposte in due rate di pari importi con le mensilità di giugno 2008 e giugno 2009.
Il Ministero del Lavoro stringe sui co.co.pro.
Di fronte a un aumento dei rapporti di lavoro in forma coordinata e continuativa in diversi settori nei quali l’attività svolta risulta non pienamente compatibile con tale tipologia contrattuale, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale corre ai ripari emanando una circolare che di fatto riapre la caccia ai falsi co.co.pro. La circolare, la numero 4/2008, elenca una serie di attività per le quali difficilmente si può parlare di lavoro a progetto, in quanto non inquadrabili, se non in casi del tutto eccezionali, in ambiti progettuali che tendono al raggiungimento di un risultato conseguibile attraverso una prestazione di lavoro autonomo, con il solo coordinamento del committente. La circolare, comunque, non esclude la possibilità di inquadrare le stesse attività in prestazioni di natura autonoma diverse dalla collaborazione a progetto (appalto di manodopera, contratto d’opera etc). Tra le diciassette figure professionali elencate a fine esemplificativo dal Ministero, almeno cinque possono essere ricondotte alla realtà produttiva dell’artigianato. Si tratta degli addetti alle pulizie, autisti ed autotrasportatori, estetiste e parrucchieri, manutentori, muratori e qualifiche operaie dell’edilizia. Oltre a facchini, baristi e camerieri, anche questi ultimi parzialmente inquadrabili nel comparto. In tutti questi casi, la circolare da indicazione al personale ispettivo di ricondurre i relativi rapporti di lavoro nell’alveo della prestazione subordinata. Questo, se non viene dimostrato l’elemento essenziale di un’autentica e concreta autonomia nell’esecuzione dell’attività alla base del contratto. Nel dettaglio, il personale ispettivo dovrà valutare anche il contratto dal punto di vista formale. Se il progetto non è indicato con precisione, se sono elencate solo una serie di mansioni che deve compiere il collaboratore, se le mansioni sono “elementari e ripetitive, difficilmente riconducibili, di per sé, ad un progetto o un programma”, ecco che si attivano i campanelli di allarme che indicano la possibile sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato, mascherato da co.co.pro. Giudizio negativo anche nel caso in cui, in sede di istruttoria, emerga che il lavoratore venga utilizzato per attività che esulano dal progetto, o in presenza di “una qualunque manifestazione di potere disciplinare”. L’eventuale presenza nel contratto di clausole di “esclusiva” o di “monocommittenza”, secondo il Ministero non è incompatibile con la natura autonoma del rapporto. Tuttavia, in presenza di tali clausole, il Ministero da indicazione agli organi di vigilanza di verificare con attenzione tutti gli altri indici.
Comunicazione unica, parte la fase sperimentale
Il 19 febbraio 2008 è partita la fase sperimentale della Comunicazione Unica per la nascita dell’impresa. Introdotta dalla legge 40/2007 firmata dal Ministro per lo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, la procedura per la Comunicazione unica vivrà una prima fase transitoria di sei mesi in alcune città italiane, per poi marciare a regime dal 20 agosto 2008 su tutto il territorio nazionale. Una vera e propria rivoluzione burocratica, una semplificazione che permetterà di avviare una nuova impresa riunendo in un’unica comunicazione, per giunta telematica, tutti gli adempimenti necessari. Gli imprenditori italiani, paese classificato al 65° posto di una recente classifica mondiale per la snellezza dell’apparato burocratico, non dovranno più cimentarsi nella classica corsa a tappe tra sportelli pubblici e documenti vari, ma soltanto, per dirla in termini ciclistici, in un’unica tappa di velocità. Fino all’entrata in vigore della Comunicazione unica, chi voleva avviare un’impresa doveva affrontare un lungo, quanto dispendioso, percorso ad ostacoli. Prima tappa all’Agenzia delle Entrate per ottenere la partita Iva ed il codice fiscale, necessari per passare agli obblighi previdenziali ed assistenziali dell’Inps e dell’Inail. L’ultimo ostacolo era poi rappresentato dalla definitiva registrazione dell’impresa all’Albo della Camera di Commercio locale. Dal 19 febbraio, invece, saranno gli imprenditori di Venezia, Padova, Milano, Torino, Ravenna, Prato, Pescara, Napoli, Cagliari e Taranto a sperimentare per primi la novità della Comunicazione unica.. Essa, secondo le intenzioni del Ministero, “vale quale assolvimento di tutti gli adempimenti amministrativi previsti per l’iscrizione al registro delle imprese ed ha effetto, sussistendo i presupposti di legge, ai fini previdenziali, assistenziali, fiscali, nonché per l’ottenimento del codice fiscale e della partita IVA”. Tutto in un unico invio, dunque. Questa rivoluzione, però, seppur innovativa e conveniente in termini di tempo e denaro spesi dalle imprese, mostra dei punti scuri ancora da chiarire. A cominciare dai problemi di natura tecnica, con la fase sperimentale estesa soltanto ai Registri di alcune Camere di Commercio e soltanto per quanto riguarda l’inizio attività. In più, attualmente, soltanto le Camere di Commercio e l’Agenzia delle Entrate sono completamente operative, mentre l’Inail e l’Inps devono ancora perfezionare alcuni aspetti, soprattutto informatici. Soprattutto, però, la Comunicazione unica presenta problemi di natura giuridica, perché allo stato attuale le imprese artigiane sono state escluse dalla possibilità di avvalersi della semplificazione. Questo nonostante l’azione di rappresentanza svolta da Confartigianato durante l’iter legislativo della legge 40/2007. La Confederazione ha proposto emendamenti e ha partecipato attivamente ai tavoli tecnici del Ministero per lo Sviluppo economico e del Governo, arrivando anche alla Conferenza delle Regioni. Ma le soluzioni e gli emendamenti proposte da Confartigianato sono stati congelati con la caduta del Governo e la conseguente stasi legislativa. Si dovrà aspettare l’avvio dei lavori della prossima legislatura per vedere realizzate le proposte Confederali. Nel frattempo, lo scorso 6 febbraio, Confartigianato ha organizzato una giornata di approfondimento dedicata alle Associazioni del Sistema Confederale con i tecnici di Infocamere, i responsabili delle strutture informatiche delle Camere di Commercio, per un confronto sulla nuova procedura unica, individuando la reale convenienza per le imprese artigiane, non soltanto in termini economici. Intanto, la Comunicazione unica vivrà la fase sperimentale del progetto, dove verranno testati i limiti e i reali vantaggi che la semplificazione burocratica porterà a chi fa impresa in Italia.
L’Anap si avvicina alla giornata contro l’Alzheimer
Il 20 febbraio l’Anap Confartigianato ha scritto un’altra tappa importante della campagna “Senza ricordi non hai futuro”, voluta dall’Associazione nazionale pensionati per sostenere la ricerca contro il morbo d’Alzheimer. All’incontro hanno partecipato, oltre ai vertici nazionali e regionali dell’Anap Confartigianato, i partner dell’iniziativa Confederale: i rappresentanti del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento dell’Università La Sapienza di Roma, della Federazione Italiana Medici Geriatri e della Croce Rossa Italiana. “Quella che doveva essere una semplice riunione organizzativa - ha dichiarato il Segretario generale Fabio Menicacci - è diventato invece un momento costruttivo sulle prossime iniziative dell’Anap in tema di sanità”. Il prof. Marigliano, presidente della FIMEG, ha sottolineato una volta di più come la prima e fondamentale necessità per un malato d’Alzheimer “è la vicinanza e la sensibilità della propria famiglia. Un aspetto ancor più importante di quello sanitario. Il malato è drammaticamente cosciente della perdita delle proprie capacità intellettive e relazionali ed è per questo - ha poi aggiunto - che la famiglia, con il proprio affetto, può offrire al malato una buona qualità della vita”. L’Alzheimer è una malattia che, come ricordato durante la riunione dal prof. Cacciafesta, docente del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento de La Sapienza, “porta alla degenerazione delle capacità comunicazionali e dei rapporti con il prossimo. Il nostro Dipartimento ha scoperto come la musica, essendo una forma di comunicazione non verbale, riesca ad attivare particolari aree del cervello non colpite dalla degenerazione a cui porta il morbo. Per questo - ha poi concluso - stiamo sperimentando una terapia basata sull’ascolto della musica di Mozart, capace, stando ai primi test, di portare miglioramenti immediati alla riabilitazione cognitiva dei pazienti”. Il 29 marzo, quando l’Anap Confartigianato scenderà in piazza con i gazebo informativi sull’Alzhemeir e per la raccolta dei questionari, disponibili già da gennaio presso tutte le sedi Anap Confartigianato, sarà affiancata dalla Croce Rossa italiana, “un’istituzione - come sostenuto dal direttore dell’ente Giuliano Da Villa - che vive del contatto con le persone, con il territorio, ed è per questo che siamo grati all’Anap Confartigianato perché ci dà la possibilità di confrontarci con le famiglie delle persone affette dall’Alzheimer. Inoltre - sottolinea concludendo - questa potrebbe essere la prima di una lunga serie di collaborazioni tra la Croce Rossa e l’Anap”. Enzo Ciccarelli, presidente nazionale dell’Anap, ha concluso la riunione sottolineando “la necessità di dar vita, il prossimo 29 marzo, ad una giornata che sia la fase culminante di un progetto importante e prestigioso come quello sull’Alzheimer. Ci stiamo mettendo impegno e volontà perché la campagna “Senza ricordi non hai futuro” è una battaglia che vogliamo vincere insieme alla Sapienza, alla FIMEG e alla Croce Rossa, ma soprattutto insieme ai nostri associati”.
Denuncia nominativa degli assicurati all’Inail? Ci pensa il Ministero del Lavoro.
Dal 1° marzo 2008 i datori di lavoro non dovranno più inviare all’Inail la denuncia nominativa degli assicurati contro gli infortuni (DNA). Al loro posto lo farà il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, grazie al nuovo Sistema telematico che semplifica l’inoltro delle comunicazioni obbligatorie da parte delle imprese. Le comunicazioni di assunzione, di cessazione, di trasformazione del rapporto di lavoro inviate ai Servizi competenti per territorio, saranno “valide ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di comunicare all’Inail i codici fiscali dei lavoratori assunti o cessati dal servizio” Questo, sempre che le imprese utilizzino la modalità di comunicazione telematica, che prevede la compilazione on-line di un solo modello. Tale modalità, facoltativa dall’11 al 29 febbraio, quando i datori di lavoro potranno effettuare le comunicazioni anche attraverso i moduli cartacei, diventerà obbligatoria a partire dal 1° marzo. Secondo le indicazioni del Ministero del Lavoro, se il datore di lavoro utilizza i moduli cartacei durante il periodo transitorio, dovrà continuare a trasmettere la DNA all’Inail con le stesse modalità finora seguite e con gli stessi strumenti messi a disposizione dall’Istituto.
Firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per i dipendenti delle imprese artigiane del settore chimica-gomma-plastica-vetro Confartigianato: “Confermato impegno per disciplinare il nuovo modello di apprendistato professionalizzante
Le Organizzazioni di categoria dell’artigianato (Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai) ed i Sindacati di categoria (Femca-Cisl, Filcem-Cgil, Uilcem-Uil) hanno siglatoLeggere di più