IN BREVE - Anaepa approda a Itaca

Anaepa Confartigianato è stata ammessa in qualità di socio a ITACA (Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale), l’organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in materia di appalti pubblici, sicurezza sul lavoro, abbattimento delle barriere architettoniche, qualità ambientale ed energetica degli edifici. Grazie all’adesione a Itaca, Anaepa, avrà ancora maggiori opportunità di partecipare ai tavoli di coordinamento delle politiche regionali in materia di appalti pubblici; promuovere e diffondere buone pratiche dei lavori, servizi e forniture pubbliche; favorire attività e strumenti per la prevenzione degli infortuni e la regolarità contributiva del lavoro.


Flussi 2008: Il Decreto quest’anno arriva in anticipo

Nelle prossime settimane il Governo ha intenzione di varare un nuovo Decreto flussi per consentire l’ingresso di lavoratori extracomunitari. La notizia è stata comunicata dal Ministro della Solidarietà Sociale Ferrero al termine del Consiglio dei Ministri dello scorso 27 febbraio. “Nel 2007 – ha dichiarato Ferrero – a fronte di 800mila domande di datori di lavoro il decreto concedeva 170mila permessi. Quest’anno a mio giudizio, bisogna tenere conto della effettiva domanda, anche perché sono richieste di datori di lavoro e non dei lavoratori che cercano un lavoro”. Da quanto anticipato, dovrebbe trattarsi di un Decreto flussi simile a quello utilizzato nel 2006 per l’ampliamento del numero complessivo di quote disponibili. Se il meccanismo verrà confermato, non sarà necessaria alcuna formalità rispetto alle procedure già espletate: le quote saranno aumentate, infatti, sulla base delle graduatorie del Ministero degli Interni. “La proposta che ho avanzato – ha precisato il Ministro – è quella di tener conto delle domande fatte sul Decreto flussi 2007 in modo da evitare che le persone debbano rifare un’altra domanda, ma invece utilizzare quelle 700, 800mila domande che ci sono, e partire di lì rispetto alla quota che ci sarà”. Il Ministro ha anche confermato che quello in via di preparazione va considerato come il Decreto flussi per il 2008, quindi a tutti gli effetti un provvedimento nuovo rispetto a quello dello scorso anno. Ancora nessuna notizia, invece, sull’entità dell’ampliamento di quote che sarà autorizzato.


Dimissioni volontarie, via libera del Ministero al modello unico

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 19 febbraio, è entrata in vigore la nuova disciplina sulle dimissioni volontarie dei lavoratori. Un solo modello informatico, l’unico accettato e che annulla le vecchie modalità, scaricabile dal sito internet del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale (www.lavoro.gov.it). Si chiude così il percorso legislativo della nuova normativa sulle dimissioni volontarie dei lavoratori, iniziato con la legge n.188, approvata il 17 ottobre 2007. La legge sarebbe entrata in vigore con la pubblicazione del decreto interministeriale che ne avrebbe stabilito le caratteristiche tecniche ed organizzative. Fatto il decreto, dunque, la nuova disciplina entrerà in vigore dal 5 marzo 2008, quando un lavoratore, qualsiasi sia la forma contrattuale, per rassegnare le dimissioni dovrà compilare il MDV, il modello di dimissioni volontarie, ed inviarlo al proprio datore di lavoro. La nuova normativa, introdotta per evitare la formula delle dimissioni in bianco, non modifica, però, le vecchie regole previste dalla legge e dai contratti, né per il datore di lavoro né per i dipendenti. Restano infatti in vigore gli obblighi di preavviso e di trattamento di fine rapporto. La novità principale riguarda l’obbligo da parte del lavoratore di presentare in forma scritta le proprie dimissioni, procedura che prima dell’entrata in vigore della legge 188/2007 poteva avvenire anche in altre forme, come ad esempio quella verbale. Dal 5 marzo, quindi, il lavoratore che vorrà dimettersi dovrà usare esclusivamente il modello MDV, scaricabile dal sito del Ministero del Lavoro, ma anche attraverso le Direzioni locali del lavoro, i Centri per l’impiego, gli Uffici comunali e le organizzazioni sindacali, per poi spedirlo in via telematica.


Energia elettrica: la “maggior tutela” va autocertificata

A partire dal 1° marzo 2008 le imprese ammesse al servizio di fornitura di corrente elettrica di “maggior tutela” riceveranno dal loro fornitore di energia, insieme alla bolletta, un modulo per l’autocertificazione. Attraverso tale documento il rappresentante legale dell’azienda dovrà dichiarare che l’attività rappresentata è in possesso dei requisiti previsti dalla legge per la fruizione del servizio “tutelato”. Tre le condizioni indicate come necessarie per fruire delle agevolazioni: essere connessi alla rete solo in bassa tensione; aver meno di 50 dipendenti; non superare i 10 milioni di euro di fatturato annuo o di totale di bilancio. Importante il rispetto del parametro della tensione elettrica, citato senza ulteriori approfondimenti dal modulo di autocertificazione. E’ sufficiente che un’azienda, pur rispondendo ai requisiti dimensionali e patrimoniali previsti dalla definizione di “piccola impresa”, abbia uno o più punti di prelievo di media o alta tensione per essere tagliata fuori dal regime agevolato. Le imprese che non potranno più utilizzare la fornitura in “maggior tutela”, dovranno passare al “servizio di salvaguardia” che prevede tariffe in media più alte. Se il cliente non re-invia il modulo debitamente compilato e sottoscritto entro i tempi stabiliti dall’Autorità, continuerà ad essere servito nell’ambito del servizio di maggior tutela, ma sarà soggetto a controlli. Se nel corso delle eventuali verifiche emergessero irregolarità, l’utenza del cliente sarà trasferita al “servizio di salvaguardia” e lo stesso sarà tenuto a corrispondere per il periodo di uscita dalla “maggior tutela” una cifra corrispondente alla differenza tra le due tariffe.


CONTRATTI Firmato rinnovo del Ccnl per 400.000 dipendenti delle imprese artigiane del settore metalmeccanico Rizzi (Confartigianato): “Riconosciuta la specificità del ‘modello’ artigiano che valorizza la contrattazione regionale”

Oggi, presso il Ministero del Lavoro, le Confederazioni dell’artigianato (Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai) e i Sindacati di categoria (Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil) hanno firmato il rinnovo del contratto nazionale per i 400.000 Leggere di più


Metalmeccanica, raggiunta l’intesa economica sul contratto nazionale

Le Confederazioni dell’artigianato (Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai) e i Sindacati di categoria (Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil) hanno firmato il rinnovo del contratto nazionale per i lavoratori delle imprese artigiane della metalmeccanica, della installazione d’impianti e dell’autoriparazione. Un’intesa sugli adeguamenti salariali, raggiunta dopo una lunga contrattazione tra le parti sociali, che riguarda oltre 400mila lavoratori. All’accordo, firmato il 27 febbraio negli uffici del Ministero del Lavoro, mancano ancora gli aspetti del mercato del lavoro, primo l’apprendistato professionalizzante. Bisognerà aspettare ancora qualche giorno, quando le parti sociali si incontreranno nuovamente per definirne i particolari. Per il quadriennio 2008/2012 è stato previsto un aumento dei salari di 108 euro al livello dell’operaio qualificato, da erogare in due tranches di pari valore. La prima a partire dal primo marzo 2008, la seconda dal primo dicembre 2008. Inoltre, a copertura del periodo di vacanza contrattuale, ai lavoratori verrà concessa una tantum di 410 euro. Soddisfatte le parti sociali, a cominciare da Confartigianato che ha guidato le trattative. “Si tratta di un’intesa importante perché, a differenza delle altre contrattazioni del settore metalmeccanico - sottolinea GiovanMaria Rizzi, Vice Presidente di Confartigianato con delega alle Relazioni Sindacali - è stata confermata la specificità del modello contrattuale dell’artigianato, definito con Cgil, Cisl e Uil nel 2006, che prevede che eventuali aumenti legati alla produttività possano essere distribuiti solo al livello della contrattazione regionale”. “In questo senso – conclude Rizzi – è necessario che il Ministero del lavoro, che presto presenterà alle parti sociali le bozze dei decreti attuativi della normativa sugli sgravi contributivi per il salario di produttività, vari una disciplina di agevole e di piena fruibilità anche per le imprese che fanno contrattazione territoriale”.