Incontro con Veltroni
Confartigianato a confronto con il leader del Pd On. Walter Veltroni. Il Presidente Guerrini: Il 'nuovo' che vogliamo dalla politica: le piccole imprese siano al centro degli interventi per la crescita.
Gli operatori di spiaggia in assemblea a Rimini
Il turismo balneare, almeno a Rimini, è al giro di boa. Lo stesso vale per le tante stazioni turistiche del resto della penisola che nell’ultimo decennio hanno puntato sulla destagionalizzazione, per inseguire clienti che si muovono ormai tutto l’anno e che al mare - forse non proprio in spiaggia - ci vogliono andare anche nel fuori stagione. In tante località hanno fatto l’errore di Rimini: hanno spostato il baricentro dell’offerta turistica troppo sul fuori stagione e verso l’entroterra, depotenziando così i servizi di balneazione. Un problema grave, ma solo uno dei tanti che pesano sul turismo balneare. La denuncia viene da Giorgio Mussoni, Presidente degli operatori di spiaggia aderenti a Oasi Confartigianato, che, nel corso dell’assemblea nazionale di categoria che si è tenuta ai primi di marzo a Rimini, ha tracciato il quadro delle emergenze del comparto a un passo dall’inizio della stagione. La stagione con la ‘s’ maiuscola, quella estiva. Canoni e classificazione dell’arenile, riduzione dell’Iva, lotta all’abusivismo, questi gli argomenti all’ordine del giorno, sui quali il Presidente Mussoni ha chiesto l’intervento della politica. Partendo proprio dall’ultimo punto, che secondo Mussoni, tanto ultimo non è. “Ci sono sei o sette corpi di forze dell’ordine che controllano i bagnini d’estate. Vorremmo che altrettanta attenzione ci fosse per quanto accade a venti metri di distanza, sulla battigia, dove in molti punti per i turisti è difficile guadagnare il mare per la presenza ingombrante e arrogante dei venditori abusivi”. Di qui l’invito alle Capitanerie di porto perché orientino “la propria attenzione e le proprie energie per mantenere la battigia libera, consentendo la circolazione dei bagnanti, cosa ormai impossibile”. E ancora una proposta: l’istituzione di un numero telefonico apposito “per consentire agli operatori di collegarsi con i centri operativi delle forze dell’ordine e realizzare gli interventi nel tempo più breve possibile”. Ma non sono solo i “vu’ cumprà” a preoccupare gli operatori di spiaggia. Preoccupa anche il balzello dell’Iva che per il settore è al 20%. “La legge 135 sul turismo – ricorda Mussoni – da alcuni anni classifica gli stabilimenti balneari come imprese turistiche. Ma non sono state aggiornate le tabelle. Per questa dimenticanza paghiamo l’Iva al 20% contro il 10% degli alberghi. Quello dell’Iva è un aspetto che va armonizzato anche nei confronti dei nostri competitori: Francia e Spagna fanno pagare ai clienti appena il 6%”.
Fine Chocolate Organization per la tutela del cioccolato di qualità
La Fine Chocolate Organization nasce con due obiettivi fondamentali: valorizzare il cioccolato italiano di qualità e creare una filiera corta per la lavorazione di quello che un tempo veniva definito il cibo degli dei. Accorciando la filiera, si potranno così cancellare le distanze, non solo geografiche, tra la migliore qualità di cacao, quello sudamericano, e la più prestigiosa lavorazione del cioccolato, quella artigiana italiana. Lo conferma Silvio Bessone, Presidente della neonata associazione, nonché numero uno dei Cioccolatieri di Confartigianato: “La Fine Chocolate Organization - ha dichiarato Bessone - rappresenta una grande opportunità per tutti i cioccolatieri artigiani italiani. Creare un fronte unito per l’approvvigionamento del cacao permetterà di sviluppare una filiera corta del cioccolato, che garantirà una migliore conoscenza delle origini da parte dei cioccolatieri italiani, una maggiore forza contrattuale e significativi vantaggi in termini di qualità e prezzo, ma nel rispetto dei principi etici e sociali che dovrebbero caratterizzare la produzione del Cioccolato Artigianale di Alta Qualità”. L’Organizzazione nasce dalla collaborazione tra Confartigianato, l’Istituto Italo Latino Americano (IILA) e CNA e punta ad essere la piattaforma di confronto ed incontro tra le due estremità della filiera produttiva del cioccolato di qualità. Un incontro agevolato dal comune patrimonio di tradizioni e capacità che alimentano la coltivazione latinoamericana del cacao e la lavorazione italiana del cioccolato. In più, abbreviando il percorso della filiera, i vantaggi saranno “anche e soprattutto per i consumatori. Infatti - spiega Arcangelo Roncacci, responsabile di Confartigianato Alimentazione - tra i nostri obiettivi vi è anche quello di garantire la tracciabilità del prodotto per consentire agli amanti del cioccolato di operare scelte consapevoli, in piena trasparenza e sicurezza”. La Fine Chocolate Organization, infine, punta anche a sviluppare i due mercati alimentari. Da una parte, promuovendo ed incrementando l’esportazione del cioccolato italiano, dall’altra creando un polo di formazione permanente e di controllo della qualità del cacao coltivato in Sud America, soprattutto in Ecuador e Perù, la materia prima che poi sbarca nelle botteghe dei cioccolatieri italiani. Il prossimo passo della Fine Chocolate Organization, dopo il battesimo romano del 5 marzo scorso, sarà la realizzazione del Choco-Caribe a Santo Domingo e l’affermazione del portale ufficiale dell’organizzazione, www.finechocolate.com.
Confartigianato incontra Veltroni
Le quattro richieste di Confartigianato per “liberare l’impresa” hanno incassato il parere positivo del candidato premier del Partito Democratico, Walter Veltroni, che questa mattina ha incontrato la Giunta esecutiva di Confartigianato riunita nella sede di Roma. Ridurre il peso della burocrazia, ridurre i tempi della giustizia (“i ritardi costano alle imprese 2.3 miliardi di euro”, ha rimarcato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini), abbassare la pressione fiscale e semplificare gli adempimenti, liberalizzare i mercati protetti, “sono obiettivi in sintonia con il nostro programma” ha dichiarato il candidato premier. In sintonia con il programma è anche il riconoscimento del ruolo svolto dalle micro e piccole imprese per la crescita economica e per lo sviluppo dell’occupazione, un altro dei punti considerati essenziali dal Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini. “La struttura dell’Italia – ha spiegato Veltroni – è fatta da quelle persone che la mattina alzano la saracinesca. Persone che tengono su il Paese. L’Italia non è più il paese delle grandi industrie, è tenuta in piedi dalla miriade di piccoli imprenditori. Che producono il 30,8% del valore aggiunto, contro il 20% della media dell’Unione Europea”. Un ruolo di prima grandezza nella crescita del Paese che Guerrini ha evidenziato proponendo anche un secondo dato. “Nel 2006 gli addetti delle piccole e micro imprese sono cresciuti di 517mila unità, mentre nello stesso periodo le imprese medie e grandi ne hanno perso 131mila”. Condivisione anche sulla proposta di Confartigianato di istituire, presso la Presidenza del Consiglio, un’Agenzia per le Micro e Piccole Imprese, che coordini le politiche settoriali sostenendo il punto di vista delle MPI, che valuti l’impatto delle norme sulle MPI, che elabori un rapporto annuale sulle MPI, analogo a quello a quello redatto annualmente dal Presidente degli Stati Uniti. A questo proposito, così si è espresso Walter Veltroni, “chiederemo a Confartigianato di mettere al servizio del Paese risorse umane del vostro mondo per la direzione di questo importante strumento”. Le priorità del Paese, secondo Veltroni, si legano strettamente a quelle delle imprese. “Crescere, crescere, crescere. La crescita è l’emergenza del nostro Paese, perché se non c’è crescita della ricchezza, l’Italia avrà grossi problemi”. Ancora una volta la spinta dovrebbe arrivare dalle PMI. “La scelta riformista dell’innovazione deve essere fatta con grande urgenza: il cambio euro-dollaro continua a crescere. Sale il costo dell’energia e delle materie prime. Bisogna tirare fuori la testa e spingere l’acceleratore. Bisogna fare come le piccole imprese: rischiare e innovare. Senza questo il Paese è fermo: negli ultimi quindici anni la politica si è seduta sul Paese come un enorme elefante. Abbiamo perso 11 punti di Pil”. Per sostenere lo sviluppo delle imprese, Veltroni, oltre alla semplificazione - cavallo di battaglia del leader del PD che ha espresso il desiderio-impegno di un ‘Paese semplice’ - ha proposto alcuni interventi sul piano fiscale: riduzione del numero degli adempimenti e abbassamento generalizzato di almeno un punto della pressione fiscale, una misura, quest’ultima da ottenersi attraverso proporzionali tagli alla spesa pubblica. Ma ancora prima di crescere, le imprese dovrebbero poter nascere. Un problema non da poco che in Italia ha un nome preciso: burocrazia. “Un’impresa in un giorno”. E’ l’impegno di Walter Veltroni, che così ha illustrato la proposta. “Lo Stato è troppo lento. Esige dal cittadino documentazioni che lo Stato ha già. Per aprire un’impresa deve bastare un’autocertificazione. I controlli non vanno fatti a monte ma a valle. Oggi funziona così: ti rendo difficile tutto quello che c’è prima, e poi faccio un condono. L’Italia è uno stato prussiano con chi vuole imprendere, salvo poi chiudere gli occhi quando deve controllare”. Veltroni, nel giorno del rush finale del decreto attuativo della legge delega sulla sicurezza sul lavoro, precisa, poi, un passaggio. “Oltre all’autocertificazione, serve, chiaramente, il rispetto di tutti gli adempimenti previsti dalla legge 626 in tema di sicurezza”. Contro gli infortuni sul lavoro, secondo Veltroni, “occorre aumentare la prevenzione incrementando i livelli di formazione. Questo vale per tutti i lavoratori, ma soprattutto per quelli interinali che oggi hanno un corso di 32 ore. Occorre una formazione continua che accompagni il lavoratore nella sua vita professionale”. Nell’intervento che ha preceduto quello di Veltroni, il Presidente di Confartigianato aveva sottolineato un altro aspetto legato alla prevenzione degli incidenti, non meno importante: il corretto utilizzo dell’avanzo di gestione INAIL. “Se il miliardo di euro di avanzo della gestione separata dell’artigianato fosse impiegato per la prevenzione, e non disperso in mille rivoli, quella sì sarebbe un’azione incisiva. L’artigianato, dal 2000 al 2006, ha ridotto dell’11% gli incidenti sul lavoro. Molto si è fatto. Anche la tragedia di Molfetta dimostra, purtroppo, che i nostri imprenditori condividono l’ambiente di lavoro con i loro dipendenti ”. Sul fronte delle liberalizzazioni, al Presidente Giorgio Guerrini, che nel suo intervento aveva segnalato che queste alla fine avevano colpito solo i ‘piccoli’ e cioè taxisti, parrucchieri, panettieri, e non gli ordini professionali, le banche, le assicurazioni e i servizi pubblici - un concetto rafforzato anche dal Segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli - il candidato premier ha risposto. “Condividiamo l’approccio top-down. Serve a poco liberalizzare alcuni ‘piccoli’ se poi non si superano le rendite di posizione dei ‘grandi’. Ad esempio noi vogliamo contrastare l’offensiva delle utilities nel mercato del post –contatore, un’offensiva che in molti casi si configura come un vero e proprio abuso di posizione dominante”. Sul fronte della concertazione, la ricetta è chiara. “Serve un modello di concertazione nuova che ponga al centro la crescita e il tessuto delle PMI. E’ essenziale l’apporto di Confartigianato e delle altre organizzazioni datoriali: non c’è solo Confindustria”.
Nasce ‘Fine Chocolate Organization’: la grande sfida del Cioccolato Artigianale di Qualità Un’Associazione per promuovere una ‘filiera corta’ del Buon cioccolato di qualità
Valorizzare il cioccolato italiano di qualità e sviluppare una filiera corta del cioccolato: sono questi i principali obiettivi della Fine Chocolate Organization, la nuova realtà Leggere di più