Ici: i chiarimenti ufficiali delle finanze

Arrivano i chiarimenti ufficiali del Ministero dell’Economia e delle Finanze sull’esenzione dall’ICI sulla prima casa, misura introdotta dal Governo Berlusconi con il Decreto Legge 93/2008. A pochi giorni dalla data di scadenza del versamento dell’acconto sull’imposta per l’anno 2008 (16 giugno), il Dipartimento delle Finanze riepiloga e chiarisce le condizioni che permettono di fruire della misura, e scioglie alcuni nodi interpretativi, come, ad esempio quello relativo alle unità immobiliari in comproprietà, alle pertinenze dell’abitazione principale e agli immobili assimilati alla stessa. Confermato che la misura non riguarderà le abitazioni signorili (A1), le ville (A8), i castelli e i palazzi storici (A9). L’oggetto dell’esenzione è ben inquadrato fin dalla premessa: “L’unità immobiliare adibita ad abitazione principale dal soggetto passivo”, in sostanza, quella in cui il soggetto ha la residenza anagrafica. In realtà i soggetti possono essere più di uno, come nell’ipotesi di un immobile che rappresenta l’abitazione principale per più comproprietari. In tal caso l’esenzione spetta a ciascun comproprietario. Restando alla fattispecie della comproprietà, se l’unità immobiliare costituisce l’abitazione principale solo per alcuni comproprietari, l’esenzione riguarda solo i soggetti che l’hanno adibita ad abitazione principale. Prevista anche l’eventualità di un’abitazione indicata come principale solo per una parte dell’anno: l’esenzione è concessa unicamente per tale periodo. La risoluzione ministeriale conferma che l’esenzione dall’ICI riguarda anche le pertinenze dell’abitazione principale. Questo in via generale. Infatti se il Comune in cui ricade l’immobile ha disciplinato le pertinenze, ad esempio limitandole ad un numero massimo o a determinate categorie catastali, o stabilendo distanze massime dall’abitazione principale, l’esclusione dall’imposta riguarda solo le pertinenze considerate tali dai singoli regolamenti. Sempre in tema di regolamenti comunali, è chiarito che l’esenzione si applica a tutti gli immobili che il Comune ha assimilato alle abitazioni principali attraverso un apposita regolamentazione. Ma solo se l’assimilazione è avvenuta prima dell’entrata in vigore del decreto legge (29 maggio 2008). Diversamente l’imposta è dovuta. I chiarimenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze affrontano anche il caso dell’esenzione dell’ICI sul “tetto coniugale”, quando il matrimonio è naufragato. Se il proprietario dell’immobile non ne risulta assegnatario, e se lo stesso non possiede un altro immobile destinato ad abitazione principale in quel comune, l’ICI non risulta applicabile.


Il “Made in” della moda da oggi è doc

La moda ‘Made in Italy’, quella realizzata davvero in Italia, da oggi sarà riconoscibile grazie ad una speciale etichetta, che certificherà il luogo in cui sono state eseguite le varie fasi di lavorazione del prodotto. Attraverso le indicazioni riportate sull’etichetta il consumatore potrà ricostruire tutta la filiera produttiva di capi di abbigliamento, calzature e accessori ed essere così certo di acquistare un prodotto di qualità garantita. Per comprendere l’importanza della tracciabilità applicata al settore della moda, basta considerare i risultati di una recente indagine, dalla quale è risultato che oltre il 58% dei prodotti del tessile-abbigliamento immessi sul mercato italiano non riporta indicazioni circa l’origine, e che circa il 70% degli stessi presenta fibre dannose per la salute, in alcuni casi addirittura cancerogene. Dopo due anni di lavoro e una lunga fase di sperimentazione è diventato operativo il sistema di tracciabilità volontario del sistema TAC (Tessile, Abbigliamento, Calzaturiero) elaborato dall’ITF, l’organismo delle Camere di Commercio per la valorizzazione del sistema moda. Sono 11 le aziende che possono già fregiarsi dell’etichetta T&F “Tracciability & Fashion”, un numero destinato a crescere velocemente dal momento che decine di imprese provenienti da tutta Italia si stanno sottoponendo alla procedura di valutazione che porterà al rilascio dell’etichetta. “Sono soddisfatto per il lavoro svolto in tutto questo tempo – dichiara Stefano Acerbi, Presidente di Confartigianato Federazione Moda –. Finalmente siamo riusciti a far dotare il sistema produttivo TAC di uno strumento che consentirà al consumatore di avere tutte le informazioni necessarie per effettuare un acquisto realmente consapevole”. Le imprese che decidono di rendersi “trasparenti”, aderendo al sistema di tracciabilità volontario, dovranno rispondere ad alcuni prerequisiti giudicati essenziali: dovranno disporre di un sistema organizzativo e documentale tale da dimostrare il Paese dove sono avvenute tutte le fasi e le sottofasi di lavorazione del prodotto;


Ancora un anno per la comunicazione degli incidenti sul lavoro “a fini statistici e informativi”

Slitta al 1° giugno 2009 l’obbligo per le imprese di comunicare all’Inail, “a fini statistici ed informativi”, i dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino l’assenza del dipendente per almeno un giorno, escluso quello dell’evento. Lo ha stabilito il Governo nel decreto legge 3 giugno 2008 n.97, recependo le segnalazioni e le critiche di Confartigianato. Nei giorni scorsi la Confederazione aveva rivolto un interpello al Ministero del lavoro e della previdenza sociale. In base all’intervento, il Ministero aveva emanato i primi correttivi alla misura chiarendo che la comunicazione obbligatoria scatterà solo quando verranno definite e rese pubbliche le regole di funzionamento del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (S.I.N.P.). Il Ministero ha chiarito anche che nulla cambia rispetto agli obblighi previsti dall'articolo 53 del Testo Unico: il datore di lavoro ha a disposizione due giorni – da quello in cui ha avuto notizia dell’evento – per denunciare, e per registrare sull’apposito registro, un infortunio per il quale è stata emessa una prognosi di almeno tre giorni.


Fonti rinnovabili, nuova energia per le piccole imprese

Confartigianato entra a far parte del Tavolo di monitoraggio dell’energia da fonti rinnovabili, il TMR, costituito dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. Un risultato che premia l’impegno di Confartigianato affinché possano essere colte, per gli imprenditori ed i consumatori, le opportunità del mercato delle energie rinnovabili, tema quanto mai attuale in tempi di risparmio energetico, petrolio alle stelle e dibattiti sul ritorno al nucleare. L’esigenza di offrire servizi energetici sempre più convenienti ed innovativi alle piccole imprese è una convinzione che da tempo anima Confartigianato e che, proprio durante l’ultima Convention dei Servizi, ha ricevuto l’ennesima conferma. La presenza al Tavolo di monitoraggio rappresenta, dunque, un’altra tappa positiva in campo energetico, dopo il buon esito dell’incontro tra Giorgio Guerrini, Presidente di Confartigianato, e Alessandro Ortis, Presidente dell’Autorità per l’Energia. Quell’incontro, infatti, ha evitato che la tariffazione per fasce orarie dell’energia elettrica si trasformasse in un colpo di grazia per i bilanci delle piccole imprese artigiane.


IN BREVE - Lavoratori in trasferta, l’Inail chiude la vicenda

La Direzione generale dell’Inail scrive il terzo e ultimo capitolo della vicenda della comunicazione dei lavoratori in trasferta. Con una nota interna, infatti, l’Istituto per gli infortuni sul lavoro ha precisato che l’obbligo di comunicare l’invio di lavoratori in trasferta riguarderà soltanto i lavoratori che saranno esposti a rischi diversi da quelli per cui sono già assicurati. Se al lavoratore saranno affidate mansioni diverse, quindi, l’impresa dovrà comunicarlo all’Inail, diversamente l’obbligo non vale. L’Inail, dunque, ridimensiona ancora una volta un obbligo che non era piaciuto affatto agli imprenditori italiani, con Confartigianato pronta a mettersi di traverso sull’ennesima pratica fotocopia. Infatti, si legge nell’ultima nota di precisazione dell’Inail, le informazioni richieste per i lavoratori in trasferta sono recuperabili dai moduli di denuncia del Testo Unico degli infortuni.


Meeting Confartigianato persone - L’uomo in una società in evoluzione, che migra ed invecchia

Protagonista del primo Meeting Nazionale di Confartigianato Persone, che si è svolto a Senigallia dal 28 al 31 maggio scorsi, è l’uomo. L’uomo come imprenditore, ma non solo. Come migrante in una società sempre piùmultietnica e globalizzata, come cittadino fruitore dei servizi pubblici sanitari e come parte integrante di una società che vede aumentare continuamente la propria aspettativa di vita. Di tutti questi aspetti si è parlato a Senigallia con tre tavole rotonde tematiche. La prima, dall’emblematico titolo “L’imprenditore come Uomo”, ha visto la conduzione del sociologo Giulio De Rita e gli interventi dell’onorevole David Favia, del prof. Gian Luca Gregari, vicepreside della facoltà di Economia dell’Università Fuà di Ancona, di Giorgio Cataldi, responsabile dell’Ancos e coordinatore del Caaf Confartigianato, di Tullio Uez, vicepresidente di Confartigianato, e di Claudio Latini, dell’Ufficio comunicazione dell’Associazione di Ancona. Gli interventi si sono concentrati sui ritmi, non soltanto imprenditoriali, della società moderna. “I tempi ed i modi di vita attuali ci impongono - ha sottolineato il prof. Giulio De Rita - un’attenta riflessione sull’uomo e sul suo ruolo nella società moderna. Abbiamo istituito l’Osservatorio uomo - imprenditore proprio per studiare l’economia della persona, con gli elementi necessari che lo arricchiscono e lo preparano alla “sopravvivenza” in una società che ha perso di vista i bisogni sociali dell’uomo”. A seguire, nella sala della Mediateca della biblioteca di Senigallia, si è parlato di economia e sanità durante la tavola rotonda dal titolo “Invecchiamento della popolazione”. Tema centrale dei lavori, condotti dalla dott.ssa Maria Lucchetti, è stata la risposta in termini di beni e servizi che la sanità deve offrire ad una società che sta cambiando ed invecchiando e che, per questo, ha bisogno di nuova offerta di servizi. Tra le riposte ai nuovi stili di vita della società moderna c’è anche quella dell’integrazione tra culture diverse. Accogliere e condividere esperienze e bagagli culturali appartenenti a realtà diverse. Per questo, durante la manifestazione di Senigallia, una tavola rotonda ha discusso le politiche legate all’immigrazione, e quindi alle pratiche necessarie per eliminare le discriminazioni razziali, innanzitutto dai luoghi di lavoro. Ne hanno parlato Antonio Payar, che ha illustrato alla platea l’esperienza dello “Sportello immigrazione”, e Matilde Di Venere, responsabile per Confartigianato del Progetto Ahead. Un progetto ambizioso che, utilizzando diversi strumenti, tra cui una guida allegata a Il Sole 24 Ore, cerca di “educare” aziende e imprese alla cancellazione delle discriminazioni etniche nel mondo del lavoro. Considerando, infatti, che il lavoro rappresenta un momento decisivo per l’aggregazione culturale e l’integrazione sociale.