CONTRATTI - Odontotecnici, rinnovato il contratto di lavoro
Confartigianato, le altre Organizzazioni dell’artigianato e le sigle di categoria dei sindacati dei lavoratori hanno firmato il rinnovo del contratto collettivo nazionale delle imprese odontotecniche. Un’intesa che riguarda 20mila dipendenti delle 15mila imprese del settore. L’accordo, firmato il 18 giugno e valido per il triennio 2005 - 2008, prevede un aumento medio mensile di 108,24 euro per l’operaio qualificato, da corrispondere in due tranches di pari importo. La prima dal primo luglio 2008, la seconda dal primo novembre 2008. Imprenditori e sindacati dei lavoratori hanno raggiunto l’intesa anche per il riconoscimento di una cifra “una tantum” a copertura del periodo di vacanza contrattuale. I lavoratori riceveranno così 464 euro, anche questi da corrispondere in due rate di pari importo. La soddisfazione per l’intesa sul rinnovo del contratto nazionale, che il Presidente di Fe.Na.OD.I. Confartigianato, Giancarlo Salvatori, ha definito “un buon risultato, tanto per i lavoratori quanto per le imprese del settore”, non distoglie però l’attenzione della categoria da quello che resta l’obiettivo primario: l’inserimento degli odontotecnici tra le professioni sanitarie. Un obiettivo fondamentale per la sopravvivenza della categoria. “Il vero problema per le imprese del settore - conferma il Presidente Salvatori - è rappresentato dall’inadeguata definizione professionale della categoria, ancora ferma a quella attribuita nel 1928. Fe.Na.OD.I. Confartigianato, pertanto, proseguirà la propria battaglia per il riconoscimento del profilo professionale sanitario degli odontotecnici. Il nostro obiettivo - conclude - è quello di entrare a pieno titolo tra le professioni sanitarie, riuscendo a rispondere alla concorrenza delle protesi a basso costo provenienti da Paesi come la Cina, la Turchia e l’India”.
Decreto flussi 2007: le criticità dei ‘click days’ segnalate al Ministro Maroni
Le premesse per evitare i disagi che ormai da anni si accompagnano alla presentazione delle richieste di ingresso dei lavoratori extracomunitari questa volta c’erano tutte. La macchina messa a punto dal Viminale in occasione del decreto flussi 2007 sembrava perfetta: niente più code estenuanti davanti agli sportelli delle Poste, grazie a una nuova procedura telematica “che consente a ciascuno di compilare la propria domanda di assunzione da casa”, si legge in una nota del Ministero degli Interni. In più, per evitare che le code si spostassero dalle Poste alle reti digitali, sotto forma di ingorghi telematici, gli Interni avevano stabilito l’invio scaglionato delle domande in tre date successive, i ‘click days’ del 15, 18 e 21 dicembre. Ma le accortezze non finivano qui. Per agevolare il più possibile la compilazione delle pratiche, colmando così eventuali gap linguistici o tecnologici dei richiedenti, le Organizzazioni imprenditoriali, tra queste Confartigianato, erano state coinvolte nel progetto grazie a uno specifico Protocollo d’Intesa operativo a livello nazionale. Nonostante questo, nonostante il grande spiegamento di mezzi tecnologici e di risorse umane qualcosa è andato storto. Non tutto, certo, ma una gran parte sì. Non ha funzionato, ad esempio, la corsia preferenziale di cui dovevano godere le Organizzazioni imprenditoriali per l’inoltro delle pratiche, in forza della particolare formazione del personale addetto, capace di istruire domande “a prova d’errore”. Anzi, è successo l’opposto: il sistema del Viminale ha favorito l’acquisizione delle pratiche singole, e ha messo in coda quelle cumulative presentate dalle Organizzazioni. E visto che il primo criterio per la selezione delle richieste era quello temporale, (banalizzando, ‘prima si arrivava e più possibilità c’erano’), ecco che mesi di lavoro degli uffici delle Organizzazioni datoriali sono stati vanificati. Grandi numeri: a fronte di 701.510 domande pervenute al Viminale (per 170.000 permessi di ingresso), ben 363.941 sono state inviate dai patronati. A questo problema, immediatamente segnalato da Confartigianato e dalle altre Organizzazioni, al Ministero degli Interni, ne sono seguiti via via altri non meno gravi. In questi giorni gli Sportelli unici per l’Immigrazione stanno definendo, ancora una volta con grande lentezza, le pratiche di ingresso, e Confartigianato, congiuntamente alle altre Organizzazioni datoriali, ha avviato una serie di contatti con il nuovo Ministro degli Interni Maroni per segnalare tutte le difficoltà incontrate lo scorso anno. Con l’obiettivo di apportare quei ritocchi a una procedura che, così com’è, proprio non funziona.