La Finanziaria a prova di PMI
A pochi giorni dall’Assemblea annuale di Confartigianato, il Governo ha dato via libera alla manovra Finanziaria 2009, un provvedimento varato a tempo di record (il Consiglio dei Ministri ha licenziato il testo in soli quaranta minuti) e in largo anticipo rispetto agli anni precedenti. Il perché di tanta celerità lo ha spiegato il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi intervenuto all’Assemblea Confederale. Il Ministro, oltre ad aver accolto molte delle proposte della Confederazione per rimettere in moto l’economia del Paese, ha accolto anche l’appello del Presidente Guerrini a fare presto: “Occorre promuovere da subito – ha detto Sacconi – una serie di iniziative rivolte insieme alla crescita, alla stabilità finanziaria, alla coesione sociale”. Agganciato al piano per la stabilizzazione dei conti pubblici e per lo sviluppo targato Tremonti, una manovra triennale da quasi 35 miliardi di cui 13,1 nel 2009 (oltre 9 miliardi di tagli alle spese e quasi 4 miliardi di entrate), che si sviluppa attraverso due provvedimenti: un decreto legge e un disegno di legge ‘collegato’. In più un Ddl delega sulla riforma del pubblico impiego. Secondo le intenzioni del Governo, il Parlamento dovrebbe approvare i provvedimenti entro l’estate, mentre per settembre è previsto il voto definitivo sulla Finanziaria. I tempi, per una volta, sono quelli giusti. L’architettura d'insieme del disegno di legge è chiara: la scure si abbatte sulla burocrazia, sulle inefficienze della Pubblica Amministrazione, sull’iper proliferazione di leggi, sui mercati ancora protetti e non liberalizzati, e risparmia le piccole imprese. Che al contrario potranno fruire di provvedimenti mirati, perché, come ha scritto Albero Orioli su “il Sole 24Ore”, “La Finanziaria è modellata su un manichino che ha la taglia delle piccole e piccolissime imprese”. Confermato, dunque, il cambio di orizzonte operato dal Governo attraverso la manovra. Un dato che emerge con particolare chiarezza soprattutto dagli interventi in materia fiscale: le nuove norme, infatti, incidono in senso restrittivo su alcuni soggetti (banche, assicurazioni, imprese petrolifere e cooperative) e su taluni istituti (residenze fittizie all’estero e agevolazioni in materia di stock option), lontani dal sistema delle micro e piccole imprese, mentre le disposizioni che interessano queste ultime vanno nel segno della semplificazione degli adempimenti (tra tutti: la soppressione degli elenchi clienti e fornitori, l’entrata in vigore degli studi di settore). Per il ‘popolo delle partite IVA’, provenienti da due anni di forti tensioni con l’Esecutivo, sembra inaugurarsi un periodo di relativa tranquillità: non più criminalizzazioni a senso unico di intere categorie ma la consapevolezza che il cuore produttivo del Paese è la micro e piccola impresa. Di seguito i principali provvedimenti in materia di Fisco, Lavoro e Previdenza, Politiche economiche, Semplificazioni amministrative e Giustizia, sui quali il Governo punta per rilanciare l'economia delle micro e piccole imprese. - FISCO - STUDI DI SETTORE - Disposta l’approvazione degli Studi entro il 30 settembre, con relativa entrata in vigore entro la fine dell’anno. Prevista una deroga per il 2008: approvazione degli studi entro il 31 dicembre. E’ stata finalmente accolta la richiesta delle Confederazione che in più occasioni ha rappresentato la necessità per le imprese di conoscere i risultati di GERICO non a periodo di imposta chiuso. Confartigianato ritiene, però, che l’anticipazione di sei mesi del termine di approvazione non è sufficiente: le imprese rischiano di conoscere il risultato di GERICO a ridosso della chiusura del periodo di imposta. ADEGUAMENTO DEGLI STUDI DI SETTORE ALLE REALTÀ ECONOMICHE TERRITORIALI – Introdotta una norma programmatica in base alla quale nel 2009 gli studi di settore verranno elaborati su base regionale o comunale. L’elaborazione avverrà con criteri di gradualità entro il 2013. Garantita la partecipazione dei Comuni. ABROGAZIONE DEGLI ELENCHI CLIENTI E FORNITORI – Arriva finalmente al termine la battaglia condotta da Confartigianato per cancellare un adempimento inutile e gravoso per le imprese. Nell’ottica della semplificazione il Governo ha previsto la soppressione dell’obbligo di invio telematico degli elenchi clienti e fornitori, ritenuto un provvedimento di facciata e non di ausilio al contrasto dell’evasione. SOPPRESSIONE DELLE GARANZIE PER LE RATEIZZAZIONI – Soppresso l’obbligo di presentazione di garanzie fideiussorie in caso di richiesta di rateizzazione di somme iscritte al ruolo di importo superiore a 50.000 euro. Cambiano, inoltre, le scadenze delle rate mensili. UTILIZZO DEL CONTANTE – Cancellato il limite di 5.000 euro per le transazioni con denaro contante. Ripristinata la precedente soglia di 12.500 euro prevista dalla normativa antiriciclaggio. PLUSVALENZE REINVESTITE – Diventano esentasse le plusvalenze derivanti da cessione di partecipazioni se, entro due anni dal loro conseguimento, sono reinvestite nel capitale di società che svolgono la stessa attività e che sono costituite da non più di tre anni. Le plusvalenze che non concorrono alla formazione dell'imponibile sono quelle realizzate dalla cessione di partecipazioni in società costituite da non più di sette anni e che sono possedute da almeno tre anni. - LAVORO E PREVIDENZA - CUMULO LAVORO-PENSIONI – Abolito a decorrere dal 1° gennaio 2009 il divieto di cumulo tra pensioni e redditi di lavoro dipendente e autonomo, sia per le pensioni liquidate con il metodo retributivo, sia per quelle liquidate con il metodo contributivo. INDICI DI CONGRUITÀ DELLA MANODOPERA – Abrogati gli indici di congruità della manodopera impiegata nelle opere o nei servizi. APPRENDISTATO – In materia di apprendistato, si prevede che, in caso di formazione esclusivamente aziendale, venga affidato alla contrattazione collettiva, anche territoriale, o agli enti bilaterali, il compito di definire i profili formativi dell’apprendistato professionalizzante e la nozione di formazione aziendale e di determinare, per ciascun profilo formativo, le modalità di erogazione della formazione, di riconoscimento della qualifica professionale ai fini contrattuali e di registrazione nel libretto formativo. Eliminato il limite minimo di durata di due anni dell’apprendistato professionalizzante. In sede di conversione del Decreto legge, Confartigianato proporrà una modifica per chiarire che la contrattazione collettiva può determinare la retribuzione degli apprendisti anche in maniera graduale rispetto all’anzianità di servizio. TESSERA DI RICONOSCIMENTO IN APPALTI E SUB APPALTI – Abolita la sanzione amministrativa da 2.500 a 10.000 euro per i datori di lavoro che occupano in appalti e sub appalti lavoratori privi della tessera corredata da fotografia e generalità. DIMISSIONI VOLONTARIE – Cancellata la norma che imponeva l’utilizzo di moduli ministeriali per le dimissioni volontarie. LAVORO INTERMITTENTE – Ripristinata la precedente disciplina. LAVORO PART-TIME - Abrogate le penalizzazioni contributive per i lavori part-time inferiori alle 12 ore settimanali. VISITA MEDICA PREASSUNTIVA PER APPRENDISTI – Abolita. REGISTRO ORARIO DELL’AUTOTRASPORTO – Abolito. LIBRI PAGA E MATRICOLA – Aboliti i libri paga e matricola e contestuale abrogazione della sanzione amministrativa da 4.000 a 12.000 euro in caso di omessa istituzione e esibizione degli stessi. Prevista l’istituzione del Libro unico del lavoro: esibizione obbligatoria anche a mezzo fax o posta elettronica. Tale modalità è prevista anche nel caso di imprese con una pluralità di sedi operative o con cantieri. - POLITICHE ECONOMICHE - INTERNAZIONALIZZAZIONE – Cancellate le leggi 394/1981 e 304/1990. Introdotte nuove misure per unificare e gestire in modo integrato le risorse destinate al sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese. Unificati i fondi destinati a studi di fattibilità e prefattibilità e ad altre azioni di penetrazione commer
Confartigianato e Progetto Artigiani creano 1507 nuovi posti di lavoro
Sostenere le piccole imprese nello sviluppo della propria competitività sui mercati e rilanciare la creazione di nuovi posti di lavoro. Con questi due obiettivi è nato il Progetto Artigiani, i cui risultati sono stati presentati a Palazzo Rospigliosi, a Roma, il 27 giugno 2008. All’evento conclusivo del Progetto, promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, finanziato dal Fondo Nazionale per l’Occupazione e realizzato da Italia Lavoro, sono intervenuti i rappresentanti di Confartigianato e delle altre Organizzazioni dell’artigianato che hanno preso parte all’iniziativa, CNA, Casartigiani e CLAAI. Presenti al convegno, dal titolo “Modelli di sviluppo per la crescita dell'occupazione nel sistema delle imprese artigiane”, il Sottosegretario al Lavoro, Salute e Politiche sociali Pasquale Viespoli, l’Amministratore Delegato di Italia Lavoro Natale Forlani, il Direttore Generale del Ministero del lavoro Matilde Mancini, il Responsabile del Progetto Domenico Bova, il Direttore delle Politiche Economiche di Confartigianato Bruno Panieri e i rappresentanti delle altre Organizzazioni dell’artigianato. Tra i risultati raggiunti, oltre alla creazione di 19 laboratori per l’innovazione e a 15 tra filiere e reti d’imprese, Progetto Artigiani ha incentivato l’assunzione di 1507 addetti in più di 700 imprese artigiane italiane. Assunzioni a tempo indeterminato, soprattutto, a conferma “delle potenzialità occupazionali delle imprese artigiane che offrono lavoro stabile e duraturo soprattutto per i giovani”, come ha sottolineato Bruno Panieri, Direttore delle Politiche economiche di Confartigianato. In particolare, la fetta più cospicua ha riguardato l’assunzione di operai ed impiegati generici. Ma, escluse queste due prime categorie, l’artigianato ha confermato la tendenza a ricercare figure specializzate, i cosiddetti “mestieri”. Soprattutto manovali, falegnami, elettricisti, parrucchieri e pasticcieri. La globalizzazione è una realtà ormai consolidata, dove competizione, tecnologie avanzate e mercati transnazionali rappresentano una sfida le imprese artigiane. Proprio per permettere a queste piccole ma fondamentali realtà produttive di rispondere alle sfide della globalizzazione, Progetto Artigiani ha sviluppato per loro modelli innovativi di sviluppo, provando a rafforzarne le potenzialità, favorendone l’innovazione dei processi produttivi e valorizzando le eccellenze tipiche dell’artigianato e dei territori. “I risultati del Progetto confermano che è possibile far lavorare insieme le imprese e in tal modo renderle più competitive - ha aggiunto Panieri - Insomma, il Progetto ci ha consentito di cogliere la sfida dell’aggregazione tra imprese, dimostrando che si può diventare grandi, restando piccoli”. Una tesi rilanciata da Pasquale Viespoli, per il quale, Progetto artigiani, “oltre a confermare l’importanza del ruolo dell’artigianato e dell’aggregazione in distretto, rete e filiera quale elemento di una strategia di crescita economica sui cui è necessario puntare, costituisce un modello ‘virtuoso’ di collaborazione tra pubblico e privato. Proprio per questi aspetti positivi - ha concluso il sottosegretario al Lavoro - verrà garantita continuità all’iniziativa con un nuovo analogo Progetto denominato ARCO che verrà allargato ai settori del commercio e del turismo”. Tre gli strumenti offerti dal progetto: interventi di consulenza e di assistenza tecnica alle imprese, percorsi di sviluppo dell’occupazione e, infine, modelli di servizi e di filiere di attività. Modelli che sono stati sperimentati direttamente sui territori. In questa prima fase, Progetto Artigiani ha coinvolto 8 Regioni e 10 province, quelle di Belluno, Udine, Bergamo, Modena, Prato, Ancona, Macerata, Benevento, Caserta e Lecce. Belluno Nella provincia di Belluno, Progetto Artigiani ha coinvolto i settori della meccanica, del legno e dell’impiantistica, con 57 consulenze sostenute da altrettanti incentivi. In collaborazione con Confartigianato, inoltre, è stato possibile realizzare una filiera locale multisettoriale e tre laboratori dedicati a “sicurezza e ambiente”, “tutela ambiente e sicurezza” e a “strategie innovative nel settore del credito”. Le imprese artigiane del bellunese, grazie al supporto e agli incentivi di Progetto Artigiani, hanno assunto 144 addetti, di cui 105 a tempo indeterminato e 39 con contratto di apprendistato. Udine In Friuli Venezia Giulia, ed in particolare nella provincia di Udine, Progetto Artigiani ha reso possibile l’assunzione di 186 lavoratori, di cui 149 con contratto a tempo indeterminato, tra tempo pieno e parziale, e 37 di apprendistato. Nuovi posti di lavoro di cui hanno beneficiato le imprese artigiane dell’arredamento, del legno, della nautica di diporto e dell’artigianato artistico e tradizionale. Oltre ai quasi duecento posti di lavoro creati, con il progetto si sono potute attivare, in collaborazione con Confartigianato, due filiere, una multisettore ed una del legno arredo, due laboratori, uno dedicato al risparmio energetico ed uno per la creazione di uno “Sportello Innovazione e sviluppo”, e 57 progetti di consulenza imprenditoriale. Bergamo Nel bergamasco sono stati due i settori artigiani coinvolti nel Progetto, il tessile abbigliamento ed il legno arredo. L’esperienza della provincia di Bergamo, dal punto di vista della creazione di nuovi posti di lavoro, è stata una delle realtà più positive, avendo realizzato 191 assunzioni, che permettendo al capoluogo orobico di piazzarsi al terzo posto per il numero di assunzioni realizzate. In particolare, le imprese artigiane della provincia hanno assunto 142 lavoratori a tempo indeterminato e 49 con contratto di apprendistato. Grazie a Progetto Artigiani, e alla partecipazione di Confartigianato, sono nate anche una filiera del tessile delle imprese della Val Seriana e di 56 consulenze imprenditoriali di cui hanno beneficiato le imprese locali. Infine, nella provincia di Bergamo sono stati attivati due laboratori, uno per lo sviluppo di strategie di penetrazione commerciale all’estero ed uno per il marketing e la comunicazione aziendale. Modena Nella provincia di Modena gli interventi di sostegno alle imprese locali promosse da Progetto Artigiani hanno riguardato i settori dell’abbigliamento, della metalmeccanica, del biomedicale, dell’agroalimentare e dell’ITC. Se buono è stato il risultato dal punto di vista delle assunzioni, in totale 66 nuovi posti di lavoro, di cui 46 a tempo indeterminato e 20 di apprendistato, ottimo è stato il riscontro per quanto riguarda i laboratori avviati dal progetto. Ben sei, dei diciannove totali, sono stati realizzati a Modena, dove le piccole imprese locali hanno potuto potenziare il proprio valore in termini di internazionalizzazione. L’esperienza modenese ha permesso, infine, di consolidare l’interazione di tre filiere locali, del tessile, dell’abbigliamento e della metalmeccanica, e di offrire alle imprese interessate 53 progetti di consulenza imprenditoriale. Prato Grazie a Progetto Artigiani, le imprese della provincia di Prato hanno assunto 71 lavoratori a tempo indeterminato e 26 nuovi apprendisti, che produrranno forza lavoro nei settori del tessile, agroalimentare, meccanico e dell’artigianato artistico e tradizionale. Nella provincia pratese sono stati realizzati 4 laboratori, per la “commercializzazione e nuovi mercati”, “tutoring pre e post avvio attività”, “organizzazione e innovazione”, “organizzazione ed innovazione” ed infine un laboratorio per approfondire le strategie di “marketing e nuovi mercati”. Due le filiere realizzate grazie al supporto di Confartigianato, nel tessile e nell’artigianato artistico, e 37 interventi di consulenza aziendale. Ancona e Macerata Progetto Artigiani ha coinvolto due province marchigiane, Ancona e Macerata, incentivando l’assunzione di 120 lavoratori, di cui 88 a tempo indeterminato e 32 con contratto di apprendistato. Le imprese coinvolte operano nei set
Autotrasporto: trovato l’accordo, fermo sospeso
E’ stato raggiunto l’accordo sulla vertenza dell’autotrasporto. Rientra così il fermo di cinque giorni proclamato da Confartigianato Trasporti e dalle altre Organizzazioni della categoria a partire dal 30 giugno per sollecitare il Governo ad attuare una serie di misure a sostegno del comparto colpito da una profonda crisi congiunturale aggravata negli ultimi sei mesi dall’aumento incontrollato del prezzo dei carburanti. L’intesa è arrivata dopo tre giorni di trattative ininterrotte tra i rappresentati delle Organizzazioni dell’autotrasporto e il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. Decisivo l’incontro del 25 giugno: a tarda sera è stato stilato il documento che impegna il Governo a prendere immediati provvedimenti sia sul piano economico che su quello normativo. I risultati pratici sono attesi a breve: le misure dovrebbero confluire in un emendamento al decreto legge collegato alla manovra estiva. Da qui la sospensione del fermo. Soddisfazione per l’esito positivo del confronto è stata espressa dal Presidente di Confartigianato Trasporti Francesco Del Boca. “Diamo atto al Ministro Matteoli – ha detto Del Boca – e al sottosegretario Giachino, che si è particolarmente impegnato per la buona riuscita della trattative, di aver compreso le gravi difficoltà delle nostre imprese e di aver individuato per la prima volta uno strumento normativo che in futuro dovrebbe mettere al riparo le aziende dell’autotrasporto dai continui aumenti del costo del gasolio”. Il Presidente di Confartigianato Trasporti ha poi sottolineato l’importanza di altre misure a favore degli autotrasportatori contenute nel “pacchetto Matteoli” come “la definizione di termini tassativi di pagamento delle prestazioni di trasporto, e l’impegno a rendere immediatamente disponibili le risorse previste per il settore e l’ulteriore stanziamento per ridurre i costi delle imprese”. Giudizio positivo sull’accordo - definito “difficile” - è stato espresso anche dal Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli: “Alla fine riteniamo sia stato raggiunto un risultato soddisfacente per la categoria, che vive un momento di grande difficoltà”. Riguardo agli aspetti economici della trattativa, non è stato ancora quantificato la cifra che il Governo ha messo sul piatto. L’impegno è per circa 200 milioni di risorse nuove, anche se il grosso della cifra dovrebbe provenire dall’accelerazione dei provvedimenti per rendere spendibili le risorse economiche già previste dalla Finanziaria 2008, ma tutt’ora bloccate. In totale si potrebbe arrivare a 600 milioni di euro. Nel dettaglio, l’accordo sottoscritto dal Governo e dalle Organizzazioni dell’autotrasporto prevede il ripristino delle risorse relative all’ecobonus; il rimborso di parte dei pedaggi relativi al 2006; la destinazione delle risorse necessarie per il ricambio dei veicoli circolanti con altri meno inquinanti (euro 5) per gli anni 2007, 2008, 2009 (circa 70 milioni). Tra le misure economiche più attese, il taglio delle accise sui carburanti, il cui livello torna a quello del 2003: 403 euro per mille litri (si recuperano così gli incrementi dal giugno 2007, con un rimborso di circa 7 euro ogni mille litri, per un totale di circa 56 milioni). Tra le richieste contenute nel protocollo – subordinate alla verifica della compatibilità con le norme comunitarie – c’è anche quella di adottare misure finalizzate alla formazione professionale degli autotrasportatori e alla riduzione dei costi di esercizio delle imprese del settore, con riferimento ai premi Inail, alle retribuzioni corrisposte per le prestazioni straordinarie ed alle trasferte. Altrettanto importanti le novità contenute nella parte normativa dell’accordo. In primis, il Governo ha concesso la “clausola di salvaguardia” che permette agli autotrasportatori di condividere l’indicizzazione del gasolio in fattura con il committente. A determinare la percentuale di costo del carburante che l’autotrasportatore dovrà riportare in fattura sarà l’Osservatorio sull’autotrasporto che, insieme al Ministero dello Sviluppo economico, determineranno con cadenza mensile il costo medio del carburante per chilometro di percorrenza, con riferimento alle diverse tipologie di veicoli. A quel punto l’autotrasportatore potrà trasferire un eventuale maggior costo del carburante direttamente in fattura. Restando alle fatture, è stata accolta la richiesta del comparto di ridurre i tempi di pagamento da 120 a 30 giorni. Un importante aspetto dell’intesa è l’introduzione di specifiche sanzioni per garantire il rispetto della “clausola di salvaguardia”. Per i committenti, aggirare la clausola costerà caro: è prevista, infatti, l’esclusione fino a sei mesi dalle procedure pubbliche per l’affidamento di beni e servizi e l’esclusione di un anno da ogni tipo di beneficio previsto dalla legge, di natura fiscale, finanziaria, previdenziale. L’importanza dell’aspetto sanzionatorio emerge con chiarezza se si guarda a quello che succede nella vicina Francia, dove l’autotrasporto si fermerà a partire dal 30 giugno: esiste l’indicizzazione, c’è l’Osservatorio, ma il meccanismo, anche se praticamente perfetto, di fatto non funziona. Mancano infatti le sanzioni.
AUTOTRASPORTO Francesco Del Boca (Confartigianato Trasporti): “Raggiunto accordo. Sospeso il fermo”
Confartigianato Trasporti e le altre Organizzazioni dell’autotrasporto merci hanno raggiunto stasera l’accordo con il Governo e pertanto hanno sospeso il fermo dell’autotrasporto proclamato per il prossimo 30 giugno.Leggere di più
autotrasporto sospeso fermo
AUTOTRASPORTO - Il Presidente di Confartigianato Trasporti Francesco Del Boca: Raggiunto accordo. Sospeso fermo
Sanità e società, Confartigianato invitata al Congresso nazionale di medicina geriatrica
A Roma, dal 23 al 25 giugno 2008, si è svolto il III Congresso nazionale promosso dalla Federazione Italiana Medicina Geriatrica, la FIMeG. Un momento di dibattito al quale sono stati invitati a partecipare anche due rappresentanti del Sistema Confartigianato, a dimostrazione delle buone pratiche attuate dalla Confederazione nel campo dell’assistenza sanitaria e della tutela degli anziani. Alla sessione inaugurale sono intervenuti Fabio Menicacci, Segretario Anap Confartigianato, e Carmelo Rigobello, Segretario dell’Associazione di Vicenza ed ex Direttore generale dell’Asl 5 Ovest Vicentino. “Come indirizzare la gestione delle risorse pubbliche in una società in cui quelli che producono si avviano a diventare meno di quelli che consumano?”. A questa domanda, al tempo stesso titolo della relazione, ha provato a rispondere Fabio Menicacci, affidandosi ai numeri analizzati da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio studi di Confartigianato. Il costante e progressivo invecchiamento della popolazione pone l’Italia, secondo Paese al mondo per anzianità della popolazione, con il 19,5% di italiani che supera i 65 anni, e che nel 2051 dovrebbero arrivare al 34,3%, di fronte al problema di gestire risorse secondo una nuova richiesta di servizi da parte della popolazione. Gestione che oggi, stando ai numeri, appare inadeguata. In Italia, infatti, ci sono quasi 5 milioni di over 65 che dichiarano almeno una malattia cronica. Di questi, più di 2 milioni di persone accusano anche problemi di disabilità. Nel nostro Paese, inoltre, ci sono 1.709.807 famiglie con disabili che non si avvalgono di nessuna forma assistenziale, né pubblica né privata. Nel 2007, il Servizio Sanitario Nazionale ha registrato un deficit di 3.172 milioni di euro, proveniente, soprattutto, da tre Regioni: il Lazio, la Campania e la Sicilia, che rispettivamente hanno perso 1.410 milioni di euro, 697 milioni di euro e 524 milioni di euro. Di soldi, quindi, ce ne sarebbero, nonostante in Italia la spesa sanitaria rappresenti il 6,4% del Pil, rispetto all’8,9% della Francia, l’8,2% della Germania e il 7,2% del Regno Unito. Il problema maggiore, stando a quanto emerso durante la tavola rotonda, sembra essere la gestione delle risorse economiche secondo la richiesta, e la necessità, della popolazione. Gli esempi citati da Fabio Menicacci sono emblematici. “C’è qualcosa che non va nella gestione italiana delle risorse sanitarie, se si pensa che il nostro Paese dispone del triplo delle apparecchiature diagnostiche per immagini della Francia e del doppio di quelle di Germania e Spagna. Ma, considerate le interminabili liste d’attesa, quattro anziani su dieci si rivolgono a strutture private per questo tipo di servizi”. Anziani ma non solo. “Nel 2004 - aggiunge Menicacci - il 37,8% di bambini nati in Italia è nato con il parto cesareo, una modalità che costa il 60,1% in più rispetto al parto naturale. E pensare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda una percentuale di parti cesarei del 15%”. Risparmiare, gestendo meglio le risorse, è possibile. Lo hanno dimostrato il Friuli Venezia Giulia, una Regione dove il parto cesareo si attesta al 23,1% delle nascite, una percentuale che, se estesa in tutto il Paese, garantirebbe un risparmio di 73,7 milioni di euro l’anno. Altri soldi potrebbero essere recuperati da una più diretta distribuzione dei farmaci. “Se le aziende Sanitarie e ospedaliere - ha rilanciato Menicacci - avessero adottato il metodo previsto dalla legge ed applicato dalla Asl 1 di Imperia, soltanto nel 2006 avremmo potuto risparmiare 456 milioni di euro”. Due esempi che dimostrano che si può attuare una migliore gestione delle risorse economiche destinate all’assistenza sanitaria. Una tesi confermata anche dalla Corte dei Conti, che nel Rendiconto Generale dello Stato per il 2006, ha indicato una lista di inefficienze e sprechi della sanità pubblica. Dalle strutture sanitarie incompiute, oppure completate ma mai entrate in funzione, alle attrezzature di ultimissima generazione mai utilizzate, passando per tempi di attesa “biblici”, rimborsi per pazienti deceduti, farmaci inutili e prestazioni sanitarie evitabili. Le conclusioni di Fabio Menicacci lasciano poco spazio all’interpretazione: “Questo Paese ha bisogno di una migliore ed efficace gestione delle risorse economiche sanitarie e di un nuovo ragionamento sull’età di accesso alla pensione, se si pesa che il 30% dei pensionati ha meno di 65 anni. Senza dimenticare la necessità di rivedere la normativa sui lavori usuranti. E’ impensabile che nel nostro Paese venga riconosciuto come lavoro usurante quello del dipendente e non quello del datore di lavoro artigiano”. Alla seconda tavola rotonda, organizzata ancora nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, si è discusso di organizzazione socio-sanitaria. Sono intervenuti Carmelo Rigobello, Segretario dell’Associazione artigiani di Vicenza ed ex direttore generale dell’Asl locale, Maurizio Dal Maso, Direttore Sanitario dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma, Luciano Corradini, Presidente emerito dell’AIDU, Mario Melazzini, Presidente nazionale AISLA Onlus e Direttore Scientifico del Centro Clinico NeMo, Gian Cesare Romagnoli, docente di Politica economica dell’Università degli studi Roma Tre, e gli onorevoli Paola Binetti, Cesare Cursi e Domenico Di Virgilio. Una corretta gestione delle risorse, tenendo sempre al centro dell’offerta di servizi la persona, è stato il filo conduttore anche della seconda tavola rotonda. Un tema che ha trovato d’accordo tutti i relatori, compreso Carmelo Rigobello, testimone delle esperienze maturate dal Sistema Confartigianato. “Il nostro sistema sanitario - esordisce Rigobello - ha bisogno di meno regole e di maggiore responsabilità da parte di chi è chiamato a gestire i servizi pubblici. A Vicenza abbiamo fatto rete con i comuni, i distretti e le altre realtà socio-economiche. Il problema non è il budget a disposizione di un’azienda sanitaria, ma la corretta gestione delle risorse economiche. In Italia - continua - non ci possiamo più permettere di premiare con budget più alti realtà che richiedono maggiori somme di denaro soltanto perché non sono capaci di offrire servizi più efficienti. Efficienza vuol dire, innanzitutto, fare bene e soltanto in un secondo momento considerare il budget a disposizione”. Razionalizzazione delle risorse, quindi, tenendo sempre al centro dell’offerta le necessità dei cittadini. Rigobello ha poi concluso sottolineando come “bisogna fare e fare rete per riavviare quel processo culturale del valore persona come centro dell’offerta dei servizi sanitari pubblici”.