assemblea fedart fidi 2008

Assemblea Annuale di Fedarti Fidi - Il Presidente di Fedart Fidi Daniele Alberani: Confidi insispensabili per dare credito alle piccole imprese: 5,4 mld i finanziamenti garantiti in un anno


Una petizione per la “Qualità Certificata” del tessile

Anche Confartigianato Federazione Nazionale della Moda ha sottoscritto la petizione “Qualità Certificata: trasparenza, tracciabilità, composizione ed origine dei prodotti dei settori tessile, abbigliamento, calzature e pelletteria” promossa dalla Associazione delle Comunità Tessili Europee (ACTE). Nella petizione, l’ACTE sollecita la Commissione Europea e gli Stati membri, ad adottare un sistema organico di iniziative per tutelare la salute dei consumatori minacciata dall’immissione sul mercato di prodotti di provenienza extra UE nel cui ciclo produttivo sono impiegati prodotti e processi non più consentiti in Europa. “I prodotti tessili – si legge nel documento – i capi di abbigliamento e gli altri prodotti della filiera TAC sono tra le cause più frequenti di dermatiti irritanti e allergiche da contatto, e possono contenere sostanze irritanti, tossiche e cancerogene, vietate dalla normativa europea e dei singoli Stati membri. Le dermatiti da abiti sono generalmente attribuite ai prodotti chimici e coloranti aggiunti in maniera non corretta alle fibre durante la manifattura e assemblaggio in indumenti. In particolare, agenti responsabili, sono le finiture, i coloranti, i metalli, la gomma e le colle”. L’Acte nella petizione richiede alla Commissione europea di definire il “rischio da prodotti della filiera tessile” con riferimento sia al processo produttivo che al loro utilizzo; di creare, aggiornare e mettere in rete un sistema di banche dati nazionali per monitorare le sostanze utilizzate nei processi produttivi della filiera TAC; di promuovere più efficienti controlli sulle merci in sede doganale; di sperimentare un sistema di tracciabilità dei prodotti della filiera in base ai requisiti di sicurezza e salubrità con l’obiettivo di renderne successivamente obbligatoria l’adozione nel mercato interno; di sensibilizzare i consumatori europei sul rischio connesso all’utilizzo di sostanze pericolose per la salute umana nei prodotti tessili, capi di abbigliamento e gli altri prodotti della filiera TAC. Altrettante raccomandazioni l’Acte le rivolge anche agli Stati membri. In questo caso le indicazioni sono ancora più specifiche. Al primo punto è richiesta l’approvazione della normativa comunitaria che rende obbligatoria l’etichetta di origine almeno sui prodotti della filiera TAC importati nel mercato interno. In un altro punto l’Acte sollecita la piena attuazione del sistema rapido di allerta RAPEX, che prevede controlli nei luoghi in cui si producono le merci. Previsto anche il via libero al sequestro delle merci e, se necessario per la salute pubblica, anche per la loro distruzione.


Legno massiccio strutturale, pubblicata la legge

Finalmente anche la produzione e l’utilizzo di legno massiccio e di prodotti a base di legno per usi strutturali hanno una normativa di riferimento. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto 6 maggio 2008, il Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Ministero dell’Interno e con il Capo di Gabinetto della Protezione Civile, ha integrato le Norme Tecniche per le Costruzioni varate lo scorso gennaio, approvando il Capitolo 11.7 (l’ultimo ancora aperto) relativo al legno massiccio strutturale. Era stato un “parere circostanziato” dell’Austria alla Commissione europea a bloccare lo scorso dicembre l’iter di approvazione della normativa oggi giunta al capolinea. Secondo l’Austria, le norme che l’Italia si apprestava a convalidare avrebbero creato ostacoli alla libera circolazione dei servizi nell’ambito del mercato interno. Da qui l’alt europeo. Il pacchetto di norme licenziato il 2 luglio prevede che la produzione, la fornitura e l’utilizzo di legno massiccio e di prodotti a base di legno per usi strutturali avvenga in base a un rigido sistema di assicurazione della qualità e di un sistema di tracciabilità. In particolare, per il legno massiccio, nel paragrafo 11.7.2 è stabilito che la produzione di prodotti a sezione rettangolare dovrà essere conforme alla norma europea armonizzata UNI EN 14081-1 e recare, quindi la marcatura CE. Per quest’ultima previsione, però, c’è ancora tempo: a giugno, infatti, mentre il decreto era in via di pubblicazione, una proroga ha fatto slittare di un anno (luglio 2009) l’obbligo dell’apposizione della marcatura. Per tutti gli altri prodotti a base di legno per uso strutturale, per i quali non si applica la procedura di marcatura CE, sono previsti nel paragrafo 11.7.10 appositi sistemi di certificazione. Tra i vari obblighi è prevista l’individuazione di un “Direttore Tecnico della produzione”, qualificato alla classificazione a vista del legno strutturale, e del relativo corso di formazione. Per quanto attiene al Corso di Formazione, Confartigianato ha sottoposto al Servizio Tecnico Centrale, uno schema di proposta formativa che prevede circa 25 ore di formazione ripartite in tre giorni.


Alberani: “Sostenere e rilanciare il ruolo dei Consorzi Fidi artigiani”

Innovare e potenziare l’offerta dei servizi dei Consorzi Fidi artigiani, semplificando e rendendo sempre più efficaci le modalità di accesso al credito da parte delle piccole imprese. Questi gli obiettivi individuati durante l’Assemblea annuale di Fedart Fidi, la Federazione Nazionale Unitaria dei Consorzi e Cooperative Artigiane di Garanzia, riunita a Roma lo scorso 5 luglio presso la sede di Artigiancassa. “Il rafforzamento dei Confidi è tanto più indispensabile - ha sottolineato Daniele Alberani, rappresentante di Confartigianato, alla sua prima Assemblea da Presidente della Federazione dei Consorzi Fidi - se si considerano i recenti fenomeni che hanno riguardato il mondo del credito: l’applicazione dell’accordo di Basilea 2, le aggregazioni e fusioni bancarie che hanno allontanato gli istituti dai territori di riferimento, la crisi internazionale dei mutui subprime. Tutto ciò ha influito in modo preoccupante sul rapporto tra banche e piccole imprese, con una progressiva riduzione della liquidità disponibile e un processo di innalzamento dei tassi e di razionamento del credito”. L’esigenza è quella di rispondere ai mutamenti del mercato creditizio per confermare il ruolo dei Consorzi Fidi a sostegno della competitività delle micro e piccole imprese. Dal 1994 ad oggi, Fedart Fidi ha garantito 47 miliardi di euro, rappresentando la principale porta d’accesso al credito per il 42% delle imprese artigiane. Soltanto nel 2006, i 251 Consorzi aderenti a Fedart Fidi hanno garantito finanziamenti per 9,6 miliardi di euro, registrando un incremento del 5,4% rispetto all’anno precedente, e un tasso d’insolvenza media che si attesta sul 2%, un dato sensibilmente inferiore rispetto a quello dei tradizionali istituti bancari. “Queste cifre - ha continuato Alberani - dimostrano la necessità di sostenere e rilanciare il ruolo dei Consorzi Fidi attraverso la definizione di un quadro normativo che ne semplifichi l’attività oggi ostacolata e penalizzata da oneri burocratici e incombenze incomprensibili”. Innovazione, semplificazione, efficacia ed efficienza. Sono questi i quattro punti cardinali da seguire per vincere le sfide che attendono nell’immediato futuro i Consorzi Fidi. “Fedart Fidi - ha concluso il Presidente Alberani - è impegnata in un processo di razionalizzazione delle strutture consortili per adeguarle alle regole di Basilea 2 e alle disposizioni del Testo Unico Bancario. Vogliamo essere all’altezza della domanda espressa dalle nostre imprese che sono sempre più esigenti per ciò che riguarda la qualità e le condizioni del credito, la personalizzazione dei prodotti e dei servizi finanziari”. La relazione del Presidente Alberani è stata anticipata dall’intervento di Giovanni Di Leva, Direttore generale di Artigiancassa, chiamato sul palco ad aprire i lavori. Dopo il Presidente, la parola è passata a Domenico Santececca, Direttore dell’Abi, a Gianni Giaccaglia, Presidente della Commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni, e a Sandro Pettinato, Responsabile dell'Ufficio Finanza e Credito di Unioncamere. Proprio ad Unioncamere, il Presidente Alberani ha dedicato un passaggio della propria relazione. “Con il sistema delle Camere di Commercio - ha ammesso il Presidente - abbiamo da tempo instaurato una concreta e positiva interlocuzione trovando nella struttura nazionale una piena disponibilità a collaborare per la qualificazione e lo sviluppo dei Consorzi Fidi. Proprio in virtù di questa collaborazione, non riusciamo a cogliere fino in fondo l’obiettivo di un recente progetto di Unioncamere per la costituzione di uno strumento finanziario nazionale di sistema, su cui manifestiamo forte perplessità”. Una perplessità riproposta prima dell’intervento di Pettinato, che ha risposto sottolineato come “quel progetto, peraltro ancora in forma embrionale, nasca con le intenzioni di svolgere un ruolo di catalizzatore ed acceleratore dei tradizionali Confidi, e non come una minaccia per i Consorzi artigiani”. A seguire, sono intervenuti i rappresentanti delle Organizzazioni promotrici di Fedart Fidi, il Vicepresidente Tullio Uez per Confartigianato, Paolo Baravelli per CNA e Leopoldo Facciotti per Casartigiani. Il Vicepresidente di Confartigianato Uez ha ribadito la “volontà di cambiare le recenti normative che la Banca d’Italia ha applicato ai Confidi, rendendole più semplici e meno stringenti. I Confidi - ha aggiunto Uez - hanno sempre operato, ed operano tutt’ora, in maniera differente dalle banche. Crediamo sia fondamentale non dimenticare lo spirito di solidarietà e di mutualità tra imprenditori che è alla base del sistema dei Confidi. Se è vero che i Confidi devono innovare i propri servizi in linea con l’offerta di mercato, è pur vero che ogni nuova normativa deve essere tarata per i Confidi e non per le banche. Il percorso appena iniziato con il nuovo piano industriale di Artigiancassa sembra essere quello giusto per offrire risposte semplici ed efficaci alla domanda di credito delle nostre imprese associate”, ha poi concluso il Vicepresidente di Confartigianato. All’Assemblea annuale di Fedart Fidi ha partecipato Luciano Consolati, neo Coordinatore della Federazione in rappresentanza di Confartigianato, che sostituisce Tino Vaccari.


Firmato il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per i 200.000 dipendenti delle imprese di acconciatura ed estetica

Confartigianato e le altre Organizzazioni di categoria dell’artigianato ed i Sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno siglato oggi l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro degli oltre 200.000 dipendenti delle 126.000 imprese Leggere di più


Robin tax, spetta all’Authority vigilare contro il rischio rincari bollette

Sarà l’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas a vigilare sulla corretta applicazione della Robin Hood Tax, la misura introdotta dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, attraverso il Decreto legge 25 giugno 2008 n.112, per colpire gli extraprofitti da caro-barile dei petrolieri. Compito dell’Autority sarà quello di evitare che le imprese del petrolio e dell’energia possano eludere il divieto di trasferire sulle bollette dei consumatori la maggior tassazione prevista dal decreto. Una previsione tutt’altro che teorica, definita addirittura “concreta” dalla Corte dei Conti nell’audizione sul Dpef e la manovra nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato del 2 luglio. L’Autorità guidata da Alessandro Ortis, nella delibera datata 4 luglio, ha fornito le prime disposizioni “necessarie per iniziare da subito l’attività di vigilanza, tenuto conto – si legge nel documento – delle ragioni d’urgenza che hanno determinato l’adozione del decreto legge 112/08 e dell’immediata applicazione della maggioranza d’imposta”. Per lo svolgimento delle attività ispettive l’Autorità potrà avvalersi della collaborazione della Guardia di Finanza, mentre verrà costituito un gruppo di lavoro composto da adeguate competenze professionali che proporrà un programma e gli strumenti organizzativi per assicurare l’efficace esercizio della funzione di vigilanza. Tempi brevissimi per le imprese destinatarie della Robin Tax per mettersi passo con le prime richieste dell’Autority. Tali imprese dovranno trasmettere all’Autorità entro il 31 luglio “l’ultimo bilancio di esercizio disponibile, nonché, se disponibili le relazioni trimestrali e semestrali del primo semestre 2008 ed i documenti di budget relativi al 2008”, oltre a “una dichiarazione contenente i valori dei margini operativi lordi unitari relativi a ciascun prodotto dei settori” interessati dalla tassa “riferiti sia all’anno 2007 che al primo semestre 2008”. Prevista una sanzione amministrativa pecuniaria – salvo che il fatto non costituisca reato – per le imprese che non trasmetteranno i documenti o le informazioni. “Con provvedimenti successivi” – si legge ancora nella delibera – “sarà adottata una disciplina organica delle informazioni e dei documenti che i soggetti dovranno inviare all’Autorità con cadenza regolare, nonché eventuali ulteriori adempimenti necessari per verificare il rispetto del divieto in questione”. Il perché dell’attento monitoraggio dei bilanci delle imprese colpite dalla Robin Tax, lo spiega sempre l’Autorità: “Per evitare che gli operatori assoggettati a tale maggiorazione non la trasferiscano sui prezzi al consumo, è necessario che essi non aumentino i propri margini operativi lordi per unità di prodotto, nei settori previsti dal decreto, salvo i casi in cui tali aumenti siano giustificati da variazioni nella struttura dei costi o da situazioni particolari adeguatamente motivate”.