CREDITO COOPERATIVO FEDART FIDI

Credito Cooperativo e Imprese artigiane - Firmato accordo tra Iside Spa e Fedart Fidi


Confidi e BCC sempre più vicini alle imprese artigiane

Gli oltre 250 Confidi artigiani rappresentati da Fedart Fidi da oggi potranno scambiare informazioni più agevolmente con le oltre 442 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali rappresentate da Federcasse. La condivisione di dati sarà possibile grazie ad una particolare piattaforma informatica denominata Parsifal, che faciliterà il dialogo tra Confidi e BCC nella fase pre-istruttoria di concessione o di affidamento della garanzia. Questo, in estrema sintesi, il contenuto dell’intesa siglata il 22 luglio a Roma tra il Presidente di Fedart Fidi Daniele Alberani e il Presidente di Iside Spa (società di informatica del Credito Cooperativo) Francesco Liberati. Alla firma dell’accordo erano presenti il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il Direttore Generale di Federcasse Franco Caleffi, il Coordinatore di Fedart Fidi Luciano Consolati, e i rappresentanti delle altre organizzazioni imprenditoriali presenti nella Federazione Nazionale Unitaria dei Consorzi e delle Cooperative Artigiane di Garanzia. L’intesa è una delle prime conseguenze operative dell’accordo sottoscritto nel 2006 tra Fedart Fidi e Federcasse, finalizzato ad agevolare l’accesso al credito delle imprese artigiane ed a sviluppare una sempre maggiore sinergia operativa tra Confidi artigiani e BCC. “L’accordo di oggi – ha sottolineato Cesare Fumagalli nel suo intervento – ha una pluralità di valenze. Partnership, collaborazione, ma soprattutto rappresenta un punto di ulteriore connessione sistemica. Una sfida coraggiosa, perché noi rappresentiamo un mondo che ha fatto dell’autonomia il proprio punto di forza. Stiamo vivendo una stagione in cui bisogna scambiare un po’di autonomia territoriale a vantaggio di connessioni di sistema”. Secondo Fumagalli il sistema delle piccole imprese, rappresentato da Confartigianato così come quello delle piccole banche, rappresentato dalle Bcc, rappresenta un punto di forza dell’economia del Paese del futuro. Ma a una precisa condizione: “riuscire ad essere sistema”. Un sistema intimamente connesso alla dinamica delle imprese e del territorio, al servizio dell’economia che produce ricchezza e occupazione. Una seconda riflessione, Fumagalli la dedica ai Confidi, che vede sempre più centrati nel ruolo fondamentale di cerniera tra banca e impresa. “Tutto quello che allontana dal ruolo connettivo tra banca e impresa porterebbe i Consorzi a svolgere un ruolo improprio e già affollato da molti soggetti. Il nostro core business rimane quello a cui ci siamo dedicati da quarant’anni a questa parte”. Anche il Direttore Generale di Federcasse Franco Caleffi, parlando alla platea, sottolinea l’importanza di “fare network” Un fare rete pienamente rispettoso dell’autonomia dei soggetti, ma che deve partire dalla presa d’atto che “in un mercato concorrenziale non si può rinunciare a una connessione che consenta di realizzare economie di scala” . Secondo Caleffi, “il progetto riflette la consapevolezza che oggi l’autonomia di una singola banca o di un singolo confidi può essere realizzata solo all’interno di sistemi coesi che possono realizzare sinergie di alta valenza economica e strategica”. “Sinergie di sistemi - conclude Direttore Generale di Federcasse - che hanno per obiettivo quello di fornire un servizio sempre più di qualità per le imprese artigiane”. Per Daniele Alberani, Presidente di Fedart Fidi, oggi i Confidi sono chiamati a mostrare i muscoli. “E’ un progetto di sistema particolarmente importante alla luce delle trasformazioni che ci aspettano, ma lo è almeno altrettanto all’interno di un ragionamento che ci porti a capire quanto siano realmente di sistema questi progetti. Lo dovranno valutare i territori, i consorzi. Saranno loro a dirci se l’indirizzo che abbiamo preso è quello giusto. Comunque noi teniamo a questo progetto, è un progetto che ci aiuterà a comprendere quanto siamo uniti e quanto vogliamo esserlo”. Il Coordinatore di Fedart Fidi, Luciano Consolati, conferma che la nuova piattaforma informatica Parsifal rientra all’interno di un discorso più ampio che vede al centro il riposizionamento dei Confidi. “Un percorso che supera il mero aspetto tecnicistico per favorire uno scambio sempre più fitto tra il mondo dei Confidi e quello delle Banche di Credito Cooperativo. Due mondi vicini per affinità, per modalità operative, per approccio, ma soprattutto per il ruolo che esercitano sul territorio, non solo dal punto di vista economico ma anche di coesione sociale”. Anche per Consolati, come per Fumagalli, si tratta di un progetto coraggioso, perché indica un possibile percorso ai sistemi associativi, soprattutto a quelli dell’artigianato. “Vogliamo offrire una serie di opportunità, ben sapendo che il nostro sistema è molto articolato. Ci sono presenze strutturate anche su altre piattaforme che gradatamente cercheremo di portare all’interno di un sistema complessivo più ampio. E’ un progetto di carattere complessivo che affronta la questione a 360°”. APPUNTI PER DIDASCALIE: foto DSC00069 da sx: Daniele Alberani,Presidente di Fedart Fidi; Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato: Luciano Consolati Coordinatore di Fedart Fidi. Foto DSC00067 da sx: Francesco Liberati, Presidente di Iside Spa; Franco Caleffi, Direttore Generale di Federcasse; Daniele Alberani, Presidente di Fedart Fidi.


Massaggi pericolosi: Confartigianato Estetica contro l’abusivismo. Al via la campagna informativa per ‘salvare la pelle’

Allarme rosso per i massaggi improvvisati.

Nei mesi estivi il fenomeno si aggrava e le spiagge vengono invase da massaggiatori abusivi che operano in assenza delle più elementari norme igieniche.Leggere di più


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Massaggi pericolosi: Confartigianato Estetica contro l'abusivismo. Al via la campagna informativa per 'salvare la pelle'


Estetica, allarme rosso per i massaggiatori irregolari

L’estate porta con sé il sole, il mare e le centinaia di commercianti abusivi che affollano le spiagge italiane durante i mesi estivi. Si trova di tutto, dagli occhiali da sole ai costumi, dalle collanine ai cd musicali. Merce contraffatta, ma raramente pericolosa per la salute dei consumatori. C’è, invece, qualcos’altro che, seppur piacevole e rilassante, può mettere a repentaglio la salute. Effettuati da operatori abusivi che non rispettano le più elementari norme igieniche e professionali, rischiando di provocare gravi danni alla pelle e alla muscolatura del corpo. Confartigianato Benessere, proprio per mettere in guardia sulle possibili conseguenze negative di un massaggio improvvisato, ha lanciato una campagna informativa per “salvare la pelle” di chi non può resistere alla tentazione di un massaggio sotto l’ombrellone. “Non permettere che giochino sulla tua pelle” è lo slogan della campagna antiabusivismo 2008 di Confartigianato Estetica che, attraverso la distribuzione di materiale informativo, locandine e vetrofanie, metterà in guardia i consumatori dai rischi che si corrono lasciando che mani inesperte massaggino il proprio corpo. “I trattamenti eseguiti da mani inesperte - denuncia a gran voce Anna Parpagiolla, Presidente di Confartigianato Estetica - non soltanto non danno alcun beneficio ma possono provocare dani anche gravi. Oltre a costituire un reale pericolo per i consumatori, gli irregolari dell’estetica attuano una vera e propria concorrenza sleale nei confronti delle 18mila imprese italiane regolari e danneggiano lo Stato evadendo imposte e contributi”. Nessuna garanzia, dunque, né igienica, né sanitaria, né tanto meno professionale. Affidarsi a massaggiatori abusivi è un rischio che potrebbe portare conseguenze gravi. “Affidandosi ad un centro estetico in regola - conclude Anna Parpagiolla - si ha la certezza di contare su operatori qualificati da anni di studio, di apprendistato e di un aggiornamento continuo. Professionisti che rispettano le leggi sull’ambiente, sull’igiene e sulla sicurezza”. Regole che i massaggiatori abusivi neanche immaginano.


Un credito nuovo per le MPI

Banca e impresa. Un rapporto tutto da rivedere. O almeno da rileggere alla luce degli scossoni profondi che, negli ultimi anni e mesi, hanno mutato radicalmente gli scenari tradizionali di riferimento. Basilea 2, i processi di aggregazione del sistema bancario, la crisi internazionale dei mutui “sub prime”, tutti fenomeni di vasta portata che mal si conciliano con le forme di finanziamento a forte base “relazionale” che hanno caratterizzato il rapporto banca-impresa dal dopoguerra ad oggi. In questo panorama, Associazioni e Confidi - in sostanza il sistema di relazioni territoriali di Confartigianato - possono giocare un ruolo di grande importanza per ristabilire il dialogo tra due interlocutori che fanno sempre più fatica a capirsi. Ma gli interventi più forti, quelli chiave, per interrompere un cortocircuito pericoloso per l’economia del Paese, sono attesi dalla politica e dalle Istituzioni. Che hanno tutti gli strumenti per agire. La definizione di una nuova politica del credito, orientata soprattutto a favorire l’accesso allo stesso da parte delle micro e piccole imprese, attraverso una normativa appropriata e interventi mirati, è stata l’oggetto di una riunione promossa dalla Confederazione, rivolta ai responsabili del settore “Credito e Incentivi” del Sistema Confartigianato, che si è tenuta a Roma a fine giugno. Ad aprire i lavori, il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il quale ha confermato che i Confidi, che stanno vivendo una fase di profonda ristrutturazione, “rappresentano l’anello essenziale nel rapporto banca-impresa”. Uno strumento importante, soprattutto in un sistema produttivo, come quello italiano, caratterizzato dall’elevato numero di piccole e piccolissime imprese. Proprio quelle che hanno maggiore difficoltà ad accedere ad un credito di qualità. “Fare politica del credito per il sistema economico in Italia, significa avere a che fare soprattutto con il mondo delle micro, piccole e medie imprese”, sintetizza Luciano Consolati, Responsabile del settore Credito Confederale. Completare i processi di liberalizzazione dei servizi e dei prodotti bancari, verificando che i vantaggi della concorrenza siano reali ed estesi a tutte le categorie, è una delle prime misure che Confartigianato sollecita per riequilibrare il rapporto banca-impresa. Ma la nuova politica bancaria non può prescindere dalle criticità, dai punti di debolezza, propri delle PMI, che rendono difficile il rapporto tra queste e gli istituti di credito. E’ il caso della sottocapitalizzazione comune a un grande numero di imprese, che, secondo la Confederazione, potrebbe essere risolto “mediante l’ingresso nel capitale di investitori istituzionali, soci finanziatori “pazienti”, il cui unico obiettivo è quello di rivendere la partecipazione, molto spesso agli imprenditori, guadagnano sulla plusvalenza”. Il riferimento è a “fondi chiusi, società finanziarie di partecipazione, merchant bank, finanziarie regionali e società pubbliche per la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali”. Altrettanto importante la diversificazione delle fonti di finanziamento, da realizzarsi “mediante l’emissione diretta o indiretta di obbligazioni e il ricorso a forme miste di finanziamento”. “Bond di territorio e strumenti finanziari partecipativi”, sono indicati come “strumenti efficaci” per raggiungere lo scopo. Nella diversificazione delle fonti, un discorso a parte lo meritano i finanziamenti agevolati, un’importante alternativa alle fonti di finanziamento tradizionali. Ma ancora troppo poco utilizzata, a causa della grande difficoltà di interpretazione dei bandi e del costo eccessivo degli adempimenti formali. L’aiuto alle imprese, qui, potrebbe venire soprattutto dalle Associazioni, che potrebbero “svolgere la funzione di selezione delle opportunità più interessanti e fornire adeguata assistenza nella redazione dei formulari e nella fase istruttoria”. E poi i rapporti tra banche e micro e piccole imprese. Che potrebbero essere mediati dal mondo della rappresentanza. In particolare, la richiesta al sistema creditizio è quella di comprendere meglio le peculiarità organizzative e relazionali delle MPI, affiancando ai loro sistemi di rating altri di espressione associativa: rating di rete, rating di distretto, rating associativi. In sostanza, strumenti più idonei per cogliere il patrimonio ‘soft’ delle MPI, “dandogli valore economicamente riconoscibile”. Anche le Regioni devono contribuire all’accesso al credito delle micro e piccole imprese. Un obiettivo che, secondo Confartigianato, può essere raggiunto “attraverso un vero federalismo fiscale, o incrementando la dotazione del fondo unico per le attività produttive, trasferito alle regioni”. A livello centrale, poi risulta necessario “accelerare il decollo dei Fondi del Ministero dello sviluppo economico per la competitività e finanza d’impresa, con particolare riguardo ad un reale coinvolgimento dell’artigianato e delle piccole imprese”.