Per gli apprendisti paga in percentuale

Il sottoinquadramento può coesistere con la gradualità retributiva. In caso di formazione esterna viene meno la responsabilità del datore di lavoro se la stessa non è erogata per mancanza di offerta formativa pubblica. Sono queste le due principali novità in tema di apprendistato professionalizzante contenute nella circolare n.27/2008 diramata lo scorso 11 novembre dal Ministero del Lavoro. La circolare, in entrambi i casi, avvalora le posizioni da sempre sostenute da Confartigianato e sgombra il campo da interpretazioni che si ponevano apertamente in contrasto con le disposizioni normative in materia, e in particolare con le regolamentazioni contrattuali dell’apprendistato vigenti nel comparto artigiano. Sul dietro front del Ministero del Lavoro pesano gli interpelli che Confartigianato ha inoltrato in questi anni alla Direzione Generale per l’attività ispettiva. La circolare fornisce risposte organiche ad alcuni dei principali dubbi interpretativi sollevati dalla Confederazione. Per quanto attiene al sottoinquadramento del lavoratore e ai profili retributivi, la circolare supera completamente il precedente orientamento che di fatto escludeva la possibilità di retribuire gli apprendisti in percentuale crescente con l’anzianità di servizio. Una interpretazione che accoglieva un’istanza del sindacato che proponeva la sostituzione della previgente disciplina sulla percentualizzazione con un sistema retributivo che prendesse come base di partenza una retribuzione pari a quella prevista per due livelli al di sotto del livello di destinazione finale dell’apprendista. La circolare conferma pienamente la posizione confederale che ha già trovato larga applicazione nella recente tornata di rinnovi contrattuali dell’artigianato: è possibile combinare le due previsioni e quindi, utilizzare i due livelli di sotto inquadramento sia come ‘tetto’, sia come ‘soglia’ della progressione percentuale. Pertanto, l’apprendista può ricevere nel corso del rapporto una retribuzione in percentuale inferiore rispetto al livello di sotto inquadramento, a condizione che tale livello sia comunque il punto di arrivo minimo della progressione retributiva. La circolare affronta e chiarisce anche la questione della responsabilità del datore di lavoro in caso di mancata erogazione della formazione, distinguendo tra formazione esclusivamente aziendale e formazione esterna. In particolare, la circolare segnala che in caso di formazione esterna viene meno la responsabilità del datore di lavoro, qualora la stessa non sia erogata per mancanza di offerta formativa pubblica. Al contrario, nel caso di formazione esclusivamente aziendale, il datore è responsabile dell’erogazione della formazione e non può essere esonerato da tale responsabilità per mancanza di formazione pubblica esterna. In caso di formazione dell’apprendista esclusivamente aziendale, la circolare affida ai contratti collettivi la facoltà di ridurre le ore di formazione di base tecnico-professionale, rispetto al monte ore annuale complessivo di 120 ore. Tra le altre questioni affrontate dalla circolare ministeriale c’è anche quella relativa alla durata del contratto (la contrattazione collettiva nazionale o regionale potrà stabilire una durata inferiore ai due anni, sempre nel rispetto della qualificazione da conseguire. Resta invece fermo il limite massimo di 6 anni). Connessa alla durata del contratto la tematica della trasformazione anticipata del rapporto. In questo caso il Ministero del Lavoro chiarisce che non sussistono limiti giuridici per la trasformazione in qualunque momento del rapporto di apprendistato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato. In caso di trasformazione anticipata, il datore di lavoro ha diritto a conservare per tutto l’anno successivo alla data della trasformazione i benefici previsti dall’art. 21, comma 6, della legge n.56/1987.


La crisi non cancella la fiducia degli artigiani nel fare impresa

La bestia nera, la crisi finanziaria che ha sconvolto i mercati internazionali, spaventa sì gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani, ma solo fino a un certo punto. Certo, la percezione della crisi congiunturale è netta, ma non drammatica: c’è preoccupazione per le sorti dell’economia italiana, ma la fiducia nelle potenzialità della propria impresa rende digeribile perfino il boccone avvelenato d’oltreoceano. Questo, sempre che lo Stato intervenga prontamente mettendo in campo le misure più idonee a garanzia delle MPI. Lo rivela il sondaggio condotto da ISPO per Confartigianato, che ha misurato gli umori delle imprese artigiane circa i primi effetti e i potenziali esiti della crisi finanziaria in corso. Tre le principali questioni rilevate attraverso le domande rivolte a un campione significativo di imprenditori: le previsioni economiche, la crisi finanziaria, l’accesso al credito. Per il 51,8% dei piccoli imprenditori nei prossimi mesi la situazione economica italiana peggiorerà. Un futuro sui toni del grigio che riguarda però solo l’economia complessiva del Paese, non quella della propria azienda. Il 44,3% degli imprenditori intervistati, infatti, pensa che la situazione economica della propria impresa resterà invariata – cioè positiva come ora -, mentre circa un terzo ritiene possibile un peggioramento. Tra le preoccupazioni più diffuse tra gli artigiani, pesa in particolar modo l’aumento dei tassi di interesse (73% degli intervistati). Decisamente più bassa, seppure significativa, la preoccupazione che la crisi possa incidere sui tassi di occupazione della propria impresa: si dice preoccupato in proposito il 40,5% del campione. Rispetto alla precedente rilevazione ISPO effettuata a giugno, la fiducia verso una ripresa dell’economia italiana a breve termine scende dal 50% (il punto più alto raggiunto da maggio 2007) al 14%; parallelamente il timore di un peggioramento della situazione balza dal 12% dello stesso periodo all’attuale 54%. Non stupisce che, in questo scenario, il 60,5% del campione ritenga molto utile l’intervento attivo dello Stato nella crisi finanziaria, contro l’11,5% che invece lo considera dannoso o molto dannoso, e il 25,3 che lo ritiene poco utile. Tra gli interventi che gli imprenditori ritengono più utili per contenere la crisi, al primo posto (58%) c’è la riduzione del carico fiscale. In cima alla lista delle azioni virtuose che lo Stato potrebbe intraprendere per dare una boccata di ossigeno alle imprese, non c’è soltanto l’obiettivamente difficile, ma comunque auspicato taglio delle tasse. C’è anche la richiesta di porre fine ai ritardi di pagamento che minano i bilanci delle MPI che forniscono beni e servizi alla Pubblica Amministrazione. Ritardi record: l’attesa è in media di tre mesi e mezzo, ma per 22.000 imprese (il 28% delle fornitrici della PA) l’attesa supera addirittura i 4 mesi. I ritardi di pagamento della PA condizionano addirittura la percezione che i piccoli imprenditori hanno della crisi in atto: tra il 51,8% degli imprenditori che ritengono che la crisi finanziaria che attraversa l’Italia sia destinata a peggiorare, una larga fetta (+ 4 punti percentuali) è rappresentata proprio dai fornitori della Pubblica Amministrazione. Sul fronte dell’accesso al credito, la metà degli intervistati dichiara di avere in corso finanziamenti attivi con le banche, di cui oltre la metà sono finanziamenti ordinari e un altro 43,5% sono mutui. Per far fronte a eventuali esigenze di liquidità, oltre la metà del campione (54%) risponde che farà ricorso all’autofinanziamento. Solo il 26%, invece, si rivolgerà alle banche. Analogamente a quanto accade con i fornitori della Pubblica Amministrazione, meno fiduciosi di altre categorie di piccoli imprenditori, anche i possessori di mutuo guardano al futuro dell’economia del Paese con maggior pessimismo (+5 punti percentuali). Un dato balza subito all’occhio e ridimensiona, almeno per il momento, i timori che alla crisi finanziaria in atto si accompagni una parallela stretta creditizia: il 70% degli imprenditori non rileva alcun cambiamento di accesso al credito rispetto a tre mesi fa. Per il resto degli imprenditori, le più frequenti azioni restrittive da parte degli istituti di credito sono la richiesta di maggiori garanzie e l’incremento dello spread sui tassi di interesse. Nonostante, dunque, una percentuale rilevante di imprenditori dichiari che il denaro continua ad essere concesso dagli istituti di credito senza maggiori difficoltà rispetto a tre mesi fa, un artigiano su quattro è convinto che l’adesione a un Consorzio Fidi potrebbe rendere più agevole l’accesso al credito della propria azienda.


MEZZOGIORNO Francesco Sgherza (Confartigianato): “Per imprese del Sud ripristinare fiscalità di vantaggio”

“Le concrete possibilità di sviluppo del Mezzogiorno dipendono dalle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione. Per questo vanno ricercate, in conformità alla legislazione comunitaria, tutte le possibile forme di fiscalità che sostengano le Leggere di più


francesco sgherza mezzogiorno

MEZZOGIORNO - Francesco Sgherza Confartigianato: Per imprese del Sud ripristinare fiscalità di vantaggio


Telethon 2008, Confartigianato al fianco della ricerca

Confartigianato e Artigiancassa rinnovano per il 2008 il proprio sostegno alla raccolta fondi della maratona televisiva Telethon. Con la stessa motivazione e con la stessa intensità delle edizioni passate, ma soprattutto con lo stesso obiettivo dello scorso anno: finanziare la ricerca del Progetto “X Fragile”, che studia l’omonima sindrome causa di ritardo mentale. Anche grazie ai fondi raccolti nel corso dell’edizione 2007, Confartigianato ha contribuito al raggiungimento di importanti risultati scientifici in questo campo. In particolare, l’equipe della dottoressa Claudia Bagni dell’Università Tor Vergata di Roma ha individuato uno dei meccanismi responsabile della trasmissione dei segnali nervosi, i cui risultati sono stati pubblicati anche sulla prestigiosa rivista scientifica “Cell”. Due le modalità per partecipare alla raccolta fondi. La prima attraverso l’acquisto della Telethon Card, la seconda con un bonifico bancario. Se la prima è più adatta per contributi “leggeri”, la seconda permette importi più elevati e la possibilità di detrarre fiscalmente la somma devoluta. Ma il contributo di Confartigianato e di tutte le piccole imprese italiane va oltre, grazie alla possibilità di diffondere sul territorio nazionale l’iniziativa di solidarietà ed il materiale informativo della manifestazione attraverso l’adesione al circuito Telethon e grazie alle sedi Artigiancassa, dove sarà possibile ricevere le informazioni tecniche per i versamenti tramite bonifico, per la distribuzione di tutto il materiale promozionale, delle Telethon Card e dei prodotti solidali connessi, una spilla ed una sciarpa. Inoltre, gli imprenditori artigiani potranno contribuire alla raccolta fondi aderendo a “Il gusto per la ricerca 2008”, l’iniziativa grazie alla quale, con una donazione minima di 50 euro, si potranno apporre 50 etichette su altrettanti prodotti da banco, contribuendo ancor di più alla sensibilizzazione degli italiani. Il momento di massima visibilità di Telethon 2008 sarà la lunga maratona televisiva di solidarietà che andrà in onda il 12, 13 e 14 dicembre. In occasione della campagna televisiva, Artigiancassa presenterà il contributo offerto dal mondo artigiano. Telethon (Television Marathon, appunto) nacque negli Stati Uniti nel 1966 per iniziativa dell’attore Jerry Lewis, con l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca nel campo delle malattie genetiche. In Italia è arrivata nel 1990, grazie all’iniziativa di Susanna Agnelli, riuscendo a raccogliere nella prima edizione ben 20 miliardi di lire. Oggi, dopo 17 anni di esperienza, Telethon ha fondato tre istituti di ricerca e un laboratorio, contribuendo allo studio di oltre 300 malattie genetiche, in particolar modo neuro-muscolari. Un contributo importante che vede Confartigianato schierata in prima linea, una volta di più, in iniziative di solidarietà. Oltre a Telethon, infatti, il mondo artigiano sostiene e promuove anche la raccolta fondi per l’Unicef, organizza concerti di musica lirica grazie all’impegno dell’Anap, i cui proventi sono devoluti alla Scuola dei Mestieri di Soddo Hosanna. <b>Le due modalità della raccolta fondi:</b> 1 - tramite l’acquisto della Telethon Card per offerte libere o in abbinamento a due prodotti: la “sciarpa Telethon” con un’offerta minima di € 15 oppure la spilla “Io sto con Telethon” con un’offerta minima di € 5. 2 - attraverso un bonifico sul conto n° 11960 c/o BNL - ABI 01005, CAB 03215, CIN H, IBAN IT02H0100503215000000011960 intestato a “Comitato Telethon Fondazione Onlus”, inserendo la causale “Elargizione liberale” ai fini della detraibilità e “Raccolta Artigiancassa”, specificando la Regione di provenienza.


Libro Unico del Lavoro, chiarite le sanzioni applicabili nel periodo transitorio

Il Ministero del Lavoro, accogliendo una richiesta di Confartigianato, ha sgombrato il campo dai dubbi interpretativi in materia di Libro Unico del Lavoro, in particolare sulle sanzioni applicabili nel periodo transitorio 25 giugno-18 agosto 2008. L’importante chiarimento, contenuto in una nota della Direzione generale per l’Attività Ispettiva diramata alle strutture periferiche il 30 ottobre, cita testualmente le motivazioni alla base dell’atto: “Circoscrivere le conseguenze degli accertamenti ispettivi effettuati in tale periodo e dare istruzioni agli uffici legali e del contenzioso in relazione agli interventi di loro competenza”. In sostanza, il Ministero invita i propri uffici territoriali a non dare corso a tutti i verbali, anche quelli che non siano stati oggetto di scritti difensivi, per i quali siano state applicate sanzioni differenti da quelle indicate nella nota ministeriale. Il primo punto chiarito dal Ministero riguarda proprio la più pesante delle conseguenze pecuniarie: la maxi sanzione compresa tra 4.000 e 12.000 euro prevista per le violazioni relative alla mancata istituzione, esibizione e tenuta dei libri obbligatori. A partire dal 25 giugno tale sanzione non è più applicabile (abrogata dall’art.39, comma 10 lett. J); trova invece applicazione l’art.195 del DPR 1124/1965 che prevede una sanzione da 125 a 770 euro. Ma bisogna fare attenzione: l’abolizione della maxi sanzione riguarda unicamente le “condotte poste in essere dal 25 giugno 2008”, il che significa che continuerà ad essere applicata per quelle precedenti tale data, anche se contestate successivamente al 25 giugno 2008. Nel caso in cui il datore di lavoro abbia affidato a un consulente la tenuta del libro paga-sezione presenze o del Libro unico del lavoro, l’omessa esibizione al personale ispettivo di detti libri obbligatori può essere sanzionata solo dopo che sono trascorsi 15 giorni dalla richiesta. Nuovi termini anche per sanzioni relative alle violazioni connesse all’obbligo di aggiornamento del libro paga-sezione presenze e del neo istituito LUL, che andranno effettuate entro e non oltre il giorno 16 del mese successivo a quello di riferimento. Per la registrazione dei dati variabili delle retribuzioni (es. lavoro straordinario, assenze per malattia etc.) c’è più tempo: entro il 16 del mese “ulteriormente” successivo.