Da gennaio “bonus sociale” sulle bollette elettriche
Disco verde del Governo per la proposta sostenuta da Anap Confartigianato di ridurre il costo della bolletta elettrica dei pensionati, delle famiglie con redditi bassi e di quelle presso le quali vivono soggetti affetti da malattie gravi, che per vivere hanno bisogno di utilizzare apparecchiature elettromedicali. La misura, che consentirà a circa 5 milioni di famiglie di risparmiare il 20% dei costi della fornitura elettrica, è contenuta nel pacchetto di strumenti predisposti dal Governo per sostenere i soggetti economicamente più vulnerabili. Anap Confartigianato, in una nota, sottolinea che “si tratta di un importante punto di partenza” rimarcando che la “proposta è stata sempre presente nelle piattaforme rivendicative dell’Associazione, alla base delle richieste avanzate sia in occasione del Forum sulla famiglia di Firenze che all’attuale Governo”. Attualmente l’Associazione è impegnata a sollecitare un analogo decreto per l’estensione del trattamento anche alla fornitura di gas naturale. Per accedere al ‘bonus’ è necessario recarsi presso il proprio comune di residenza (o presso altro istituto da questo designato) e compilare l’apposita modulistica. Lo sconto sull’energia sarà applicato per 12 mesi, al termine dei quali i cittadini interessati alla riconferma della misura dovranno rinnovare la richiesta. Unica eccezione i casi di “grave malattia” che imponga l’uso di apparecchiature elettromedicali indispensabili per il mantenimento in vita: per loro la riduzione tariffaria sarà applicata senza interruzioni fino a quando permane tale necessità. Il “bonus sociale” sarà operativo dal mese di gennaio 2009, ma presentando una apposita domanda entro il 28 febbraio è possibile ottenere la retroattività comprendendo nel beneficio anche tutto il 2008. L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, nei giorni scorsi ha fissato i paletti della misura specificando beneficiari e entità delle riduzioni applicabili, e indicando gli sconti, ma solo con riferimento al 2008. Per quanto attiene quelli relativi al 2009 bisognerà attendere il prossimo mese di dicembre quando sarà comunicato l’annuale aggiornamento delle tariffe. Hanno diritto al bonus tutti gli utenti intestatari di una fornitura elettrica nell’abitazione di residenza con potenza impegnata fino a 3kW che abbiano un ISEE inferiore o uguale a 7.500 euro, oltre a tutti gli utenti presso i quali vive un soggetto affetto da “grave malattia”. In quest’ultimo caso occorre presentare un certificato ASL che attesti la necessità di utilizzo delle apparecchiature elettromedicali. Per l’anno 2008, per le situazioni di disagio economico, il valore del bonus sarà differenziato a seconda del numero di componenti dalla famiglia: 60 euro/anno, per un nucleo familiare di 1/2 persone; 78 euro/anno per un nucleo di 3/4 persone; 135 euro/anno per per un nucleo familiare con più di quattro persone. La riduzione prevista per le utenze utilizzatrici di apparecchiature elettromedicali è stato fissata in150 euro/anno.
L’ACCORDO CON IL CONSORZIO ECOPED LIBERA I RIPARATORI DAI RAEE
Confartigianato Imprese ha siglato nelle scorse settimane una convenzione con il Consorzio Ecoped che ha per oggetto il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti provenienti da Apparecchiature Elettriche o Elettroniche (RAEE) a prezzi particolarmente convenienti. Destinatari della convenzione, i riparatori di elettrodomestici e i Centri di Assistenza Tecnica aderenti alla confederazione. In base al protocollo d’intesa, il Consorzio Ecoped metterà a disposizione delle imprese di installazione e riparazione di elettrodomestici un servizio completo – denominato ECO PROF – per la gestione degli scarti, costituito da trasportatori, piattaforme di stoccaggio e impianti di trattamento autorizzati alla gestione dei RAEE. La rete Ecoped, l’unica rivolta in modo specifico alle aziende produttrici o riparatrici di apparecchi elettrici, utensili e attrezzature per uso domestico, è distribuita capillarmente sul territorio nazionale, un elemento decisivo per ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di trasporto e per contenere tempi e costi del servizio. Per le imprese artigiane rappresentate da Confartigianato che intendono iscriversi al Consorzio è prevista un’importante agevolazione: non pagheranno la quota di adesione una tantum. In base all’accordo quadro, il costo del servizio ECO PROF verrà determinato in relazione al quantitativo e alla tipologia di RAEE generati e alla frequenza di ritiri previsti nel corso dell’anno da ogni aderente. La procedura di adesione è particolarmente semplice ed è gestita interamente dalle sedi di Confartigianato competenti per territorio. Al termine dell’iter al nuovo aderente saranno comunicati la user name e la password per accedere ai servizi on-line ECO PROF e per richiedere il ritiro dei RAEE. Nell’intesa, siglata dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini e dal Presidente del Consorzio Piero Tessarollo, è prevista anche l’apertura di un canale riservato ai trasportatori di rifiuti aderti alla confederazione che vogliono avviare una collaborazione professionale con Ecoped: “Il Consorzio – si legge nel documento - si impegna a valutare e qualificare nuovi trasportatori aderenti a Confartigianato, al fine di inserirli nella propria lista di fornitori, per l’effettuazione del servizio di ritiro rifiuti ECO PROF”. Con l’attuale, sono due le convenzioni attive tra Confartigianato e Consorzio Ecoped. La precedente, siglata lo scorso anno, ha permesso alle imprese artigiane produttrici di RAEE (quelle che per ragioni dimensionali non sono grado di provvedere direttamente alla complessa filiera della raccolta e del riciclaggio dei prodotti tecnologici da rottamare) di mettersi in regola con quanto previsto dal D.M. 185/07 attraverso l’adesione al Sistema collettivo di raccolta istituito dal Consorzio.
La scarsa informazione in bolletta frena la “profilazione per fasce”
Slitta fino a un massimo di sei mesi, l’entrata in vigore effettiva della “profilazione per fasce”, il nuovo metodo di calcolo dei consumi di energia degli utenti che usufruiscono del servizio di maggior tutela, introdotto ad aprile dall’Autorità per l’energia Elettrica e il Gas, ma attivo in modalità scalare solo a partire dal prossimo 1° gennaio. Lo slittamento non riguarderà, però, tutte le utenze. La notizia viene direttamente dall’Autorità guidata da Alessandro Ortis. Alla base del rinvio c’è il mancato rispetto da parte del mercato dei fornitori di una delle due pre-condizioni che l’Authority aveva indicato come necessarie per la migrazione di un’utenza dal regime monorario alla profilazione per fasce di consumo. La prima condizione era rappresentata dall’installazione del misuratore elettronico; la seconda, dal diritto dell’utente di conoscere - mentre ancora riceve la vecchia bolletta - i costi che avrebbe dovuto affrontare con il nuovo metodo di calcolo, così da incominciare a orientare i consumi verso gli orari più convenienti. La questione è stata sollevata da Confartigianato che nelle scorse settimane ha chiesto all’AEEG un chiarimento in merito. In particolare, la confederazione ha chiesto all’Autorità di precisare in maniera univoca se la profilazione per fasce può essere applicata solo a condizione che l’utente abbia ricevuto la bolletta informativa completa di tutte le informazioni aggiuntive. Puntuale la conferma dell’Autorità che così ha ridefinito il calendario dell’entrata in vigore della misura. Per le utenze in bassa tensione con potenza superiore a 16,5 kW dotate di misuratore elettronico, la profilazione per fasce decorre a partire dal 1° gennaio 2009, a condizione che gli utenti abbiano ricevuto nella fattura dei tre mesi precedenti i consumi distinti in ciascuna delle fasce e in ciascun mese (ottobre-dicembre 2008). Nel caso delle utenze con potenza disponibile inferiore ai 16,5 kW, la profilazione per fasce decorre a partire dal 1° aprile, ma solo se gli utenti hanno ricevuto nella fattura dei sei mesi precedenti il dettaglio dei consumi, anche in questo caso ripartiti per fascia oraria e su base mensile. Il chiarimento precisa che, a seconda delle classi di potenza, il passaggio alla profilazione per fasce avviene regolarmente solo dopo la ricezione rispettivamente di tre e sei mesi di bolletta informativa.
Autotrasporto, raggiunta l’intesa. Fermo scongiurato
Rientra il fermo dei Tir programmato per dicembre dalle principali sigle dell’autotrasporto merci rappresentate da Unatras (tra queste Confartigianato Trasporti) per protestare contro la mancata attuazione della cosiddetta “clausola di salvaguardia del gasolio”, il provvedimento cardine dell’intesa raggiunta lo scorso 25 giugno 2008 tra vettori e Governo (recepito nella legge 133/2008), che permette agli autotrasportatori di condividere in fattura con il committente i maggiori costi del carburante determinati dalle fluttuazioni del greggio. La misura, considerata vitale per il comparto, è stata tenuta ferma fino a oggi dalla mancata pubblicazione da parte del Ministero delle Infrastrutture dei dati essenziali per calcolare il costo medio mensile del gasolio e i consumi per le varie tipologie di mezzi a seconda della portata. Dati che il Ministero si è impegnato a pubblicare sul proprio sito internet già dai prossimi giorni e che permetteranno di determinare il costo minimo della prestazione della categoria. In attesa che venga costituito l’Osservatorio previsto dalla norma per aggiornare costantemente i due valori di riferimento, alle ricerche provvederà il Comitato Centrale dell’Albo. Il via libera all’accordo è arrivato il 13 novembre al termine di un incontro presieduto dal Ministro Altero Matteoli e dal Sottosegretario Bartolomeo Giachino. Nel primo pomeriggio il protocollo è stato firmato dalle sigle dell’autotrasporto mentre si è dovuto attendere l’indomani per le firme della committenza, rappresentata da Confindustria. Soddisfazione per il risultato è stata espressa dal Presidente di Confartigianato Trasporti Francesco Del Boca che conferma che a questo punto non ci sono più ragioni per dichiarare il fermo. “L’indicazione del costo minimo va sicuramente a favore delle imprese dell’autotrasporto più piccole, quelle che sul mercato sono più deboli, e di conseguenza condizionate dalla grande committenza. Un elemento importante, non solo ai fini di regolare il mercato, ma anche per salvaguardare la legalità e la sicurezza dei trasporti. Quando i costi superano i guadagni, si truccano i tachigrafi, non si pagano le autostrade, si acquista il gasolio in nero. Accanto a queste norme, noi chiediamo anche un rafforzamento del sistema dei controlli per tutelare il lavoro di chi rispetta le leggi”. Positivo anche il giudizio del Ministro dei Trasporti Altero Matteoli: “Desidero esprimere il più vivo compiacimento sull’accordo raggiunto che dimostra come siano ancora una volta prevalsi il buon senso e la responsabilità”. Secondo il sottosegretario Bartolomeo Giachino si tratta di un accordo che “migliora quello di giugno. Il blocco dell’autotrasporto sarebbe stato un suicidio per l’economia”. Tra le novità introdotte dal protocollo c’è la costituzione di un tavolo di confronto attivato presso il Ministero al quale parteciperanno le associazioni dei vettori e dei committenti che hanno siglato l’intesa, con l’obiettivo di approfondire il metodo di valutazione dei costi e altri punti ancora aperti. In particolare il tavolo dovrà verificare che il contenuto dell’art.82 bis sia compatibile con alcuni principi enunciati nel protocollo. Le proposte riguardano la possibilità che vi siano contratti scritti rimessi alla libera contrattazione delle parti e l’adeguamento del sistema sanzionatorio a seconda che il contratto sia scritto o verbale. Unatras propone che i costi medi di riferimento siano validi in questi due mesi di confronto unicamente per i contratti stipulati in forma verbale e che il meccanismo di regolazione dei costi sia naturalmente conseguente all’aumento del prezzo del gasolio. Il protocollo prevede che entro due mesi il tavolo di confronto termini i propri lavori; in caso di mancato raggiungimento di una posizione comune “il tavolo – si legge nel documento – riferirà al Ministro Matteoli per le necessarie determinazioni”.
CRISI FINANZIARIA Sondaggio Confartigianato-Ispo I piccoli imprenditori ‘sentono’ la crisi, ma credono nella forza della propria azienda Confartigianato indica priorità per sostenere l’economia reale
Preoccupati per le sorti dell’economia ma, nonostante tutto, fiduciosi nelle potenzialità della propria azienda.Leggere di più
Niente sospensione dell’attività imprenditoriale per le microimprese
Il Ministero del Lavoro, con la circolare n. 30 del 12 novembre 2008, circoscrive il campo di applicazione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale (invitando il personale ispettivo a non adottarlo in caso di violazioni commesse da microimprese) e fornisce nuovi chiarimenti in merito ai tempi di decorrenza dello stesso. La circolare chiarisce prima di tutto la nozione di micro-impresa definendola “una realtà minima composta da un solo dipendente”. Una definizione creata ad hoc, ‘atecnica’ – è scritto nella circolare – ben lontana da quella prevista dalla normativa europea che ne identifica i connotati nella dimensione aziendale al di sotto dei 10 dipendenti. Nel caso di microimpresa, dunque, il Ministero ribadisce l’opportunità di non adottare il provvedimento di sospensione, fatta salva l’ipotesi in cui il lavoratore interessato svolga attività particolarmente rischiose. Tra le attività giudicate a rischio, la circolare indica esplicitamente solo l’edilizia, facendo poi un richiamo anche ad “altre attività comportanti rischi specifici” non meglio identificate. La circolare specifica, inoltre, che in questa circostanza “l’ispettore provvederà comunque ad assegnare al datore di lavoro un termine breve sia per la regolarizzazione del lavoratore in nero, sia per l’eventuale sottoposizione dello stesso alla sorveglianza sanitaria ove ne sussistano i presupposti”. Il secondo chiarimento fornito dal Ministero del Lavoro concerne i tempi di decorrenza del provvedimento di sospensione. La circolare specifica che il provvedimento deve essere adottato già in sede di prima verifica ispettiva, anche se gli effetti della misura (chiusura dell’attività) scattano solo a decorrere dalle ore 12.00 del giorno successivo a quello dell’accertamento, salvi i casi di ‘pericolo imminente’ o ‘grave rischio per la salute dei lavoratori o dei terzi’. Se la scadenza cade in un giorno di chiusura dell’ufficio o in un giorno festivo, la data slitta automaticamente al primo giorno lavorativo utile. Il Ministero del Lavoro motiva il differimento dell’efficacia del provvedimento con la necessità di concedere al personale ispettivo un margine di tempo più ampio per verificare l’effettiva sussistenza dei presupposti per l’adozione della misura. Qualora dalla verifica della documentazione non emergano irregolarità che giustifichino la chiusura dell’attività, gli ispettori devono adottare un provvedimento di annullamento. Nel caso in cui, invece, le comunicazioni di assunzioni presentate siano successive all’ispezione, ma effettuate entro le ore 12.00 del giorno successivo, la circolare precisa che il provvedimento di sospensione conserva i suoi effetti. Per la revoca del provvedimento, infatti, è necessaria la piena regolarizzazione del personale oltre al pagamento di una sanzione di 2.500 euro. La circolare precisa anche che il differimento dell’efficacia del provvedimento alle ore 12.00 del giorno successivo, non consente al lavoratore irregolare di continuare a prestare l’attività lavorativa fino all’effettiva regolarizzazione.