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Fisco - La crisi impone correttivi a Studi di settore. Il 12 febbraio incontro con il Direttore Dell'Agenzia delle Entrate


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Crisi - Il Presidente Guerrini: Le piccole imprese non si accontentano delle parole


Ospitalità e risparmio, le offerte alberghiere di Confartigianato Imprese

Con 4mila strutture alberghiere in 90 paesi del mondo, il gruppo Accor si conferma una delle più importanti realtà nel panorama ricettivo mondiale. Sofitel, Novotel, Mercure e Ibis sono soltanto alcuni dei marchi del gruppo, sinonimo di accoglienza, professionalità, ma soprattutto risparmio, grazie all’accordo stretto a livello nazionale da Confartigianato Imprese. Agli artigiani associati, infatti, grazie all’offerta “AOB - Away On Business”, basterà prenotare con il codice identificativo di Confartigianato per beneficiare di uno sconto del 5% sulla migliore tariffa senza condizioni, e dell’accesso alle promozioni con condizioni, scontate fino al 60% sulla tariffa ufficiale. Benefici che Accor riconosce agli imprenditori artigiani italiani anche quando sono “In viaggio con la famiglia”, dal nome del pacchetto riservato. Le strutture del marchio Ibis, ad esempio, offrono il pernottamento gratuito per un bambino fino a 12 anni, con il 50% di sconto sul prezzo della prima colazione. Gli alberghi Novotel, invece, offrono agli associati Confartigianato il pernottamento e la prima colazione per due ragazzi fino a 16 anni che dividono la camera con i genitori. Convenienza, risparmio ed il massimo dell’offerta ricettiva italiana che gli associati Confartigianato possono trovare anche nella Convenzione nazionale con il gruppo Starhotels. Con 22 strutture alberghiere in 11 città italiane, più un hotel de charme a Parigi e un deluxe a New York, Starhotels ha conquistato un posto d’onore tra i gruppi alberghieri più importanti del Paese. Roma, Milano, Firenze, Venezia e Napoli sono soltanto alcune delle città dove gli imprenditori associati, ma anche i collaboratori, i familiari e tutti i 14mila professionisti che compongono il Sistema Confartigianato, potranno beneficiare di sconti e trattamenti di favore. Presentando un documento che attesti l’adesione a Confartigianato, si potrà beneficiare di uno sconto del 5% sulla migliore tariffa disponibile al momento della prenotazione. Inoltre, alle imprese associate verrà riconosciuto la priorità nelle liste d’attesa. Sconto che si potrà spendere in tutte le strutture italiane del gruppo Starhotels, ad eccezione dei due alberghi romani, i centralissimi Metropole e Michelangelo, dove, grazie alla convenzione, gli associati a Confartigianato potranno soggiornare nei due “quattro stelle” a tariffe preferenziali già fissate. L’offerta, però, non finisce qui, ma si estende anche alle strutture congressuali a disposizione delle reti Accor e Starhotel, dove si potranno organizzare meeting ed eventi a prezzi esclusivi.<BR> [Per informazioni consultate la sezione <b>Convenzioni</b> del portale <b>www.confartigianato.it</b>].


Confartigianato, un pieno di risparmio per tutto il 2009

Confartigianato Imprese conferma per il 2009 i due accordi per permettere ai propri associati, ma anche alle loro famiglie e ai collaboratori del Sistema Confartigianato, di risparmiare in più di 4mila stazioni di servizio italiane. Sconti e convenienza riservati tanto all’impresa quanto alla famiglia. La prima offerta dedicata da Tamoil agli associati Confartigianato, MyCard Tamoil Corporate, è per le partite IVA e permette agli artigiani di risparmiare 3 centesimi a litro sul carburante ed il 10% sui lubrificanti Tamoil. Pagamento posticipato a 30 giorni dalla fattura e nessuna carta carburante, pacchi di fogli o montagne di ricevute. MyCard Tamoil, infatti, mantiene nello storico elettronico tutte le informazioni relative alle singole transazioni, con i chilometri percorsi, il luogo, la data ed il costo del rifornimento. Insomma, tutto il necessario per controllare i movimenti della carta di pagamento Tamoil, emessa e gestita dalla Banca Popolare di Milano. MyCard Tamoil Family, la seconda delle due offerte proposte dalla Convenzione con Tamoil, è comoda perché evita di pagare i rifornimenti con i contanti, è utile perché può essere utilizzata da tutta la famiglia, ma soprattutto è economica, considerati i tanti vantaggi riservati. A cominciare dall’addebito al 15 del mese. Inoltre è totalmente gratuita, nessun canone mensile né costi di commissione previsti, ed infine riserva uno sconto di 2,5 centesimi al litro, cumulabile con qualsiasi promozione, comprese le riduzioni delle stazioni di rifornimento “fai da te”. In più, a vantaggio di chi sottoscriverà la convenzione Confederale, ci sarà il raddoppio del bonus delle raccolte punti Tamoil. Per aderire alla Convenzione Confartigianato – Tamoil è necessario presentare la domanda su carta intestata della Confederazione ed il codice cliente, entrambi ottenibili presso la propria Associazione territoriale. L’offerta di Erg, invece, si chiama “DrivERG Card” e permette di risparmiare fino a 3,63 centesimi di euro a litro. Infatti, allo sconto riservato ai possessori della carta, 1,033 centesimi a litro, si aggiungono le riduzioni previste dal “fai da te”, 2,1 centesimi sulla rete stradale, 2,6 sulle autostrade italiane. Conveniente e comoda da usare, la DrivERG Card permette a tutti gli associati Confartigianato di non dover più pagare in contanti i rifornimenti, suoi e dei propri dipendenti, grazie ad una carta gratuita biennale accettata da più di 3.000 stazioni di servizio. A scadenza quindicinale poi, verrà emessa una fattura fiscale che sostituisce la vecchia scheda carburante, potendo saldare il pagamento a 30 giorni dalla quindicina di riferimento. Ma se ad una carta corrisponde un veicolo, tutti i movimenti della stessa impresa verranno effettuati in un’unica fattura, evitando così di accumulare inutili pile di carta negli uffici amministrativi. In più, con un semplice click, gli associati che aderiranno all’iniziativa potranno controllare le fatture e le singole transazioni fatte con la carta al sito internet www.drivergcard.it.<BR> [Per informazioni consultate la sezione <b>Convenzioni</b> del portale <b>www.confartigianato.it</b>].


Studi di settore: Al via la raccolta dei dati per monitorare gli effetti della crisi

La Società per gli studi di settore (Sose) ha dato il via alla raccolta dati per monitorare la situazione di crisi delle imprese e dei lavoratori autonomi soggetti agli studi di settore. C’è tempo fino al 5 marzo 2009 per inviare il questionario, disponibile in formato pdf sul sito www.sose.it. Nessun obbligo: il monitoraggio avviene su base volontaria e se lo si desidera anche in forma anonima, ma visto che l’obiettivo è quello di raccogliere il maggior numero di dati possibili per “tarare” gli studi che saranno applicati al 2008, è bene non sottovalutarne l’importanza. L’iniziativa della Sose rientra nel piano di interventi tracciato dalla Commissione di Esperti degli Studi di settore nella seduta straordinaria dello scorso 6 novembre. Una seduta sollecitata da Confartigianato e dalle altre organizzazioni del settore, per mettere gli operatori economici nella possibilità di affrontare con la necessaria chiarezza l’adempimento relativo alla dichiarazione dei redditi 2008. La normalità fotografata dagli Studi di settore è costruita, infatti, sulla base dei dati del 2006, o addirittura precedenti; un quadro economico che per i settori toccati dalla crisi diverge profondamente dai risultati che le imprese hanno conseguito nel corso dell’anno, performance negative che, in assenza di una revisione degli Studi, spalancano le porte al rischio di ‘non congruità’. In un documento approvato al termine della seduta, la Commissione di Esperti ha indicato il percorso (che parte da una attenta analisi dell’impatto della crisi sulla produttività delle imprese e sui mercati di riferimento delle stesse) che porterà entro marzo 2009 ad esprimere un parere sulla capacità degli studi di rappresentare le diverse realtà operative. Una seconda ‘verifica’ degli Studi è prevista in occasione della presentazione delle dichiarazioni dell’anno 2008. I dati dichiarati dai contribuenti saranno utilizzati per valutare concretamente l’impatto della crisi sui singoli settori produttivi; dall’analisi potranno scaturire ulteriori correttivi. Correttivi che, oltre a determinare in modo più preciso il ricavo congruo, potrebbero permettere di eliminare dalle posizioni da sottoporre a verifica, quelle per le quali lo studio di settore non è più rappresentativo. Coerentemente alla road map stabilita dagli Esperti, il Governo, a poche settimane dalla seduta, ha inserito nel decreto legge n.185 del 29 novembre 2008, i primi due correttivi allo strumento, prevedendo la revisione straordinaria degli Studi di settore in chiave congiunturale e la riduzione delle sanzioni nei casi di adesione agli inviti di contraddittorio. Per quanto attiene alla revisione, il Decreto stabilisce che gli Studi possono essere integrati, tenendo conto dei dati della contabilità nazionale, degli elementi acquisibili presso istituti ed enti specializzati nella analisi economica, nonché degli Osservatori regionali. E sono proprio queste le informazioni che la Sose ha incominciato a raccogliere attraverso il sondaggio on-line. In vista della scadenza di fine marzo, Confartigianato e le altre Organizzazioni del settore, hanno promosso per il 12 febbraio un incontro con il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera per dare concreta attuazione a quanto già convenuto nella seduta di novembre della Commissione degli Esperti.


Prodotti alimentari, la stangata è servita

Una tariffa che ha tutti i tratti di una tassa, importi che lievitano fino a diventare sessanta volte più pesanti e nessuna differenziazione tra micro, piccole e grandi imprese ed i relativi volumi d’affari. Agli operatori del settore alimentare non è affatto piaciuto il decreto legislativo 194/2008, la “traduzione” italiana del regolamento europeo CE 882/2004, che detta le direttive sulle modalità di “rifinanziamento dei controlli sanitari ufficiali eseguiti negli stabilimenti di produzione dalle autorità competenti, per verificare la conformità alle normative riguardanti i mangimi, gli alimenti e la salute ed il benessere degli animali”. O, più semplicemente, il cosiddetto “nulla osta sanitario”. Secondo l’Unione Europea, infatti, i Paesi membri, attuando la direttiva comunitaria, avrebbero potuto far pagare agli operatori del settore una tariffa per coprire le spese dei controlli su carne, bestiame e mangimi. Una quota che, secondo le intenzioni di Bruxelles, avrebbe dovuto tener conto della “tipologia d’impresa ed i relativi fattori di rischio”, ma, soprattutto, “degli interessi delle aziende del settore a bassa capacità produttiva”. Il decreto legislativo 194/2008, invece, prevede tutt’altro. A spiegarlo è Giacomo Deon, Presidente di Confartigianato Alimentazione: “I criteri vincolanti fissati dall’Unione Europea sono stati completamente disattesi con l’individuazione delle fasce quantitative e la determinazione degli importi dovuti, poiché vengono parificate aziende appartenenti a settori diversi con differenti gradi di rischio. Inoltre - aggiunge Deon - in via del tutto discrezionale, la normativa italiana ha esteso il pagamento della tariffa a tutte le aziende del comparto alimentare, prevedendo che nella prima fascia siano considerate alla stessa stregua imprese minime senza dipendenti con quelle che hanno capacità produttive di tipo industriale, penalizzando fortemente le imprese di piccole dimensioni”. Un decreto che sembra basarsi su una serie di valutazioni errate, incapace di cogliere la realtà imprenditoriale del settore. Il motivo sta “nella mancata consultazione durante la fase preparatoria del provvedimento”, come denunciano i vertici di Confartigianato Alimentazione. Valutazioni errate e tariffe falsate, esagerate, che rischiano di fare piazza pulita di tutta la galassia di micro imprese che operano nel comparto. E’ ancora Deon a parlare: “Alle imprese concentrate in questa prima fascia, che sono la stragrande maggioranza dei soggetti obbligati e che impiegano nel complesso il maggior numero di addetti, viene chiesto di corrispondere entro il 31 gennaio di ogni anno una tariffa di almeno 400 euro quale copertura delle spese relative ai controlli”. Il problema, però, è che il compenso per i servizi prestati dalle autorità competenti agli imprenditori del settore, va versato a prescindere “dalla effettiva possibilità di procedere al controllo sulla totalità delle imprese, visto il considerevole numero delle stesse”. Tradotto, vuol dire che un’azienda paga un servizio a prescindere dal fatto che lo riceva o meno. “Tali importi, quindi - conclude Deon - sono riscossi come fossero assimilabili ad una vera e propria tassa”. A queste problematiche si aggiungono le diverse posizioni espresse dalle Regioni, e le difficoltà operative delle Asl e delle Regioni stesse, ancora in attesa della circolare del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali che ne specifichi le modalità di riscossione. Ed è proprio al titolare del dicastero di Via Veneto, Maurizio Sacconi, che è indirizzata la lettera con cui i vertici di Confartigianato Alimentazione chiedono al Ministro di evitare l’ennesima tassa pagata esclusivamente dalla micro e piccola impresa italiana, a favore di una reale “equità contributiva” che non soffochi le imprese e che garantisca controlli e sicurezza sui prodotti che arrivano sul mercato italiano.