Controlli sanitari, proposte contro la tassa per le micro imprese
Dopo aver protestato contro i contenuti del decreto legislativo 194/2008, la normativa con cui l’Italia ha accolto le direttive europee sulle “modalità di finanziamento dei controlli sanitari alimentari”, i tecnici di Confartigianato Imprese hanno preparato una proposta di emendamento per limarne le pesanti novità, soprattutto quelle che, a detta di tutti gli operatori del settore, “rischiano realmente di far crollare l’intera filiera”. Nell’occhio del ciclone sono finite le tariffe, innalzate anche di sessanta volte rispetto al passato, e la loro estensione a tutte le imprese del comparto alimentare. Una scelta, questa, assolutamente discrezionale e non voluta dall’Unione europea. Le tariffe per un servizio alle imprese, il controllo sanitario ufficiale, sono così diventate una tassa per tutte le imprese, senza la minima differenziazione tra dimensione aziendale e relativo volume d’affari. Indicazioni che Bruxelles aveva espresso chiaramente, aggiungendo come gli Stati membri avrebbero dovuto tener conto della “tipologia d’impresa ed i relativi fattori di rischio”, ma, soprattutto, “degli interessi delle aziende del settore a bassa capacità produttiva”. Indicazioni rimaste inascoltate, che ora rischiano di bloccare la filiera. Per scongiurare un pericolo tanto serio quanto reale, Confartigianato ha proposto due modifiche al testo normativo che dovrebbero semplificare le nuove procedure, alleggerirne la portata economica e garantire il giusto equilibro tra qualità ed efficienza dei controlli sanitari sui prodotti che finiscono sulle tavole degli italiani. La prima modifica punta l’indice contro l’articolo 10 della normativa italiana. In particolare, contro i commi 4 e 6, che fissano la scadenza di pagamento al “31 gennaio dell’anno di riferimento”e l’estensione delle procedure per la riscossione coattiva “anche nel caso di violazione del comma 4”. Con la seconda modifica, invece, i tecnici di Confartigianato hanno voluto adeguare la normativa italiana alle preferenze espresse da Bruxelles sull’attenzione nei confronti delle micro e piccole imprese del settore. Secondo la più rappresentativa organizzazione dell’artigianato italiano, infatti, “le imprese rientranti nella fascia produttiva annua A della tabella, con una capacità produttiva fino al 25% dei valori limite indicati per tutte le tipologie di stabilimenti previsti, sono esonerate dal pagamento della tariffa forfettaria annua prevista”. Una correzione che punta a salvare le micro imprese del settore, costrette a pagare tanto quanto quelle di dimensioni industriali. Un prezzo decisamente troppo alto per chi non ha quella portato aziendale.
Scajola, «a marzo gli aiuti per la moda»
Arriveranno entro metà marzo le prime misure a sostegno del comparto della moda «made in Italy». A rassicurare imprese, organizzazioni imprenditoriali e sindacati del settore moda-tessile, che da tempo sollecitano al Governo un piano di interventi a sostegno del settore colpito dalla globalizzazione prima e dalla crisi economica poi, è il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, in apertura del tavolo di confronto tra Governo e parti sociali convocato presso il ministero lo scorso 26 febbraio. Attorno al tavolo Confartigianato Moda, le altre organizzazioni dell’artigianato, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Abi e tutte le sigle sindacali, oltre ai tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico e ai rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero del Lavoro, del Dipartimento per le Pari Opportunità, dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. E’ ancora presto per dire quale sarà l’entità delle risorse che il Governo intende mettere in campo per sostenere il comparto. Il Ministro non abbozza cifre, rimandando la comunicazione al nuovo tavolo che sarà riconvocato tra quindici giorni. Un fatto è comunque chiaro. Nessun intervento a pioggia, perché “le risorse disponibili – spiega Scajola - sono poche e quindi faremo tutto il possibile per impiegarle senza sprechi, ponderando con attenzione gli interventi”. Sempre tra quindici giorni saranno chiarite anche le azioni che il Ministero dello Sviluppo, di concerto con gli altri ministeri interessati, intende compiere per rilanciare il settore. Il Ministro ha concordato con le parti sociali che gli interventi per essere utili dovranno essere tempestivi: “Nel 2008 rispetto al 2007 c’è stato un calo complessivo del tessile abbigliamento dell’1,8%, ma se poi vediamo il settore delle calzature che ha avuto una flessione del 10,2%, l’allarme è forte”. Secondo le prime anticipazioni fatte da Scajola al tavolo, i sostegni “saranno concentrati sulla produzione, sulla distribuzione e sull’internazionalizzazione delle imprese”. Inoltre gli interventi saranno pensati in maniera differente per le piccole e le grandi imprese. Senza tralasciarne nessuna perché “tutte le 30.000 imprese sono importanti”. Confermato che si tratterà di interventi trasversali ai vari ministeri. Con il Ministero delle Finanze lavorerà per realizzare “strumenti finanziari orizzontali”, mentre con il Ministero del Lavoro per “ampliare la copertura sulla cassa integrazione” e per “supportare e valorizzare la manodopera femminile” che rappresenta il 75% dell’occupazione del settore. A proposito del potenziamento della cassa integrazione, il Ministro ha dichiarato: “Per tutti gli aspetti di sostegno, seguirò una linea che io preferisco: accompagnare l’impresa al lavoro, piuttosto che accompagnare il lavoratore in cassa integrazione”. Su questo punto, come su altri del piano esposto dal Ministro, Confartigianato Moda ha espresso il proprio giudizio favorevole. Nel documento congiunto presentato al Governo dalle parti sociali a metà dicembre, le organizzazioni dell’artigianato avevano tracciato una strada per aiutare le imprese artigiane della moda a risolvere il problema immediato della liquidità. Una strada che supera la cassa integrazione prevedendo, per le imprese che non adotteranno licenziamenti né cassa integrazione guadagni, il differimento di un anno del versamento dei contributi obbligatori e degli obblighi fiscali. Una proposta che le parole del Ministro rendono attuale. Scajola, per rilanciare il mercato, ha annunciato anche una stretta sulla contraffazione dei marchi del made in Italy. Entro fine marzo verrà emanato un provvedimento “che il Senato ha emendato in maniera ancora più restrittiva” con l’inserimento di misure incisive anti-contraffazione. In arrivo anche “una campagna straordinaria sull’internazionalizzazione”. Sulla rilevanza del ruolo economico del comparto della moda, il Ministro Scajola è tornato più volte. “Con i suoi 70 miliardi di euro, di cui la metà in esportazioni – ha detto Scajola - il Paese non ne può fare assolutamente fare a meno” come non possono essere abbandonate “30.000 imprese che danno lavoro a più di 800.000 addetti”. Ma aldilà dei numeri, il Ministro ha sottolineato che il sistema moda è anche altro. E’ la bandiera del made in Italy, il settore che più di ogni altro ha sdoganato l’immagine dell’Italia dallo stereotipo di paese “pizza e mandolino” – sono parole di Scajola. “Quando si parla di Italia e Made in Italy la prima cosa che oggi viene in mente è la moda: un immagine di qualità e di serietà”. Soddisfazione per il riconoscimento del ruolo svolto dal settore è stata espressa dal Presidente della Federazione Nazionale della Moda di Confartigianato, Giuseppe Mazzarella. “Si tratta di un primo passo anche se decisamente positivo. Ora l’attesa è quella che gli interventi anticipati dal Ministro Scajola vengano varati rapidamente. In particolare quelli che prevedono il differimento di un anno dei versamenti dei contributi e dei premi, senza alcun onere né per interessi, né per sanzioni civili”.
La sicurezza stradale torna in piazza
Confartigianato Autoriparazione moltiplica per ventiquattro l’impegno a favore della sicurezza delle strade e della salute dell’ambiente. Per ventiquattro giorni, dal 6 al 29 marzo i consumatori potranno rivolgersi agli autoriparatori aderenti a Confartigianato che partecipano all’iniziativa “100 piazze per l’ambiente e la sicurezza stradale” per effettuare un check-up gratuito della propria autovettura. Efficienza dell’impianto frenante e degli ammortizzatori, verifica dello stato di usura dei pneumatici e dei tergicristalli, corretto funzionamento di luci e fari, sono solo alcuni dei controlli previsti dallo speciale monitoraggio integrato messo a punto da Confartigianato Autoriparazione per verificare lo stato di manutenzione dei veicoli. Oltre alla verifica delle condizioni generali di sicurezza sarà valutato anche il rispetto dei limiti delle emissioni inquinanti delle autovetture. Al termine dei test il consumatore riceverà una scheda con gli esiti dei controlli e le indicazioni di eventuali interventi manutentivi. Tra le principali novità della quinta edizione di “100 piazze per l’ambiente e la sicurezza stradale” si segnala la maggior durata dell’iniziativa, in precedenza limitata a un solo giorno, e l’estensione della possibilità di effettuare i controlli anche presso le officine convenzionate e non solo negli appositi spazi allestiti nelle piazze. Lo sottolinea Roberto Ansaldo, Presidente di Confartigianato Autoriparazione, l’Associazione che raggruppa riparatori, carrozzieri, elettrauto e gommisti aderenti alla Confederazione. «Abbiamo chiesto ai nostri associati di mettere la propria professionalità a disposizione dei consumatori per un mese. Gratuitamente. Un impegno rilevante, che tuttavia riteniamo indispensabile: in un momento in cui la crisi costringe le famiglie a effettuare tagli sul budget domestico, c’è il pericolo che vengano depennate voci - come quella della manutenzione degli autoveicoli - che hanno una ricaduta diretta sulla sicurezza e sull’ambiente». L’evento riguarderà circa 100 comuni italiani secondo un calendario che sarà deciso a livello locale dalle Associazioni territoriali di Confartigianato che fisseranno date e modalità di partecipazione all’iniziativa. “100 piazze per l’ambiente e la sicurezza stradale” si inserisce nella “Campagna nazionale sulla Sicurezza stradale” di Confartigianato che affronta il tema con un approccio decisamente innovativo. Un approccio integrato che prende in esame le componenti che sono alla base del maggior numero di incidenti: la manutenzione degli autoveicoli, la manutenzione delle infrastrutture, la rimozione dei fattori di stress che colpiscono i professionisti del volante. Per contenere al massimo i primi due fattori di rischio operano quotidianamente le imprese artigiane dell’edilizia (costruttori e manutentori di rete viarie), del manufatturiero (realizzazione di carpenteria metallica: segnaletica, barriere), dell’autoriparazione. Con il terzo fattore, ‘lo stress da volante’ deve fare i conti principalmente l’autotrasporto e qui gli interventi Confederali sono volti a sostenere proposte legislative che mirano a migliorare le condizioni di lavoro degli autotrasportatori. La Campagna di Confartigianato sulla sicurezza stradale vede unite le associazioni delle quattro categorie (Anaepa, Confartigianato Autoriparazione, Confartigianato Metalmeccanica di produzione, Confartigianato Trasporti, Logistica e Mobilità) in un programma coordinato di iniziative e di interventi che hanno anche l’obiettivo di sollecitare le Istituzioni ad affrontare il problema della sicurezza sulle strade in modo strategico e non episodico.
Chiara la distinzione tra estetiste e chirurghi estetici, ma non per l’informazione TV
«Non si può continuare a fare confusione tra trattamenti estetici e chirurgia estetica; la linea di demarcazione tra le due attività è netta, e non lascia spazio neppure alla più piccola possibilità di sovrapposizione o di ambiguità. Nei centri estetici non possono essere utilizzati farmaci quali i ‘filler’ che sono di totale competenza medica e non possono essere effettuati trattamenti sottocutanei con tecniche invasive o con l’impiego di siringhe. Chi fa informazione, quando parla dei pericoli legati agli interventi estetici, deve stare attento a tenere ben distinte le due discipline per evitare una confusione pericolosa per i consumatori e per i professionisti di entrambi i settori». Anna Parpagiolla, Presidente di Confartigianato Estetica che rappresenta circa 14.000 imprese artigiane che impiegano pressappoco 22.000 operatori, interviene sul tema dell’informazione giornalistica, segnalando il caso di una recente trasmissione televisiva che ha affrontato il delicato tema con un taglio teso a criminalizzare le imprese di estetica. “E’ un argomento che richiede di essere affrontato seriamente: recenti fatti di cronaca – spiega – Parapagiolla – come i problemi denunciati pubblicamente dall’onorevole Margherita Boniver a seguito di un intervento di chirurgia estetica, hanno acceso i riflettori su tali pratiche. Ed è un bene, bisogna fare chiarezza. Una chiarezza che è mancata nella puntata della trasmissione televisiva Rai “Porta a Porta” dello scorso 12 febbraio. Nel corso della trasmissione, dedicata alla chirurgia estetica, è stata lanciata una domanda provocatoria: “Siamo sicuri che le estetiste non fanno filler e punture?”. Pronta la risposta di una delle ospiti, rappresentante di una associazione dell’Estetica: “Quelle professionisti no”. Una risposta chiara e netta, che sottoscrivo pienamente. Poi la questione è stata riproposta nuovamente con il conduttore che ha dichiarato di conoscere estetiste che inoculano sostanze per ripianare rughe o per gonfiare le labbra. Nuova smentita da parte della stessa rappresentante. Ma ormai il dubbio era instillato”. «Invito il conduttore della trasmissione e tutti i consumatori che sono a conoscenza di casi di centri estetici che praticano tecniche di esclusiva competenza medica a denunciarli. Chi li esegue non è un professionista e va fermato. Per garantire la professionalità dei nostri servizi e per tutelare i consumatori, Confartigianato Estetica si è data un codice deontologico con cui certifica la qualità delle aziende di Estetica e il marchio “Estetiste di qualità” che garantiscono anche la durata e il costo dei trattamenti estetici, e che assicurano la professionalità degli imprenditori e la correttezza nei rapporti con i clienti». «Ci tengo a ricordare – conclude la Presidente di Confartigianato Estetica Anna Parpagiolla – la differenza che intercorre tra medicina estetica e trattamenti estetici. La legge che disciplina l’attività di estetista prevede la correzione di inestetismi con interventi realizzati esclusivamente sulla superficie cutanea. La chirurgia estetica, invece, può essere svolta soltanto da medici specializzati e consente la somministrazione di sostanze e l’uso dei bisturi, o di altri strumenti chirurgici, per operare in profondità. Ciò costituisce il confine invalicabile tra i due tipi di interventi e attività».
Giuseppe Mazzarella, Presidente di Confartigianato Moda: “Subito interventi per salvare il sistema moda”
“Provvedimenti d’urgenza per salvare il sistema moda italiano”. Li sollecita il Presidente della Federazione Nazionale della Moda di Confartigianato, Giuseppe Mazzarella “per consentire alle 79.311 imprese del settore tessile, abbigliamento, Leggere di più
In crisi le imprese balneari La stagione 2009 è in pericolo: molti stabilimenti balneari rischiano di non aprire
Le Associazioni di categoria S.I.B. - Confcommercio, FIBA - Confesercenti, Assobalneari Italia - Confindustria e OASI - Confartigianato hanno incontrato, il 16 febbraio, l’on. Gianfranco Conte, Presidente della VI Commissione Finanze della Leggere di più