Autoriparazione, la sopravvivenza del settore passa per il rinnovo del BER
Nel 2010 scadrà il BER, il Regolamento di Esenzione per il settore automotive (CE) 1400/2002, attualmente in vigore per proteggere la libera concorrenza e la scelta del consumatore nel settore ricambi e riparazioni. Il BER, infatti, impone alle case automobilistiche di rendere libere ed accessibili a tutti gli operatori della filiera le caratteristiche tecniche delle automobili prodotte. Un regolamento che tutela la libertà di scelta dei consumatori, l’operatività delle autofficine indipendenti e la competitività della rete post vendita. Ma, soprattutto, un regolamento che scadrà tra meno di un anno, mettendo a rischio l’esistenza stessa di un mercato che, soltanto in Italia, interessa 100mila imprese e 350mila addetti. In Europa, invece, l’autoriparazione impiega 665mila imprese e quasi 4 milioni di occupati. Per sensibilizzare le istituzioni comunitarie, ma anche i singoli Governi nazionali, a rinnovare il regolamento europeo, le rappresentanze di categoria hanno dato vita alla campagna europea “Right to repair” (www.r2rc.eu), presentata lo scorso 18 marzo presso la sede dell’Associazione Stampa Estera di Roma. “Quella che stiamo combattendo è una battaglia culturale - ha detto Raffaele Cerminara, responsabile nazionale di Confartigianato Autoriparazione - che deve coinvolgere l’intera filiera dell’after-market. Il rinnovo del BER è fondamentale per permettere alle nostre imprese di garantire gli stessi standard di qualità assicurati finora ai clienti. E’ importante - ha rilanciato - che il know-how delle case automobilistiche sia accessibile a tutti a prezzi competitivi”. Il rischio è che nelle mani dei grandi marchi automobilistici finisca per concentrarsi l’intera filiera, composta dalle autofficine, dai produttori di ricambi e di attrezzature professionali e dai consumatori, che hanno preso parte all’iniziativa. “Siamo allarmati per la possibile violazione delle tutele dei clienti e dei professionisti del settore - hanno dichiarato i rappresentanti di Adiconsum e Federconsumatori - per i clienti è fondamentale il contatto diretto con la persona, con l’artigiano. E’ un rapporto di fiducia che le officine dei grandi marchi non posso assicurare ai propri clienti”. Oltre ai rappresentanti delle Organizzazioni dei produttori e della distribuzione, Aica e Adira, all’incontro ha partecipato anche il Governo, con l’intervento del Sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino. “Secondo il Governo - ha esordito - ogni futuro intervento normativo sul regolamento Monti, quello che ha accolto il BER in Italia, deve garantire un’efficace concorrenza sul mercato dell’autoriparazione. In questo senso - ha aggiunto il Sottosegretario - la modifica all’articolo 75 del Codice della Strada dimostra l’attenzione di questo Esecutivo nei confronti del settore. Oggi mi impegno in prima persona affinché entro due settimane - ha continuato - sia operativo un tavolo tecnico con i rappresentanti dell’intera filiera dell’autoriparazione, del nostro Ministero e di quello per lo Sviluppo economico. Quel tavolo - conclude - sarà anche il punto di contatto con il Parlamento europeo”, sede delle rivendicazioni delle 665mila imprese minacciate dal mancato rinnovo del BER.
Dalle BCC credito ‘flessibile’ alle piccole imprese
Arrivano dalle Banche di Credito Cooperativo e dalle Casse Rurali i primi segnali concreti di disgelo nei rapporti tra istituti di credito e piccole imprese. La parola d’ordine è ‘flessibilità’. O meglio, ‘ulteriore flessibilità, perché la flessibilità nelle relazioni con le piccole imprese è la nota che già oggi distingue le BCC nel panorama complessivo del credito italiano. Le piccole imprese clienti delle BCC potranno contare, a breve, su una maggiore elasticità nella gestione dei rimborsi rateali dei crediti, con la possibilità di sospendere, in tutto o in parte, il pagamento della rata per un periodo dai 12 ai 18 mesi. Flessibilità anche sulla rinegoziazione delle esposizioni a breve termine, con in più l’opportunità di fruire di un sostegno per le esigenze di cassa. E poi, finanziamenti sugli investimenti tenendo conto, nei piani di rimborso, dei flussi di cassa che derivano dagli investimenti effettuati. Sono questi i punti principali dell’accordo tra Confartigianato, le altre organizzazioni dell’artigianato, e Federcasse, l’Associazione che riunisce le 440 Banche di Credito Cooperativo e le Casse Rurali italiane, firmato a Roma il 18 marzo alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, dal Presidente di Federcasse Alessandro Azzi, e, tra i rappresentanti delle imprese artigiane, dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini. Apprezzamento per l’iniziativa e per il ruolo svolto dalle BCC che si confermano partner più che affidabili, anche nell’attuale difficile fase di congiuntura, è stato espresso dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini. “Si tratta – ha spiegato Guerrini – di un segnale tangibile di attenzione alle piccole imprese le quali, nonostante la crisi, non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. Questa loro propensione trova utili risposte nelle banche più radicate nel territorio, come gli istituti di credito cooperativo, che da sempre si mostrano concretamente sensibili alle esigenze di sviluppo degli imprenditori, e che infatti erogano il 43,8% del totale dei prestiti bancari alle micro e piccole imprese con meno di 20 addetti”. Un concetto, quello della vicinanza delle banche del territorio alle piccole imprese, rimarcato anche dal Presidente di Federcasse Alessandro Azzi che si è detto “orgoglioso” del sostegno fornito alle PMI dalle Banche di Credito Cooperativo. “Le Bcc – ha sottolineato Azzi - non hanno ridotto il credito alle imprese e alle famiglie, come testimoniano gli ultimi dati che certificano, al dicembre 2008, un livello di impieghi cresciuto del 12% su base annua, con un ammontare di oltre 118 miliardi di euro”. Riferendosi all’accordo, Azzi lo ha definito “unico ed innovativo” rimarcando che “mentre si discute dei rischi del credit crunch alle imprese, le BCC e le Associazioni Artigiane hanno definito un percorso comune in piena autonomia, capace di venire incontro alle reale esigenze delle imprese del settore”. Nelle premesse del protocollo di intesa, che ha per obiettivi quelli di “introdurre ulteriori elementi di flessibilità nel rapporto banca-impresa, sostenere gli investimenti produttivi ed ottimizzare il profilo finanziario delle imprese”, sono individuati i due pilastri su cui poggia l’accordo. Da una parte, “il Credito Cooperativo”, “consapevole che il mutato quadro macroeconomico pone gli operatori di fronte a uno scenario di eccezionale gravità al quale è necessario far fronte con disponibilità e con adeguati e innovativi strumenti di sostegno”, dall’altra Confartigianato e le altre organizzazioni dell’artigianato che riconoscono che “le Banche di Credito Cooperativo, in quanto banche locali radicate ne territorio, sono un partner strategico per promuovere l’accesso al credito e ai servizi finanziari delle imprese associate”. Oltre all’introduzione dei nuovi criteri di flessibilità nella gestione rateale dei crediti – una previsione particolarmente apprezzata dal Presidente di Confartigianato Guerrini – il protocollo prevede anche un ruolo attivo per le Associazioni Artigiane ed i Confidi, che, congiuntamente al Credito Cooperativo, si impegnano “a promuovere forme e modalità di assistenza e consulenza finanziaria” per ottimizzare il profilo finanziario delle imprese, e per studiare “possibili forme congiunte di gestione delle crisi aziendali”.
IN BREVE: AL VIA LA PROCEDURA WEB INAIL PER SEGNALARE L’RLS
Le imprese che hanno designato un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza interno all’azienda, hanno tempo fino al prossimo 16 maggio per segnalarne il nominativo all’Inail tramite l’apposita procedura telematica, accessibile dal sito web www.inail.it attraverso il “Punto Cliente”. L’obbligo di comunicazione, previsto dall’articolo 18 del Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro, riguarda il datore di lavoro o i dirigenti dell’impresa (se la mansione rientra tra le loro competenze) e deve essere effettuato per la singola azienda. Nel caso delle imprese più strutturate, quelle articolate in più unità produttive, la segnalazione dovrà riguardare i nominativi di tutti i Rappresentanti impiegati. La comunicazione ‘fotografa’ la situazione in essere nell’azienda al 31 dicembre 2008. Nei prossimi anni, se nell’azienda non saranno intervenute variazioni, l’utente potrà semplicemente confermare i dati già presenti in archivio, viceversa, in caso di variazioni, sarà necessario procedere a una nuova segnalazione. A partire dal 2010 la scadenza dei termini di inserimento dei dati tramite procedura web è anticipato al 31 marzo. Mentre la procedura di segnalazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza di tipo ‘interno’ appare chiara e ben definita, Confartigianato è in attesa di una risposta dall’Inail su come si devono comportare le imprese che hanno adottato il Rappresentante Territoriale per la Sicurezza.
Crisi economica: al via il tavolo per le Pmi
Cresce fino alla cifra record di 1,5 miliardi di euro il Fondo di garanzia per il credito alle piccole e medie imprese. Nell’immediato il Fondo avrà una dotazione di cassa di 500 milioni che saranno sufficienti a sostenere un flusso di prestiti bancari fino a 60/70 miliardi di euro; tra il 2010 e il 2011 sarà coperto il restante miliardo. E’ partito con il piede giusto il Tavolo per il rilancio economico delle Pmi che si è insediato presso il Ministero dello Sviluppo Economico il 18 marzo e che in breve tempo dovrà formulare proposte concrete per rendere più semplice la vita delle piccole imprese liberandole dai vincoli burocratici e dagli oneri amministrativi, così come previsto dallo Small Business Act, l’atto di indirizzo della Comunità Europea a cui il tavolo darà attuazione. Il rifinanziamento del Fondo di garanzia che ha per obiettivo principale la riattivazione dei meccanismi di fiducia nelle banche ponendo così un argine al credit crunch è stato annunciato, insieme ad altre misure a sostegno delle PMI, dal Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ai rappresentanti delle piccole imprese - la delegazione di Confartigianato era guidata dal Presidente Giorgio Guerrini e dal Segretario Generale Cesare Fumagalli - del mondo cooperativo, di ANCI (Associazione Nazionale Comuni di Italia), UPI (Unione Province d’Italia) e ABI (Associazione Bancaria Italiana). “Salutiamo con soddisfazione l’apertura del tavolo chiesto a settembre, meglio tardi che mai – ha rimarcato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini – noi chiediamo misure tempestive ed efficaci, a misura del 99,4% delle imprese italiane che sono sotto i 50 dipendenti: sono 4,8 milioni e producono il 70 % del Pil. Dopo le banche, Alitalia e Fiat, adesso attendiamo strumenti efficaci a favore delle piccole imprese che sorreggono il peso del Paese”. Nel corso dell’incontro il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini ha ribadito le proposte per consentire alle piccole imprese di affrontare la crisi, che aveva già presentato ai Parlamentari di maggioranza e opposizione il 17 marzo a Palazzo San Macuto. Nell’intervento introduttivo il Ministro Claudio Scajola ha spiegato che l’Italia è tra i primi Paesi in Europa a dare corpo alle raccomandazioni della Commissione Europea contenute nello Small Business Act, confermando che la filosofia del “pensare innanzitutto in piccolo” è largamente condivisa dal Ministero. Approvato dalla Commissione Europea nel giugno del 2008, lo Small Business Act è un atto di indirizzo che propone un pacchetto di iniziative e proposte di azioni politiche da attuare a livello europeo e negli Stati membri per valorizzare 23 milioni di piccole e medie imprese europee, di cui 6 milioni in Italia. “Noi – ha affermato il Ministro Scajola - cominceremo un’attività che proseguirà nelle prossime settimane per definire provvedimenti condivisi, a breve e a medio termine. Inizieremo con il fondo di Garanzia per le imprese”. “Ci sono tante cose che si possono fare – ha proseguito il Ministro - semplificando la vita delle imprese, migliorando i rapporti tra istituzione e imprese. E questo tavolo di confronto serve proprio per mantenere un tessuto imprenditoriale importante”. D’altronde, nel nostro Paese, ci sono 5 milioni di piccole e medie imprese e “abbiamo la necessità di trovare insieme forme di crescita di questo settore fondamentale per la nostra economia”. Il Ministro ha sottolineato che lo start up del Tavolo cade in una situazione difficile che costringe a rivedere i parametri di applicazione dello SBA in una direzione ancora più ambiziosa rispetto alla semplificazione della pubblica amministrazione e al taglio degli oneri amministrativi verso le piccole imprese previsti dalla Commissione Europea. Il Tavolo, in via prioritaria, dovrà mettere a punto gli strumenti per permettere alle PMI di “Affrontare l’emergenza”. L’attuazione del Tavolo delle PMI avverrà in due fasi. La prima, come annunciato dal Ministro Scajola, servirà per affrontare la difficile fase congiunturale, la seconda, invece, si preoccuperà di definire misure più strutturali. La partenza della ‘fase uno’ è immediata - “già da domani” ha detto il Ministro, accogliendo la sollecitazione “a far presto” del Presidente di Confartigianato Guerrini – e prevede l’istituzione di una serie di tavoli tecnici secondo tre linee fondamentali: finanziamenti alle imprese, internazionalizzazione, coordinamento tra politiche nazionali e regionali. Su quest’ultimo punto il Ministro ha insistito particolarmente, affermando che c’è uno scollamento tra le varie politiche che vengono attuate nel Paese. Da qui la necessità di un maggior coordinamento tra le politiche nazionali con quelle del territorio e viceversa. I Tavoli dovranno dare rapida attuazione a una serie di misure già ideate o implementate dal Governo prima della crisi e che attendono da diverso tempo di essere sbloccate. Tra le misure di maggior interesse per le imprese artigiane si segnalano: la creazione del Fondo per i distretti e le norme per le reti di impresa, il Fondo Made in Italy per l’internazionalizzazione, lo Sportello unico per le imprese, la destinazione di parte del diritto annuale delle Camere di Commercio al sostegno dei Consorzi Fidi e del credito alle imprese. I dettagli dei Tavoli tecnici della fase uno, quella anticiclica, sono stati illustrati dal Capo del Dipartimento Impresa e Internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico Luigi Mastrobuono. I tavoli saranno sei: credito (guidato da Aldo Mancurti – Capo del Dipartimento Sviluppo e Coesione economica); crisi di impresa (Giuseppe Tripoli – Direttore Generale Unioncamere); politiche energetiche e energie rinnovabili (Guido Bortoni – Capo Dipartimento Energia); reti di impresa e dimensioni di impresa (Andrea Bianchi – Direttore delle Politiche di Incentivazione e sviluppo); internazionalizzazione (Luigi Mastrobuono – Capo Dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione); semplificazione a livelli di Governo (Fabrizio Costa).
CREDITO COOPERATIVO E ASSOCIAZIONI ARTIGIANE SIGLANO PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ACCESSO AL CREDITO ED IL SOSTEGNO AL SETTORE
E’ il primo accordo di questo tipo in Italia. Obiettivo: introdurre ulteriori elementi di flessibilità nel rapporto tra BCC e imprese artigiane. Sostenendone gli investimenti produttivi. Leggere di più
Protocollo d'Intesa tra BCC e Artigiani
CREDITO: Credito Cooperativo e Associazioni Artigiane siglano protocollo d'Intesa per l'accesso al credito ed il sostegno al settore