Fondartigianato, fondi e formazione contro la crisi

Un investimento consistente, 17 milioni di euro di formazione per sostenere il sistema produttivo artigiano attraverso il rafforzamento delle competenze professionali dei lavoratori e competitività delle imprese. Con questo intervento Fondartigianato prova a mettere in scacco l’attuale difficile congiuntura economica. Per farlo, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali che costituiscono il Fondo per la formazione continua nell’artigianato hanno firmato un accordo che prevede lo sblocco di 17 milioni di euro per la formazione dei lavoratori. Per la prima volta, inoltre, Confartigianato e le altre sigle condividono l’opportunità di avviare un percorso per estendere la formazione del Fondo anche agli apprendisti e agli imprenditori artigiani, finora esclusi dagli interventi formativi. In base all’accordo firmato lo scorso 16 aprile sono stanziati 17 milioni di euro per tre diverse linee di intervento: 9 milioni, a riparto regionale, per occasioni di formazione di carattere generale, un milione di euro andrebbe al Mezzogiorno, mentre altri 7 milioni di euro, da dividere tra le regioni, sarebbero destinati esclusivamente al sostegno dell’attività formativa delle imprese che soffrono l’attuale situazione di crisi. L’accordo, infine, in relazione al grave evento sismico che ha colpito l’Abruzzo, prevede la possibilità che il Fondo impegni risorse per la realizzazione di azioni a sostegno dei lavoratori e delle imprese colpiti dal terremoto.


Audizione alla Camera, Confartigianato richiama ai principi dello Small Business Act

La Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera dei Deputati ha incontrato in Audizione una delegazione di Confartigianato, composta dal Presidente Dario Visconti, membro di Giunta con delega alle Politiche comunitarie, e Stefania Multari, direttore delle Relazioni istituzionali di Confartigianato. Tema dell’incontro l’indagine conoscitiva sulla partecipazione dell’Italia alla formazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea e per la riforma della legge che disciplina i rapporti tra Italia e la UE, la legge 11/2005. Rapporti che si snodano su un doppio binario: da una parte la capacità dell’Italia di incidere nella definizione delle normative europee, la cosiddetta fase ascendente del diritto comunitario, dall’altra nel recepire e attuare le direttive europee nei confini nazionali. Un doppio binario che l’Italia non ha sempre percorso con successo, nonostante il forte europeismo espresso dal nostro Paese sin dalla firma del Trattato di Roma del 1957. “Il processo di costruzione e di recepimento della legislazione comunitaria - ha esordito Visconti nel corso dell’audizione parlamentare - va letto ed approfondito non soltanto in un’ottica di efficienza e funzionamento delle procedure che lo regolano, ma di efficacia politica e di rafforzamento del peso specifico italiano nello scacchiere europeo”. Snellendo le procedure si potrebbe rafforzare la capacità d’influenza italiana in Europa. Non solo: si riuscirebbe ad intervenire nel processo decisionale delle leggi comunitarie, velocizzando e semplificando le “traduzioni” italiane delle direttive, in tempi certi per la politica del nostro Paese e senza costi aggiuntivi per le micro e piccole imprese italiane. “Dopo quattro anni di sperimentazione della legge 11/2005, possiamo dire che questo impianto, in cui la costruzione e l’attuazione del diritto comunitario si arricchisce dei contributi di discussione del partenariato economico ed istituzionale, vada non soltanto preservato ma anzi rafforzato”, ha rilanciato Visconti. “A cominciare dalla possibilità di consultazione diretta delle parti economiche e sociali da parte del CIACE, il Comitato Interministeriale per gli Affari Comunitari Europei”. Un’istituzione che, secondo le proposte fatte dai rappresentanti di Confartigianato ai deputati della Commissione Politiche dell’Unione europea, “andrebbe rafforzata partendo dagli uffici di segreteria, in modo da accelerare l’istruttoria dei dossier e consentire un confronto proattivo e veloce con tutti i soggetti coinvolti nel processo”, ha aggiunto Visconti. Per rafforzare la capacità d’influenza italiana nel processo decisionale di Bruxelles, infine, sarebbe necessario arrivare ad una “maggiore interconnessione tra Parlamento e Governo, soprattutto per quanto riguarda le politiche”. Ma è soprattutto sull’importanza di attuare in maniera corretta e veloce lo Small Business Act per l’Europa, e sulla necessaria riduzione “dei tempi di approvazione della legge comunitaria annuale, anche attraverso l’istituzione di una sessione comunitaria in Parlamento”, che si è concentrato l’intervento di Dario Visconti. Definendo lo Small Business Act, infatti, l’Europa ha chiaramente espresso la propria volontà di porre al centro delle politiche economiche dei Paesi membri la micro e piccola impresa. In un Paese come il nostro, dove la percentuale di micro e piccole imprese sul totale delle aziende arriva al 99,4%, non si può non tener conto dell’invito rivolto da Bruxelles ai Governi nazionali. “Diamo atto al Parlamento dell’attenzione rivolta a questo documento comunitario e delle iniziative intraprese per sollecitare il Governo ad adottare misure concrete al fine di attuarne gli obiettivi”, ha ripreso Visconti. Su forte sollecitazione di Confartigianato, infatti, la Commissione Industria del Senato ha già approvato una risoluzione e un’altra è in corso di definizione presso la Commissione Attività produttive alla Camera. Recependo gli obiettivi dello Small Business Act, il cui esplicito motto è “Pensare in piccolo, innanzitutto”, la micro e piccola impresa italiana potrebbe contare “sulla velocizzazione del recupero dei crediti vantati nei confronti della PA attraverso un meccanismo di compensazione dei crediti e dei debiti - ha ripreso Visconti - sull’introduzione di quote riservate alle Pmi negli appalti pubblici ma, soprattutto, sull’istituzione di un’Agenzia per le micro e piccole imprese con il compito di favorire lo sviluppo delle imprese e di predisporre un Rapporto annuale sulla micro e piccola impresa”. “Importante, in tal senso, è anche il lavoro svolto dal Ministero per lo Sviluppo economico che ha istituito sei tavoli per attuare al meglio le linee guida dello Small Business Act. Confartigianato - ha concluso il Delegato di Confartigianato alle politiche comunitarie - si augura che il confronto avviato possa condurre tempestivamente all’adozione di politiche concrete a favore delle piccole imprese, come indicato dallo Small Business Act e come è necessario alla luce della attuale crisi economica internazionale. Politiche dirette soprattutto a semplificare la vita delle stesse imprese, liberandole da inutili oneri e costi burocratici, e a rendere più facile l’accesso al credito e alla liquidità necessaria per lo sviluppo imprenditoriale”.


TERREMOTO Da Confederazioni artigiane e Sindacati stanziati 150.000 euro per ricostruire aziende e sostenere occupazione

Le Confederazioni dell’artigianato e delle piccole imprese - Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai – e i Sindacati dei lavoratori – Cgil, Cisl e Uil – hanno siglato un’intesa con la quale decidono di destinare una quota delle risorse del Fondo Leggere di più


TUTELA DEL MADE IN ITALY Giuseppe Mazzarella (Confartigianato Moda): “Il progetto ‘100 per cento Italia’? Una scopiazzatura della proposta legislativa di Confartigianato”

“Se si parla di tutela e promozione dei prodotti realizzati interamente in Italia si deve tenere presente che da tempo Confartigianato ha intrapreso la battaglia per l’approvazione di una legge che istituisca il marchio Made in Italy”.Leggere di più


- Sicurezza del lavoro - Guerrini (Confartigianato) d’accordo con Ministro Sacconi: “Norma su responsabilità sancisce principio di civiltà giuridica”

“L’articolo 15 bis della bozza di riforma della legge sulla sicurezza del lavoro non fa che sancire un principio costituzionale che deve essere difeso e secondo il quale la Leggere di più


terremoto artigiani e sindacati 150.000 euro

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