Consorzi costruzioni: battaglia vinta per Confartigianato
Il Parlamento ha cancellato definitivamente la norma che impediva ai consorzi di imprese del settore costruzioni di partecipare ad appalti pubblici ai quali prendeva parte singolarmente anche una delle aziende consorziate. Il muro legislativo che per quasi un anno ha separato tante piccole e medie imprese edili da una fascia di mercato per loro molto rilevante cadrà tra un mese, precisamente il 1° luglio. In tale data diventeranno operative le disposizioni contenute nel Ddl collegato alla Manovra Finanziaria approvata dall’Aula della Camera nella seduta del 27 maggio. “Il Parlamento ha riconosciuto le ragioni delle piccole imprese del settore costruzioni penalizzate da una norma discriminatoria” ha dichiarato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini. Che prosegue: “Apprezziamo l’impegno e la sensibilità dei Parlamentari che, al fine di fronteggiare la straordinaria situazione di crisi economica in atto e per incentivare l’accesso alle commesse pubbliche da parte delle piccole e medie imprese, hanno recepito le sollecitazioni di Confartigianato”. Come sottolineato da Guerrini, sull’esito finale della vicenda ha pesato in modo determinante il ruolo svolto da Confartigianato che ha permesso di ristabilire i principi del Codice dei Contratti pubblici stravolto da un decreto correttivo (il terzo) lo scorso settembre. La norma contestata dalla Confederazione - e ora soppressa dal Parlamento - tagliava fuori i consorzi dai pubblici appalti, stabilendo il divieto di partecipazione per le gare inferiori al milione di euro per il consorzio o la cooperativa che partecipava alla medesima gara di affidamento dei lavori in cui interveniva singolarmente anche una qualsiasi consorziata, a prescindere che la stessa fosse indicata o meno in sede di gara. Il provvedimento che ha aperto la strada alla riammissione delle piccole imprese di costruzione agli appalti pubblici è un emendamento al Ddl collegato alla manovra Finanziaria, sostenuto da Confartigianato, che ha superato indenne tutti gli ostacoli incontrati lungo l’iter parlamentare, in Senato, alla Camera ed in sede comunitaria. La partita, infatti, si era spostata in Europa dopo il dubbio di compatibilità con le norme comunitarie avanzato dal Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Giuseppe Vegas. Soddisfazione per l’importante risultato è stata espressa anche da Arnaldo Redaelli, Presidente di ANAEPA Confartigianato, l’Associazione che rappresenta oltre 63mila imprese dell’edilizia. “E’ stata riconosciuta - sottolinea Redaelli - la necessità di annullare una disposizione che avrebbe messo in gravi difficoltà le imprese ed i consorzi artigiani che, a differenza di altre forme consortili, coinvolgono nella propria base sociale un numero d’imprese molto ampio. Dal punto di vista operativo, tenuto conto dei tempi e delle scadenze imposte dai pubblici appalti, sarebbe stato estremamente gravoso per i Consorzi coordinare così tante imprese ed evitare di incorrere involontariamente nella partecipazione congiunta delle gare”.
Il Parlamento impegna il Governo a costruire un Paese a misura di piccole imprese
La Camera dei Deputati impegna il Governo a rendere il Paese più a misura delle piccole imprese strette tra una crisi senza precedenti e le rigidità di un sistema che non pensa “innanzitutto in piccolo”. Nel corso della seduta del 26 maggio, l’Aula della Camera ha approvato quattro mozioni, sostenute da un folto schieramento di deputati di maggioranza e opposizione, con iniziative a sostegno delle piccole imprese. Un impegno compatto quello della Camera: sulle quattro mozioni vi sono infatti le firme del Popolo delle Libertà, del Partito Democratico, dell’Unione di Centro, della Lega Nord Padania, dell’Italia dei Valori, del Movimento per l’Autonomia. Per Confartigianato si tratta di un segnale di attenzione estremamente importante: le iniziative che richiamano l’impegno dell’Esecutivo sono le stesse sollecitate da tempo dalla Confederazione. Ad iniziare dall’attuazione dello Small Business Act, il ‘pacchetto’ di iniziative e proposte di azioni politiche da applicare a livello europeo e negli Stati membri per valorizzare 23 milioni di piccole e medie imprese europee, di cui 6 milioni in Italia. Della sua importanza è convinta Confartigianato, ma anche l’Onorevole del PdL Raffaello Vignali che, intervenuto in Aula per la dichiarazione di voto sulle quattro mozioni, ha detto: “Chiediamo al Governo un ulteriore sforzo: l’impegno ad attuare lo Small Business Act, per riconoscere finalmente il valore delle nostre micro, piccole e medie imprese e per rendere la loro esistenza meno complicata”. “Noi – ha spiegato Vignali – non sottovalutiamo assolutamente la crisi, così come non l'ha sottovalutato il Governo, che fin dall'inizio si è mosso con intelligenza, efficacia e, non ultimo, con grande responsabilità. Ma neppure la ingigantiamo, ne' cediamo al catastrofismo che spesso contraddistingue certi interventi''. Vignali ha poi aggiunto: ''Noi pensiamo che l'economia non sia appena un universo matematico e meccanico fatto di aggregati che si muovono indipendentemente dall'intervento statale. Noi pensiamo che il motore dell'economia siano le persone, siano la loro libertà e la loro responsabilità. Il motore dell'economia è la tensione ideale dei nostri micro, piccoli e medi imprenditori, che rischiano in proprio, che investono sulle persone, che non lasciano nulla di intentato pur di non licenziare''. Gli interventi che Palazzo Chigi è impegnato ad attuare spaziano dalla semplificazione amministrativa alla valorizzazione delle reti d’impresa, dalla tutela dei prodotti made in Italy del tessile-abbigliamento alle facilitazioni nell’accesso al credito, dalla riforma degli ammortizzatori sociali alla semplificazione degli strumenti per agevolare la riscossione dei crediti delle PMI nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Scendendo nel dettaglio delle singole mozioni, approvazione in toto per quella presentata dagli onorevoli Cicchitto (PdL), Cota (Lega Nord Padania), Iannaccone (Movimento per l’Autonomia) e altri. Il primo punto della mozione, che sancisce l’impegno storico di Confartigianato nella battaglia per trasformare l’Italia in un Paese a misura di piccole imprese, impegna il Governo a “recepire integralmente, per primo in Europa, le indicazioni suggerite agli Stati membri dall’Unione europea dallo Small Business Act”. Poi misure per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà (solo quelle consentite dagli orientamenti UE sugli aiuti di stato), per agevolare l’accesso al credito dei piccoli, per ridurre i costi dell’energia, per semplificare gli adempimenti amministrativi e per ridurre i carichi fiscali. Sollecitato anche il disco verde per l’emanazione del regolamento dell’ “Impresa in un giorno” e per la definizione del “piano casa”. Auspicata la possibilità di ridurre i premi Inail per le imprese artigiane. Tra le principali iniziative per consentire alle piccole imprese manifatturiere di uscire dall’attuale situazione di crisi, il Partito Democratico mette al primo posto quelle sul credito. Franceschini e gli altri firmatari della mozione sollecitano “la fruibilità effettiva dell’intervento del fondo centrale di garanzia” e la “promozione di accordi operativi col sistema creditizio volti a facilitare la rinegoziazione dei debiti delle piccole e micro imprese, in particolare per le aziende controterziste”. Richiesta inoltre “l’accelerazione del percorso di semplificazione amministrativa, secondo il principio di sussidiarietà” e l’introduzione di un sistema fiscale premiante (detassazione degli investimenti) per le imprese che investono nel rafforzamento del capitale societario, tecnologico e umano (occupazione). In testa alle proposte dell’Udc a firma Vietti, Formisano, Pezzotta e altri, il “potenziamento e la valorizzazione dei Confidi”, le politiche per favorire la “flessibilità e l’innovazione di prodotti e di processi produttivi” e la richiesta di interventi “più incisivi per ridurre il carico tributario che grava sulle aziende”. Tra le altre sollecitazioni dell’UdC che impegnano il Governo c’è anche la proposta di riforma degli ammortizzatori sociali, per consentire un’adeguata copertura anche dei settori che attualmente ne sono sprovvisti (sollecitata anche nella mozione del Pd), e la predisposizione di strumenti che rendano tempestiva la riscossione dei crediti vantati dai fornitori di beni e servizi nei confronti della PA. Una richiesta, quest’ultima, avanzata anche dall’Italia dei Valori. Restando all’IdV, nella mozione degli onorevoli Borghesi, Misti, Donadi e altri, sono sollecitati interventi a sostegno del manufatturiero mirati a favorire la crescita dimensionale delle imprese, sviluppare l’innovazione tecnologica, diminuire il peso della burocrazia, sostenere una politica fiscale ad hoc, garantire il credito alle piccole imprese.
Cinque per mille all’ANCoS, una scelta socialmente utile
“La Scuola dei Mestieri in Etiopia e la Campagna di predizione dell’Alzheimer sono soltanto due esempi dei progetti che l’Ancos potrà realizzare grazie ai contributi raccolti con il cinque per mille”. Una dichiarazione, quella di Fabio Menicacci, Segretario dell’ANCoS Confartigianato, che suona come una premessa alle tante iniziative per il sociale che l’Associazione ha in agenda per il prossimo futuro. “Il nostro è un Sistema continuamente impegnato nello sviluppare idee per le persone, le famiglie e gli imprenditori - ha ripreso Menicacci - Progetti che nascono sul territorio e che trovano la giusta visibilità grazie all’ANCoS nazionale, un’Associazione che promuove e realizza iniziative socialmente utili, con la praticità tipica degli artigiani italiani e la concretezza che da più di sessant’anni caratterizza le iniziative del Sistema Confartigianato”. Nel 2006, al primo anno d’iscrizione, l’ANCoS raccolse 843 adesioni, diventate più di 17mila l’anno successivo. “Un risultato che conferma la bontà delle iniziative promosse dall’ANCoS e che dà valore alla nostra ambizione di migliorare ancora quel risultato”, ha aggiunto il Segretario. Oltre alla popolazione anche le Istituzioni hanno manifestato la propria fiducia nei confronti dell’attività dell’Associazione. E’ notizia di questi giorni, infatti, l’inserimento del progetto presentato dall’ANCoS per il Servizio civile fra quelli approvati dalla Presidenza del Consiglio – ufficio nazionale servizio civile. Un riconoscimento importante che dimostra quanto di buono sia stato fatto in questi anni. Per devolvere il proprio contributo all’ANCoS, l’Associazione Nazionale Comunità Sport di Confartigianato, bisogna inserire il codice fiscale dell’Associazione, 07166871009, nello spazio appositamente riservato per la destinazione del cinque per mille a “Sostegno del volontariato, delle altre Organizzazioni non lucrative di utilità sociale e delle associazioni di promozione sociale” sia nel modello CUD che nei modelli 730 o Unico.
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