La strada del «Made In» passa per l’Unione Europea
In attesa che il Consiglio dei Ministri si esprima sul possibile congelamento della legge 99 che dal 15 agosto ha introdotto l’obbligo per le aziende italiane che delocalizzano di indicare in etichetta i Paesi dove sono realizzati – anche solo in parte – i prodotti o le merci, il dibattito é proseguito attraverso gli organi di informazione. Lo scorso 3 settembre, ospiti della trasmissione radiofonica “Radio City” (Rai Radio 1), il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il Viceministro allo Sviluppo Economico con delega al Commercio estero Adolfo Urso e la professoressa Lucia Rossi docente di Diritto dell’Unione Europea alla facoltà di Giurisprudenza di Bologna, hanno fornito la propria interpretazione del perché la legge anticontraffazione, voluta, condivisa, sostenuta e approvata, corra ora il rischio di rimanere lettera morta. La questione principale, secondo Urso, è il fatto che la legge è entrata in vigore senza che ci sia stato a monte un coinvolgimento della UE, che è la sola abilitata ad intervenire in tema di libera circolazione delle merci in Europa. Analoga posizione è stata espressa anche dalla professoressa Lucia Rossi. “La norma italiana – ha detto tra l’altro il Viceministro - ha creato qualche problema; in linea di principio siamo tutti d’accordo, la questione è che non è possibile realizzarla in quella forma da un singolo stato europeo”. Urso non ha parlato direttamente di congelamento, anzi, ha sottolineato come si tratta “sicuramente di una norma giusta”, ma ha spiegato che la strada da percorrere passa necessariamente dalle Istituzioni europee. Anche perché si tratta di una strada già ben delineata e definita che prevede l’approvazione di un Regolamento UE per introdurre l’obbligo di etichettatura per tutti i prodotti importati in Unione Europea. L’iniziativa è ben nota, solo che dal 2005, quando la UE ha abbracciato ufficialmente la proposta italiana per il varo del Regolamento sono pochi i passi fatti avanti, nonostante l’impegno dei Governi e delle organizzazioni quali Confartigianato. Ma secondo Urso i tempi sono maturi per la riapertura del file. “Il 21 di questo mese – ha dichiarato – il Commissario Europeo al Commercio Internazionale Ashton, che ha preso a cuore la questione, è in Italia su nostra iniziativa per incontrare anche le associazioni di categoria per capire come adottare questo regolamento. Poi sarà portato finalmente all’approvazione del Consiglio d’Europa. Una volta che avremmo convinto alcuni paesi chiave”. Ha aggiunto in conclusione il Viceministro Adolfo Urso. “Le rassicurazioni dell’Onorevole Urso – ha esordito il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli - non fugano i timori e le preoccupazioni espresse nella lettera indirizzata al Ministro Scajola e al sottosegretario Letta. (Ndr. 2 settembre 2009. Nella lettera, Giorgio Guerrini e gli altri presidenti delle Organizzazioni imprenditoriali hanno espresso la preoccupazione per i danni ad imprese e consumatori da un dietrofront sul provvedimento). Noi non dubitiamo che l’intenzione del Governo sia quella di tutelare al meglio il made in Italy e le produzioni che avvengono sul territorio nazionale, d’altra parte non si spiegherebbe l’approvazione della nuova legge. Ma non vorrei che, dietro a una complessità che è davvero grande, sfuggisse qual’è l’esito finale della nuova norma: dal 15 di agosto, se sono un consumatore ho il diritto di sapere se il marchio X o Y che sto acquistando è prodotto in Italia oppure a Taiwan, in Cina o in Romania o in altri paesi. Questo è il dunque”. “Io credo – ha sottolineato Fumagalli - che sia stato sollevato un polverone di difficoltà ad arte da parte di alcuni marchi, da parte di alcuni produttori, da chi immette merci sul mercato nazionale italiano. Sono gli stessi marchi che per gli stessi prodotti, quando li immettono ad esempio sul mercato degli Stati Uniti o del Giappone o di Israele, già si assoggettano ad obblighi vigenti in quei paesi di indicare obbligatoriamente dove è stato fabbricato quel bene o quel prodotto. “Io credo – ha aggiunto il Segretario Generale di Confartigianato - che la normativa è coraggiosa. Do atto al Governo, al Ministro Scajola di aver avuto coraggio; noi avevamo molto apprezzato questo impegno che il Presidente del Consiglio Berlusconi si era assunto pubblicamente alla nostra assemblea dell’11 giugno e puntualmente realizzato con l’approvazione entro fine luglio della legge 99. Il nostro Paese con la Francia, lo ricordava il Vice Ministro Urso - hanno una legislazione severa sulla contraffazione che non ha finora impedito che sul nostro territorio nazionale circolino quantità enormi di merci contraffatte. La valorizzazione del Made in Italy- ha concluso Cesare Fumagalli - noi la intendiamo anche come una delle vie di uscita da questa crisi derivante da grandi effetti di globalizzazione”. Nonostante l’importanza di questa norma per la tutela dei prodotti della creatività italiana, il Governo potrebbe comunque aver agito alla leggera varando la legge 99 senza interpellare preventivamente l’Unione Europea. E ora i rischi sono molteplici. Lo ha detto, tra l’altro, la professoressa Lucia Rossi. “Questa legge – ha spiegato - è probabilmente contraria al diritto Comunitario perché tutto quello che riguarda la circolazione delle merci è regolato a livello europeo e non a livello nazionale, in particolare è contraria perché non è stata notificata. Sul problema delle notifiche, che mi sembrano siano state prese troppo alla leggera, l’Italia rischia conseguenze pesanti. Ci sono due direttive comunitarie una del 1989 e una del 1994 che dicono che tutte queste norme tecniche prima di essere approvate da uno Stato membro devono essere notificate alla Commissione per verificare se sono compatibili, o meno, con il diritto comunitario”. I rischi in cui l’Italia potrebbe incappare, sono, per la professoressa Rossi “da un lato che la norma venga disapplicata dai giudici e dall’amministrazione, dall’altro, in caso di applicazione, che i soggetti chiedano i danni allo Stato italiano”. “L’Italia non può fare da sola – conclude Lucia Rossi - sarebbe molto meglio prima di scrivere queste norme di concordare una strategia con la Commissione Europea”.
Confartigianato ed UniCredit rispondono all’SOS delle imprese italiane
Si chiama “SOS Impresa Italia” l’ultima iniziativa realizzata da Confartigianato e Unicredit Group per contrastare la difficile congiuntura economica che ha colpito tante, troppe micro e piccole imprese italiane. Cavalcando l’onda lunga dell’accordo tra Governo ed ABI per una moratoria del credito nei confronti delle imprese, Confartigianato, le altre sigle dell’artigianato e del commercio ed il colosso bancario di piazza Cordusio hanno stretto un’alleanza per “rispondere ad una platea di oltre 10mila imprese con difficoltà economiche che, con questo accordo, potranno continuare la propria attività imprenditoriale”, come ha dichiarato il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, al termine della conferenza stampa di presentazione dell’intesa. Nessuna campagna pubblicitaria a caratteri cubitali, spot televisivi o promesse ad effetto. La crisi è reale e merita una serie di iniziative concrete e rapide. “Il momento economico è particolarmente delicato ed è importante offrire una risposta immediata alle esigenze delle imprese - ha rassicurato Roberto Nicastro, deputy CEO di UniCredit - entro e non oltre sei mesi”. Sei mesi, dunque, per creare e rendere immediatamente operative le 80 task force, 30 a livello regionale e 50 a livello provinciale, per rispondere alle necessità creditizie delle imprese, valutando “caso per caso, le richieste delle piccole imprese in difficoltà ed individuando le soluzioni più efficaci per dare loro un’opportunità di rilancio”, ha aggiunto il Presidente Guerrini. “Le task force locali coadiuveranno la Banca sia nella concessione di nuova finanza, sia nell’individuare possibili soluzioni per le imprese che necessitino di una ristrutturazione delle attuali linee di credito o che debbano rafforzare il proprio profilo di rischio - ha spiegato Nicastro - Tutto ciò consentirà di valorizzare il patrimonio conoscitivo delle Associazioni e dei Consorzi di garanzia fidi”. L’accordo siglato a Roma lo scorso 2 settembre da UniCredit e dalle sigle di rappresentanza del commercio e dell’artigianato mette in discussione i rigidi parametri introdotti da Basilea 2, una normativa che nasce severa e che con la crisi economica rischia di diventare letale per migliaia di imprese. “La procedura di accesso al progetto sarà snella e punta a rimuovere le rigidità imposte dai parametri di Basilea 2 - ha spiegato il Presidente di Confartigianato - Bisogna dimostrare che il credito alle micro e piccole impresse è soffocato dalla rigidità della burocrazia e dei regolamenti introdotti da Basilea 2. Bisogna dare ossigeno all’impresa vera, all’impresa radicata nel territorio, a quelle 4 milioni e mezzo di aziende che sviluppano la propria attività imprenditoriale e che creano ricchezza ed occupazione”, ha concluso Giorgio Guerrini. Nel dettaglio, “Sos Impresa Italia” offre agli imprenditori una vasta gamma di possibili interventi creditizi. Dalla possibilità di allungare il piano d’ammortamento di cinque anni rispetto alla durata originaria all’opportunità di sospendere per 12 mesi il pagamento delle rate per la quota capitale, sostituite con rate di solo interesse, passando per la concessione di mutui ipotecari a titolo personale agli imprenditori e finendo con l’allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa. “Le prime task force - ha annunciato Nicastro - saranno attive già da settembre e partiranno dalle aree più “imprenditoriali” e maggiormente colpite dalla crisi economica e dalla stretta creditizia”.
Le Confederazioni dell’artigianato contrarie al congelamento della legge che tutela il made in Italy In una lettera al Sottosegretario Letta e al Ministro Scajola, i Presidenti Guerrini, Malavasi e Basso esprimono preoccupazione per i danni ad imprese e consumatori da un dietrofront sul provvedimento
Preoccupazione per l’ipotesi di congelamento della legge a tutela del made in Italy viene espressa dai Presidenti di Confartigianato Giorgio Guerrini, di Cna Ivan Leggere di più
FISCO/Le Associazioni delle PMI: «No al ‘click day’ per il rimborso dell’Irap»
No alla gara telematica per il rimborso dell’Irap. Il meccanismo del «click day», che condiziona l’ordine d’accesso ai fondi stanziati dal Governo alla velocità con cui si pigia un tasto, contrasta, nei fatti, con il diritto al rimborso. Infatti, o al rimborso, Leggere di più
Made in Italy - lettera Confederazioni Artigiane
Le Confederazioni dell'artigianato contrarie al congelamento della legge che tutela il made in Italy