Italia ‘maglia nera’ nell’Ue per i tempi di pagamento: la Pa paga in 128 giorni contro i 65 giorni della media Ue, le imprese si fanno attendere 31 giorni in più della media Ue. Confartigianato e Cna: “Servono norme severe contro i ‘cattivi pagatori’”
L’Italia è ‘maglia nera’ nell’Ue per i ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione e dei privati. In entrambi i casi, il nostro Paese detiene un record Leggere di più
RITARDI DI PAGAMENTO - Confartigianato-Cna
RITARDI DI PAGAMENTO: Italia 'maglia nera' nell'Ue per i tempi di pagamento. Confartigianato e Cna: Servono norme severe contro i 'cattivi pagatori'
OCCHIALERIA – E’ allarme: precipita l’occupazione e il numero delle imprese
Giusto attraverso un paio di lenti rosa, il comparto dell’occhialeria artigiana può guardare con ottimismo al proprio futuro. “Il settore – spiega il Presidente delle occhialerie artigiane aderenti a Confartigianato Tiziano De Toffol - sta soffrendo da parecchio tempo, i dati sono inconfutabili: in un anno, tra ottobre 2008 e ottobre 2009 abbiamo perso il 30% dei dipendenti e il 20% delle imprese a livello Ebav. Numeri davvero pesanti”. A pochi anni dal boom che ha liberato l’occhiale dall’asettica etichetta di ‘presidio medico’, consacrandolo a irrinunciabile accessorio di moda, bandiera del più raffinato e tecnologico Made in Italy, il settore deve ora confrontarsi con una realtà gravissima e contraddittoria. Nonostante la crisi planetaria e il crollo dei consumi, infatti, l’export del settore, che nel 2009 ha fatturato 1.738 milioni di euro, va meno peggio di quello che si potrebbe pensare, con perdite certo molto gravi ma più contenute rispetto al manifatturiero nel suo insieme. Nel picco più profondo della crisi, le esportazioni italiane di occhiali hanno registrato una flessione del 15%, contro la media del -22,3% della manifattura, con mancati guadagni per circa 318 milioni di euro Gli occhiali si producono e si vendono, eppure le piccole imprese chiudono. Una vera moria: nell’ultimo decennio il loro numero, nelle dolomiti venete, culla dell’occhialeria mondiale, è addirittura dimezzato passando da 495 alle attuali 189. Una spiegazione? Il prodotto che raggiunge i mercati internazionali con il marchio Made in Italy è sempre meno tricolore, sempre più massicciamente realizzato fuori dal Paese. Più della crisi sono la delocalizzazione delle produzioni e le maglie larghe della normativa sulla marcatura dei prodotti a minare la solidità delle piccole imprese, e i recenti provvedimenti del Governo in materia di tutela del Made in Italy non rimettono le cose in ordine, lasciando fuori proprio l’occhialeria. E Palazzo Chigi sembra poco propenso a riensarci. Ma la partita per tutelare artigiani e piccoli imprenditori dell'occhiale è tutt’altro che chiusa, anche se le maggiori tutele difficilmente arriveranno dalla proposta di legge 2624 “Reguzzoni-Versace”, nella quale sembra ormai certo che il settore non sarà inserito, come ha ribadito l’onorevole Marco Reguzzoni, Vice presidente dei Deputati della Lega Nord e cofirmatario dell’iniziativa legislativa, al Presidente di Confartigianato Occhiali Tiziano De Toffol. “Abbiamo avuto la conferma – spiega De Toffol - che l’occhialeria rimane fuori, rimane dimenticata ai margini del sistema moda in quanto non fa parte dell’operazione strategica che ruoterebbe intorno al Made in Italy. Siamo amareggiati, comunque la norma, che è certamente migliorabile resta uno stimolo fondamentale per accelerare la discussione europea in ordine alla introduzione dell'obbligatorietà dell'indicazione di provenienza, almeno per alcune categorie di prodotti”. “Ed anche se oggi dovesse restare delimitata al settore del tessile – conclude De Toffol - va considerata come una prima sperimentazione da valutare, aggiornare ed eventualmente allargare ad altri settori produttivi a partire, ovviamente dall'occhialeria".
Crisi, banche, artigianato: fotografia di un’economia che reagisce UniCredit Group e Confartigianato presentano a Bologna i risultati di un’indagine condotta in sinergia. Focus sul settore colpito dagli effetti della situazione congiunturale e strategie per il rilancio
Le piccole imprese italiane non si sono fermate davanti alla crisi, ma hanno saputo affrontarla puntando su qualità, innovazione e internazionalizzazione. In uno Leggere di più
Credito Convegno Unicredit Confartigianato
CREDITO: Crisi, banche, artigianato: fotografia di un'economia che reagisce. Unicredit Group e Confartigianato presentano a Bologna i risultati di un'indagine condotta in sinergia
La Scuola di Sistema alla vigilia di un nuovo anno di corsi
Sono soltanto tre le realtà sindacali ed imprenditoriali del nostro Paese che possono vantare una scuola di formazione per tutte le attività formative del sistema. Tra queste c’è Confartigianato, che ha iniziato i corsi alla fine del 2008. Oggi, dopo un anno di incontri e di confronti, Confartigianato ha consolidato e rilanciato le attività del proprio centro di formazione di Sistema. Formazione per il personale di nuovo inserimento, aggiornamento per gli oltre 14mila collaboratori delle Associazioni territoriali ma, soprattutto, un centro di trasmissione e condivisione delle competenze e delle conoscenze professionali di chi rappresenta la micro e piccola impresa italiana. “La Scuola di Sistema di Confartigianato è una delle poche realtà delle Organizzazioni imprenditoriali che ha visto un investimento importante all’interno della struttura per far fare un salto di qualità ai dirigenti e ai funzionari - ha esordito Luca Crosetto, componente della Giunta esecutiva di Confartigianato Imprese con delega alla formazione - Per il 2010, inoltre, abbiamo già previsto un investimento maggiore, con 30 incontri già programmati e numerosi incontri a tema per tutti i vari meandri nei quali si dibattono i nostri funzionari per rispondere alle esigenze degli associati”. Nel primo anno di corsi, la Scuola di Sistema ha riunito più di 450 rappresentanti della rete di Confartigianato, tra dirigenti e funzionari degli oltre 1.200 sportelli territoriali. In particolare, dalla Lombardia, dalla Toscana, dalle Marche e dal Piemonte. Per il prossimo anno, inoltre, la Scuola di Sistema di Confartigianato si muoverà su tre strade differenti, ampliando l’offerta formativa, il coinvolgimento del territorio e l’organizzazione interna della Scuola, con la creazione di certificazioni interne ed un maggior numero di ambiti in cui approfondire i campi d’interessi dalla rappresentanza imprenditoriale della micro, piccola e media impresa.