ASSEMBLEA 2010 – Via libera alla libertà di impresa. L’annuncio di Silvio Berlusconi all’Assemblea di Confartigianato

E’ il Paese dell’economia reale che produce e che non si arrende di fronte alla recessione, quello che si è dato appuntamento a Roma all’Auditorium Parco della Musica per la sessantaquattresima Assemblea annuale di Confartigianato. Oltre 2700 tra delegati del sistema confederale e imprenditori provenienti da tutta Italia hanno raccolto l’invito a partecipare del Presidente Giorgio Guerrini, un vero record giustificato dalla delicatezza della fase economica attuale: il passaggio dalla crisi alla ripresa. Le proposte per rimettere in moto l’Italia delle piccole imprese sono quelle lanciate dal palco dal Presidente di Confartigianato Guerrini. A riceverle in platea il premier Silvio Berlusconi, i ministri del Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi, della Semplificazione Roberto Calderoli, dei Rapporti con le regioni Raffaele Fitto, i sottosegretari Daniela Santaché, Adolfo Urso, Bartolomeo Giachino. Poi parlamentari di maggioranza e opposizione, rappresentanti delle istituzioni e delle parti sociali e delle organizzazioni di rappresentanza, partendo dal presidente di turno di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli. “L’Italia produttiva, l’Italia delle piccole imprese – ha esordito il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini - non si rassegna alla bassa crescita. Dobbiamo ripartire. Trasformiamo la crisi in opportunità. Facciamo senza esitazioni quelle riforme indispensabili per ridare slancio alle imprese. Per ripartire gli imprenditori devono toccare con mano la volontà di cambiamento. La semplificazione burocratica è la grande rivoluzione che ci aspettiamo e che, insieme, alla riduzione della pressione fiscale è in testa alle aspettative dei nostri imprenditori". Applausi a scena aperta per il Presidente del Consiglio Berlusconi che nella sua replica raccoglie la sfida lanciata da Guerrini. “Sottoscrivo completamente la relazione del Presidente Guerrini" – ha detto il Premier Berlusconi. "Vogliamo una stagione di liberalizzazione della libertà d’impresa. Due i progetti: la proposta di legge sullo Statuto delle imprese che è depositata in Parlamento e la proposta annunciata dal Tremonti per eliminare i controlli prima dell’avvio dell’attività d’impresa, valorizzando quelli successivi". In apertura di Assemblea, Giorgio Guerrini ha assegnato la prima edizione del premio Giano al Sistema dei consorzi fidi per aver garantito un accesso al credito più fluido, capace di soddisfare realmente le esigenze economiche delle imprese, anche nella fase più acuta della crisi. Il riconoscimento è stato ritirato da Daniele Alberani, Presidente di FedartFidi.


SEMPLIFICAZIONE P.A. RETE IMPRESE ITALIA: BENE SPORTELLO UNICO, PASSO IMPORTANTE PER MAGGIORE CRESCITA E COMPETITIVITA’ DELLE IMPRESE

I costi della burocrazia rappresentano per le imprese, soprattutto le Pmi, una vera e propria “tassa” che vale 1 punto percentuale di Pil. E, pertanto, ogni riduzione e Leggere di più


RETE IMPRESE ITALIA

SEMPLIFICAZIONE P.A. Rete Imprese Italia: Bene sportello unico, passo importante per maggiore crescita e competitività delle imprese


Sviluppo e Mezzogiorno, il rilancio del Sud passa per le reti immateriali

Confartigianato ha scelto Napoli, la capitale del Mezzogiorno d’Italia, per illustrare alcuni esempi del proprio impegno a favore delle imprese italiane del Sud del Paese. Tre esempi pratici e reali di reti immateriali tra imprese, come i consorzi edili, il mercato elettronico per gli appalti della pubblica amministrazione e per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Tre reti ad alto tasso tecnologico, in grado di ampliare gli spazi di condivisione dei saperi e capaci di abbattere costi e limiti dimensionali tipici delle micro e piccole imprese. Soprattutto, però, reti utili per rilanciare aree e territori depressi che faticano a produrre ricchezza e a creare occupazione. E così, mentre a Roma il Governo Berlusconi presentava una manovra finanziaria disegnata sul rilancio delle reti tra imprese, a Napoli Confartigianato ha mostrato gli esempi di maggior successo per il rilancio del Mezzogiorno. A cominciare dalla filiera delle energie rinnovabili, con imprese, banche ed energy manager che devono poter dialogare per sfruttare le infinite risorse rinnovabili delle regioni più soleggiate d’Europa. Un altro esempio è rappresentato dai consorzi delle costruzioni, che hanno permesso alle imprese di piccole dimensioni di presentare offerte migliori, più qualificate e capaci di penetrare in mercati generalmente inaccessibili. La terza esperienza, infine, è legata al mercato elettronico della pubblica amministrazione. Un’iniziativa che ha permesso di smuovere una cifra totale vicina ai 5 milioni di euro e che oggi rappresenta, soprattutto in Sicilia, una concreta possibilità di sviluppo economico per le imprese del Mezzogiorno, oltre ad un’occasione di risparmio e di contenimento della spesa pubblica locale.


Pane, 9 italiani su 10 lo vogliono artigianale

Quello degli italiani per il pane artigiano è un amore che non conosce una crisi sostanziale e non si può parlare di vero tradimento quando l’acquisto di rosette e baguette avviene presso la grande distribuzione anziché nel panificio tradizionale. Secondo un’indagine presentata nei giorni scorsi al Salone internazionale dell’arte bianca di Verona - una dettagliata fotografia del settore completa di abitudini, preferenze e aspettative dei consumatori - il 93% degli intervistati considera il panificio un luogo davvero speciale diverso da qualsiasi negozio. Il gusto e la qualità del pane tradizionale non si discute: 9 consumatori su 10 non cambierebbero mai la propria pagnotta appena sfornata con una ‘industiale’, ed è solo per comodità che una fetta degli acquisti si è spostata verso la grande distribuzione. Una tendenza che negli ultimi due anni si è tradotta - spiega la ricerca - <i>“in una significativa erosione della quota di mercato dei panifici, peraltro in parziale recupero rispetto al 2008”. </i>Indipendentemente dalla tipologia di esercizio commerciale, anche gli acquisti di pane scontano il calo generalizzato dei consumi: diminuiscono lo scontrino medio delle famiglie (2,14 euro contro i 2,20 euro del 2008), la quantità per acquisto (400,5 gr, pari a 100 grammi a persona, contro i 446,5 grammi del 2008), e di conseguenza gli acquisti medi settimanali per famiglia (2,01 kg contro i 2,28 del 2008). Secondo lo studio, realizzato dalla SWG di Trieste, il panificio del domani non sarà più un luogo per la vendita di pane, pasta fresca, pizze, focacce e dolci, con un orario di apertura più elastico e dilatato nell’arco della giornata. Il panificio del futuro, ove possibile, dovrà puntare su nuove carte: dalla vendita a domicilio (anche di pasti completi), all’interattività. I panificatori dovranno conquistare il web, arma in più per la vendita on-line. <i>“Penso che internet non entrerà nei nostri negozi, almeno a breve, come possibile canale di vendita del prodotto”, </i>spiega il presidente dei panificatori di Confartigianato Enzo Mengoni, commentando i risultati della ricerca. <i> “Il trasporto di beni così delicati, facilmente deperibili e tutto sommato poco costosi </i>– prosegue -, <i>inciderebbe troppo pesantemente sul prezzo finale del pane. Sono invece d’accordo con i sondaggisti dell’SWG quando sottolineano che a breve anche il nostro settore dovrà affrontare dei cambiamenti per allinaersi alle richieste del mercato. Sicuramente i panifici non potranno più sostenersi vendendo solamente il pane, dovranno offrire più scelta e prodotti più evoluti. Non credo invece che l’idea di forno multifunzionale moderno sia quella di trasformare i panifici in bar. La qualità e i prodotti freschi sono la nostra arma vincente, sono questi gli strumenti su cui continuare a puntare per il rilancio del pane artigiano” </i>conclude il presidente di Confartigianato Panificazione Enzo Mengoni.


Sempre più complicata per gli impiantisti la gestione dei rifiuti ‘tecnologici’

Le discariche improvvisate lungo il ciglio della strada, quei mucchi di elettrodomestici arrugginiti che marchiano a fuoco le periferie di piccoli e grandi centri urbani, potrebbero avere le ore contate. Scatta l’operazione ‘uno contro uno’: dal prossimo 18 giugno chi acquista un elettrodomestico nuovo potrà consegnare direttamente quello vecchio al distributore che provvederà a smaltirlo gratuitamente. Lo prevede il Decreto Ministeriale 8 marzo 2010 che mette un freno alla dispersione nell’ambiente dei cosiddetti Raee, i rifiuti hi-tech che troppo spesso escono di casa per finire in strada o sui prati piuttosto che nei centri di raccolta. Una sana e bella abitudine quella della raccolta e del riciclo. Ma chi pagherà il conto dell’ ‘uno contro uno’? Insieme ai commercianti, che dovranno attrezzarsi per il ritiro, lo stoccaggio e il trasporto degli apparecchi da rottamare, se lo chiedono anche gli artigiani impiantisti e i centri di assistenza tecnica per i quali si profilano all’orizzonte nuove complicazioni burocratiche e nuovi costi. Poniamo il caso di un installatore di impianti: per trasportare i rifiuti prodotti nella propria attività deve iscriversi all’Albo dei gestori ambientali: 50 euro. Nella maggioranza dei casi, poi, è tenuto a iscriversi anche al Sistri, il nuovo sistema di tracciatura digitale dei rifiuti pericolosi, costo annuale 120 euro. Adesso dovrà versare ulteriori 50 euro per registrarsi nella nuova sezione dell’Albo, quella speciale, che abilita al trasporto di elettrodomestici da rottamare. Infine, l'impegno più gravoso: gestire con procedure separate la contabilità dei rifiuti prodotti nelle proprie attività da quelli prodotti da ‘terzi’. Una frontiera in molti casi troppo labile per essere definita con precisione. Problematiche che Confartigianato ha segnalato alla Segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente. In un documento, la Confederazione contesta la ‘tripla iscrizione’ etichettandola come ‘difficilmente giustificabile’, definisce il nuovo sistema ‘eccessivo e ridondante’ e sottolinea come le direttive comunitarie prescrivano agli stati membri di non vessare le piccole imprese con una molteplicità di adempimenti similari. Infine una proposta: “una sola iscrizione che abiliti alla gestione di tutte le tipologie di rifiuti che installatori, centri di assistenza tecnica e riparatori, si trovino a gestire nelle rispettive attività di impresa”.