Sistri, a rilento la consegna dei dispostivi elettronici
Per il Sistri, il nuovo sistema di tracciatura digitale del ciclo dei rifiuti, dopo molte incertezze, diversi rinvii e tre decreti ministeriali, l’ultimo dei quali ha accolto importanti richieste di Confartigianato, finalmente si avvicina l’ultimo miglio. Il debutto è fissato per il primo ottobre, ma anche questa data, come le precedenti, potrebbe trascorrere con un sostanziale nulla di fatto; l’ultimo miglio si annuncia infatti tutto in salita, basta un’occhiata al calendario per confermarlo. Il tempo stringe. Entro il 12 settembre i tecnici dell’Ambiente dovranno concludere una fase del programma da subito considerata critica: la consegna, su tutto il territorio nazionale, dei dispositivi elettronici che consentiranno alle imprese iscritte al nuovo registro informatico di tracciare automaticamente tutti gli spostamenti di rifiuti. Alla scadenza mancano poche settimane, in mezzo c’è la pausa estiva e solo in questi giorni è partita la distribuzione di uno dei due dispositivi, la pennetta Usb, la chiave digitale che consentirà agli imprenditori di accedere al sistema. Sarebbe ancora ferma, invece, la consegna delle Black Box, i trasmettitori satellitari d’ora in avanti obbligatori su tutti i veicoli che trasportano rifiuti. Ma anche se i dispositivi arrivassero rapidamente c’è comunque il problema di installarli tutti e 200.000, una sfida complessa considerato il basso numero di officine abilitate. Che le officine siano poche Confartigianato lo sostiene da tempo ma ora se n’è accorto anche il Ministero che è corso ai ripari riaprendo i termini di presentazione delle domande.
Sicurezza sul lavoro Guerrini (Confartigianato): “E’ ora di ridurre le tariffe Inail pagate dagli artigiani”
“I dati sulla riduzione degli infortuni sul lavoro confermano che è arrivato il momento di procedere alla riduzione delle tariffe dei premi Inail pagati dagli artigiani”.Leggere di più
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SICUREZZA SUL LAVORO - Il Presidente Guerrini: E' ora di ridurre le tariffe Inail pagate dagli artigiani
IRAP, definiti gli aumenti per il rientro del deficit della Sanità
Il Governo ha deciso: saranno imprenditori e cittadini di Lazio, Campania, Calabria e Molise a risanare le rispettive casse sanitarie. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha ufficializzato l’aumento dello 0,15% dell’IRAP, l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, e dello 0,30% per l’addizionale IRPEF, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. L’Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che la manovra di aggiustamento varrà lo 0,2% del PIL regionale di ciascun territorio coinvolto, una cifra che sfiora i 630 milioni di euro totali. In media, ogni abitante dovrà rinunciare a 46 euro, che diventano 64 per i cittadini del Lazio, la regione che vanta il peggior disavanzo sanitario di tutta Italia. Una volta di più, la scellerata gestione del bilancio sanitario cadrà sulle spalle di chi, imprenditore o semplice cittadino, paga già in prima persona un sistema fatto di inefficienze, sprechi ed improponibili liste d’attesa. Come se non bastasse, l’Ufficio studi di Confartigianato ha scoperto che tre delle quattro regioni coinvolte dagli aumenti, l’unica eccezione riguarda la Calabria, occupano i primi posti della classifica dei territori che pagano già il prezzo più alto per finanziare la sanità regionale. Aumentare ancor di più il prelievo fiscale su questi territori, significa ridurre al minimo il margine di operatività delle imprese, soprattutto delle micro e piccole imprese. In un momento, se serve ripeterlo, in cui la parola crisi riecheggia in tutto il Paese, dal grande centro abitato alla più piccola provincia italiana. La conferma arriva da chi rappresenta ogni giorno quegli stessi imprenditori. “Non è certo una buona notizia per le imprese della provincia di Viterbo, dove il 40% opera nell’edilizia, un settore particolarmente colpito dall’attuale crisi. Contendersi a suon di ribassi il poco che c’è, come sta accadendo, non è certamente la soluzione migliore - ha denunciato Claudio Galeotti, vicepresidente di Confartigianato Viterbo - In un contesto simile, caricare le imprese di ulteriori costi e oneri, è come mettere un’ulteriore peso nelle tasche di chi sta tentando di rimanere a galla”. La situazione non cambia se dalla provincia ci si sposta in città. “Si chiede ancora una volta uno sforzo a quei pochi soggetti, come le piccole imprese, che possono garantire un meccanismo di uscita da questa grande crisi. A questi attori sociali viene presentato un ulteriore conto da pagare - ha sottolineato Luciano Rezzuto, direttore di Confartigianato Napoli - per l’attività di cattiva gestione, in particolare della Sanità, dove vengono eseguite prestazioni sanitarie assolutamente scadenti e con costi elevatissimi. Come se non bastasse, le imprese e gli stessi cittadini campani - poi ha concluso - sono costretti a ricorrere alla sanità di altre regioni, pagando due volte lo stesso disservizio”. Quella dei viaggi della speranza in cerca di una struttura sanitaria adeguata, però, è tutta un’altra storia.
Sui macchinari per i saloni di bellezza è caos
Il calderone lo ha scoperchiato qualche settimana fa la Guardia di Finanza di Verona che ha messo a segno un maxi sequestro di apparecchi per trattamenti estetici rigorosamente ‘made’ in Cina, falsi come le certificazioni di qualità e le documentazioni tecniche che li accompagnavano. Tra lettini abbronzanti e apparecchiature elettromeccaniche, le fiamme gialle hanno sequestrato oltre 20.000 pezzi; un traffico gigantesco che conferma come dopo le griffe della moda, i marchi prestigiosi di orologi, occhiali e accessori, ora a finire nel mirino dell’industria del falso è il settore della bellezza. Un allarme che Confartigianato Estetica ha lanciato da tempo. “Noi come Confartigianato Estetica lo abbiamo denunciato già a novembre 2009 - spiega Anna Parpagiolla, Presidente dell'associazione - a un forum organizzato dal Ministero della Sanità il Forum Risk Management. Lo abbiamo denunciato lì, lo abbiamo denunciato a marzo a un convegno nostro. Posso solo dire che l'allarme è stato recepito davvero lentamente” Ma la presenza sul mercato di apparecchiature taroccate non è l’unico problema denunciato dalle estetiste. Anche i prodotti regolari, infatti, spesso lasciano a desiderare quanto a indicazioni tecniche sul loro utilizzo e su eventuali controindicazioni per la salute degli operatori e dei consumatori. Ne è convinta la Presidente Parpagiolla: “C’è una forte carenza normativa - sottolinea - che noi stiamo cercando di risolvere, sollecitando il Ministero della Sanità e il Ministero dello Sviluppo Economico. Occorre fare chiarezza su quali indicazioni debbano necessariamente accompagnare le apparecchiature elettromeccaniche, per una maggior tutela nostra e dei consumatori. Il consumatore si deve rivolgere comunque a estetiste professioniste. Questa è la cosa più importante”. Insomma, mentre altri settori invocano leggi a maglie larghe, la presidente di Confartigianato estetica, al contrario, chiede regole più stringenti: le chiede per i produttori di apparecchiature e annuncia un’iniziativa per l’autunno. “Stiamo mettendo a punto la Carta dei diritti dell’estetista, un'importante iniziativa che presenteremo tra settembre e ottobre nel corso di una conferenza stampa. Si tratta di un documento che impegnerà alla massima trasparenza i produttori di apparecchiature che lo sottoscriveranno".
In Italia i premi Rc auto più cari d’Europa: + 58,1% rispetto a media Ue Dal 2007 rincari del 12,5% Con l’obbligo del risarcimento diretto i costi aumentano e diminuisce la libertà dei consumatori I Carrozzieri di Confartigianato, Cna, Casartigiani chiedono modifiche al Codice delle Assicurazioni
A più di tre anni dalla sua entrata in vigore, avvenuta nel febbraio 2007, la procedura di risarcimento diretto del danno in caso di incidente automobilistico (cioè l’obbligo di richiedere l’indennizzo alla propria assicurazione) prevista dal Codice delle Assicurazioni Private ha fallito l’obiettivo di ridurre i prezzi delle polizze RC Auto.
In Italia i premi Rc auto sono più cari del 58,1% rispetto alla media dei principali paesi dell'area euro.
Da febbraio 2007 a maggio 2010 si sono registrati aumenti del 12,5% dei prezzi delle assicurazioni dei mezzi di trasporto, il 3,6% in più rispetto alla media dei paesi dell’area euro.
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