PREMI INAIL Guerrini (Confartigianato): “Gli artigiani versano 3 e ricevono 1. Serve riforma strutturale per sanare squilibrio”
“Prendiamo atto dell’annuncio del Presidente dell’Inail. Ma continuiamo a sollecitare, anche al Governo, un intervento strutturale e consistente di rideterminazione delle tariffe pagate dagli artigiani per sanare l’assurda sperequazione che oggi vede i nostri imprenditori versare contributi 3 volte superiori rispetto alle prestazioni ricevute dall’Istituto. La riduzione è tanto più necessaria in considerazione dell’ottimo andamento della Gestione dell’artigianato presso l’Inail frutto dell’impegno delle imprese artigiane per garantire la sicurezza sul lavoro”.Leggere di più
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PREMI INAIL - Il Presidente Guerrini: Gli artigiani versano 3 e ricevono 1. Serve riforma strutturale per sanare squilibrio
In arrivo la sanità integrativa per i dipendenti dell’artigianato
La salute prima di tutto, recita un vecchio adagio. E allora, nel pieno della crisi, pensare alla salute dei propri dipendenti, prima ancora che agli aumenti in busta paga, sembra essere una soluzione efficace per garantire loro potere d’acquisto e tutela della salute. Dal primo gennaio 2011, tutti i dipendenti dell’artigianato potranno godere di una sanità integrativa finanziata direttamente dal proprio datore di lavoro. Un tassello ulteriore, soltanto l’ultimo in ordine di tempo, del più corposo impianto della bilateralità nell’artigianato. “Nel corso degli accordi sulla riforma del modello contrattuale, abbiamo pensato di completare il nostro sistema di bilateralità globale prevedendo anche la sanità integrativa, ovvero la copertura di prestazioni sanitarie integrative per tutti i lavoratori dipendenti”, ha esordito Riccardo Giovani, direttore delle Relazioni sindacali di Confartigianato Imprese. I primi a festeggiare la sanità integrativa saranno i dipendenti delle imprese dell’alimentazione, che nel rinnovo del contratto nazionale hanno trovato la voce che garantisce la copertura di determinate prestazioni sanitarie fino ad un tetto massimo di spesa. Pensare alla salute dei propri dipendenti è un’attenzione che si è diffusa anche nell’industria e nel commercio e che rappresenta il quarto ed ultimo pilastro della riforma contrattuale del 2008. “Siamo di fronte all’affermazione definitiva di quella che è la bilateralità nell’artigianato - ha ripreso Giovani - Una riforma che si basa sui pilastri del sostegno al reddito, estremamente importante in questo periodo di crisi, della formazione continua e che ora stiamo completando con il rilancio della previdenza complementare e con la creazione della sanità integrativa”. Se gli alimentaristi hanno compiuto il primo passo, le altre categorie dell’artigianato si adegueranno di rinnovo in rinnovo. D’altronde, l’appuntamento con la creazione di un fondo nazionale è vicino, molto vicino. “Per quel che riguarda la sanità integrativa, è prevista la costituzione di questo fondo sanitario nazionale per il primo gennaio 2011”, ha poi concluso Riccardo Giovani, direttore delle Relazioni sindacali di Confartigianato Imprese.
I Confidi all’esame del Parlamento, il futuro fa rima con semplificazione
Le Commissioni finanze di Camera e Senato hanno valutato positivamente alcune delle proposte di Confartigianato per la riforma del Testo Unico Bancario. In particolare, per quanto riguarda la revisione dell’attività dei Consorzi di garanzia fidi, lo strumento che ha saputo sostenere artigiani e piccoli imprenditori nel pieno della crisi. Confartigianato aveva confermato la necessità di semplificare il corposo impianto normativo nato dopo la rivoluzione di Basilea 2, cominciando proprio da un rapporto sempre più stretto tra Associazione di categoria e Consorzio di garanzia, una collaborazione vitale per il sostegno alle esigenze creditizie delle imprese. “Sappiamo che l’istruttoria e la delibera devono essere necessariamente in capo agli enti finanziari. Su questo non c’è dubbio - ha subito chiarito Vito Sanfilippo, direttore del Consorzio regionale di garanzia per l’artigianato del Veneto - Tutto quello che riguarda la raccolta dei documenti, però, il rapporto diretto con l’impresa o la consulenza finanziaria di base può essere lasciata alle associazioni. Ma io vado anche oltre e penso a tutta la materia relativa all’antiriciclaggio o alla trasparenza. Se la normativa potesse spingersi oltre, riusciremmo a favorire ancor di più l’impresa”, ha concluso Sanfilippo. Un rapporto più stretto che porti a ridurre i costi, gli adempimenti e le pratiche a carico dei consorzi. Oggi, infatti, i Confidi sono costretti a pagare un prezzo davvero elevato per tutti gli aspetti amministrativi. “Fino a due anni fa - ha esordito Gianmario Caramanna, direttore di Confartigianato Fidi Piemonte - non avevamo più di 7 o 8 impiegati per tutta la parte amministrativa. Oggi, la nostra struttura, che è fatta di 70 persone, impiega circa 15/18 persone soltanto per la parte amministrativa e di controllo del 107”. La palla ora passa al Governo, che dovrà tenere conto delle necessità dei Consorzi fidi, della loro operatività ma soprattutto della loro sostenibilità organizzativa.
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