Tajani: ‘Manifatturiero e pmi al centro della futura politica industriale europea”

Mentre in Italia l’attenzione è tutta per il futuro politico del Paese, l’Europa mira decisa al rilancio dell'economia del vecchio continente con la proposta di una nuova politica industriale per l’eurozona che metta industria manifatturiera e piccole imprese al centro della crescita. Il piano, presentato alla Summer School di Confartigianato, è quello del Vicepresidente e Commissario all’Industria e all’Imprenditoria della Commissione europea Antonio Tajani, un progetto che diventerà ufficiale solo a metà ottobre ma che ha già incassato il plauso, tra gli altri, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. <i>"E' venuto il momento </i>– ha detto nei giorni scorsi il capo dello Stato - <i>che l' Italia si dia una seria politica industriale nel quadro europeo, secondo le grandi coordinate dell' integrazione europea”. </i> Un monito, quello di Napolitano a sciogliere i nodi dell’economia italiana guardando alle iniziative di Bruxelles, che cade in un momento politicamente complesso e con la casella del Ministero dello Sviluppo Economico ancora libera. <i>“L’Europa </i>- spiega Antonio Tajani - <i>per uscire definitivamente dalla crisi, ma anche per creare una nuova stagione economica positiva, ha deciso di puntare su una nuova politica industriale. Una nuova politica industriale significa un modello diverso dall’industria degli anni’80 e ’90 cioè un’industria che non sia figlia degli aiuti di stato, un'industria competitiva”.</i> Il piano, ambizioso, mira a rendere l’Europa ‘amica’ delle imprese grazie al buon funzionamento dei mercati finanziari e dell'accesso al credito, soprattutto per le Pmi, al rafforzamento del mercato unico, a meno burocrazia e migliori infrastrutture per trasporti, energia e digitale. Una new economy più intelligente, basata su ricerca e innovazione e più sostenibile in termini di efficienza energetica e ambientale. <i>“Per raggiungere l’obiettivo</i> – prosegue l’Eurocommissario – <i>è necessario un terreno normativo che permetta all’industria di svilupparsi insieme al sistema imprenditoriale. Quindi meno burocrazia, meno lacci normativi e su questo la Commissione Europea, su impegno diretto del Presidente Barroso, ha già lavorato per ridurre molte migliaia di norme comunitarie”. </i> E ancora, sostegno all’internazionalizzazione della nostra industria <i>“perché </i>- ha spiegato Tajani dal palco della Summer School - <i> dare la possibilità di esplorare nuovi mercati è lo strumento più efficace per evitare le delocalizzazioni”.</i> <i> “La nuova politica industriale </i>– ha proseguito - <i>deve portare anche alla ristrutturazione delle attuali industrie per essere più competitive e più moderne perché non ci può essere un’attività industriale senza innovazione, ecco perché noi presenteremo entro la fine del mese una comunicazione della Commissione Europea sull’innovazione e poi la Comunicazione sulla nuova politica industriale”.</i> In un’intervista rilasciata al Tg@ (il settimanale di informazione via web di Confartigianato) a margine della Summer School, l’Eurocommissario Tajani ha fornito alcune anticipazioni su due cavalli di battaglia di Confartigianato: la legge Reguzzoni sul Made in Italy, per la quale nelle scorse settimane Bruxelles ha fatto scattare il disco rosso, e i ritardi di pagamento della pubbliche amministrazioni. <i>“La legge Reguzzoni, per quanto riguarda i contenuti di principio è una buona legge. E’giusto difendere i prodotti fatti in Europa e garantire il consumatore. Ci sono alcuni problemi, da qui la lettera che la Commissione Europea ha inviato al Governo italiano. Ecco perché, essendo un convinto sostenitore del “made in”, cercherò di trovare una soluzione che permetta all’Italia di avere un suo made in sintonia con le norme comunitarie".</i> L’Italia è ‘maglia nera’ nell’Ue per i ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione e dei privati. In entrambi i casi, secondo una rilevazione dell'Ufficio Studi di Confartigianato, il nostro Paese detiene un record negativo: gli enti pubblici si fanno attendere in media 128 giorni, vale a dire 61 giorni in più della media Ue. Le imprese private committenti onorano i loro debiti nei confronti dei subfornitori in 88 giorni, con un ritardo di 31 giorni rispetto ai competitors europei. <i>"Ci sono buone notizia</i> - spiega Tajani - <i>mi auguro che entro fine anno possa entrare in vigore una normativa che permetterà alle imprese di essere pagate entro 30 giorni da parte delle pubbliche amministrazioni, altrimenti ci saranno delle penalità importanti per le Pa. Questa direttiva metterà in movimento molti miliardi di euro e farà il bene non soltanto delle piccole e medie imprese ma permetterà a queste di reinvestire, creare nuovi posti di lavoro, essere un volano positivo per tutta l’economia".</i>


Globalizzazione e federalismo, alla Summer school 2010 opportunità e scenari futuri per le piccole imprese

Settembre è diventato il mese della Summer School di Confartigianato. Un evento che appartiene alla tradizione della vita associativa confederale e che negli ultimi anni ha saputo confermarsi come il pronti e via di una nuova stagione di rappresentanza delle micro e piccole imprese del Paese. La recente crisi finanziaria ha definitivamente messo in chiaro un dato: il mondo che viviamo è un mondo globalizzato, politicamente e, soprattutto, economicamente. Forte di questa convinzione, Confartigianato ha scelto come tema centrale di questa edizione proprio la globalizzazione, un fenomeno con cui, necessariamente, le micro e piccole imprese devono confrontarsi per vincere la sfida dei mercati. “Una globalizzazione che - come ha ricordato il presidente Giorgio Guerrini nel suo discorso di apertura - ha mostrato le importanti ricadute che ha sul sistema economico comunitario e su quello nazionale”. E proprio per approfondire il tema europeo, le difficili situazioni di nazioni come Spagna, Irlanda e Grecia, Confartigianato ha invitato Antonio Tajani, vicepresidente e commissario all’industria e all’imprenditoria della Commissione europea. Un discorso diretto al cuore delle questioni comunitarie ma anche, e soprattutto, sulla vicenda del Made in Italy, voce fondamentale dell’agenda politica di Confartigianato. Successivamente, è salito sul palco dell’ATA Hotel Villa Pamphili di Roma Renato Mannheimer, che ha presentato il tradizionale osservatorio Ispo - Confartigianato. Dal rapporto è emersa la ferma volontà degli imprenditori associati di vedere realizzato al più presto il disegno di federalismo fiscale, l’unica possibile leva di ripresa economica per il paese. Paolo Feltrin, moderatore di tutta la manifestazione, ha riportato il dibattito sui temi economici e finanziari legati all’Europa, alla recente crisi che ha intaccato le certezze di tanti stati comunitari e alle soluzioni adottate da Bruxelles per la quadratura dei bilanci dei paesi membri. La crisi greca ha posto l’attenzione sul difficile rapporto tra le politiche economiche comunitarie e quelle adottate dagli stati membri. Per capire meglio il caso greco, Confartigianato ha invitato alla Summer School 2010 Dimitri Deliolanes. “Attualmente, la situazione è che c’è una trojka composta dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale che su base mensile si sposta in Grecia per controllare l'applicazione del memorandum per il sostegno dell’economia greca, l’accordo firmato il 9 maggio scorso” Il corrispondente a Roma della tv di stato ellenica ha così descritto la soluzione imposta al Governo greco per rientrare del buco di bilancio che ha gettato nel baratro economico la Grecia, una delle sei nazioni che insieme all’Italia hanno dato vita all’Unione europea. Il pomeriggio della prima giornata di lavoro ha ospitato l’intervento di Luca Antonini, professore di diritto costituzionale all’università di Padova, che ha chiuso il ciclo degli incontri di Confartigianato con i tre grandi esperti di federalismo fiscale. Il docente universitario ha riportato la propria analisi sui territori italiani e sull’attuazione di un federalismo fiscale non più rinviabile. Anche, e soprattutto, per una piccola impresa che deve confrontarsi con un mercato economico e produttivo di portata globale. La glocalizzazione, allora, la reazione territoriale in un panorama globale, diventa l’unica via di sviluppo per il tessuto imprenditoriale italiano. Ne è convinto Piero Bassetti, presidente della fondazione Giannino Bassetti. “La glocalizzazione è una grande opportunità. Certo, per stare in un mondo globale è necessario che il singolo sia attrezzato per vivere in un mercato glocale”, ha sottolineato il Presidente della Fondazione Bassetti. Se il segretario generale del Censis, Giuseppe De Rita, ha chiuso la prima giornata con un intervento in cui ha sottolineato l’importanza della soggettualità in una società globale che tende all’appiattimento e all’omologazione, la seconda giornata di lavoro è stata introdotta dal confronto tra Enrico Letta e Lucio Caracciolo, rispettivamente vicesegretario del partito democratico e direttore della rivista Limes. I due, incalzati dal vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro, hanno dibattuto sull’europa anche e soprattutto alla luce della recente crisi che ha messo in difficoltà molti stati membri fino ad arrivare a mettere in dubbio la forza dell’euro, “l’unica moneta al mondo - come ha ricordato Caracciolo - che non ha un vero e proprio stato alle spalle”. La lectio magistralis del Ministro per la pubblica amministrazione e per l’innovazione, Renato Brunetta, ha quindi chiuso la due giorni di lavori della Summer School 2010, affrontando i temi legati alla convergenza tra i territori italiani e la globalizzazione, in un contesto economico che deve tener conto del panorama globale e delle esigenze del mondo imprenditoriale locale.


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