Confartigianato alla guida di Rete Imprese Italia

Artigianato e servizi, commercio e turismo, tutte le micro e piccole imprese italiane unite per rappresentare gli interessi, le necessità ed i margini di sviluppo economico e sociale dell’impresa diffusa del Paese. Oggi che Rete Imprese Italia è una realtà, e non più soltanto una sfida che in tanti credevano impossibile, Confartigianato assume la presidenza di turno di un’organizzazione che riunisce più di quattro milioni di imprese e oltre 14 milioni di addetti. “I prossimi sei mesi saranno mesi impegnativi, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico-istituzionale - ha esordito il Presidente Giorgio Guerrini - Confartigianato assume questo semestre di presidenza di Rete Imprese Italia portando il suo modo di fare ed il suo stile. Vorremmo che in un momento economico ancora difficile come quello che sta attraversando il Paese, si riuscissero ad affrontare i nodi e gli ostacoli che impediscono all’Italia di crescere”. Un’occasione importante che pone Confartigianato e l’artigianato italiano alla guida di tutte le micro e piccole imprese del Paese. La principale organizzazione dell’artigianato italiano arriva a Palazzo Sforza Cesarini, la sede romana di Rete Imprese Italia, con un bagaglio ricco di più di sessant’anni di esperienza nella rappresentanza imprenditoriale, una storia che ha scritto le pagine più importanti della vita economica del Paese. “Per riprendere a crescere il Paese ha bisogno di liberare l’impresa - ha continuato Giorgio Guerrini - Per liberare l’impresa bisogna cominciare innanzitutto a sfoltire la giungla burocratico-amministrativa, che significa semplificare in maniera concreta e non soltanto a parole. Inoltre, abbiamo bisogno di un fisco che sia più vicino alle imprese, a chi produce e a chi sviluppa economia. Stiamo seguendo con attenzione l'evoluzione del federalismo fiscale, un progetto che riteniamo decisivo per poter riprendere la crescita. Questa, però, è l'ultima opportunità che il Paese ha. Vorremmo un fisco semplice, un fisco che non sia tiranno, un fisco che cominci anche una progressiva diminuzione della pressione sulle imprese”, ha concluso il presidente di Confartigianato e di rete Imprese Italia, Giorgio Guerrini.


Confartigianato analizza le differenze regionali di un’Italia ormai prossima al federalismo fiscale

Il 2011 è l’anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il 2011, però, sembra essere anche l’anno della definitiva entrata in vigore del federalismo fiscale. Ma a studiare bene le differenze tra Regione e Regione, tra provincia e provincia, più che di un’Italia unita si può parlare di un’Italia ferma all’età dei comuni, a quel medioevo fatto di tanti piccoli centri, tutti diversi tra loro. L’Ufficio studi di Confartigianato ha scattato una fotografia interessante, diventata un’inchiesta del più autorevole quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, durante i giorni delle festività natalizie. Sul banco degli imputati sono finiti i costi del personale regionale che gravano su ciascun cittadino. Secondo il Copaff, la Commissione paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale del Ministero dell'Economia e delle finanze, infatti, ad eccezione delle regioni a statuto speciale, in Italia esistono differenze territoriali enormi. La Campania, ad esempio, spende per i propri dipendenti 70 euro procapite, tre volte rispetto alla Lombardia, ma comunque meno del Molise, che chiede a ciascun cittadino 173 euro per coprire i costi del proprio personale. Ma la ragione di queste oscillazioni non sta soltanto nel numero di cittadini di ciascuna regione. L’Ufficio studi di Confartigianato, infatti, ha messo in parallelo il costo del personale della Sicilia e del Veneto. Nonostante i quasi 5 milioni di abitanti ciascuno, la Sicilia spende 1 miliardo e 782 milioni di euro, il Veneto appena 151 milioni di euro. Di queste differenze ne è piena l’Italia. Lo stesso discorso vale anche per il costo della politica, per la percentuale di spesa rispetto al Pil regionale e per la capacità dei principali tributi locali, Ici, Irpef, Irap regionale e comunale, di riuscire a coprire le entrate correnti. Nel 2009, queste quattro voci, hanno portato 58 miliardi e 11 milioni di euro nelle casse delle varie amministrazioni, ma come ha fatto notare Sergio Rizzo, l’autore dell’inchiesta, anche qui nelle con grandissime differenze tra territorio e territorio. A pagarne il prezzo maggiore, questa volta, sono stati cittadini ed imprenditori del Lazio, afflitti da una pressione alta che sfiora il 5% del Pil regionale.


Francesco Del Boca, Presidente di Unatras: “Il Governo faccia rispettare norme su autotrasport

Il Presidente di Unatras Francesco Del Boca sollecita “l’impegno del Governo a far rispettare le norme che disciplinano l’attività di autotrasporto. Per ora – sottolinea Del Boca - rimangono soltanto buone intenzioni i controlli a carico dei committenti, il Leggere di più


Autotrasporto- Unatras- Del Boca

AUTOTRASPORTO - Francesco Del Boca, Presidente di Unatras: Il Governo faccia rispettare norme su autotrasporto


ETICHETTATURA MADE IN ITALY Il Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli: “L’origine dei prodotti influenza gli acquisti di 129 milioni di consumatori europei. Servono leggi per difendere qualità e trasparenza”

“Conoscere l’origine dei prodotti è fondamentale per i consumatori italiani ed europei.  E l’Unione Europea dovrebbe adeguarsi alle esigenze dei cittadini per tutelare il loro diritto alla corretta informazione sui prodotti che acquistano. Del resto ciò avviene ovunque nel mondo, tranne che in Europa”.Leggere di più


FISCO LE PROPOSTE DI RETE IMPRESE ITALIA PER CONTRASTARE L’ECONOMIA SOMMERSA

Rete Imprese Italia (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti) ritiene opportuno approfondire la conoscenza del fenomeno Leggere di più