L’artigianato parte alla conquista dei mercati esteri

Non c’è dubbio, sono le piccole imprese che rendono grande il nostro paese. Soprattutto all’estero, dove il made in Italy è ancora un valore assoluto, nonostante la diffusa crisi economica e la soppressione del nostro commerciale dell’ICE. In un quadro simile, per le imprese artigiane diventa sempre più difficile conquistare nuovi mercati. Confartigianato, però, è riuscita ad invertire questa tendenza, avvicinando più di 250 imprese associate ai mercati esteri. Per farlo, ha sfruttato i cinque milioni di euro per l’internazionalizzazione delle imprese artigiane messi a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico, avvalendosi del prezioso contributo di Artigiancassa per l’erogazione dei fondi e la consulenza creditizia, stimolando le associazioni provinciali e sostenendo l’aggregazione tra imprese. Il risultato è stato incredibile. Su ventinove progetti presentanti dal Sistema Confartigianato, ventiquattro sono stati approvati e finanziati dal Ministero. Una quota che rappresenta circa il 50% di tutte le domande ammesse a finanziamento e che mette a disposizione delle imprese circa 2 milioni e mezzo di euro da spendere per azioni di conquista e penetrazione di nuovi mercati. Tanti i settori coinvolti, altrettanti i territori che hanno saputo aggregare imprese ed imprenditori. Come nel caso delle associazioni di Ancona, Novara, Lecce e Vicenza, che da sole hanno coinvolto 82 imprese per cinque missioni differenti. Approdare su mercati esteri non è un’operazione commerciale semplice. Bisogna capire il mercato, pianificare strategie di marketing di prodotto e di commercializzazione. Una conferma arriva da Pesaro, dove la Avenanti 1870, una storica impresa di arredo che esporta il 75% della propria produzione, ha messo insieme sei imprese di due regioni diverse, le Marche e la Toscana, per la conquista di nuovi mercati ed il rafforzamento della propria presenza su mercati già battuti. "Per internazionalizzare, un imprenditore deve in primo luogo fare un’analisi del proprio prodotto e capire dove e come questo prodotto può essere inserito in alcuni mercati - ha spiegato Zeno Avenanti, titolare della Avenanti 1870 e presidente della categoria legno e arredo di Confartigianato Pesaro e Urbino - A volte, è assolutamente indispensabile capire anche l'adattabilità del prodotto ai mercati che si vogliono conquistare. E' anche importante partecipare alle fiere, noi l'abbiamo fatto in passato con l'ICE e con un'azienda di Pesaro specializzata in questo tipo di operazioni, la Aspin 2000. Iniziative che ci hanno dato la possibilità di vendere il prodotto, ma soprattutto di capire il mercato". Tra i progetti finanziati, ce n’è uno, nato a Terni dalla sinergia tra due consorzi dell’oreficieria e dell’accessoristica per gioielli, che non ha deciso di esportare un prodotto, ma un modello formativo per sensibilizzare mercati e operatori esteri al gusto italiano. Una mossa che prepara il terreno ad una vera e propria commercializzazione di prodotto. "Abbiamo cercato di reinterpretare il concetto di made in Italy con un'evoluzione concettuale. Non soltanto un prodotto che viene realizzatio in Italia, ma essenza e gusto italiano, design del made in italy, stile italiano inteso anche come stile di vita e non soltanto come stile estetico - ha detto Mauro Franceschini, titolare della Franceschini fratelli e vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato - ci dà la possibilità di vendere e promuovere qualcosa che gli altri paesi non possono assolutamente avere. Quindi essere unici e ritagliarci la nostra unicità”, ha poi concluso l'imprenditore ternano.


Rilevazione Confartigianato sulle attività che resistono - La crisi aguzza l'ingegno imprenditoriale

Creatività e ingegno made in Italy non si arrendono alla crisi. Pur tra mille difficoltà, ci sono settori che fanno registrare un trend positivo: information technology, alimentare, green economy, riparazioni ed edilizia hanno contribuito a far nascere, in 1 anno, ben 73.620 piccole imprese.Leggere di più


PROGETTO DELLE IMPRESE PER L’ITALIA

L’Italia si trova davanti ad un bivio. Può scegliere tra la strada delle riforme e della crescita in un contesto di stabilità dei conti pubblici o, viceversa, scivolare ineluttabilmente verso un declino economico e sociale.Leggere di più


GESTIONE RIFIUTI - Rete Imprese Italia in audizione alla Camera: Il Sistri è troppo complesso e costoso. Serve profonda revisione

“Il Sistri si è rivelato inutilmente complicato e costoso per le 400.000 imprese chiamate ad attuarlo. Il click day dell’11 maggio scorso ne ha dimostrato l’inadeguatezza tecnica e gestionale. Per non ripetere gli errori commessi finora, primaLeggere di più


L’EUROPA GUARDA ALL’ECOBONUS ITALIANO

L'Ecobonus, il meccanismo italiano per incentivare l’utilizzo delle Autostrade del mare da parte dell’autotrasporto, è stato additato da Bruxelles come una buona prassi e si candida a diventare il nuovo modello di riferimento europeo. E’ di questi giorni la notizia che il Governo italiano, sostenuto da Confartigianato Trasporti e in sede europea da Uetr, organizzazioni guidate da Francesco Del Boca, ha presentato un progetto di Ecobonus europeo per allargare a livello comunitario il meccanismo di incentivazione adottato nel nostro paese. Nel 2013, infatti, scadrà il programma UE Marco Polo che incoraggia lo spostamento delle merci dalle strade verso soluzioni più ecocompatibili, come le ferrovie, il mare, o le vie di navigazione interna. La Ue ha da tempo fatto sapere che la formula fin qui adottata non sarà riproposta e che sono al vaglio nuove soluzioni per sostenere il combinato strada-mare che richiede ancora incentivi per diventare realmente appetibile. Bruxelles guarda con grande interesse al modello sviluppato dall’Italia che in questi anni ha dato ottimi risultati. A differenza del Marco Polo che finanzia gli armatori, il sistema italiano, sopravvissuto ai tagli di bilancio grazie agli interventi Confartigianato Trasporti, concede l’incentivo direttamente agli autotrasportatori che utilizzano il combinato, sulla base dei viaggi compiuti e delle distanze percorse sul mare. Se la Ue imboccherà la strada dell’Ecobonus, le imprese di autotrasporto italiane potranno contare su reali incentivi economici per indirizzare i trasporti verso le vie d’acqua internazionali. Secondo la stima del Ministero dei trasporti i costi via mare possono essere meno della metà di quelli via terra e comunque inferiori alla spesa viva del solo gasolio. Al risparmio effettivo per gli autotrasportatori corrisponde un vantaggio concreto per la sicurezza, l’ambiente e il traffico stradale a vantaggio di tutti i cittadini. Negli ultimi anni, grazie all’Ecobonus, c’è stato un aumento costante del traffico pesante trasferito sulle rotte marittime. Secondo i dati del rapporto Rete Autostrade Mediterranee, diffusi nelle scorse settimane, nel triennio 2007-2009 l’utilizzo della modalità marittima per il trasporto merci ha permesso un risparmio di 411 milioni di euro in termini sociali e ambientali abbattendo i costi di due terzi e togliendo dalla strada 500 mila tir l’anno per i tre anni. Dall’analisi è emerso che in tre anni, i 124 milioni dei costi sostenuti per i viaggi via mare sarebbero pesati sulla società civile (per consumo di energia, congestione della rete stradale, emissioni e incidentalità) per 535 milioni di euro se gli stessi viaggi fossero stati effettuati su gomma.


"Viva l’Italia", 150 anni di storia di patrioti e artigiani

Viva l’italia era un motto, un grido di battaglia e al tempo stesso di speranza. Durante il Festival della persona, questo motto è diventato il filo conduttore di due eventi culturali organizzati per celebrare i 150 dell’Italia unita in una città, come arezzo, che ha dato i natali a tanti italiani illustri, dal Vasari a Guido Monaco, dal Petrarca a Piero della Francesca. Viva l’Italia èLeggere di più