Studi di settore: riparte il confronto tra imprese e Agenzia delle Entrate

Non c’è pace per gli studi di settore. La manovra estiva del Governo ne ha modificato l’utilizzo da parte dell’Amministrazione finanziaria, scatenando le proteste delle Organizzazioni imprenditoriali. Due le novità normative al centro della polemica. La prima consente al fisco di non motivare al contribuente congruo con lo studio di settore l’utilizzo di strumenti di accertamento diversi dagli studi. Ed ecco la seconda: se il contribuente commette un errore nella compilazione dello studio e ne deriva un reddito stimato inferiore del 10% rispetto a quello che scaturirebbe da una compilazione esatta, il fisco può far scattare l’accertamento induttivo. Confartigianato e Rete Imprese Italia non ci stanno e sono partite al contrattacco. Sollecitano un dietrofront sulle norme varate con la manovra estiva. Il primo confronto con l’Agenzia delle Entrate si è svolto pochi giorni fa. Per Confartigianato era presente Andrea Trevisani, Direttore delle Politiche fiscali di Confartigianato, il quale riassume così le sollecitazioni rivolte dalla Confederazione: ‘All’Agenzia delle Entrate abbiamo chiesto di ripristinare la norma che obbliga l’Amministrazione finanziaria a spiegare i motivi per i quali lo studio di settore non è in grado di stimare il ricavo e perché l’Agenzia abbandona quello strumento e utilizza altre modalità di accertamento induttivo. Abbiamo chiesto all’Agenzia di rivedere la propria posizione, sollecitando anche, in caso di accertamento induttivo, che il differenziale venga aumento dal 10 al 50%’. La risposta dell’Agenzia delle Entrate lascia sperare in un ripensamento. Spiega ancora Trevisani: ‘L’Agenzia si è detta interessata a rivedere la propria posizione e a questo punto si apre un confronto con i competenti uffici dell’Agenzia. Ovviamente, se ci sarà il sostegno dell’Agenzia sarà più facile che in Parlamento vengano recepite le nostre richieste e ripristinate le norme precedenti alla manovra estiva’. Quel che è certo è che per Confartigianato lo strumento degli studi di settore non si discute ed è pronta ad andare fino in fondo in Parlamento. Conclude Trevisani: ‘Riteniamo che lo strumento dello studio di settore debba rimanere fondamentale per l’accertamento della piccola impresa, anche perché Confartigianato e le altre Organizzazioni imprenditoriali ci ha creduto e ci hanno messo la faccia, condividendo il progetto. Anche se l’Agenzia delle Entrate non condividesse la nostra posizione, faremo azioni parlamentari in sede di emendamenti a decreti o disegni di legge che verranno presentati’.


“Mantenere gli incentivi per ristrutturazioni e risparmio energetico”. Lo sollecita Anaepa Confartigianato al Governo

Ultima chiamata per chi intende fruire del bonus fiscale del 55% per riqualificare in chiave energetica la propria abitazione. A fine anno, infatti, l’incentivo terminerà di esistere, almeno nella forma con cui più di 1.000.000 di contribuenti l’ha conosciuto fin dal 2007. <i>“Noi </i>– spiega Arnaldo Redaelli, Presidente di Anaepa Confartigianato - <i>tutti gli anni ci troviamo in una situazione di emergenza. L’incentivo del 55% scade al 31 dicembre: sarà rinnovato?, non sarà rinnovato? Ora a questa preoccupazione ‘storica’ se ne aggiunge anche un'altra rappresentata dal pericolo di taglio lineare degli incentivi, che mette ancora più in forse il futuro del bonus”.</i> Se l'agevolazione non cadrà sotto la mannaia di Tremonti - e questo lo si saprà probabilmente a breve perché la proroga potrebbe essere contenuta nel Decreto per la crescita economica in dirittura di arrivo - ad aspettarlo al varco, infatti, c’è la minaccia rappresentata dal taglio lineare degli incentivi che scatterà dal prossimo anno se il Governo non varerà la riforma fiscale entro il 30 settembre 2012, un taglio che riguarderebbe anche il bonus del 36% sulle ristrutturazioni la cui scademza 'naturale' è prevista tra più di dodici mesi. Ipotesi che Redaelli preferisce non prendere in considerazione visti i danni che una simile iniziativa potrebbe causare al settore delle costruzioni già da tempo in crisi. Il Presidente di Anaepa, al contrario, chiede a Governo e Parlamento di rinforzare le agevolazioni visto il successo che esse hanno avuto nel promuovere l’edilizia sostenibile e rilanciare l’attività delle imprese artigiane. <i>“Da circa sei anni </i>– sottolinea il Presidente di Anaepa - <i>sono questi incentivi che hanno permesso alla tipologia delle nostre aziende di poter ancora lavorare, di poter rimanere sul mercato. Senza questi avremmo accusato un colpo così forte che metà delle nostre aziende avrebbero chiuso. Per noi è molto importante che le due agevolazioni diventino strutturali, come è diventata strutturale l’Iva al 10%. Strutturali non in eterno, ma una strutturalità che può andare avanti più anni, in modo tale che si possa progettare investimenti futuri”. </i>I numeri dell’Enea confermano i risultati eccezionali prodotti nel tempo dalle due misure agevolative. In quattro anni di operatività, l’incentivo fiscale del 55% è stato usato in più di 1milione di opere di riqualificazione energetica. 11 miliardi di euro il costo complessivo degli interventi, per una detrazione totale pari a circa 6,1 miliardi di euro. Trend in continua crescita anche per gli investimenti effettuati dalle famiglie per il rinnovo delle case con l’agevolazione del 36%. Oltre 2milioni di ristrutturazioni edilizie tra il 2006 e dicembre 2010. I due incentivi si sono scoperti un affare per i cittadini, ma anche per il Fisco che ha recuperato Iva, imposte dirette e contributi su lavori che senza questo impulso rischiavano di non essere realizzati, oppure di essere fatti in nero. <i>“Senza il bonus” </i>- rileva il Cresme – <i>“l’anno scorso il 47% dei proprietari, avrebbe rinunciato ai lavori o avrebbe investito il minimo indispensabile”. </i>


RIFORMA FISCALE - Rete Imprese Italia: “Nel 2009 la pressione fiscale misurata dall’Istat è stata del 43,1%"

“La sofferenza delle imprese piccole e medie, soprattutto di quelle che lavorano per il mercato interno, ha raggiunto soglie di non sopportabilità. Sono a rischio Leggere di più


Con Impresa Famiglia ripartono le lezioni della Scuola per genitori

Tutto è pronto per un nuovo anno di corsi di Impresa Famiglia, la Scuola per genitori nata nel 2004 a Vicenza e che è stata capace di raccogliere consensi e di aumentare il numero di province coinvolte. Ad oggi, sono 28 le associazioni che hanno aderito ad un’iniziativa che punta a far luce sui tanti coni d’ombra della società moderna. Problemi delle nuove generazioni, che oggi entrano prepotentemente nelle case delle famiglie italiane e che, nella maggior parte dei casi, restano nascosti agli occhi dei genitori. Confartigianato ha creduto in questa manifestazione, promuovendo a livello territoriale incontri, dibattiti e serate per parlare, capire e approfondire tanti temi attuali, dai disagi giovanili ai disturbi alimentari, dalla sessualità alla droga. L’obiettivo principale di Impresa Famiglia è riavvicinare i genitori ai figli, attraverso il dialogo ed il confronto famigliare. “In questi ultimi anni c’è stata una vacanza di genitorialità - ha denunciato il famoso sociologo Paolo Crepet, direttore scientifico di Impresa Famiglia - Noi genitori pensavamo che bastasse dare una paghetta ai figli, amministrare un po’ di libertà e il gioco era fatto. A conti fatti, i risultati non sono buoni. Vuol dire che abbiamo sottovalutato l’importanza della scuola, della formazione vera a favore di quella mordi e fuggi. Tutto questo è stato un errore educativo”. Problemi della società moderna, che genitori e figli affrontano ogni giorno, dentro e fuori casa. E non è un caso che a pensare a queste problematiche sia stata proprio un’organizzazione di rappresentanza degli artigiani. Imprenditori a dimensione di famiglia, propria e dei propri dipendenti. “Quando l’imprenditori è anche il padre dei tre, quattro dipendenti che lavorano in azienda, è chiaro che il corto circuito sociale è immediatamente visibile. In un’impresa artigiana ci si confronta ogni giorno su tanti aspetti, da quelli lavorativi a quelli familiari di ciascuno. Ecco perché - ha concluso Crepet - la coscienza di un’organizzazione di rappresentanza, che per giunta ha una ramificazione capillare sul territorio, è molto più sensibile. L’impresa artigiana è impresa diretta. Altri tipi di impresa, invece, rappresentano sì il pil nazionale, ma il pil non è coscienza”.


A Castel San Pietro, l’artigianato incontra il mito olimpico

“Una vita da campioni”, non è l’ultimo capolavoro di Hollywood o la nuova puntata di un programma sportivo, ma il nome che Confartigianato Assimprese di Imola ha voluto dare alla serata di inaugurazione della nuova sede di Castel San Pietro Terme. Una festa che ha portato nel borgo imolese centinaia di imprenditori e un campione, Andrea Minguzzi, castellano e vincitore dell’oro olimpico nella lotta greco-romana a Pechino 2008. Un accostamento che vuole dimostrare il filo conduttore che lega i milioni di piccoli imprenditori italiani ai tanti campioni che hanno portato lustro e onore allo sport azzurro. “Stiamo attraversano un momento di grande criticità dell’economia - ha detto senza indugi Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Assimprese Imola – Oggi, per fare impresa in Italia, bisogna essere veramente dei campioni. Chiaramente, abbiamo voluto titolare questa serata con questo motto perché vogliamo sottolineare la tenacia e la costanza che tanto i campioni quanto gli imprenditori. Siamo sicuri che gli artigiani sapranno dimostrare con la loro passione, la loro determinazione, la loro voglia di fare e la loro cultura dell’essere costruttori dell’economia sociale del territorio, sapranno superare anche questo momento di difficoltà”, ha aggiunto Renzi. L’impegno quotidiano, fisico e mentale, la costanza e la perseveranza, la capacità di superare i propri limiti, nel caso degli sportivi, e gli ostacoli del mercato e della burocrazia, nel caso degli imprenditori. “Lo sport è innanzitutto passione - ha confermato Andrea Minguzzi, medaglia d’oro a Pechino 2008 nella lotta grecoromana - Ogni sacrificio viene fatto con armonia e felicità. Ogni sportivo sa che deve impegnarsi al massimo per raggiungere i propri traguardi. Per le imprese funziona più o meno alla stessa maniera. Bisogna dare il massimo ed essere aggressivi sempre”. Una ricetta vincente, tanto per gli imprenditori quanto per gli sportivi. Soprattutto in momenti di difficoltà, quando investire, più che un rischio, è l’unico modo per accogliere il futuro. “Castel San Pietro è una città importante e per questa ragione abbiamo fatto questo investimento - ha ripreso Renzi – Abbiamo realizzato una sede nel cuore della città per confermare il ruolo dell’impresa come motore di sviluppo di un territorio. Per questa ragione facciamo questa festa, perché vogliamo guardare al futuro con fiducia e speranza”.


Sistri, si ricomincia. Un’altra proroga per farlo funzionare

Cancellato e risorto nell’arco di pochi giorni con la manovra economica di Ferragosto, il Sistri si appresta a diventare operativo. Le norme che lo hanno resuscitato rinviano l’entrata in vigore al 9 febbraio ma, per le piccole imprese fino a 10 dipendenti, la partenza non avverrà prima del prossimo giugno. I problemi, però, rimangono tutti. Confartigianato lo ha denunciato più volte: il sistema telematico imposto dal Ministero dell’Ambiente per tracciare i rifiuti pericolosi delle aziende è troppo complesso, troppo costoso. Negli ultimi due anni gli imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500mila chiavette usb e quasi 90mila black box. Risultato: il Sistri non è mai partito. Del resto, il click day organizzato lo scorso 11 maggio dalle Organizzazioni delle imprese ne ha messo in luce tutte le carenze e le difficoltà di funzionamento che ora pesano come un macigno sulla prossima entrata in vigore. E così a 4 mesi dall’ora X, il Ministero dell’Ambiente ha previsto una sperimentazione da effettuare a metà dicembre per evitare altre false partenze. Ma non basta. Confartigianato e Rete Imprese Italia chiedono una revisione profonda del sistema. Il Presidente Giorgio Guerrini lo ha detto chiaramente nel corso di un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera. Se si vuole rendere il Sistri davvero efficace, bisogna semplificarne l’utilizzo, modificare la piattaforma hardware e software, ridurne i costi. Soprattutto Confartigianato chiede che il Sistri non si applichi alle micro imprese prima del 31 dicembre 2012, dopo che saranno completate alcune procedure tecniche e che saranno state individuate le tipologie di imprese escluse dal Sistri in base alla quantità e qualità dei rifiuti prodotti. Inoltre – secondo Confartigianato – il funzionamento del Sistri dovrà essere testato con verifiche periodiche successive all’entrata in vigore e certificate da un soggetto terzo indipendente. Quanto ai contributi già versati dagli imprenditori per il biennio 2010-2011, il Presidente Guerrini chiede che vengano recuperati destinandoli a coprire gli anni di effettivo funzionamento. Insomma il Sistri deve essere semplice e a prova di tilt. Le sollecitazioni di Confartigianato e di Rete Imprese Italia trovano sponda nel Presidente della Commissione Ambiente della Camera, l’On. Angelo Alessandri: ‘Se una cosa non funziona, è inutile accanirsi. Le chiavette sono già state pagate dagli imprenditori è questo è un problema. Per cui non bisogna tanto sopprimerla, bensì fare in modo che funzioni. Può essere utile a tutti, ma quanto diventa un sistema funzionante. Se le chiavette hanno problemi d’accesso, vanno in tilt, il click day non funziona, vuol dire che il sistema va rivisto. Ma nel frattempo non si può penalizzare o obbligare nessuno ad applicarlo. E’ una posizione che ho sempre sostenuto sia a livello personale sia come rappresentante della lega Nord. Al momento siamo ancora nel campo della non applicabilità. La proroga al 9 febbraio ci permette di poterci lavorare. L’intenzione del Governo è di farlo funzionare, o di rinviarlo fino a quando non funziona’. Non resta quindi che attendere i decreti che devono far partire il Sistri finalmente con il piede giusto.