Al Cosmoprof di Bologna sfila il meglio dell’acconciatura italiana

Il mondo dell’acconciatura italiana si è data appuntamento al Cosmoprof di Bologna per una quattro giorni dedicata ad un settore che sta affrontando un profondo mutamento, che deve fare i conti con un quadro normativo in continua evoluzione, con una congiuntura economica negativa e con un mercato nero che si fa sempre più affollato. Nonostante questo, gli imprenditori del settore stanno cercando soluzioni efficaci ed innovative. “Oggi, credo che sia molto importante dare la possibilità ai nostri acconciatori di mettersi in rete tra loro, di fare aggregazione, di usare metodologie gestionali e informatiche in modo da far crescere i nostri saloni”, ha spiegato il presidente di Confartigianato Benessere e della Camera Italiana dell’Acconciatura, Lino Fabbian, dagli stand della fiera bolognese. Cambiano il mercato, le mode ed i gusti degli italiani. I clienti si fanno più esigenti e gli acconciatori sempre più preparati. Le conferme arrivano direttamente dal Cosmoprof, dove oltre agli stand di Confartigianato Benessere e della Camera italiana dell’acconciatura, è stato allestito un palco dove sfidarsi a colpi di forbici. Il futuro è adesso. L’acconciatura italiana vuole rinnovarsi, riprendersi i propri spazi, abbracciare un cambiamento di stile, non soltanto estetico, che spinge verso un rinascimento del gusto. “Stamattina abbiamo sentito qualche battuta di diego della palma, di curletto, che indicavano nel rinascimento qualcosa di nuovo ma di buon gusto - ha aggiunto Fabbian - Io credo che il buon gusto sia quello di essere professionali, il buon gusto è quello di dare e di trasmettere immagini molto positive ai nostri utenti e credo che l’acconciatura sia in crescita nel futuro”.


Tutto pronto per l’assemblea dei Giovani imprenditori di Firenze

Con la primavera, torna anche il tradizionale appuntamento di Firenze con i Giovani imprenditori di Confartigianato, con le loro idee, il loro entusiasmo e la loro voglia di fare impresa. Il 23 e 24 marzo 2012, il Convitto della Calza tornerà ad accogliere centinaia di imprenditori artigiani under 40, per una due giorni di lavoro e di analisi delle attuali dinamiche economiche. Il titolo scelto, “Riprendiamoci… le nostre imprese”, lascia davvero poco spazio all’immaginazione. I giovani imprenditori hanno grinta e coraggio, chiedono soltanto di essere liberi di fare gli imprenditori. “Abbiamo scelto questo titolo perché negli ultimi anni sembra che qualcuno ce le abbia portate via - ha denunciato Marco Colombo, presidente dei Giovani imprenditori di Confartigianato - Oggi, le nostre imprese devono fare i conti con le banche, che hanno il potere di decidere se le nostre imprese possono vivere o meno, con cliente, che è diventato il padrone della tua azienda visto che è lui ad imporre le regole, e con uno Stato che questo livello di tassazione e di pressione fiscale ti porta via molto del tuo tempo - ha aggiunto - Questo riprendiamoci le nostre imprese, dunque, vuol dire tornare a fare gli imprenditori, dedicando tempo e risorse all’impresa, per farla sviluppare e crescere, e non in tutti questi cavilli burocratici”. Se il venerdì sarà la politica ad animare i lavori dell’assemblea, le indiscrezioni dell’ultima ora, infatti, dicono che a Firenze sfilerà il gotha della politica italiana, il sabato si parlerà di welfare, di economia e di piccola impresa. “I temi che vogliamo affrontare quest’anno sono il mercato del lavoro, quanto mai d’attualità in questi giorni, il fisco, un nodo cruciale per poter rendere le nostre imprese competitive - ha continuato - Alla politica, infine, chiederemo cosa vorrà fare una volta che tornerà a governare il Paese”. In questa fase di transizione politica, con professori e tecnici chiamati a riportare l’Italia sulla giusta rotta, gli imprenditori stanno stringendo i denti, resistendo ad un credito che non finanzia i loro progetti e ad una contrazione economica che ricorda le più grandi crisi della storia moderna. Nonostante questo, i 150mila imprenditori under40 sono pronti a fare la propria parte, cogliendo questa importante occasione per studiare una strategia comune. “I giovani imprenditori siano presenti numerosi, perché, insieme, dobbiamo dimostrare alla classe politica ed istituzionale del Paese che la nostra è una forte rappresentanza imprenditoriale, che il nostro mondo ha bisogno di attenzioni e di risposte immediate. Il modo migliore per dimostrarlo, è essere presenti”, ha concluso Marco Colombo.


L’impresa ai tempi della crisi, la consulta tecnica si confronta con Giulio Sapelli

Un viaggio dritto al cuore della crisi mondiale, delle difficoltà del Sistema Italia e del controverso stato di salute dell’Unione europea. Il professor Giulio Sapelli, ordinario di Storia economica dell’Università di Milano, è intervenuto alla consulta tecnica di Confartigianato per decodificare il difficile momento attuale, fatto di ombre sempre più fitte sulle micro e piccole imprese italiane. Ma nella crisi, spesso, possono nascere grandi opportunità. “L’attuale crisi industriale e mondiale è diversa da quelle del passato. Oggi, è una crisi molto più frastagliata, molto più a pelle di leopardo. Ci sono segmenti, settori e filiere dove per le micro e piccole imprese si sono aperte tante opportunità”, se ne è detto convinto Giulio Sapelli. Da una parte c’è una crisi economico-finanziaria innescata dalle banche e dalla finanza mondiale. Dall’altra, invece, una crisi di tipo industriale, una contrazione della produzione e dell’occupazione che sta avendo ripercussioni importanti su tanti mercati nazionali europei. L’Europa, appunto, uno dei passaggi fondamentali dell’intervento del professor Sapelli. L’Unione europea sta incontrando molte difficoltà, con la Grecia ad un passo dal default economico, con le condizioni critiche di Spagna e Portogallo e con la scarsa fiducia degli investitori nei confronti dell’Italia. Ma più che di difficoltà economiche, ormai sotto gli occhi di tutti, Sapelli ha parlato di un errore fatto all’inizio di questa avventura comunitaria. “Il vecchio continente - ha aggiunto il docente universitario - ha sbagliato a fare prima l’unità monetaria e poi l’unità politica. Un errore dettato dal fatto che la finanza dominava già l’economia. Le grandi banche mondiali speculative volevano l’euro e non l’unità politica dell’Europa, perché questa avrebbe imposto controlli e limiti al loro strapotere finanziario”. Finanza, banche, investimenti, sono queste le parole chiave di questa crisi. La soluzione agli attuali problemi passa per l’immissione di liquidità nei mercati. “Bisogna immettere liquidità nel sistema, riformando le banche, però, separando le banche d’investimento da quelle d’affari. Oggi, infatti, la liquidità arriva soltanto a loro, coprendo esclusivamente i loro rischi. Bisogna che la liquidità arrivi con un sistema di generalizzati bassi tassi d’interesse alle imprese e alle famiglie”, ha concluso Giulio Sapelli.


Il Servizio civile nazionale abbraccia la causa dell’ANCoS

L’ANCOS ce l’ha fatta. Per la prima volta in assoluto, l’ufficio nazionale per il servizio civile ha approvato e finanziato il progetto di Confartigianato per la terza età. Un riconoscimento importante per il nostro sistema, che dimostra il buon lavoro fatto ogni giorno nel sociale. “Direi che abbiamo coniugato quella chje è l’attività economica delle imprese con i valori sociali, soprattutto artigiana, esprime, la famiglia, la solidarietà, l’impegno civile e sociale”, ha sottolineato Aldo Zappaterra, presidente dell’ANCoS Confartigianato. Per il via libera definitivo al progetto, mancano soltanto gli ultimi dettagli. Ci sono i volontari del servizio civile, scelti dopo una selezione preliminare, le sedi ANCoS accreditate, più di dieci distribuite lungo tutto lo Stivale, e c’è l’obiettivo da raggiungere insieme, sostenere la ricerca medico-scientifica nella lotta all’alzheimer, una delle più devastanti malattie della terza età. Il progetto prevede “l’impegno di dodici ragazzi che per un anno svolgeranno il Servizio civile presso le sedi ANCoS, lavorando sulla ricerca contro l’alzheimer - ha detto Fabio Menicacci, segretario di ANCoS Confartigianato - Un’iniziativa che va ad aggiungersi all’attività che stanno già portando avanti l’ANAP e l’ANCoS su questo tema. Loro saranno il collante tra il progetto di ricerca scientifica e il territorio. Andranno nelle case di riposo, nei centri anziani, sottoponendo i questionari e raccogliendo informazioni sulla condizione della terza età. Una volta raccolti - ha aggiunto Menicacci - saranno elaborati dall’Università e dal centro di ricerca che ci sta lavorando e saranno il supporto per dare fondamento alla ricerca già iniziata sulla prevenzione e la predizione dell’alzheimer”. Nel dna di Confartigianato non ci sono soltanto gli interessi economici della micro e piccola impresa, ma anche la difesa di tutto quell’insieme di valori che appartiene al mondo dell’artigianato. Una missione che l’ANCOS porta avanti ogni giorno grazie al lavoro dei 52 comitati provinciali del territorio e al sostegno dei 260mila soci. Un impegno che ha portato alla realizzazione di due progetti internazionali, in Etiopia e in Palestina, oltre ai 24 progetti provinciali realizzati in Italia. Numeri importanti, che fanno dell’ANCOS una struttura in continua crescita, pronta a raccogliere le opportunità rappresentate dal servizio civile e dalla raccolta del 5per mille, una risorsa che il sistema Confartigianato mette a disposizione del bene comune.


Il Ponte di Rialto torna all’antico splendore grazie agli artigiani veneziani

“Gli artigiani adottano Rialto e rimettono in sesto la balaustra più disastrata del ponte”. Con queste parole, che lasciano davvero poco spazio all’immaginazione, il Corriere del Veneto annunciava la collaborazione tra Confartigianato Venezia ed il Consorzio dei tajapiera restauratori per il recupero di una parte del Ponte di Rialto. “Noi vorremmo che alla fine, oltre ad un intervento di restauro realizzato a regola d’arte, eseguito nel rispetto non soltanto filologico, ma anche tecnico, delle strutture e delle lavorazioni tradizionali, rimanesse anche il messaggio di una categoria che non vuole sparire dalla laguna veneziana, ma che vuole consolidarsi sempre di più”, ha spiegato Gianni De Checchi, direttore di Confartigianato Venezia. Un’iniziativa che conferma l’impegno dell’associazione veneziana nel conservare vive le tante eccellenze artigiane della laguna. Dopo i merletti di Burano, lo stucco marmorino, il vetro di Murano e l’arte dei maestri d’ascia, Confartigianato è scesa in campo per rilanciare la tradizionale scuola degli artigiani della pietra. “ Venezia deve proteggere come un tesoro le proprie attività artigianali, non può perderle o disperderle con il passare degli anni e con l’evoluzione del mercato”, ha rilanciato De Checchi. Per farlo, Confartigianato Venezia è intervenuta in prima persona nel recupero di un simbolo della città, quel ponte che taglia in due il Canal grande ma che, insieme al ponte dell’Accademia e al ponte della Costituzione, rischia di perdersi tra le acque della laguna. Tecnicamente, il restauro della balaustra ha permesso di ristabilire le colonne perse negli anni e di ripulire quelle rimanenti, riconsegnandole ai materiali originali, la pietra d’Istria ed il piombo. “Una volta che abbiamo riconsolidato l’intera struttura, grazie alla ricostruzione dei singoli elementi fratturati, procederemo ad inserire nuovamente il piombo fra i vari conci strutturali. Pietra e piombo, infatti, sono gli elementi necessari per poter ridonare l’elasticità alla struttura, proprio come fatto in passato”, ha spiegato il presidente del Consorzio dei tajapiera restauratori veneziani, Giovanni Giusto. Il Ponte di Rialto è soltanto l’ultima meraviglia deturpata nella sua bellezza dall’incuria e dalla mancanza di fondi pubblici per recuperarla. Un problema comune a tante bellezze tricolori, da Pompei a Venezia, passando per il Colosseo. Ma c’è un altro particolare che accomuna il Ponte di Rialto con l’Anfiteatro Flavio di Roma: la promessa dei grandi nomi dell’industria italiana nel recupero di questi monumenti. Se a Roma si è mosso Della Valle, a Venezia è stato Renzo Rosso a promettere il finanziamento del restauro di Rialto. Ma mentre quelle degli industriali, ad oggi, sono soltanto promesse e belle parole, gli artigiani si sono rimboccati le maniche mettendosi subito a lavorare, forti di un sapere fare che sta soltanto nella testa e nelle mani di un artigiano.


Varese accende i riflettori sull’imprenditoria femminile

Squadra che vince non si cambia, recita un vecchio adagio. E così, dopo il successo di Oltre la linea, Davide Ielmini e Confartigianato Varese tornano a raccontare le storie degli imprenditori della provincia lombarda, uno dei motori produttivi del nostro paese. “Donne in quota” è il titolo di un libro che ha un obiettivo chiaro, raccontare le storie di tante imprenditrici artigianeLeggere di più