Parte dal Veneto la rivoluzione digitale della comunicazione

Fermare l’inevitabile è impossibile, il fatto stesso di pensarlo è di per sè utopia allo stato puro. E se l’inevitabile è il futuro, è la globalizzazione, è il digitale, la rivoluzione industriale dei nostri tempi, allora è opportuno aprire gli orizzonti, accogliere il cambiamento a braccia aperte, sfruttandone prospettive e possibilità. Una convinzione che gli artigiani del mondo della comunicazione hanno fatto propria. D’altronde, questo è il settore che più di altri si confronta con i cambiamenti sempre più repentini dell’innovazione tecnologica, degli strumenti di una comunicazione che diventa ogni giorno più immediata e personalizzata. “Nel nostro comparto si stanno susseguendo evoluzioni molto rapide - ha detto Rinaldo Pellizzari, presidente di Confartigianato Comunicazione - Noi siamo proiettati in avanti per riuscire a capirle, ad interpretarle e, possibilmente, anche a cavalcarle”Il futuro della comunicazione artigiana passa per il Veneto, con l’assemblea del direttivo regionale della comunicazione del 15 marzo. Il titolo scelto per l’evento, “Print different, la comunicazione liquida”, lascia davvero poco spazio all’immaginazione. Stampare in maniera differente, lavorare in maniera diversa rispetto al passato diventa così il motto di una categoria di artigiani chiamati a rinnovarsi e ad innovarsi per restare sul mercato. L’abbattimento del prezzo delle tecnologie ed un mercato sempre più affollato e improvvisato, sono problemi trasversali ai fotografi, agli stampatori e ai grafici. Una situazione che può essere sintetizzata con una metafora. “La metafora è questa - ha aggiunto Pellizzari - Una volta vidi un’intervista di Reinhold Messner in una delle sue tante missioni che, con la massima serenità, sottolineava l’importanza di restare svegli di notte. Il pericolo era la continua rottura della banchisa polare. Se non si restava vigili, pronti a saltare da un pezzo all’altro, si rischiava di finire nell’acqua gelata. Ecco, spero che la metafora renda bene l’idea della situazione che stiamo vivendo. Mi piace ricordare, comunque, che noi artigiani siamo molto bravi a vivere situazioni come questa”. In questa situazione di cambiamento, le associazioni di categoria sono pronte a fare la propria parte a favore degli imprenditori. Incontri, confronti, momenti di approfondimento e soprattutto di formazione diventano sempre più importanti per affrontare il mercato con il piglio giusto. “Io credo e spero che questo nuovo modo di affrontare la comunicazione offra anche delle opportunità di lavoro, nuova occupazione e nuova imprenditorialità cavalcando l’evoluzione tecnologica e del nostro mercato di riferimento”, ha concluso Rinaldo Pellizzari.


CRISI - Il Presidente di Confartigianato Guerrini al Ministro Passera: “Bene impegni. Ora attuare subito terapia d’urto per Pmi”

Registriamo con soddisfazione gli impegni assunti dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera che conosce bene le priorità di artigiani e piccoli imprenditori”.Leggere di più


Intervista al leader dell'UDC Pierferdinando Casini

<b>Presidente Casini, quali interventi per un fisco più a misura di piccole imprese?</b> "Guardi, senza fare l’elenco demagogico delle varie proposte, dico che c’è una pressione fiscale eccessiva; chi paga le tasse le paga anche per quelli che non le pagano, quindi la lotta all’evasione fiscale, se ci sarà un extra gettito, dovrà portare ad un alleggerimento della pressione fiscale perché così non si potrà andare avanti molto". <b>Quali blocchi è necessario rimuovere per agevolare l’autoimprenditorialità e l’occupazione giovanile?</b> "La burocrazia e in alcune aree di Paese la criminalità". <b>Quando l’esperienza del governo tecnico finirà, quali strumenti il suo partito pensa di offrire alle imprese per vincere la sfida della globalizzazione?</b> "Più flessibilità porta a maggiore competitività. La flessibilità deve anche coincidere con un sistema giudiziario efficiente che dia risposte in temi utili. Naturalmente c’è il grande tema della crescita, ad esempio, la pubblica amministrazione deve pagare le piccole aziende che hanno crediti e nello stesso tempo c’è un tema di accesso al credito. Le banche attingono all’1% dalla BCE ma questo credito si deve riversare nei confronti delle aziende, soprattutto di quelle piccole e medie che sono le più indifese nel mercato".


Intervista al vicesegretario del PD Enrico Letta

<b>Quali interventi per un fisco più a misura di piccole imprese?</b> "La questione essenziale, centrale, ovviamente è legata a tutto il tema della semplificazione. Quello è il tema fondamentale. Bisogna capire che una piccola impresa ha esigenze e costi, anche personale, che non è paragonabile a quello delle imprese medio-grandi che sono quelle che poi hanno più disponibilità, più risorse, più competenze, che possono permettersi anche una maggior articolazione. Io credo che questa sia la questione principale. Qualche passo avanti si sta facendo, troppo pochi, ma attorno a questo tema bisogna lavorare ancora di più". <b>Quali blocchi è necessario rimuovere per agevolare l’autoimprenditorialità e l’occupazione giovanile?</b> "Sull’occupazione giovanile non ho dubbi: la strada è quella che il governo ha iniziato a tracciare, il tema fondamentalmente dell’Irap, il tema fondamentalmente della necessità di modificare profondamente l’impianto di quella tassa, cioè una tassa che ha alla fine penalizzato le imprese che assumono. La scelta che è stata fatta di indirizzare verso la strada dell’aiuto a chi assume, in particolare chi assume i giovani, mi sembra la strada giusta". <b>Quando l’esperienza del Governo tecnico finirà, quali strumenti il suo partito pensa di offrire alle imprese per vincere la sfida della globalizzazione?</b> "Il tema di fondo è quello delle reti di impresa, è quello dei sostegni all’internazionalizzazione, del rafforzamento del lavoro dei distretti e naturalmente la questione del costo del lavoro e del fisco. Queste sono le questioni sulle quali vogliamo lavorare di più. Abbiamo già cominciato a lavorare e vogliamo lavorare in scia con quello che il Governo sta facendo in questo periodo".


Gli under 40 principali vittime della crisi. Colpiti seriamente anche i giovani imprenditori

Li hanno chiamati in tanti modi: bamboccioni, generazione precari, fino al più recente ‘sfigati’. Fortunati, comunque, non lo sono davvero: sono proprio i giovani, infatti, che hanno pagato il conto più alto della crisi soprattutto in termini di lavoro e di iniziativa imprenditoriale. È quanto emerge dall’Osservatorio sull’imprenditoria giovanile, realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato. Lo studio, presentato all’Assemblea annuale dei Giovani imprenditori di Confartigianato che si è svolta a Firenze il 23 e 24 marzo, certifica che sono 1.233.500 i lavoratori under 40 che negli ultimi tre anni hanno perso il posto di lavoro, un calo dell’11,4. Tra settembre 2010 e settembre 2011 l’Italia ha fatto segnare il secondo peggior risultato europeo, solo la Spagna ha fatto peggio di noi. E le notizie non sono migliori sul fronte dell’imprenditoria giovanile che dal 2007 a oggi ha registrato una flessione del 17%, superiore di oltre 2 punti alla media UE. Ciononostante, l’Italia resta al vertice della classifica europea per numero di imprenditori e lavoratori autonomi tra i 15 e i 39 anni, un contingente di quasi due milioni di piccoli imprenditori che non si rassegna alla fotografia di un Paese in cui mercato del lavoro e crescita economica sono fermi al palo. <i>“Nella crisi </i>– spiega Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato - <i>i giovani hanno sofferto molto. L’occupazione under 35 è diminuita, l’over 35 è addirittura cresciuta. Dobbiamo avere una crescita molto elevata, in quanto, se manteniamo i bassi tassi di crescita registrati fra il 2010 e previsti per il 2014, ritorneremo ai livelli di occupazione pre crisi solo nel 2030”. </i> Per i giovani italiani, insomma, il futuro non è più quello di una volta. Eppure gli under 40 guardano al domani con fiducia, anche se con cautela. Lo evidenzia la Campagna d’ascolto web commissionata da Confartigianato a Italia Futura che, insieme a Google, ha fotografato il Paese dalla prospettiva dei giovani. Studenti, lavoratori, imprenditori, disoccupati, sollecitano un mercato del lavoro più aperto e una società più mobile, e confermano che internet è ormai patrimonio irrinunciabile di ogni attività. E poi la notizia più attesa: per oltre la metà dei giovani intervistati l’avventura imprenditoriale non perde smalto neanche in tempi di crisi. I ragazzi sono pronti a scommettere sulle proprie capacità, in un contesto tutt’altro che favorevole. <i>“Nei momenti difficili, e questo è un momento difficile davvero, </i>- chiosa il Presidente di Confartigianato imprese Giorgio Guerrini - <i>dobbiamo moltiplicare l’impegno, dobbiamo moltiplicare lo sforzo. Chiediamo con forza al Governo di iniziare una politica che sia di sviluppo che vada a rimuovere quelli che sono gli ostacoli alla crescita che Confartigianato da troppo tempo indica”.</i> Appunti per didascalie GI2012_QUINTAVALLE: Enrico Quintavalle, responsabile Ufficio Studi nazionale Confartigianato GI2012_ITALIA_FUTURA.JPG: tavola rotonda di presentazione dei risultati della Campagna d'ascolto Italia Futura - Google


Confartigianato ricorda Manlio Germozzi

Il 15 febbraio 2012, Confartigianato ha ricordato il proprio fondatore, Manlio Germozzi, nel 15° anniversario della scomparsa. Una giornata fitta di impegni, iniziata con una messa in suffragio celebrata nella basilica romana di San Clemente, continuata durante la Giunta esecutiva di Confartigianato e conclusa con il ricordo di chi ha conosciuto Manlio Germozzi, di chi ne ha condiviso idee ed ideali e ha contribuito a trasformare il sogno di una rappresentanza dell’artigianato in una splendida realtà. “L’idea di Germozzi è proprio questa: l’associazionismo che riesce a divulgare idee che si rinnovano, che puntano sulla flessibilità del lavoro, sulla creatività e che finiscono per qualificare l’intero Paese. Attraverso l’artigianato, secondo l’idea di Manlio Germozzi, anche tutti gli altri lavori prendono una forma più personale, più imprenditoriale”, ha spiegato la senatrice Maria Pia Garavaglia, presidente della Fondazione Manlio e Maria Letizia Germozzi. Una storia fatta di passione e di tenacia, iniziata nel settembre del 1946 con il primo congresso della Confederazione generale dell’artigianato italiano. Quel giorno, a Roma, Germozzi viene nominato Segretario generale della prima, e in quegli anni unica, organizzazione di rappresentanza della micro impresa, iniziando un rapporto che finirà soltanto nel 1997, con la morte dello stesso Germozzi. In mezzo ci sono tante battaglie a favore della categoria, lotte per i diritti degli artigiani, per la valorizzazione e la tutela delle loro capacità imprenditoriali e manuali. Oggi, Confartigianato ha rilanciato la missione della fondazione “Manlio e Letizia Germozzi”, presieduta dalla senatrice Maria Pia Garavaglia. Nuovi stimoli ed un rinnovato vigore per contribuire allo sviluppo dell’imprenditoria artigiana. “La Fondazione Germozzi affiancherà Confartigianato nella promozione delle attività artigiane, della loro creatività e della loro capacità manuale. Ogni categoria dell’artigianato è legata alla capacità del singolo di fare in modo che ciò che è creativo è anche flessibile, adatto ai propri tempi. La fondazione, quindi, grazie a borse di studio e concorsi, vuole continuare una storia che è stata gloriosa fino ad ora e che vuole e deve continuare ad esserlo, ovviamente sotto il nome di Manlio Germozzi”.