SISTRI - Rete Imprese Italia: “Differimento misura insufficiente, sopprimere contributo”

Rete Imprese Italia prende atto dell'annuncio di differimento, da parte del Ministero dell'Ambiente, del pagamento del contributo SISTRI al 30 novembre 2012. Leggere di più


Crediti delle imprese: il Governo studia soluzioni

Ridare ossigeno alle piccole imprese soffocate dai ritardi di pagamento e dalle restrizioni creditizie. E’ l’obiettivo del Governo che il 19 aprile ha convocato i vertici delle organizzazioni imprenditoriali e delle banche per trovare soluzioni all’emergenza dei crediti insoluti. Le ipotesi indicate dal Ministro dello sviluppo economico Corrado Passera prevedono un parziale sblocco di 20-30 miliardi messi a disposizione dalle banche per cominciare ad aggredire la mole di oltre 70 miliardi di debiti maturati dagli enti pubblici nei confronti delle imprese. Ma Confartigianato e Rete Imprese Italia hanno espresso forti perplessità su come questi soldi potranno essere realmente e immediatamente incassati dagli imprenditori. All’incontro del 19 aprile ha partecipato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini che non ha usato mezzi termini per mettere in chiaro le esigenze delle imprese e ha bocciato la proposta della cessione del credito 'pro solvendo', cioè quella in cui la banca anticipa il denaro all'impresa che però rimane garante del debito contratto dalla pubblica Amministrazione. ‘Abbiamo chiesto con forza – sottolinea Guerrini - quella che per noi è la strada maestra, vale a dire la compensazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione con i debiti delle imprese verso il Fisco. Se questo non sarà possibile, non accetteremo alcuna scorciatoia che penalizzi le imprese con aumento di burocrazia e di costi. Vogliamo invece che il debitore pubblica amministrazione sia obbligato a far fronte a suoi doveri. Tra i due soggetti in campo, Pubblica amministrazione che crea il problema e impresa che lo deve risolvere, non ci deve essere un mediatore, cioè la banca, che specula su questo problema’. Di fronte alla netta posizione di Confartigianato, il Ministro Passera ha messo sul piatto un'altra soluzione, la certificazione formale dei propri debiti da parte dello Stato. Su questa ipotesi, Governo, banche ed imprese torneranno ad incontrarsi nei prossimi giorni. Con la speranza di riuscire a mettere nero su bianco un accordo che, finalmente, offra risposte chiare, rapide e concrete a chi attende da mesi o addirittura da anni di essere pagato dalla pubblica Amministrazione.


La crescita caotica dei ''''Compro oro'''' preoccupa gli orafi

L’effetto combinato della crisi e del prezzo dell’oro lievitato di quasi il 70% in un solo anno, sta inducendo un numero crescente di italiani a trasformare i gioielli di famiglia in denaro contante. Anelli, orecchini, collane e orologi sempre più spesso escono di casa, non per essere sfoggiati, ma con destinazione i ‘Compro oro’ che hanno preso piede anche nei più piccoli centri urbani. A destare preoccupazione, non è soltanto l’impoverimento di fasce sempre più ampie di popolazione, che per far fronte alle spese quotidiane, decidono di vendere i gioielli preziosi, ma anche la rapidità con cui è esploso il fenomeno dei ‘Compro oro’, il cui numero è cresciuto da circa 8.000 agli attuali 25.000 in dodici mesi, con un giro d’affari stimato in circa 10 miliardi di euro. Le dimensione del business (parliamo di circa una tonnellata al giorno di gioielli usati), unito alla mancanza di precisi paletti normativi, hanno reso permeabile il settore alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Una proposta di legge, presentata lo scorso anno, rilanciata in questi giorni a Montecitorio dal primo firmatario, l’onorevole Donella Mattesini, intende rimettere le cose a posto, prevedendo la creazione di un albo degli operatori presso le Camere di Commercio, un borsino dell’oro usato e affidando la vigilanza sul comparto alla Banca d’Italia. In più, è prevista una completa e assoluta tracciabilità dei materiali acquistati e rivenduti. <i>«Siamo veramente grati all’onorevole Mattesini </i>– sottolinea il Presidente di Confartigianato orafi, Luciano Bigazzi - <i>di aver fatto questa proposta di legge che può veramente regolamentare un settore che ne ha bisogno perché a rischio di infiltrazioni mafiose e criminali. Un settore delicato che deve garantire anche gli acquirenti, coloro che vanno ai ‘Compro oro’ a vendere i propri gioielli che sono in genere famiglie e cittadini bisognosi».</i> La proliferazione dei ‘Compro oro’ ha provocato un danno non secondario agli orafi, prosciugando l’importante canale di approvvigionamento di materia prima rappresentato dall’oro cosiddetto ‘usato’ che oggi, anziché rivivere in nuovi gioielli, viene fuso in lingotti e avviato sul mercato internazionale. <i>«Se incanalato e regolamentato come appunto la proposta di legge vorrebbe fare </i>– spiega il Presidente degli orafi aderenti a Confartigianato –<i> l'oro usato potrebbe essere immesso sul mercato e non sparire in mille rivoli, o addirittura andare in Svizzera come si vede in questi ultimi periodi. Ci poteva essere, in questo caso, una disponibilità di materia prima maggiore rispetto a quella attuale».</i>


I piani del Governo per le riforme del fisco e del mercato del lavoro

Il Governo ha accettato l'invito dei giovani imprenditori di Confartigianato a confrontarsi sui temi caldi dell'attualità politica italiana. Su tutti, la riforma del mercato del lavoro e la delega fiscale affidata all’esecutivo tecnico di Mario Monti. Tanti i temi trattati, dai debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, una fattura non pagata che supera gli 80 miliardi di euro, all’improponibile debito pubblico del nostro Paese. Problemi che hanno messo un freno alla crescita economica italiana. “Il nostro è un debito forzoso, che deriva da comportamenti ormai inaccettabili e diffusissimi, sia nei rapporti tra privati, parlo di riscossione del credito, sia nel rapporto tra la pubblica amministrazione ed i privati, soprattutto le piccole medie imprese”, ha detto senza mezzi termini il Ministro allo Sviluppo economico, alle infrastrutture e ai trasporti, Corrado Passera, giunto a Firenze a Consiglio dei ministri appena concluso. Se ne sono detti convinti anche Massimo Bordignon e Luca Antonini, i due economisti che hanno definito “la mancata crescita come la madre di tutti i problemi economici del Paese”. Intervenire sul fisco, quindi, può servire per rilanciare la competitività delle nostre imprese rispetto ai mercati esteri. Una soluzione efficace, utilizzata nel 2006 dalla Germania, che ha dato nuovo slancio all'economia tedesca. Le intenzioni del Governo vanno proprio in questa direzione, semplificare il sistema fiscale per rilanciare le imprese italiane. “Il fisco non deve essere visto soltanto come il cattivo esattore, ma anche come colui che aiuta il contribuente a pagare il giusto - ha sottolineato Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia e alle finanze - se riusciamo a stabilire questo rapporto di fiducia, vi può essere una notevole semplificazione degli adempimenti fiscali”. In quest'ottica, la delega affidata al Governo dovrebbe razionalizzare le risorse, spostare la tassazione dal lavoro ai patrimoni, smascherando evasione ed elusione e rimettendo in circolo le risorse recuperate. “Noi accumuliamo risorse che saranno date dalla lotta all'evasione. Sulla base delle risorse che avremo realizzato, queste non andranno a riduzione del deficit, perché il controllo del deficit lo stiamo facendo con altri strumenti, tutto quello che realizziamo, lo riverseremo ai contribuenti”, ha continuato il sottosegretario Polillo. Interventi a lungo raggio, che devono riportare sulla giusta rotta un sistema fiscale minato da problemi strutturali e dalle recenti iniziative adottate in questo momento d'emergenza. Alcune ad effetto immediato, altre, invece, destinate a comparire nell'immediato futuro. Come la nuova IMU, che rischia di trasformarsi in un vero e proprio salasso per le imprese. “L’IMU, nella versione che è stata adottata dal governo Monti per far fronte a questa situazione d’emergenza, scarica ulteriore pressione fiscale sulle imprese - ha detto il Segretario generale di Confartigianato Imprese, Cesare Fumagalli - gli immobili produttivi saranno aggravati da un IMU che potrebbe facilmente arrivare ai 9 miliardi complessivi di raccolta, rispetto ai 4,5 a cui era ferma l’ICI del 2011. Si capisce facilmente che un'ulteriore pressione fiscale sulle imprese di 4,5 miliardi di euro, in questo momento, rischia di essere in grado non di fare sviluppo ma di far tracollare molte aziende”. E mentre a Firenze, i giovani imprenditori si confrontavano sul lavoro con il vicepresidente vicario di Confartigianato, Giorgio Merletti, e con il segretario aggiunto della CISL, Giorgio Santini, a Roma il Governo discuteva il testo di riforma del mercato del lavoro. “Capitolo apprendistato, questa è una cosa che anche nella riforma valorizziamo, ed è comunque qualcosa di utile. Ma in termini di formazione in quanti posti girando per l'Italia e parlando col vostro mondo viene fuori che non c'è abbastanza disponibilità di formazione per il tipo di competenze e di talenti di cui avete bisogno”, ha concluso il Ministro Passera.


Il sottosegretario Polillo spiega le linee guida della riforma fiscale

Da quando si è insediato a Palazzo Chigi, il Governo Monti ha scelto di parlare poco con la stampa. Nessuna anticipazione sui lavori in corso, poche notizie su giornali e telegiornali, insomma che a parlare siano i testi ufficiali, non le indiscrezioni. E’ stato così per la riforma del lavoro ed è così anche per quella delega fiscale con cui il governo tecnico sta cercando di riportare sui binari dell’equità un sistema fiscale diventato insopportabile per imprese e cittadini. A Firenze, tra le tante autorità invitate ad intervenire, c’è stato anche Gianfranco Polillo, economista, editorialista ed attuale sottosegretario all’economia e alle finanze, che ha anticipato ai nostri microfoni le linee guida del Governo in materia fiscale. “Il decreto fiscale introduce elementi di forte semplificazione - ha spiegato Polillo - iniziative che rappresentano una manutenzione ordinaria della stratificazione fiscale avvenuta in questi ultimi anni. Abbiamo introdotto, però, alcuni elementi di novità che tengono conto della particolare congiunzione”. Su tutti, l’introduzione della rata variabile per rientrare dei debiti con l’Agenzia delle entrate e la proporzionalità tra il debito e gli strumenti coercitivi per il recupero delle somme. Ma è sulla delega fiscale che le imprese ripongono le proprie aspettative per un fisco più a favore di imprese. Oltre alla riforma del catasto, che non “deve portare maggiori oneri a carico del contribuente”, come ha sottolineato il sottosegretario Polillo, il Governo sta lavorando sulla riduzione della tassazione sull’impresa. “Ci sarà una progressione d’imposta sugli utili presi a titolo di compenso dall’imprenditore mentre si ridurrà notevolmente l’imposta sulla società stessa e questo sarà un forte incentivo alla patrimonializzazione dell’impresa - ha continuato Polillo - In altre parole, l’azienda che utilizza gli utili realizzati per proseguire negli investimenti avrà un vantaggio fiscale. L’azienda che utilizza gli utili per incrementare lo stipendio dei manager, invece, sarà tassata come qualsiasi altro lavoratore”. Le poche anticipazioni sui lavori del Governo avevano creato il caso del fondo salvatasse, annunciato dal ministro Tremonti, rilanciato dai media durante i lavori per il decreto fiscale e poi apparentemente scomparso. Secondo Polillo, il fondo c’è e le modalità operative verranno definite con la riforma fiscale. “Il ministro Tremonti aveva già individuato la possibilità di avere soltanto tre aliquote, del 20, 30 e 40%. Una sorta di manifesto, però, perché non venivano definiti gli imponibili. Insomma, quello era soltanto un annuncio. Noi, invece, preferiamo fare un altro ragionamento - ha aggiunto il sottosegretario - noi accumuliamo risorse che arriveranno dalla lotta all’evasione. Le risorse che avremo recuperato, che non andranno a ridurre il deficit perché il controllo del deficit lo stiamo facendo con altri strumenti, le riverseremo ai contribuenti”. Per imprenditori e cittadini non resta che aspettare, le intenzioni del Governo sembrano andare nella direzione auspicata per alleggerire la pressione fiscale. Il condizionale, però, resta d’obbligo.


FISCO - Disegno di legge di riforma fiscale. Confederazioni dell’artigianato e Pmi: Ridurre tasse su imprese

Riforma del fisco solo con riduzione spesa pubblica “Da giugno sulle imprese italiane si abbatterà un aumento di pressione fiscale insostenibile.  Con la nuova IMU sugli immobili produttivi l’incremento della Leggere di più