Scatta la spending review: sotto esame acquisti, sprechi, immobili. Tagli per 4,2 miliardi in 7 mesi

L’azione del Governo si sposta da riforme e liberalizzazioni al riequilibrio delle finanze con il via all’attesa revisione della spesa pubblica. A metà maggio partirà la cura dimagrante sulla base del piano preparato dal Ministro dei rapporti con il parlamento Giarda, che contiene una fotografia dettagliata degli sprechi e delle inefficienze delle amministrazioni pubbliche su cui il Governo ha intenzione di intervenire con tagli selettivi e non lineari. La prima parte del programma prevede il recupero di circa 4,2 miliardi di euro tra luglio e dicembre, che serviranno non solo per migliorare l’efficienza dei servizi cancellando strutturalmente gli sprechi ma anche per tentare di scongiurare, almeno per quest’anno, l’aumento di due punti percentuali dell’Iva che scatterà il primo ottobre. I tagli complessivi si riferiscono agli ultimi sette mesi del 2012 ma essendo appunto strutturali il beneficio per le casse dello Stato salirà a partire dal 2013 a 7,2 miliardi, il 9% della spesa che il Governo ritiene ‘rivedibile’ nel breve periodo, pari a 80 miliardi. <i>“La spesa pubblica </i>– spiega il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli <i>- ha superato ormai il 50% del nostro Pil. Ci sono molte parti di spesa pubblica che non possono essere considerate intoccabili, a partire dallo stesso dimensionamento della macchina della pubblica amministrazione. L’avvio della spending review speriamo non resti un titolo”.</i> Undici i punti di contenuti in una direttiva già firmata dal Presidente del Consiglio Monti e dal Ministro Giarda. Tra le priorità previste, la soppressione delle spese di rappresentanza e per convegni, il ridimensionamento delle strutture dirigenziali, gli accorpamenti degli enti pubblici, in più torneranno al demanio gli edifici pubblici non utilizzati. La caccia agli sprechi riguarderà tutte le amministrazioni comprese le autorità indipendenti, con esclusione del Quirinale della Corte costituzionale e del Parlamento in quanto organi costituzionali e metterà sotto la lente anche gli aiuti alle imprese. Per il Segretario generale di Confartigianato Fumagalli la revisione degli aiuti alle imprese è condivisibile e non danneggerà le PMI. <i>“Noi</i> - sottolinea -<i> abbiamo praticamente zero da temere, anzi, siamo quasi curiosi di vedere questa esplorazione di tanti aiuti di Stato che sicuramente non vanno e non sono andati alle piccole imprese. Per cui, se anche questa è una parte di spesa da rivedere, avanti anche con questa”.</i> Per seguire con continuità e rendere operativa la revisione della spesa il Ministro Giarda ha proposto la costituzione di una task force con a capo Enrico Bondi, già risanatore della Parmalat, nominato commissario straordinario per la gestione delle spese. La decisione del Governo tecnico di affidarsi ad altri tecnici per definire e attuare il piano dei risparmi ha sollevato non poche polemiche. <i> “Se la chiamata di altri tecnici serve per tenere allacciata la catena che permetterà di realizzare operazioni visibili, reali, concrete, toccabili e verificabili, per noi può starci anche questo” </i>conclude il Segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli.


APPRENDISTATO - Sottoscritto l'accordo tra Confederazioni Artigiane e Sindacati

Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai e Cgil, Cisl, Uil hanno sottoscritto oggi l'accordo interconfederale sull'apprendistato artigiano. Leggere di più


Il Fisco ‘fotografa’ la crisi e corregge gli studi di settore

La crisi continua a mordere gli imprenditori e il Fisco adegua gli strumenti per misurarne gli effetti sui bilanci delle aziende. Così anche per l’anno d’imposta 2011 gli studi di settore sono stati corretti dalla Commissione di esperti di cui fanno parte Confartigianato e le altre Organizzazioni imprenditoriali e i vertici dell’Amministrazione finanziaria. I correttivi, varati all’inizio di aprile, sono di quattro tipi: relativi alla normalità economica, specifici per la crisi, congiunturali di settore e anche individuali. Andrea Trevisani, Direttore delle Politiche fiscali di Confartigianato, spiega così la ratio dei correttivi: ‘Bisogna evitare che vi siano pretese che sono irrealistiche nei confronti delle nostre imprese artigiane. Ciò avviene intercettando gli elementi di crisi che si sono costituiti nel corso del 2011 ed evitando che relazioni economiche costruite su dati vecchi portino a frutto una situazione non più reale nel 2011. L’anno 2011 è un anno di crisi planetaria e pertanto i correttivi devono funzionare altrettanto bene di quelli applicati nel 2010 che, dai dati forniti ufficialmente da Sose, sono riusciti egregiamente ad intercettare la crisi sulle nostre imprese’. La lente del fisco, insomma, si fa sempre più precisa per individuare l’impatto della congiuntura negativa sugli imprenditori. Impatto misurato fin dal 2008, quando la tempesta della terribile crisi ha iniziato ad abbattersi sulla nostra economia. Secondo i dati forniti dall’Agenzia delle Entrate, dal 2008 al 2010 è aumentato e di molto il numero degli imprenditori che hanno applicato i correttivi: sono passati da 1.100.000 a 3.140.000. Inoltre, sempre dal 2008 al 2010, gli studi di settore hanno consentito di ridurre la percentuale dei soggetti non congrui dal 19,9% al 15,9%. Ora, però, sui versamenti d’imposta legati anche al risultato degli studi di settore pesa l'incognita dei tempi. La revisione degli studi, infatti, deve essere tradotta nel software Gerico che serve per calcolare quanto dovuto al Fisco. Confartigianato e Rete Imprese Italia hanno sollecitato l’Agenzia delle Entrate a renderlo disponibile entro la metà del mese di maggio, vale a dire in tempo utile per consentire ai contribuenti di rispettare la scadenza del 16 giugno per effettuare la prima rata dei versamenti della dichiarazione dei redditi 2012.


‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’. A Prato, gli aspiranti stilisti sfilano in passerella

Ancora più spazio ai giovani, alle loro idee e alle loro proposte. Con questa formula Confartigianato Prato ha lanciato la quarta edizione di ‘Imbastire un sogno, cucire un’idea’, la passerella per i giovani talenti della moda che aprirà l’estate pratese. Nel frattempo la macchina organizzativa ha iniziato a scaldare i motori, con la selezione, tra i 70 modellini realizzati da altrettanti studenti, delle 24 creazioni moda che parteciperanno alla selezione del 27 giugno all’Opificio JM. Nell’occasione, una giuria allargata sceglierà i 12 abiti che sfileranno a metà luglio nella serata-evento che si terrà a piazza del Duomo. Un incitamento ai ragazzi che sognano di lavorare in questo mondo arriva dal responsabile della categoria Moda di Confartigianato Prato Enzo Lucchesi. <i>“La formula di questa edizione 2012 </i>– spiega – <i>è stata rinnovata, oltre che per rendere più spettacolare l’evento, per dare più spazio e maggiore visibilità agli aspiranti operatori del settore e soprattutto per lanciare un messaggio di fiducia ai giovani”.</i>


A rischio la qualifica di restauratore di beni culturali

Sono ben 35 le proposte emendative presentate nei giorni scorsi da PDL, Lega e PD al testo di legge per il riconoscimento della qualifica di restauratore di beni d'interesse artistico e culturale, attualmente in discussione nella VII commissione del Senato. Il testo licenziato dal Comitato Ristretto era stato predisposto tenendo conto delle diverse proposte di legge presentate, un testo su cui fino poco tempo fa sembrava esserci ampia convergenza bipartisan, anche perché era molto equilibrato e basato su un impianto analitico che si muove tra attività formativa ed esperienza lavorativa. Tale equilibrio permetteva a oltre 13.000 restauratori che avevano con capacità operato da oltre 10 anni, di veder riconosciuta la loro professionalità e di poter così continuare la propria attività. Oggi, per le 35 proposte emendative, si rischia di fare parecchi passi indietro. Lo denuncia Confartigianato Restauro che sottolinea come alcuni emendamenti, se accolti, stravolgerebbero il senso del provvedimento vanificando il lavoro di anni di associazioni, sindacati e parlamentari sfociato in un testo condiviso. A oggi, per acquisire la qualifica professionale di ‘restauratore’ o ‘collaboratore restauratore di beni culturali’ occorre diplomarsi presso una delle scuole di alta formazione riconosciute oppure dimostrare, tramite documenti e certificazioni, di aver lavorato nel settore per almeno 8 anni, fino al 2001. Fino al 2001, ma siamo nel 2012 e tutto ciò che si è fatto in più di un decennio viene cancellato, dimenticando che qui lavori i restauratori li hanno svolti su assegnazione delle Sovrintendenze che per quei lavori hanno poi certificato il buon esito. Il testo del provvedimento del Comitato Ristretto sui cui tutti finora erano d'accordo, allarga la forbice temporale per la presentazione della documentazione e per l’acquisizione dei titoli formativi al 2014, ricomprendendo così anche tutti i restauratori che hanno incominciato a operare nel nuovo millennio. A sorpresa, un emendamento rimette tutto in discussione proponendo di riportare il termine al 2001. La motivazione ufficiale è di evitare una pericolosa sanatoria, anche se la modifica sembra piuttosto non voler riconoscere il lavoro svolto per conto delle Sovrintendenze a tutto vantaggio di quei pochissimi restauratori diplomati presso una delle scuole riconosciute dal ministero. Ma non finisce qui, la scure si abbatte anche sulla figura del ‘collaboratore restauratore di beni culturali’ che viene cancellata da un emendamento. E mentre riprende la discussione in Commissione cultura sul testo di legge e sugli emendamenti, arriva l’invito di Confartigianato Restauro a non introdurre modifiche peggiorative a un testo che riesce a tenere insieme doveri e diritti di tutti gli operatori del settore.


RINNOVABILI - Revisione degli incentivi per le rinnovabili. Conseguenze negative per le piccole e medie imprese della filiera

I decreti presentati la scorsa settimana dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di revisione degli incentivi per il fotovoltaico e per le altre Fonti rinnovabili preoccupano fortemente le PMI che operano nel settore.Leggere di più