STUDI - Crisi pesa su occupazione indipendente, ma piccola imprese protagonista del recupero domanda di lavoro
La diffusa presenza di imprese colloca il nostro Paese al primo posto nell’Unione europea per numero di occupati indipendenti, imprenditori e lavoratori autonomi, una leadership europea confermata sia per le donne imprenditrici che per i giovani lavoratori indipendenti under 35; il 6% degli occupati indipendenti sono stranieri. Il rilevante segmento della società italiana rappresentato dagli indipendenti ha subito il peso integrale delle ricadute della pandemia sul mercato del lavoro: a giugno 2022 l’occupazione totale segna un completo recupero (+44mila, pari al +0,2%) rispetto a febbraio 2020, mentre segna un pesante ritardo l’occupazione indipendente, che registra 228 mila occupati in meno (-4,4%) rispetto ai livelli pre-Covid-19, a fronte dell’aumento dell’occupazione dipendente (+272mila occupati, pari al +1,5%), di cui +80mila permanenti (+0,5%) e +193mila a termine (+6,5%).
Le micro e piccole imprese forniscono il contributo maggiore alla domanda di lavoro, in particolare quello più stabile: a fronte del 49,2% dei dipendenti in forza, le MPI determinano il 68,8% dei posti di lavoro creati negli ultimi dodici mesi a marzo 2022, e addirittura il 75,5% delle posizioni dipendenti a tempo indeterminato.
Le costruzioni hanno tenuto a galla l’intero mercato del lavoro, con 176mila occupati in più (+13,3%) tra il primo trimestre 2022 e il primo trimestre 2020, a fronte del calo di 198mila occupati nel resto dell’economia. L’apprendistato rappresenta un canale di ingresso dei giovani nel mercato dei lavoro di grande rilevanza: le assunzioni di apprendisti rappresentano il 18,7% delle assunzioni di giovani under 30, una quota che quasi raddoppia, salendo al 33,4%, nelle imprese artigiane.
Dinamica occupazione per posizione: giugno 2022 rispetto febbraio 2020
+272.000 (+1,5%) dipendenti
+80.000 (+0,5%) dipendenti permanenti
+193.000 (+6,5%) dipendenti a termine
228.000 (-4,4%) indipendenti
+44.000 (+0,2%) totale occupati
Contributo alla domanda di lavoro in 12 mesi a marzo 2022 delle MPI
49% dello stock dei dipendenti
69% posizioni di lavoro create
76% delle posizioni a tempo indeterminato
Apprendistato e artigianato
Apprendisti: 545.488, di cui circa un quarto nell'artigianato
Assunzione di apprendisti nell’artigianato: 33,4% assunzioni giovani under 30, quota quasi doppia rispetto al 18,7% della media delle imprese
Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat, Inps, Inapp, Istat, Unioncamere-Anpal
STUDI – Italia leader europea della piccola impresa diffusa
In Italia il 99% della struttura imprenditoriale è composta da micro e piccole imprese (MPI) che, nel confronto europeo su dati Eurostat, determinano il 62,8% dell’occupazione delle imprese, superiore al 48,5% della media dell’Unione europea a 27 e al 40,8% della Germania e al 38,4% della Francia. L’Italia è il primo paese europeo per occupazione nelle MPI del manifatturiero con 1 milione 902mila addetti, il 17,5% in più rispetto ad 1 milione 618mila della Germania. Le imprese artigiane sono 1.284.198, il 21,2% delle imprese e con 2.613.608 addetti contribuiscono per il 15,0% degli occupati nelle imprese.
I numeri chiave delle Piccole Imprese e dell'Artigianato italiano
Microimprese (fino a 10 addetti): 4.211.615, il 95,1% delle imprese attive
Occupati nelle microimprese: 7.489.913, il 43,7% degli occupati delle imprese attive
Micro e Piccole imprese (MPI, fino a 49 addetti): 4.399.289, il 99,4% delle imprese attive
Occupati nelle MPI: 10.863.105, il 63,4% degli occupati delle imprese attive*
Imprese artigiane registrate: 1.284.198, il 21,2% delle imprese
Imprese artigiane nate ogni giorno del 2021: 321
Imprese artigiane attive con dipendenti: 405.291
Occupati indipendenti nell'artigianato: 1.303.080
Dipendenti nell'artigianato: 1.310.528
Occupati nelle imprese artigiane attive: 2.613.608, il 15,0% degli occupati nelle imprese attive
Valore aggiunto nell’artigianato: 154.081 milioni di euro, il 9,7% del totale
*Elaborazione su dati Istat, non confrontabile con dato di fonte Eurostat; Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su ultimi dati disponibili di fonte Eurostat, Inps, Inapp, Istat, Unioncamere-Infocamere e Unioncamere-Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne
ELEZIONI 2022 - Le proposte di Confartigianato ai candidati
Un Manifesto con le proposte per costruire un’Italia a misura di 4,4 milioni di artigiani e piccole imprese che danno lavoro a 10,8 milioni di addetti.
Lo ha inviato Confartigianato a tutte le forze politiche per sollecitare un impegno concreto a rimuovere gli ostacoli che bloccano gli imprenditori e a creare le condizioni per la ripresa economica.
“A chi si candida a guidare il Paese – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – chiediamo un patto di fiducia per realizzare, davvero, le riforme irrinunciabili per lo sviluppo. Chiediamo di porre l’artigianato e le micro e piccole imprese, che rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo e danno lavoro al 64% degli occupati, al centro degli interventi per rilanciare la competitività e di ri-orientare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale”.
Nell’agenda delle priorità indicata da Confartigianato spicca la richiesta di un fisco semplice e leggero, visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona.
Da riformare all’insegna dell’efficienza anche la macchina burocratica, poiché – sottolinea Confartigianato – oggi l’Italia è al 24° posto nell’Ue per la qualità dei servizi pubblici e soltanto il 28% delle amministrazioni locali gestisce completamente pratiche on line.
'Lavoro di qualità' è un altro dei punti del Manifesto con il quale Confartigianato dice no al salario minimo legale e sì al lavoro di cittadinanza, chiede di ridurre il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro, che in Italia pesa il 46,5%, contro una media Ue del 41,7%, e di potenziare la formazione tecnica e professionale e l’apprendistato per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese.
Per sostenere la competitività delle Pmi, Confartigianato sollecita anche la riduzione dei costi di elettricità e gas, aumentati del 108% nell’ultimo anno, fissando un tetto europeo al prezzo del gas, attuando una riforma strutturale della bolletta che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e sostenendo gli investimenti in energie rinnovabili, in particolare per la creazione di Comunità Energetiche e per iniziative di autoproduzione.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, una delle richieste prioritarie riguarda il mantenimento degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, sciogliendo rapidamente il grave problema dei 5,2 miliardi di crediti fiscali incagliati legati ai bonus edilizia. Si tratta di una situazione che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende di costruzioni e di 47mila posti di lavoro.
Il Manifesto di Confartigianato punta poi sull’accesso al credito, affinchè sia assicurato sostegno al Fondo di garanzia per le Pmi e a sistemi di garanzia misti pubblico-privati, con una dotazione finanziaria adeguata alle esigenze degli imprenditori in questa difficile e mutevole contingenza economica.
Proseguire spediti nell’attuazione del Pnrr è un’altra sollecitazione di Confartigianato che chiede, però, di farlo con la piena inclusione delle micro e piccole imprese, favorendo, da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, progetti e bandi improntati alla facile accessibilità.
Altrettanto inclusive e accessibili per le piccole imprese dovranno essere le transizioni green e digitale: in proposito Confartigianato chiede incentivi semplici e stabili per favorire l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle Pmi.
Leggi il documento 'Costruiamo insieme il futuro del Paese'
Scarica il manifesto con le proposte di Confartigianato
Scarica le infografiche con le 10 proposte di Confartigianato
STUDI – Inflazione all'8,4% ma solo +3,4% prezzi di servizi a vocazione artigiana, -1,8 punti vs +5,2% Eurozona
Con le guerre l’inflazione sale sempre in doppia cifra e il rischio si sta concretizzando anche a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come è stato delineato nell’articolo ‘Nell’era dei prezzi di guerra è bassa l’inflazione dei servizi a vocazione artigiana’ pubblicato a firma di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi, nell’ultima uscita di ‘Spirito Artigiano’, la piattaforma digitale promossa dalla Fondazione Germozzi insieme alla Confartigianato.
Secondo i dati pubblicati da Eurostat venerdì scorso, a luglio 2022, a cinque mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’inflazione in Italia si colloca all’8,4%, non distante dal +8,9% dell'Eurozona. Per oltre metà (10 su 19) dei paesi dell'Eurozona il tasso di crescita dei prezzi al consumo è già in doppia cifra.
Le forti tensioni sui prezzi delle commodities energetiche sui mercati internazionali e all’ingrosso si ripercuotono sull’inflazione dei beni energetici che in Italia è del 43,3%, superiore di 3,6 punti rispetto al 39,7% dell’Eurozona, e sulla quale influisce, come evidenzia una nostra recente analisi, una maggiore crescita dei prezzi dell'elettricità, che a giugno segnano un aumento dell’81% in Italia, del 22% in Germania e del 8% in Francia.
Una zona di quiete nella tempesta dei prezzi in corso è rappresentata dai servizi a vocazione artigiana, dove la dinamica dei prezzi è lenta, asincrona rispetto ai roboanti tassi di crescita di commodities e beni che abbiamo sopra descritto. In particolare l’analisi si concentra su un paniere di diciassette servizi composto, in ordine decrescente di peso, da manutenzione e riparazione mezzi di trasporto privati, parrucchiere e trattamenti di bellezza, lavanderia abiti, servizi di trasloco, manutenzione dei sistemi di riscaldamento, pittori, idraulici e carpentieri, servizi di trasloco, trasporto passeggeri su taxi, riparazione abiti, elettricisti, riparazione calzature, servizi per la fotografia, riparazione di mobili, arredi e rivestimenti per pavimenti e riparazione di apparecchi per la casa.
Nell’estate del 2022, caratterizzata da tassi di inflazione record sia in Italia che in Eurozona, nei servizi a maggiore vocazione artigiana a giugno i prezzi segnano un modesto aumento del 3,4%, ben 1,8 punti in meno del +5,2% dell’Eurozona. Nel confronto con gli altri maggiori paesi europei, si osserva che nonostante in Francia, grazie al nucleare, vi sia una minore pressione dei costi energetici, i prezzi dei servizi artigiani salgono del 5,2%; in Germania addirittura crescono del 6,8%, un ritmo doppio rispetto a quello registrato in Italia. Il prezzo del paniere dei diciassette servizi artigiani nel nostro Paese sale meno della media dei servizi (0,3 punti in meno rispetto a +3,7%), mentre nell’Eurozona segna una dinamica superiore di 1,8 punti al trend medio dei prezzi dei servizi (3,4%).
In questi settori labour intensive sotto esame, le prestazioni degli artigiani coniugano i valori della economicità, della personalizzazione, del riciclo e del riuso, intersecando la creazione di valore per il consumatore con le direttici della transizione green. L’offerta dei servizi, quasi miracolosamente, sterilizza i meccanismi di trasmissione sul mercato interno della tempesta in atto sui mercati internazionali delle commodities e dell’energia. Pensiamo ad un servizio di un trasloco: a giugno 2022 le imprese artigiane specializzate fanno pagare ai clienti un prezzo del 4,6% superiore a quello di un anno prima mentre acquistano il gasolio per il camion ad un prezzo superiore del 33,9% rispetto all’anno precedente. Il minore dinamismo dei prezzi rispetto al trend medio dell’Eurozona ha un risvolto concreto, generando per le famiglie italiane un risparmio annuo di 418 milioni di euro per l’acquisto di questi diciassette servizi a vocazione artigiana.
Dinamica prezzi di un paniere di 17 servizi a vocazione artigiana nei maggiori paesi dell’Eurozona
Giugno 2022, var. % tendenziale indice prezzi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Dinamica prezzi di un paniere di 17 servizi a vocazione artigiana in Italia ed Eurozona per servizio
Giugno 2022, var. % tendenziale indice prezzi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
STUDI – Ad agosto 24,5% delle presenze turistiche. Segnali di recupero della domanda turistica, interessate 200mila imprese artigiane
Nell'estate 2022 il comparto turistico prosegue il recupero delle perdite senza precedenti causate dalla pandemia, nonostante il persistere di rischi per l'economia causati dal protrarsi della guerra in Ucraina, dall’inflazione e delle tensione sui prezzi delle materie prime e dell'energia. Nel 2021 la spesa dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese ammonta a 21,3 miliardi di euro e cresce del 22,7% in un anno mentre nei primi quattro mesi del 2022 persiste un divario del -22,9% rispetto allo stesso periodo del 2019. La spesa degli italiani all’estero ammonta nel 2021 a 12,6 miliardi di euro ed aumenta del 32,0% rispetto all’anno precedente, mentre nei primi quattro mesi del 2022 persiste un divario del 31,4% rispetto allo stesso periodo del 2019.
In termini di fatturato il dato annualizzato al primo trimestre 2022 nei servizi supera del 4,6% il livello del 2019, con un ancora marcato ritardo per servizi turistici, alloggio e ristorazione che nel complesso mostrano una riduzione dei ricavi del 23,3% rispetto a quelli pre-pandemia; nel dettaglio agenzie di viaggio e tour operator sono più colpiti, registrando un calo 65,1%, mentre si registrano flessioni del 23,7% per alloggio e del 14,1% per i servizi di ristorazione.
Le più recenti rilevazioni dell’Enit evidenziano inoltre che la saturazione delle strutture prenotate attraverso il canale online relativa ad agosto è pari in Italia al 24,6%, e tra i principali competitor è seconda solo al 26,3% della Grecia, la Spagna si attesta sul 19,4% e si ferma al 12,7% la Francia, il paese con cui in Ue ci contendiamo il primato di presenze estive. Le prenotazioni di voli aerei internazionali per venire in Italia ad agosto sono 472 mila (+161% in un anno) e sono seconde solo alle 597mila con destinazione Spagna (+92% in un anno). Inoltre, l'analisi delle ricerche effettuate online a giugno in tema di viaggi evidenzia che Italia e Francia sono i paesi europei maggiormente ricercati: nel dettaglio l'Italia è oggetto di maggiore interesse da parte di Germania, Regno Unito e USA e le città più ricercate sono Roma, Milano, Venezia, Firenze e Catania.
E’ noto che agosto è il mese con il maggiore numero di presenze turistiche: nel triennio 2019-2021 in Italia le presenze ad agosto sono il 24,5% del totale, superiore al 20,4% della media Ue. Il nostro Paese è secondo nell’Unione per numero di presenze turistiche ad agosto con 229 milioni dietro alle 246 della Francia; la classifica si replica per il periodo estivo giugno-settembre, con 620 milioni di presenze, dietro ai 641 milioni della Francia.
L’artigianato nei settori interessati dalla domanda turistica - La spesa dei viaggiatori stranieri in Italia si concentra per il 41,0% in alloggio mentre il restante 59,0%, pari a 12,5 miliardi di euro, comprende trasporti passeggeri - fornito da residenti sul territorio nazionale -, ristorazione e acquisti di prodotti artigianali e del made in Italy. Nel complesso si tratta di un paniere di beni e servizi per i quali la qualità fa la differenza, consolidando l’elevata reputazione dell’offerta turistica italiana.
Le imprese artigiane sono attori primari in questo segmento di attività: alla fine del primo trimestre 2022 le imprese artigiane attive in attività interessate dalla domanda turistica sono 198.912, pari al 15,6% dell'artigianato nazionale. In chiave settoriale il comparto più rilevante è l’abbigliamento e calzature che conta 41.459 imprese (20,8% del totale), seguito da altre attività manifatturiere e dei servizi con 38.743 imprese (19,5%), comparto che comprende importanti attività dell'artigianato nella fotografia, cornici, gioielleria e bigiotteria, ceramica e vetro, lavorazione artistiche del marmo, del ferro, del rame e dei metalli, cure per animali domestici, centri benessere e palestre. Seguono agroalimentare con 37.561 imprese (18,9% del totale), trasporti con 33.935 imprese (17,1%), ristoranti e pizzerie con 31.203 imprese (15,7%), bar, caffè, pasticcerie con 14.510 imprese (7,3%) ed il restante 0,8% è rappresentato da 1.501 imprese operanti in attività ricreative, culturali, intrattenimento, strutture ricettive e giornali, guide ed editoria.
L’analisi territoriale evidenzia nel Mezzogiorno la maggior incidenza dell’artigianato nei settori a vocazione turistica sul totale dell'artigianato, pari al 18,6%, mentre il minimo è il 10,3% del Nord-Ovest. Tra le regioni primeggia la Sicilia con una peso del 21,9%, seguita da Toscana con il 20,0%, Campania con il 19,6%, Sardegna con il 18,8%, Marche con il 18,5%, Calabria con il 18,3%, Lazio con il 17,3%, Puglia con il 16,2% e Basilicata con il 15,7%.
A livello provinciale l’artigianato a vocazione turistica rappresenta circa un terzo del totale dell’artigianato del territorio a Prato (37,9%) e Fermo (31,2%), seguite, con un peso superiore ad un quinto, da Palermo (24,5%), Agrigento (23,4%), Firenze (23,2%), Catania e Reggio Calabria (entrambe con il 22,1%), Arezzo (22,0%), Caltanissetta (21,7%), Messina (21,6%), Napoli (21,4%), Siracusa (21,3%), Trapani (20,7%) e Enna (20,1%).
I dati completi nell’Appendice statistica ‘Le imprese artigiane nei settori interessati da domanda turistica per regione e provincia nel 2022’.
Ripartizione della spesa dei viaggiatori stranieri in Italia per categoria e ripartizione
Anno 2021. Composizione percentuale e milioni di euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d'Italia
Composizione delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica per comparto
I trimestre 2022. Composizione percentuale delle 198.912 imprese artigiane attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche
Peso delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica per regione
I trimestre 2022. % su totale imprese artigiane attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche
Le 42 province con peso delle imprese artigiane nei settori interessati dalla domanda turistica maggiore della media
I trimestre 2022. % su totale imprese artigiane attive - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Camera di Commercio delle Marche
STUDI – Le tensioni del gas spingono il prezzo del kWh a +81% in Italia vs +33% in Eurozona
La nostra recente analisi sulla crescita ha esaminato le ultime previsioni della Commissione europea, mettendo in luce gli effetti negativi della guerra di invasione dell'Ucraina da parte della Russia e l’escalation della bolletta energetica, salita al 3,8% del PIL e in avvicinamento al massimo storico del 4% registrato dieci anni fa.
La pressione del gas sulla bolletta energetica – L’escalation del prezzo di riferimento del gas sul mercato europeo, che secondo l’ultima elaborazione dei dati su base mensile, a giugno segna un aumento del 280,2%, ampiamente superiore al +87,4% del prezzo del Brent, determina una maggiore dipendenza da questa commodity del peggioramento del saldo del commercio estero di energia. Sulla base dei dati disaggregati per prodotto, il gas, che un anno fa rappresentava il 28,8% delle importazioni di energia, ha determinato il 55,2% del peggioramento della bolletta energetica; un ulteriore 38,8% arriva dal petrolio greggio (a fronte del peso del 45% sulle importazioni energetiche), un 12,3% dell'energia elettrica, mentre il petrolio raffinato, con le esportazioni che superano l’import, controbilancia con un miglioramento di circa dieci punti percentuali (9,5%).
La trasmissione sui prezzi dell’elettricità – L’aumento del costo di approvvigionamento del gas naturale, fonte dominante nel mix di generazione elettrica - come emerge da nostre precedenti analisi - determina forti ripercussioni sul mercato elettrico: nella media dei primi venti giorni di luglio il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica (PUN) tocca un nuovo massimo, segnando un aumento del 305,5% rispetto a luglio 2021.
Sono evidenti le ripercussioni sui prezzi dell’energia elettrica pagati dai consumatori italiani, caratterizzati da una più alta velocità di crescita rispetto agli altri maggiori paesi europei. L’esame degli indici dei prezzi al consumo pubblicati giovedì scorso da Eurostat conferma che la maggiore inflazione energetica in Italia è trainata dall’energia elettrica, il cui prezzo a giugno 2022 sale dell’81,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +22,1% della Germania e il +7,6% della Francia. L’andamento dei prezzi dell’elettricità in Italia presenta un ritmo quasi triplo del +32,8% della media dell’Eurozona. Anche il prezzo del gas al consumo cresce di più in Italia (+63,1%), con un differenziale, seppur più contenuto rispetto a quello dell’energia elettrica, di oltre undici punti percentuali rispetto alla media del +51,6% dell’Eurozona. La dinamica appare meno marcata negli altri maggiori paesi europei, con il prezzo del gas che sale del 42,9% in Germania e del 44,4% in Francia.
Dinamica prezzi al consumo di energia elettrica e gas nei principali paesi Ue
Giugno 2022, var. % annua - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Peso su importazioni e su crescita della bolletta energia per commodity
% su import degli ultimi 12 mesi ad aprile 2021 e % su aumento saldo import-export cumulato ultimi dodici mesi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat