STUDI – Le tendenze della crisi dell’occupazione indipendente: -4,3% rispetto pre-pandemia ma nell’ultimo anno +3,6% donne vs -1% uomini

L’esame degli ultimi dati sul mercato del lavoro evidenzia che a luglio 2022 l’occupazione cala dello 0,1% rispetto a giugno, combinazione di una flessione dello 0,2% sia per i dipendenti permanenti che per gli indipendenti e di un aumento dello 0,4% per i dipendenti a termine; si stanno delineando gli effetti dell’incertezza generata dal proseguimento della guerra, dalla fine anticipata della legislatura e dagli effetti della crescita dei prezzi.

La diffusione dei lockdown energetici e un aumento delle cessazioni di attività causate dagli insostenibili costi dell’energia – le stime di Confartigianato individuano 881mila MPI nel perimetro dei 43 settori a maggiore rischio - aggraverebbe la crisi del lavoro autonomo innescata dalla pandemia. Ne ventinove mesi che vanno da febbraio 2020 a luglio 2022 l’occupazione indipendente segna un calo di 225mila unità (-4,3%) a fronte dell’incremento di 404mila occupati dipendenti (+2,3%), composto dall’aumento di 221mila dipendenti temporanei (+7,5%) e da quello di 183mila dipendenti permanenti (+1,2%). Una nostra recente analisi evidenzia che le micro e piccole imprese sono protagoniste della crescita domanda di lavoro dipendente, in particolare per il lavoro stabile e l’apprendistato.

I dati trimestrali pubblicati stamane dall'Istat consentono alcuni approfondimenti sulle tendenze del lavoro indipendente. Nella media dell’ultimo anno (terzo trimestre 2021-secondo trimestre 2022), l'occupazione indipendente maschile è scesa del 5,6% rispetto al 2019, anno pre-pandemia, e quella femminile ha ceduto del 5,9%. Va segnalato che nell’ultimo anno l’occupazione indipendente femminile registra un risultato positivo, evidenziando una crescita tendenziale del 3,6% a fronte del calo dell'1,0% degli indipendenti uomini; il segnale di recupero è trainato dall’incremento nelle attività dei servizi alla persone e alle imprese, ma anche edilizia, manifattura, commercio e turismo registrano un aumento delle lavoratrici indipendenti.

Gli effetti di lungo termine della recessione innescata sono diffusi sul territorio. L'anticipazione delle tendenze su base regionale dell’occupazione indipendente - che saranno pubblicate nel 21° report ‘Imprese in trincea nella guerra dell'energia’ presentato nel webinar di lunedì prossimo - evidenzia nel  Mezzogiorno un calo che si ferma al 3,2%, a fronte di una maggiore e progressiva accentuazione nel   Nord-ovest con -5,8%,   Nord-est con -6,9% e Centro con -7,5%.

 
Dinamica occupati dallo scoppio della pandemia per posizione
Luglio 2022. Var. ass. in migliaia e % su febbraio 2020, dati destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 
Trend nell’ultimo anno degli occupati indipendenti per genere
Media ultimi quattro trimestri (III 2021-II 2022) Var. % tendenziale, dati grezzi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 
 
Dinamica occupati indipendenti dallo scoppio della pandemia per ripartizione
Ultimi quattro trimestri (III 2021-II 2022) Var. % rispetto 2019, dati grezzi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


BENESSERE - 'The Beauty&Welness congress', ultima chiamata per fruire delle agevolazioni riservate agli operatori associati a Confartigianato

 

Organizzato dal CosmoProf Bologna Fiere, in collaborazione con la rivista Les Nouvelles Esthétiques e con il patrocinio di Confartigianato Estetica, si svolgerà dal 29 al 31 ottobre a Milano presso il nuovo pad. 4 del MiCo il “Beauty&Wellness Congress”, nuovo evento dedicato ai centri estetici ed al mondo wellness.

La manifestazione, nata dalle esperienze di Esthetiworld e Beauty Forum Milano, accoglierà - accanto a un’ampia area espositiva con la presenza dei marchi di riferimento per il settore - il 38° Congresso Internazionale di Scienze Estetiche e Tecniche Applicate by Les Nouvelles Esthétiques Italia, nell’ambito del quale saranno affrontate le tematiche di maggiore interesse per la professione con riferimento ai nuovi trend, dalla comunicazione/management alla psicologia, dalla scienza alla dermatologia, dalla cosmetologia fino all’estetica olistica, nell’ambito di un calendario ricchissimo orientato alla crescita e all’evoluzione della Categoria (www.thebeautyandwellnesscongress.com).

Grazie alla storica collaborazione tra gli organizzatori e Confartigianato, è prevista una doppia offerta per agevolare la partecipazione degli associati.

Le Regioni del Nord Italia potranno infatti fruire dell’offerta di pullman gratuiti (riservati ai soli professionisti del settore e quindi non alle scuole), qualora raggiungano un numero adeguato di adesioni, considerando che i pullman saranno da 50 posti.

Inoltre per tutti gli associati, di tutta Italia, è prevista una riduzione sul biglietto da 35 a 20 euro per l’ingresso di 1 giorno di Fiera + Congresso o da 50 a 30 euro per due giorni di Fiera + Congresso. 

La conferma del pullman dovrà avvenire TASSATIVAMENTE entro il 21 settembre.

Per l’adesione, gli operatori interessati devono rivolgersi alla propria associazione territoriale di riferimento (https://www.confartigianato.it/dove-siamo/)


STUDI – I segnali statistici di fine estate, tra stretta monetaria e guerra dell’energia. L’analisi di Confartigianato su IlSussidiario.net

L'inflazione inizia a far paura: ad agosto in Eurozona è salita al 9,1% e in Italia al 9,0%, livelli che nel nostro Paese non si registravano da oltre 36 anni. Oltre metà (52,6%) dell'aumento dei prezzi deriva dall'incremento del 44,9% dei prezzi dei beni energetici. Per rallentare la crescita dei prezzi, il Consiglio della Bce ha adottato un ulteriore rialzo dei tassi, dopo che la Fed ha assunto un marcato orientamento restrittivo. Va ricordato che se la politica monetaria può essere efficace per contenere l'inflazione da domanda, lo è molto meno per quella da costi, dominata dalle distorsioni dell'offerta di energia causate dalla guerra. La riduzione della domanda indotta dall'aumento dei tassi di interessi colpisce gli investimenti e il mercato immobiliare, aumentando la spesa pubblica per interessi; il boom del costo delle bollette dell'energia spiazzerà i consumi di beni non energetici e dei servizi. Si compromette la migliore reattività dell'economia italiana che nel secondo trimestre del 2022 ha segnato un aumento del PIL dell'1,1% rispetto al trimestre precedente, il doppio della media dell'Eurozona (+0,6%), facendo meglio del +0,5% della Francia e della crescita zero della Germania.

La frenata in corso dell'economia italiana è delineata da una rassegna dei segnali statistici pubblicati nelle ultime settimane nell’articolo Energia, costi insostenibili / +21 mld in 12 mesi, -2% di Pil nel 2023: i numeri della recessione in arrivo a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato su IlSussidiario.net.

Il quadro è dominato dall’escalation del prezzo del gas europeo (TTF), ormai letteralmente fuori controllo e gli ulteriori rialzi causati dalla chiusura del Nord Stream 1 rendono la situazione drammatica. La pressione dei prezzi del gas, fonte dominante nel mix di generazione elettrica in Italia, si ribalta sulle bollette elettriche. Ad agosto il prezzo all'ingrosso dell'elettricità (PUN) è salito a 543 euro per MWh, il 383,1% in più rispetto ad agosto 2021; nei primi sei giorni di settembre il prezzo rimane sui 512 euro per MWh.

Il costo dell’energia elettrica per le micro e piccole imprese in dodici mesi è salito di 21,1 miliardi di euro; nel caso di un consolidamento dei prezzi di luglio e agosto negli ultimi quattro mesi dell’anno, nel 2022 le micro e piccole imprese pagherebbero per l’elettricità 42,2 miliardi di euro in più rispetto al 2021, un impatto superiore a dieci punti (10,9%) del valore aggiunto delle MPI. Una diffusione di lockdown energetici e la chiusura di attività conseguente all’insostenibile costo per l’energia farebbe scivolare in recessione l’economia italiana; una interruzione del gas dalla Russia, secondo lo scenario avverso contenuto nell’ultimo Bollettino economico di Banca d’Italia, comporterebbe nel 2023 una contrazione del PIL di quasi 2 punti percentuali.

Servono urgenti interventi a livello europeo e nazionale. Dopo aver annunciato una manovra da 65 miliardi di euro, la Germania porta gli interventi per contenere il caro energia al 3,5% del PIL; il monitoraggio di agosto di Bruegel indica interventi del 2,8% del PIL in Italia e dell’1,8% in Francia. L’elevato debito pubblico e la fine della legislatura condizionano l’ampiezza del nuovo intervento in Italia che sarà varato nei prossimi giorni, tratteggiando un pericoloso scenario di politiche economiche pro-cicliche.

Pur in un contesto di rallentamento della crescita dei prezzi dei carburanti (+14,2% ad agosto, era +26,3% a luglio), l’accelerazione subita dai prezzi di gas ed elettricità a fine agosto si riverbera anche sul costo del gasolio: dal 22 agosto al 5 settembre 2022 il prezzo al self-service elaborato da QE-Quotidiano Energia è salito del 5,1% per il gasolio a fronte di un calo dello 0,2% per la benzina.

Come anticipato nella segnalazione dell’Arera di fine luglio, sulla base dell’evoluzione dei prezzi estivi, per il trimestre ottobre - dicembre 2022 è atteso un ulteriore incremento delle bollette del gas per le famiglie, superiore al 100% rispetto al terzo trimestre dell’anno. Come l’Autorità indica, “tali costi risulterebbero difficilmente sostenibili per tutti i consumatori, non solo domestici, con potenziali ripercussioni sulla tenuta dell’intera filiera.”

Ad agosto l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il secondo mese consecutivo, segnando una flessione dell’1,2% e collocandosi su un livello prossimo a quello medio del primo quadrimestre dell’anno. Ritornano sui livelli dall’autunno 2020 sia le attese sull’economia italiana delle imprese manifatturiere che l’indicatore ciclico ITA-coin della Banca d’Italia.

La pressione dei costi energetici frena la domanda delle famiglie. Le vendite al dettaglio in volume segnano una flessione congiunturale sia nel primo che nel secondo trimestre di quest’anno, rispettivamente del -0,8% e del -0,3%.

A giugno 2022 la produzione manifatturiera diminuisce del 2,2% rispetto a maggio; nonostante questa frenata, nel secondo trimestre 2022 l’attività manifatturiera in Italia aumenta dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti, il doppio della media Ue 27, una performance migliore rispetto alla stazionarietà della Francia e al calo dello 0,8% della Germania.

Le forti tensioni sui costi per materie prime ed energia si ripercuotono sui listini prezzi delle imprese: a luglio i prezzi alla produzione della manifattura no energy salgono del 12,8% rispetto un anno prima.

A giugno 2022 il volume dell’export manifatturiero segna un calo del 2,1% rispetto a giugno 2021, mentre nel complesso nei primi sei mesi del 2022 il volume delle esportazioni registra un aumento del 2,0%. Negli ultimi dodici mesi (luglio 2021-giugno 2022) il saldo del commercio estero dell’Italia è peggiorato di 66,9 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti, di cui il 76,6% è determinato dall’aumento di 51,3 miliardi di euro della bolletta energetica, che arriva al massimo storico del 4,1% del PIL.

A maggio 2022 le entrate turistiche sono state pari a quasi cinque volte (+372,5%) quelle dell'anno precedente. Anche grazie al buon andamento del turismo, nel secondo trimestre del 2022 le esportazioni di beni e servizi in Italia salgono del 2,5% rispetto al trimestre precedente, a fronte della crescita ‘zerovirgola’ registrata in Francia (+0,9%) e Germania (+0,3%).

Sul fronte del mercato del lavoro, a luglio 2022 l’occupazione cala dello 0,1% rispetto a giugno, combinazione di una flessione dello 0,2% sia per i dipendenti permanenti che per gli indipendenti e di un aumento dello 0,4% per i dipendenti a termine; si delineando gli effetti dell’incertezza generata dal proseguimento della guerra, dalla fine anticipata della legislatura e dagli effetti della crescita dei prezzi. Un aumento delle cessazioni di attività causate dagli insostenibili costi dell’energia aggraverebbe la crisi del lavoro autonomo innescata dalla pandemia: da febbraio 2020 a luglio 2022 l’occupazione indipendente segna un calo di 225mila unità a fronte dell’incremento di 404mila occupati dipendenti.


STUDI – In Italia +6% volume fatturato autoriparazione vs +2,5% Francia e -0,6% Germania. I numeri della filiera auto

La filiera dell’auto in Italia conta 161mila imprese registrate alla metà del 2022 e 564mila addetti attivi nella fabbricazione di autoveicoli, fabbricazione di carrozzerie, produzione parti e accessori, fabbricazione di motociclette e del commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli. Il 69,4% dell’occupazione della filiera, equivalenti a 391mila addetti, lavora in Micro e Piccole imprese con meno di 50 addetti, combinazione di una incidenza del 13,7% nella produzione e del 92,4% nei servizi e commercio.

I dati sono contenuti nell’Elaborazione Flash ‘Alcuni numeri chiave sulla filiera auto in Italia nel 2022’ - che integra ed aggiorna il report annuale dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia – pubblicata in concomitanza del 40° Premio Confartigianato Motori che precede il Gran Premio d’Italia di Formula 1 di Monza.

Dal report emerge che oltre la metà (53,1%) delle imprese della filiera opera nell’autoriparazione: nel secondo trimestre 2022 sono 85mila le imprese del comparto della Manutenzione e riparazione di autoveicoli, con una spiccata la vocazione artigiana: le 69mila imprese artigiane rappresentano, infatti, l’80,9% del comparto.

Nel confronto internazionale l’Italia presenta una leadership europea nell’autoriparazione, con gli addetti del comparto che sono l'1,4% del totale occupati delle imprese a fronte dell'1,0% dell'Ue a 27, offrendo il più alto contributo all'economia tra i maggiori paesi europei: nel dettaglio il peso dell’autoriparazione in Italia è di 0,3 punti superiore all'1,1% della Spagna e di 0,5 punti superiore allo 0,9% della Germania e della Francia.

La fase di ripresa economica post-Covid, combinata con le incertezze del mercato delle nuove immatricolazioni, ha sostenuto la domanda di manutenzione delle autovetture. L’esame dei dati pubblicati questa settimana da Eurostat evidenzia che nel secondo trimestre del 2022 il fatturato della Manutenzione e riparazione di autoveicoli segna un aumento del 9,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; nel confronto internazionale si tratta di una performance migliore rispetto al +8% della Francia e al +5,5% della Germania.

In epoca di elevata inflazione è opportuno valutare le tendenze dei ricavi in termini reali. In Italia, come evidenziato da una nostra recente analisi, i prezzi dei servizi di manutenzione e riparazione degli autoveicoli crescono meno che negli altri maggiori paesi europei. Grazie a questa più favorevole dinamica dei prezzi, in Italia si stima un aumento del 6,0% del volume del fatturato degli autoriparatori, un ritmo di crescita non distante dal +7,4% della Spagna ma ampiamente più accentuato del +2,5% in Francia; in controtendenza la Germania dove si registra un calo dello 0,6%.

L’analisi completa, corredata da un ampio set di dati per le regioni e province italiane è presente nella Elaborazione Flash ‘Alcuni numeri chiave sulla filiera auto in Italia nel 2022’. Clicca qui per scaricarla.

 
Peso degli addetti dell'Autoriparazione sul totale economia nei principali paesi Ue
Anno 2019. % su occupati del totale economia non finanziaria - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

Dinamica fatturato, prezzi e volume fatturato Autoriparazione nei principali Paesi Ue
II trimestre 2022 - variazioni % tendenziali, prezzi: 07.2.3 Ecoicop - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


STUDI – A luglio +1% volume delle vendite al dettaglio. Le imprese nella turbolenza di fine estate nel webinar del 19 settembre

La dinamica inflazionistica, riducendo il potere di acquisto, comprime la domanda reale delle famiglie. In tale contesto va evidenziato il segnale positivo che emerge dall’analisi dei dati pubblicati stamane dall'Istat: a luglio il volume delle vendite al dettaglio sale dell'1%, trainato dalla crescita dell’1,4% per i beni non alimentari  a cui si affianca un aumento dello 0,5% per i beni alimentari. Le incertezze emergono in termini tendenziali, con una flessione dello 0,9% rispetto al volume delle vendite al dettaglio di luglio del 2021.

Dal confronto internazionale sui conti nazionali emerge una maggiore resilienza delle famiglie italiane. Nel secondo trimestre 2022, successivo allo scoppio della guerra in Ucraina, il migliore andamento del PIL in Italia rispetto agli altri maggiori paesi europei è sostenuto da un maggiore dinamismo dei consumi. Nel trimestre in esame, infatti, la spesa delle famiglie sale, in termini reali, del 2,9% % a fronte della maggiore staticità per la Francia (+0,6%) e Germania (+0,3%); anche nel complesso del primo semestre dell’anno l’Italia cumula una maggiore crescita dei consumi.

In Italia si osserva un maggiore spunto per la spesa per servizi (+5,3%), per beni semi durevoli (+4,1%) e per beni durevoli (+3,7%), mentre flette (-1,3%) quella per i beni non durevoli.

Le straordinarie tensioni dei prezzi dell’energia sui bilanci delle imprese e sui consumi delle famiglie e gli andamenti dell’economia italiana alla fine dell’estate 2022 saranno esaminate nel webinar di presentazione del 21° report di Confartigianato ‘Imprese in trincea nella guerra dell'energia’, organizzato per lunedì 19 settembre dall’Ufficio Studi e dalla Direzione Politiche economiche, nell’ambito delle Sessioni streaming della Scuola di Sistema, con il seguente programma:

 

PROGRAMMA WEBINAR 19 SETTEMBRE 2022, ORE 12.00-13.15

Introduzione di Vincenzo Mamoli, Segretario Generale
Caos energia e tsunami sulle imprese in autunno di Enrico Quintavalle, Responsabile Ufficio Studi
Conclusioni di Bruno Panieri, Direttore Politiche Economiche

Iscriviti al webinar

 
Dinamica congiunturale vendite al dettaglio in volume
Gennaio 2021-luglio2022,  var. % rispetto mese precedente, dati destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
 

Dinamica congiunturale spesa consumi famiglie nei principali paesi Ue
II trimestre 2022, var. % rispetto trim. precedente e var. % cumulata nel I semestre 2022, dati a prezzi costanti e destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


STUDI – Volume export nel 2° trimestre 2022 a +2,5% vs ‘zerovirgola’ di Francia (+0,9%) e Germania (+0,3%)

L’inflazione sta gonfiando i valori monetari relativi ai ricavi dalle vendite e alle esportazioni. A giugno 2022 l’export sale del 21,2% rispetto un anno prima, combinazione di un aumento del 23,7% dei prezzi – espressi dai valori medi unitari calcolati dall’Istat - e di una flessione del volume dell’export del 2,1%. Una crescita delle vendite in valore a doppia cifra, quindi, nasconde un calo dei volumi, causato dal rallentamento del commercio internazionale e dal prolungato clima di incertezze dopo l’invasione dell’Ucraina.

Nonostante la flessione di giugno, nel complesso dei primi sei mesi del 2022 il volume delle esportazioni registra un aumento del 2,0%.

Anche grazie al buon andamento del turismo, nel secondo trimestre del 2022 le esportazioni di beni e servizi valutate a prezzi costanti in Italia salgono del 2,5% rispetto al trimestre precedente, a fronte della crescita ‘zerovirgola’ registrata in Francia (+0,9%) e Germania (+0,3%).

L’energia peggiora il saldo import-export - Negli ultimi dodici mesi (luglio 2021-giugno 2022) il saldo del commercio estero dell’Italia è peggiorato di 66,9 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti, di cui il 76,6% è determinato dall’aumento di 51,3 miliardi di euro della bolletta energetica, che arriva al massimo storico del 4,1% del PIL.

I prodotti del made in Italy - L’analisi per settore, con dati disponibili fino a maggio 2022, evidenzia nei primi cinque mesi del 2022 una crescita tendenziale a doppia cifra dei volumi esportati per altri mezzi di trasporto con +35,6%, prodotti raffinati con +16,9%, tabacco con +15,4%, prodotti delle altre industrie manifatturiere e tessili con +12,4%, pelle con +11,5%. Crescita dei volumi venduti all’estero anche per articoli di abbigliamento con +8,8%, farmaceutici con +8,1%, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi con +7,3%, prodotti alimentari e bevande con +6,8%. In flessione i volumi per apparecchiature elettriche (-0,7%), metallurgia (-0,9%), gomma e materie plastiche (-1,5%), macchinari (-4,7%), autoveicoli (-6,2%).

I mercati - L’analisi per i principali mercati evidenzia un maggiore dinamismo dei volumi esportati in Messico con +18,3%, seguito da Corea del Sud con +9,9%, India con +8,2%, Regno Unito e Stati Uniti con +8,1%. Seguono la Spagna con +6,4%, risultando il mercato più dinamico dell’eurozona, Polonia e Turchia con +5,4%, Svizzera con +4,2%, Austria con +2,5%, Giappone con +2,2%, Sudafrica con +1,3%, Germania con +1,1%. Segno negati per Francia (-0,2%) e Brasile (-2,1%), mentre si registrano forti cali per la Cina (-15,8%) e la Russia (-27,0%, che arriva a -46,6% tra marzo e maggio,  primi tre mesi di guerra primi due mesi di guerra).

Il cambio euro-dollaro – A settembre prosegue il deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, che riflette il più rapido orientamento deflazionistico della politica monetaria negli Stati Uniti. Da maggio del 2021 si è avviata una forte svalutazione dell’euro, che a fine agosto 2022 scende sotto la parità, toccando il 5 settembre una quotazione di 0,9920 dollari per un euro, un valore che non toccava dal dicembre 2002. L’effetto, positivo, sulle esportazioni della svalutazione dell’euro è in parte assorbito dall’escalation dei prezzi all'importazione delle materie prime e dell’energia, prodotti che sono scambiati in dollari, in una fase in cui registrano una straordinaria turbolenza: a giugno 2022 i prezzi all’importazione di petrolio e gas in euro risultano più che raddoppiati (+108,1%) rispetto ad un anno prima.

 

 
Dinamica esportazioni nel secondo trimestre 2022 nei principali paesi Ue
II trimestre 2022, var. % congiunturale, dati prezzi costanti,  destagionalizzati e corretti per calendario - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 
Trend export in volume per prodotto
Gennaio-maggio 2022, var. % tendenziale divisioni Ateco 2007 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
 

Trend export in volume nei principali mercati
Gennaio-maggio 2022, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Cambio euro/dollaro Usa
1 Gennaio 2000-5 settembre 2022, dollari Usa per 1 Euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Bce