STUDI – Le prospettive della politica fiscale, tra elezioni e legge di bilancio
Si sta concludendo una campagna elettorale caratterizzata dall’intreccio di numerose proposte in campo fiscale. Nell’articolo di T. Boeri e R. Perotti ‘Una spesa pubblica senza più freni. Così i partiti promettono la luna’ i programmi dei quattro principali partiti o coalizioni complessivamente indicano 441 interventi con effetti sul bilancio dello stato. Di questi il 79,4% sono incrementi di spesa e il 19,3% sono riduzioni di entrate. Le proposte per finanziare questi interventi si limitano all’1,3% delle indicazioni espresse.
Il risveglio sarà brusco: la prossima legge di bilancio sarà varata in una fase ciclica negativa e dovrà considerare i target delineati ad aprile nel DEF 2022 che, nel quadro programmatico indica nel 2022 un deficit al 5,6% del PIL che si riduce al 3,9% nel 2023, con il saldo primario che nel biennio in esame passa dal -2,% del PIL al -0,8%. Il rapporto tra debito e PIL è in discesa, passando dal 147,0% al 145,2%.
Verso la Nadef - Entro il 27 settembre il Governo vara la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef). La Nota sintetizzerà nel quadro tendenziale – a politiche invariate - gli effetti della crisi energetica, dell'inflazione e delle politiche monetarie sulla crescita reale e nominale del PIL.
Dalla stima di crescita del PIL per il 2023 del 2,4% del DEF di aprile, si è scesi nelle previsioni di luglio al +1,2% di Banca d'Italia, al +0,9% della Commissione europea e al +0,7% del Fondo monetario internazionale. L’escalation dei prezzi del gas e dell'elettricità ad agosto potrebbe determinare un ulteriore ribasso delle previsioni di crescita.
Il margine di incertezza rimane elevato, anche per altre poste del bilancio pubblico influenzate dall’evoluzione dell’inflazione e dagli interventi della Bce. Il rialzo dei tassi conseguenti alla politica monetaria restrittiva spinge in alto la spesa per interessi; si potrebbe invertire il trend delineato nel DEF di aprile, in cui il costo del debito nel 2023 è pari 61,7 miliardi di euro (3,1% del PIL), in discesa rispetto 65,9 miliardi di euro (3,5% del PIL) del 2022.
L’inflazione determina una pressione sulla spesa pubblica mediante l’indicizzazione delle pensioni, aumenta il valore dei consumi intermedi (nel 2021 pari a 110,4 miliardi di euro) e spinge le richieste di maggiori retribuzioni nei rinnovi contrattuali del pubblico impiego (una posta che vale 176,3 miliardi di euro).
Un calendario complesso - I tempi dell’avvio della prossima legislatura e il varo del nuovo Governo si intrecciano con le scadenze della programmazione fiscale. Entro il 15 ottobre viene trasmesso alla Commissione europea il Documento programmatico di bilancio (DPB, ovvero DBP, Draft Budgetary Plan), mentre entro il 20 ottobre il Governo presenta al parlamento il disegno di legge di bilancio, con la manovra 2023-2025, che va approvata entro il 31 dicembre.
Per fronteggiare le conseguenze della guerra dell’energia le armi di politica economica sono spuntate. Con un elevato debito pubblico, la Commissione europea raccomanda politiche fiscali prudenti. Per l’economia italiana si delinea una pericolosa sincronizzazione pro-ciclica tra politica fiscale e quella monetaria. Per rallentare la crescita dei prezzi, l’8 settembre il Consiglio della Bce ha varato un rialzo dei tassi di 75 punti base, dopo che la Fed ha assunto un marcato orientamento restrittivo, aumentando, il 21 settembre, i tassi di interesse per la quinta volta dall’inizio dell’anno. Con l’inflazione più elevata dalla sua nascita, la Banca centrale europea potrebbe generare un eccessivo impulso recessivo. Nelle decisioni di settembre, la Banca centrale europea “si attende di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni per frenare la domanda e mettere al riparo dal rischio di un persistente incremento dell’inflazione attesa”. Va ricordato che già nel 2008 e nel 2011 il rialzo dei tassi da parte della Bce accompagnò due cicli recessivi dell’economia italiana.
Lo scudo anti spread intreccia la politica monetaria con quella fiscale – Servono conti pubblici in ordine e la puntuale attuazione del PNRR per beneficare del Transmission Protection Instrument (TPI), lo scudo anti spread varato a luglio dalle Bce, avente l’obiettivo di evitare la frammentazione. L’intensificazione dell’acquisto di titoli previsto dal TPI, infatti, è a discrezione del Consiglio direttivo, che valuterà le eventuali anomalie evoluzione dei tassi di interesse e il rispetto di alcune condizioni da parte del Paese che beneficia dell’acquisto dei titoli, quali i) assenza di procedure per deficit eccessivo o per squilibri macroeconomici eccessivi iii) un debito pubblico sostenibile, oltre che il rispetto iv) degli impegni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e v) delle raccomandazioni della Commissione Europea nell’ambito del Semestre europeo, le ultime pubblicate lo scorso maggio nell’ambito del semestre europeo.
Le scadenze del PNRR – Nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a fine 2022 è prevista una rata di 21,8 miliardi di euro di finanziamenti europei del PNRR e nel 2023 sono pianificate due rate per complessivi 39,1 miliardi. Per accedere a queste risorse vanno raggiunti 55 obiettivi nel secondo semestre di quest’anno e ulteriori 96 nel corso del 2023.
La riforma delle regole fiscali europee - La crisi energetica ha messo in secondo piano la negoziazione sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, sul quale la Commissione europea ha annunciato che la clausola di salvaguardia generale verrà applicata fino al 2023. Serve una semplificazione delle regole, in grado di meglio supportare i processi di crescita economica. E’ necessaria una modulazione del rientro del debito verso un limite compatibile con gli scenari post-pandemia, che rendono obsoleto l’attuale target del 60% del PIL. Nel discorso sullo stato dell'Unione del 14 settembre 2022 il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che il prossimo ottobre saranno presentate le nuove idee di governance economica, basate su norme più semplici, capaci di supportare gli investimenti strategici e la fiducia dei mercati finanziari, e in grado di garantire una maggiore flessibilità nel percorso di riduzione del debito, associata ad una maggiore responsabilità nell'attuare quanto concordato tra Stato membro e Commissione.
Tendenze di finanza pubblica del DEF di aprile 2022 e successive previsioni crescita e inflazione
% sul PIL, per crescita PIL: var. % a prezzi costanti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mef e Upb
Indebitamento netto in % PIL
2001-2021, previsioni DEF 2022 per 2022 e 2023 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Mef
STUDI – Dal 1980 90,1 miliardi € di danni da disastri naturali, 1.556 euro pro capite, il 37,3% in più della media Ue
L’alluvione nelle Marche rappresenta l’ennesima tragedia e, come ha sottolineato il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, conferma l’allarme per i devastanti effetti dei cambiamenti climatici e richiede l’impegno di tutti nella tutela dell’ambiente.
Su questo fronte va ricordato che nell’ultimo decennio la crescita della spesa è stata trainata dalla spesa primaria corrente (al netto degli interessi su debito), salita del 21,9%, mentre quella per investimenti pubblici è salita di un limitato 5,9%, penalizzando gli interventi infrastrutturali necessari per contrastare gli effetti del climate change e dell’intensificazione di eventi meteorologici e climatici estremi.
I danni economici per disastri naturali in Italia sono ingenti: tra il 1980 e il 2020 ammontano a ben 90,1 miliardi di euro, il terzo valore più alto in Ue dopo i 107,6 miliardi della Germania ed i 99,0 miliardi della Francia, e sono equivalenti e 1.556 euro pro capite, valore che supera del 37,3% la media Ue di 1.133 euro e colloca il nostro Paese sempre al terzo posto ma stavolta dietro a Slovenia (1.870 euro/abitante) e Francia (1.606 euro/abitante).
Nell'Ue gli eventi meteorologici e climatici estremi sono per tre quarti eventi idrologici come inondazioni e smottamenti di terreno (43,0%) e eventi meteorologici come i temporali (34,0%), spesso concause dei primi, ed in Italia preoccupano in numeri dell'esposizione al rischio di frane e di alluvione che necessitano di continui investimenti preventivi per limitare l'impatto dei danni alle persone e materiali.
In Italia in aree a rischio frane o in aree di attenzione risiedono 5.707.465 abitanti, quasi un decimo (9,6%) degli italiani: di cui 499.749 in aree a pericolosità molto elevata, 803.917 in quelle ad elevata pericolosità, 1.720.208 in quelle a pericolosità media, ben 2.006.643 in aree a pericolosità moderata P1 a cui si aggiungono 676.948 abitanti in aree di attenzione. Le aree più pericolose, cioè a rischio almeno elevato, contano 1.303.666 abitanti. Parallelamente le imprese esposte a rischio frane sono nel complesso 405.240, pari all'8,4% delle imprese di industria e servizi, di cui 31.244 imprese sono in aree a pericolosità molto elevata, 53.197 in quelle a rischio elevato, 127.356 in quelle a rischio medio, 147.766 in quelle a rischio moderato e 45.677 sono in aree di attenzione: in questo caso 84.441 imprese operano nelle aree più pericolose dove il rischio è almeno elevato. Qui il dettaglio provinciale delle imprese a rischio frane.
In aree a rischio frane o di attenzione si contano inoltre 1.867.094 edifici, pari al 12,9% del totale, e 38.153 beni culturali, pari al 17,9% del totale, su cui i danni possono impattare in modo irreversibile e con costi inestimabili e, se è vero che molte tipologie di opere d'arte possono essere messe in salvo, i beni architettonici ed archeologici inamovibili necessitano di misure di tutela eccezionali e in loco.
Purtroppo, l'esposizione al rischio frane è in aumento: le elaborazioni più recenti mostrano che rispetto a quella precedente del 2018 nelle aree a rischio almeno elevato di frane la popolazione è aumentata dell’1,7%, gli edifici del 2,7%, le imprese dell’1,8% e i beni culturali del 7,0%.
Per quanto riguarda il rischio alluvione, 2.431.847 abitanti risiede in aree ad elevata probabilità di eventi di questo tipo, pari al 3,5% del totale, si arriva a 6.818.375 abitanti che risiede in aree di moderata pericolosità, pari ad un decimo (11,5%), per toccare i 12.257.427 abitanti che si trovano in aree a bassa pericolosità, pari ad un quinto (20,6%) dei residenti italiani. Nel caso delle imprese, 225.874 operano in aree di elevato rischio alluvione, pari al 4,7% delle imprese di industria e servizi, per passare a 642.979 in aree di moderato rischio, che rappresentano il 13,4% delle imprese di industria e servizi, ed arrivare a 1.149.340 esposte ad un basso rischio, pari a quasi un quarto (23,9%). Qui il dettaglio provinciale delle imprese a rischio alluvione.
In aree ad elevata probabilità di alluvione si contano 623.192 edifici e 16.025 beni culturali, in quelle a pericolosità media si passa a 1.549.759 edifici e 33.887 beni culturali per arrivare infine a 2.703.030 edifici e 49.903 beni culturali in aree a bassa pericolosità.
Come indicato dall’analisi di Ispra, le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.
Danni economici causati da eventi meteorologici e climatici estremi nei paesi Ue a 27 e tipologia degli eventi in Ue a 27
Euro pro capite (a prezzi 2020, media Ue stimata con popolazione) e composizione per tipologia di eventi in Ue; periodo 1980-2020 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati European Environment Agency (EEA)
Popolazione residente e imprese a rischio frane e alluvione in Italia
Valori assoluti e %. Elaborazione 2021 su dati da censimenti 2011. Imprese: unità locali di industria e servizi - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ispra
STUDI – Caro-bollette per famiglie ad agosto +76,4% in Italia, vs 51,9% Eurozona. I dati per territorio
Ad agosto l’inflazione è arrivata al 9,1% sia in Eurozona che in Italia; supera il 20% nelle tre repubbliche baltiche – Estonia, Lettonia e Lituania – e si colloca sopra il 10% in altri dodici paesi dell’Eurozona. La crescita dei prezzi è spinta dall’energia: l’inflazione energetica in Italia è al 45,4%, 6,9 punti superiore al 38,6% dell’Eurozona.
Nel dettaglio i prezzi di elettricità, gas e altri combustibili in Italia salgono del 76,4%, ben 24,5 punti in più rispetto al 51,9% dell’Eurozona. Crescita a tre cifre nei Paesi bassi con +151,4% ed Estonia con 145,1%; seguono il maggiore dinamismo in Lituania, dove si registra un aumento del 95,6%, Lettonia con 86,2% e Italia con 76,4%, un dinamismo del costo delle bollette ampiamente al di sopra di quello di Spagna con 54,3%, Germania con 46,0% e Francia con 23,0%.
Nel dettaglio, sul totale della voce in esame la spesa in energia elettrica pesa per 48,2%, il gas 46,2% e gli altri combustibili – gasolio per riscaldamento e combustibili solidi, come carbone e pellet – il restante 5,6%.
L’analisi territoriale - In chiave regionale la crescita più elevata dei prezzi di energia elettrica, gas e altri combustibili si registra in Trentino-Alto Adige con il 115,7%, seguito da Umbria con 86,5%, Abruzzo con 85,1%, Toscana con 83,7%, Marche con 80,8% e Molise con 80,6%. Dinamica elevate, ma relativamente più contenute in Liguria con 63,8%, Campania con 68,0%, Calabria con 68,3% e Piemonte con 68,6%.
In chiave provinciale i tassi di crescita più alti dei prezzi che definiscono le bollette di elettricità e gas si riscontrano nella Provincia Autonoma di Bolzano con 117,5% e nella Provincia Autonoma di Trento con 116,7%; seguono con tassi superiori all'80% Perugia con 86,8%, Teramo con 86,6%, Terni con 85,7%, Massa-Carrara con 84,6%, Lucca con 84,5%, Grosseto con 84,0%, Livorno con 83,9%, Pescara e Pistoia entrambe con 83,9%, Firenze con 83,8%, Arezzo con 83,5%, Bologna con 83,5%, Pisa con 83,2%, Siena con 83,1%, Catania con 82,7%, Campobasso con 82,2%, Ascoli Piceno e Macerata entrambe con 81,0%, Modena con 80,9% e Ancona con 80,7%. All’opposto dinamiche relativamente più contenute a Cagliari con 66,4%, Sassari con 64,7%, Imperia e La Spezia entrambe con 64,5% e Genova con 63,4%.
Nell’Appendice statistica al 21° report ‘Imprese in trincea nella guerra dell'energia’ tutti i dati territoriali sull’inflazione ad agosto 2022. Qui per scaricarla.
Tasso di inflazione per elettricità, gas e altri combustibili nei paesi dell'Ue 27
Agosto 2022. Variazione % della voce Coicop 4.5. Indice HICP - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Tasso di inflazione per elettricità, gas e altri combustibili per regione
Agosto 2022. Variazione % della voce Coicop 4.5. Indice NIC - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
43 province con tasso di inflazione per elettricità, gas e altri combustibili superiore alla media
Agosto 2022. Variazione % della voce Coicop 4.5. Indice NIC. Rilevazioni su 80 province ma per agosto 2021 dati disponibili per 74 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI - Manovra 2023 più difficile, sulla crescita pesa bolletta energia salita al massimo storico del 4,6% PIL
Manca un mese al 20 ottobre, termine per la presentazione in Parlamento della manovra di bilancio per il 2023-25. I tempi stretti di avvio della XIX legislatura e del varo del nuovo Governo si intrecciano con un quadro di finanza pubblica reso complicato dai rischi di recessione. Secondo il quadro programmatico indicato nel DEF 2022, il deficit, nel 2022 al 5,6% del PIL, si ridurrebbe al 3,9% nel 2023, con il saldo primario che passerebbe dal -2,0% del PIL al -0,8%. Il rapporto tra debito e PIL è in discesa, passando dal 147,0% al 145,2%. Sulla tenuta degli indicatori del bilancio pubblico pesa la frenata dell’economia: la crescita del PIL prevista nel DEF per il 2022 è del 2,4%, mentre le ultime previsioni di luglio del Fondo monetario internazionale si fermano al +0,7%; con l’interruzione del gas dalla Russia, nel 2023 il PIL potrebbe scendere dell'1,9% (QE 12/9).
L’intervento di politica fiscale è reso più complesso dalla politica monetaria restrittiva per riportare la stabilità dei prezzi: ad agosto l’inflazione è arrivata al 9,1% sia in Eurozona che in Italia; supera il 20% nelle tre repubbliche baltiche – Estonia, Lettonia e Lituania – e si colloca sopra il 10% in altri dodici paesi dell’Eurozona. La crescita dei prezzi è spinta dall’energia: l’inflazione energetica in Italia è al 45,4%, 6,9 punti superiore al 38,6% dell’Eurozona; il maggiore dinamismo in Estonia, dove si registra un aumento del 100,1%, seguita da Paesi Bassi con 88,4%, Lettonia con 67%, Lituania con 65,9%, Belgio con 55,3% e Grecia con 50,4%.
La bolletta energetica frena l’economia – Un marcato impulso recessivo arriva dalla discesa in territorio negativo della domanda estera netta, un fenomeno che non si riscontrava dal 2012, come emerso nel 21° report di Confartigianato ‘Imprese in trincea nella guerra dell'energia’ presentato stamane durante un webinar introdotto dal Segretario Generale Vincenzo Mamoli. Secondo i dati pubblicati venerdì scorso, a luglio 2022 il saldo del commercio estero su base annua è sceso in territorio negativo, pari -6,8 miliardi di euro, peggiorando di 75,2 miliardi nell’arco di dodici mesi. A fronte di un surplus di 78,7 milioni di euro del saldo no-energy, il differenziale tra import ed export di energia sale a 85,5 miliardi di euro, toccando il massimo del 4,6% del PIL. La bolletta energetica, aumentando di 57,2 miliardi in dodici mesi, (3 punti di PIL!) determina i tre quarti (76%) del peggioramento del saldo complessivo. Nel dettaglio il saldo del commercio estero di energia è dato da 109,8 miliardi di importazioni e 24,3 miliardi di esportazioni; l’import di energia in dodici mesi si è dilatato di 70,7 miliardi di euro, quasi triplicato (+180,8%) rispetto ai dodici mesi precedenti. Tale aumento si compone di un incremento del 5,3% dei volumi e di una forte dilatazione dei valori medi unitari, saliti del 151,3%. Va infine ricordato che il rafforzamento del dollaro rispetto all’euro, pur sostenendo l’export, impatta negativamente sul valore degli acquisti di energia.
Sul fronte dei prodotti no-energy, entra in territorio negativo anche il saldo dei prodotti intermedi - voce appesantita dal caro-commodities - che peggiora di 21,1 miliardi di euro. Mostrano una maggiore tenuta i raggruppamenti dei prodotti tipici del made in Italy, con il saldo complessivo dei beni di consumo e di quelli strumentali in aumento di 3,1 miliardi di euro.
Bolletta energetica
Gennaio 1993-luglio 2022, cumulato ultimi dodici mesi, in % PIL - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Commissione europea
Inflazione energetica nei paesi Eurozona
Agosto 2021, Malta n.d. - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Dinamica commercio estero per raggruppamento principale di beni
milioni di euro, ultimi 12 mesi a luglio 2022 e a luglio 2021 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
STUDI - Segnali di resilienza della manifattura, ma pesa caro-energia: a rischio 1,1 milione di addetti nelle MPI del made in Italy
L’analisi dei dati pubblicati ieri da Eurostat conferma nel quadro europeo la maggiore resilienza della manifattura italiana. A luglio la produzione manifatturiera sale dello 0,4% rispetto a giugno, a fronte delle flessioni dell’1,0% in Germania e dell’1,5% in Francia. Va ricordato che luglio è il mese con il più elevato volume di produzione, del 13,7% superiore alla media dei restanti 11 mesi.
Nel breve periodo si conferma il trend del secondo trimestre 2022 in cui la manifattura italiana segna una crescita della produzione dell’1,4% a fronte del calo dello 0,2% in Francia e dello 0,6% in Germania. Nel più lungo periodo la produzione manifatturiera degli ultimi dodici mesi in Italia recupera completamente (+0,5%) il livello dell’anno pre-pandemia, a fronte del forte ritardo di Francia (-5,1%) e Germania (-5,3%).
Le ultime tendenze della congiuntura saranno al centro del 21° report ‘Imprese in trincea nella guerra dell'energia’ che sarà presentato nel webinar di lunedì prossimo 19 settembre 2022, alle ore 12.00, che sarà introdotto dal Segretario Generale Vincenzo Mamoli. Qui per programma e iscrizioni.
Pesa il caro energia – L’escalation dei prezzi dell’energia colpisce duramente la manifattura. Dal bilancio energetico nazionale si evince che il comparto manifatturiero determina circa poco meno di un quarto (23,2% nel 2020, 22,0% nel 2019) dei consumi finali di energia.
Sulla base del perimetro di 43 settori più esposti all'insostenibile spinta dei costi delle commodities energetiche individuato da una nostra recente analisi, sono 26 i comparti della manifattura, nei quali operano 207mila micro e piccole imprese con 1 milione 119mila addetti.
L’aumento dei costi energetici e la crescente diffusione di lockdown energetici rallenta in modo significativo la produzione, depotenziando la migliore performance della manifattura italiana rispetto agli altri maggiori paesi europei: nei settori manifatturieri con più elevato consumo di energia a luglio 2022 la produzione scende dell’1,5%, in controtendenza rispetto il +0,4% della media. Sulla base della ricognizione del GME sui mercati energetici, a luglio si registra un calo 13,3% su base annuale del consumo di gas della manifattura.
I settori manifatturieri maggiormente esposti - Il perimetro delle 207 mila micro e piccole imprese definito nell'analisi di Confartigianato con comprende dieci comparti manifatturieri (divisioni Ateco 2007, 2 digit) con una più elevata intensità di utilizzo di gas ed energia elettrica. Si tratta dei settori maggiormente energivori dei minerali non metalliferi (ceramica, vetro, cemento, refrattari, ecc), carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Si aggiungono sedici cluster manifatturieri (gruppi a 3 digit Ateco 2007) con spesa per energia in linea (o superiori) con le sopra selezionate divisioni Ateco 2007 energivore, che comprendono attività del tessile, taglio, piallatura e fabbricazione di prodotti in legno, stampa, produzione di batterie di pile e accumulatori elettrici, apparecchi per uso domestico, parti ed accessori per autoveicoli e loro motori, fornitura e gestione di acqua e rifiuti.
Dinamica produzione manifatturiera a luglio 2022 nei principali paesi Ue
Var. % rispetto giugno 2022 dati destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica produzione manifatturiera nel secondo trimestre 2022 nei principali paesi Ue
Var. % rispetto trimestre precedente, dati destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
ELEZIONI 2022 - Confartigianato a confronto con Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d'Italia
Oggi, 15 settembre. la Giunta Esecutiva di Confartigianato ha incontrato Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, nell’ambito dei confronti con le forze politiche organizzate dalla Confederazione in vista delle elezioni del 25 settembre. L’On. Meloni, intervenuta in videocollegamento, ha affrontato tutti i temi che stanno a cuore agli artigiani e ai piccoli imprenditori e che sono stati indicati dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli.
In premessa, ha sottolineato che “chiunque governerà il Paese non erediterà una situazione facile per i nostri conti pubblici e per una serie di fattori macroeconomici. Questa non è la situazione migliore in cui ritrovarsi a governare la nazione dopo il voto del 25 settembre. E credo serva molta lucidità, buon senso e un discreto coraggio per realizzare in tempi rapidi provvedimenti chiari, comprensibili e che possano invertire una tendenza e cioè un rapporto diverso tra Stato, imprese, cittadini all’insegna della pari dignità".
Si è poi soffermata sul problema dei crediti fiscali incagliati per i lavori realizzati con i bonus edilizia, spiegando che il “superbonus, pur nato con un intento nobile, era una misura scritta male e applicata peggio e quando lo Stato se n'è accorto ha gettato il bambino con l'acqua sporca, lasciando tante aziende in ginocchio. Ora quelli che ha definito gli “esodati del superbonus” vanno comunque tutelati. Non si possono modificare le norme per chi ha già iniziato i lavori. E, per il futuro, il sistema degli incentivi per l’edilizia va rivisto e uniformato, fissando all’80% il tetto delle spese agevolate e indirizzandoli verso la prima casa”.
Sull’altra emergenza segnalata dal Presidente Granelli, i rincari dell’energia, la Presidente di Fratelli d’Italia ha spiegato che "la sfida" per contenere l'aumento del prezzo delle bollette "è ora sul price cap europeo. La Russia gioca con i rubinetti ma il prezzo sale perché i grandi player dell'energia alla borsa di Amsterdam "decidono di farlo salire. L'unica possibile soluzione efficace è il tetto al prezzo del gas, l'unica misura in grado di tagliare la speculazione". Sul fare o meno uno scostamento di bilancio per contenere gli aumenti delle bollette, "il tema del debito può rivelarsi un pozzo senza fondo se non si fa il price cap”. L'altra misura efficace anche a livello nazionale, perché l'Europa è lenta, consiste – secondo Meloni - nel disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello delle fonti di energia elettrica e ha ipotizzato che servirebbero circa "3-4 miliardi di euro da qui a marzo come copertura. Per trovarli, si possono usare i fondi della nuova programmazione europea, visto che siamo di fronte a un'emergenza".
Più in generale, sul tema dell’energia, secondo Giorgia Meloni "l'Europa e l'Italia non hanno avuto in questi anni alcuna strategia seria su produzione, controllo della catena e sull'approvvigionamento". Come su tutte le altre filiere "formatesi in seguito alla "globalizzazione incontrollata", "l'Europa e l'Italia non possono continuare a fingere che noi possiamo non controllare alcune catene del valore che sono strategiche". Per Meloni, dunque, va corretto il tiro: "E' una delle nostre sfide, un lavoro che va fatto con l'Europa. Proprio perchè non sono antieuropeista posso dire che in questi anni l'Europa ha avuto delle priorità sbagliate". Se pensiamo che "la Ue, che nasceva come Comunità del carbone e dell'acciaio e che oggi si trova esposta proprio su materie prime ed energia, credo che qualcosa non abbia funzionato".
Per sostenere la competitività delle nostre imprese, Meloni ha poi indicato la necessità di agire sulla leva della semplificazione burocratica, sulla riduzione della pressione fiscale anche agevolando gli imprenditori che assumono, su una strategia industriale che valorizzi il marchio Italia, potenziando la certificazione dei prodotti made in Italy e la formazione di eccellenza per realizzarli.
La leader di Fratelli d’Italia ha poi affrontato il tema dell’attuazione del Pnrr, sostenendo che ha bisogno di “fare un tagliando, che non vuol dire ovviamente mettere a rischio le risorse o dilatare i tempi per spenderle. Noi abbiamo semmai il problema contrario perché l'attuale governo è andato a rilento sul Pnrr e ci sono alcuni adeguamenti necessari se vogliamo che i soldi arrivino a terra". Ha aggiunto che “gran parte dei soldi del Pnrr sono soldi a debito. Noi abbiamo una grande occasione se ci mettiamo un po' intelligenza: oggi l'Italia si trova in situazione geostrategica felicissima perché i gasdotti del Mediterraneo arrivano tutti da noi e al sud c'è un clima perfetto per tutte le rinnovabili, per cui se organizziamo le risorse del Pnrr e le usiamo adeguatamente, l'Italia può diventare hub di approvvigionamento energetico europeo".
Meloni ha concluso il suo intervento alla Giunta Esecutiva di Confartigianato, sottolineando che "il nostro sistema economico paga la fragilità dei governi. Mi auguro che dalle urne esca una maggioranza stabile e coesa che possa assicurare stabilità dell’Esecutivo e visione di lungo periodo".
Guarda la galleria fotografica dell'incontro
ELEZIONI 2022 - Confartigianato incontra Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico
In vista delle elezioni del 25 settembre, Confartigianato ha organizzato incontri con i leader dei partiti e delle coalizioni.
Oggi, 14 settembre, presso la sede Confederale, si è svolto il confronto con Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, che ha iniziato il suo intervento sottolineando: "Non avrete mai sorprese negative da noi, ma avrete sempre la possibilità di discutere nel merito delle cose e nella logica della concertazione. Saprete sempre dove trovarci e che l'interlocuzione con noi è naturale, fa parte del nostro Dna. Le decisioni della politica non possono avvenire senza concertazione".
Nel merito dei temi sollevati dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli, in particolare per quanto riguarda il pesantissimo impatto dei rincari dell’energia sulle piccole imprese, Letta ha espresso apprezzamento per quanto dichiarato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: "Abbiamo sentito quel che volevamo sentire: ha chiaramente espresso la volontà europea di andare verso il disaccoppiamento tra i prezzi del gas e dell'energia elettrica. Questa può essere la strada che potremo seguire insieme agli altri, ma anche quella che noi italiani possiamo percorrere rapidamente e da subito".
Il Segretario del Partito Democratico ha poi affrontato un altro aspetto cruciale per gli imprenditori, il fisco, sostenendo che la riduzione shock del cuneo fiscale sul lavoro è la chiave progetto del Pd per il futuro. "Non abbiamo proposto 20 riduzioni fiscali: ne proponiamo una che riteniamo fondamentale. Non è la prima volta che si parla di ridurre il cuneo fiscale, molti ci hanno provato, il governo Prodi lo fece. Non bisogna ripetere gli errori del passato. Occorre partire con un'allocazione di risorse importante e si deve arrivare in fondo".
E ancora, Letta si è soffermato sull’attuazione del Pnrr, sottolineando che bisogna accelerare il modo in cui si spendono i soldi del Piano. Chi vi parla di rinegoziarlo mette a rischio quei fondi e le modalità con cui vengono spesi". "I fondi del Piano - ha insistito - vanno spesi il più rapidamente possibile".
Guarda la galleria fotografica dell'incontro
ELEZIONI 2022 - Confartigianato incontra il Segretario della Lega Matteo Salvini
Il 14 settembre, Confartigianato ha incontrato il Segretario federale della Lega Matteo Salvini, nell’ambito dei confronti con le forze politiche organizzati dalla Confederazione in vista del voto del 25 settembre.
Salvini ha raccolto l’allarme lanciato dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli sui rincari dell’energia a carico degli imprenditori sottolineando: "L'emergenza di oggi è la valanga di cui si sente il rumore: o apriamo il paracadute ora o rimaniamo alle buone intenzioni. La politica dovrebbe mettere al centro questo" e "con meno di 30 mld a debito adesso il problema non lo argini. C'è chi parla addirittura di 81 miliardi".
Il leader della Lega ha rincarato la dose, aggiungendo: "Se arriva il tetto Ue al prezzo del gas è un bene, ma io scommetto che non arriva. E se non arriva che facciamo? Ursula Von der Leyen ha fatto delle raccomandazioni sul risparmio. Puoi avere comportamenti virtuosi ma non basta abbassare la temperature. Serve un intervento a debito adesso". Bisogna fare presto per le bollette perché "si vota il 25 settembre, prima convocazione delle Camere il 13 ottobre, governo in carica a fine ottobre se va bene, allora dico quanti artigiani hanno chiuso da qui a quel tempo? Il governo attuale è in carica, intervenga subito". Bisogna agire subito contro il caro bollette, non aspettare il nuovo governo. Fare debito ora è sopravvivenza: se non metti 30 miliardi ora ne mettiamo il triplo a gennaio per pagare le chiusure delle aziende, i cassaintegrati e i disoccupati".
Salvini ha poi affrontato il tema del lavoro e in particolare ha sottolineato che è “fondamentale incrementare la formazione professionale" dei ragazzi e "riorientare l'offerta formativa, che e' anche una questione culturale". Per il segretario della Lega è anche necessario "orientare la scuola al lavoro, non il lavoro alla scuola". E sul reddito di cittadinanza ha aggiunto: “Bisogna lasciarlo a chi non può lavorare come assistenza e non come politiche attive sul lavoro. Se rifiuti una sola offerta di lavoro per me perdi ogni tipo di privilegio”.
Guarda la galleria fotografica dell'incontro
ELEZIONI 2022 - Confartigianato incontra Carlo Calenda, Segretario di Azione
Il Segretario di Azione, Carlo Calenda, è intervenuto oggi, 14 settembre, al confronto organizzato da Confartigianato in vista delle consultazioni elettorali.
Calenda ha affrontato subito il tema dei rincari dell’energia sottolineando: "Ci aspetta uno tsunami energetico e uno tsunami dei tassi" e, in polemica con le proposte degli altri schieramenti politici, ha aggiunto: "In questi giorni vi hanno assicurato un taglio shock del cuneo fiscale, intervento per 30 miliardi e
flat tax al 15%. In realtà nulla di tutto ciò accadrà".
Ha quindi auspicato un accordo fra tutti i partiti "che includa il sì al rigassificatore di Piombino, perchè altrimenti non avremmo abbastanza energia a marzo, e il supporto a Draghi per un intervento straordinario. Da marzo, se abbiamo una gelata, rischiamo di avere gli stoccaggi vuoti. Per questo servono assolutamente i rigassificatori. Ora dobbiamo avere una classe politica che segue i processi, l'implementazione dei provvedimenti, come fate voi nelle vostre aziende".
"Io - ha detto Calenda - sono per mettere il tetto al costo dell'energia. "Ma senza Draghi come fai a fare una operazione come quella tedesca e francese. Noi non siamo nelle condizioni di farlo perché siccome ti costa una barca di soldi lui poteva farlo garantendo la stabilità della finanza pubblica. Adesso chi lo fa? Se nessuno vince le elezioni dobbiamo lucchettarlo a Palazzo Chigi, non c'è alternativa. Chi la fa la manovra da 50 miliardi?", ha sottolineato.
“Il nostro progetto – ha aggiunto Calenda - consiste nel ricostruire un’area riformista, liberale e popolare che lavori sull’implementazione delle cose. E’ l’unico programma che ha un senso”.
Guarda la galleria fotografica dell'incontro
ELEZIONI 2022 - Confartigianato incontra Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia
A due settimane dalle elezioni del 25 settembre, Confartigianato ha organizzato incontri con i leader dei partiti e delle coalizioni.
Oggi, presso la sede Confederale, si è svolto il confronto con Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, al quale il Presidente Marco Granelli ha illustrato le proposte della Confederazione per costruire un’Italia a misura di piccole imprese.
Proposte condivise dall’On. Tajani che ha sottolineato: “Siamo un Paese che resiste proprio perché abbiamo oltre 4 milioni di micro e piccoli imprenditori. Senza queste rete di aziende avremmo fatto una brutta fine. Ora però bisogna fare di tutto per far ripartire le imprese e il sistema economico”. E tra le cose da fare, Tajani ha indicato la riduzione del peso delle tasse con la riforma fiscale, la semplificazione della burocrazia, la riforma della giustizia civile e del Codice degli appalti.
“Senza impresa – ha detto il coordinatore di Forza Italia – non c’è lavoro. Senza lavoro non c’è dignità e senza dignità non c’è libertà. Ma lo Stato deve mettere in condizione le imprese di lavorare con tranquillità e contribuire alla ripresa”.
Tajani si è poi soffermato sul tema del caro-energia sottolineando: "Si va verso la decisione di mettere un tetto al prezzo del gas, bisognerebbe farlo per tutto il gas che acquistiamo", non solo dalla Russia. E chiediamo che ci sia "una centrale d'acquisto unica" nell’Unione europea. Sul quel fronte, "si combatte la battaglia primaria contro l'inflazione", ha aggiunto.
Bisogna "intervenire per aiutare famiglie e imprese che si trovano in una situazione drammatica. Bisogna fare un decreto, l'idea è di fare pagare il surplus allo Stato". "Servono soldi. Lo scostamento di bilancio si può' fare ma se si può evitare è meglio. Noi pensiamo a un fondo che può essere un nuovo recovery" per far fronte alle questioni legate all'energia, all'agricoltura, alla Difesa comune Ue, al tema immigrati e rifugiati, ha aggiunto.
In tema di credito, Antonio Tajani ha sottolineato che “le banche di prossimità devono essere valorizzate" a sostegno delle Pmi.
Guarda la galleria fotografica dell'incontro
ELEZIONI 2022 – Confartigianato a confronto con Giuseppe Conte Presidente del Movimento 5 Stelle
Nell’ambito degli incontri organizzati da Confartigianato con le forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre, si è svolto oggi il confronto con il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
Dopo l’intervento del Presidente Marco Granelli che ha indicato le aspettative per costruire un’Italia a misura di micro e piccole imprese, il Presidente Conte ha illustrato i contenuti del suo programma, sottolineando la necessità di privilegiare, nei momenti di difficoltà come quello che stiamo attraversando, politiche espansive, “evitando quindi di rifugiarsi nelle ‘ricette’ di austherity che in passato ci hanno strozzato”. “Serve – ha detto - una risposta comune europea per far fronte ai problemi che interessano tutti i Paesi. Occorre un Energy Recovery Fund, con acquisti e stoccaggio comuni in particolare per quanto riguarda i costi dell’energia”. ''Non si può – ha spiegato - affrontare a valle una crisi del genere ma a monte, solo a livello europeo. Già a febbraio sostenevo che, date le caratteristiche di questa emergenza energetica, l'unica soluzione poteva essere una reazione europea. Intendo anche un piano di acquisto comune, che è fattibile e ci consente di diventare leader mondiale a livello europeo nell'acquisto del gas. Siamo ancora in tempo, anche se il ritardo moltiplica i costi. Dobbiamo assolutamente insistere per un piano comune, cercare di costruirlo anche per quanto necessario sul debito. Una strategia comune è assolutamente necessaria, altrimenti butteremo soldi su soldi e non riusciremo a salvarci''.
E sulla richiesta di Confartigianato di un fisco semplice e leggero, il leader di M5S ha risposto che la soluzione sostenibile per ridurre la pressione fiscale consiste nel far pagare le tasse a tutti affinchè tutti paghino meno. “Se vi promettessi la flat tax – ha detto - vi prenderei in giro perché voi mi chiedereste 'dove li trovi i 50 miliardi necessari?”. Conte ha poi indicato l’obiettivo di eliminare completamente l’Irap e ha sottolineato la necessità di creare uno Statuto degli imprenditori per assicurare diritti e certezza delle regole.
Sul tema dei bonus edilizia e sul problema dei crediti fiscali incagliati, Conte ha definito “incomprensibile il contrasto del Governo nei confronti di questi incentivi”. "In questo momento abbiamo un problema, che si è ormai incancrenito: secondo Confartigianato, 47mila addetti del settore edilizio rischiano di andare a casa perché ci sono i crediti fiscali bloccati nei cassetti. Le altre forze politiche stanno facendo finta di nulla, ma oltre 30mila aziende rischiano di fallire. Noi stiamo combattendo - ha detto Conte tra gli applausi della platea di Confartigianato - perché c'è un cassetto pieno di crediti che vanno sbloccati. Vanno sbloccati subito quei crediti". Parlando in generale del superbonus, Conte ha detto che esso è una "misura di sistema che consente la rigenerazione urbana e il taglio della CO2. Se contrasti questa misura vuol dire che non condividi la transizione energetica".
In materia di energia e di transizione green, il Presidente del Movimento 5 Stelle si è detto favorevole a investire sulle comunità energetiche mentre sul tema del lavoro ha concentrato l’attenzione sulla crescita del lavoro precario, fenomeno da affrontare come un problema di sistema. Ha poi ribadito la proposta di introdurre il salario minimo legale e la necessità di “contrastare i contratti pirata perché favoriscono il dumping" e ha sottolineato l’importanza del Fondo Nuove Competenze, aggiungendo la necessità di investire su formazione, cultura, università, grandi opportunità per migliorare la qualità del lavoro.
Guarda la galleria fotografica dell'incontro
ELEZIONI 2022 – Confartigianato a confronto con i leader delle forze politiche
In vista delle consultazioni elettorali del 25 settembre, Confartigianato si confronta con i rappresentanti delle forze politiche per proporre le istanze confederali e approfondire i programmi di governo dei candidati.
Il calendario degli incontri organizzati finora prevede, giovedì 8 settembre, il ‘faccia a faccia’ con Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle) e Antonio Tajani (Forza Italia).
Mercoledì 14 settembre sarà la volta di Enrico Letta (Partito Democratico), di Matteo Salvini (Lega) e di Carlo Calenda (Azione).
Seguirà, giovedì 15 settembre, l’incontro con Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). Gli incontri si svolgeranno a Roma, presso la sede di Confartigianato Imprese.
Ai leader degli schieramenti politici che si candidano alla guida del Paese Confartigianato illustrerà le proposte per costruire un’Italia a misura di 4,4 milioni di artigiani e piccole imprese che danno lavoro a 10,8 milioni di addetti e solleciterà un impegno concreto a rimuovere gli ostacoli che bloccano gli imprenditori e a creare le condizioni per la ripresa economica.
“A chi si candida a guidare il Paese – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – chiediamo un patto di fiducia per realizzare, davvero, le riforme irrinunciabili per lo sviluppo. Chiediamo di porre l’artigianato e le micro e piccole imprese, che rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo e danno lavoro al 64% degli occupati, al centro degli interventi per rilanciare la competitività e di ri-orientare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale”.
Nell’agenda delle priorità indicata da Confartigianato spicca la richiesta di un fisco semplice e leggero, visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona.
Da riformare all’insegna dell’efficienza anche la macchina burocratica, poiché – sottolinea Confartigianato – oggi l’Italia è al 24° posto nell’Ue per la qualità dei servizi pubblici e soltanto il 28% delle amministrazioni locali gestisce completamente pratiche on line.
'Lavoro di qualità' è un altro dei punti del Manifesto con il quale Confartigianato dice no al salario minimo legale e sì al lavoro di cittadinanza, chiede di ridurre il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro, che in Italia pesa il 46,5%, contro una media Ue del 41,7%, e di potenziare la formazione tecnica e professionale e l’apprendistato per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese.
Per sostenere la competitività delle Pmi, Confartigianato sollecita anche la riduzione dei costi di elettricità e gas, aumentati del 108% nell’ultimo anno, fissando un tetto europeo al prezzo del gas, attuando una riforma strutturale della bolletta che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e sostenendo gli investimenti in energie rinnovabili, in particolare per la creazione di Comunità Energetiche e per iniziative di autoproduzione.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, una delle richieste prioritarie riguarda il mantenimento degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, sciogliendo rapidamente il grave problema dei 5,2 miliardi di crediti fiscali incagliati legati ai bonus edilizia. Si tratta di una situazione che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende di costruzioni e di 47mila posti di lavoro.
Il Manifesto di Confartigianato punta poi sull’accesso al credito, affinchè sia assicurato sostegno al Fondo di garanzia per le Pmi e a sistemi di garanzia misti pubblico-privati, con una dotazione finanziaria adeguata alle esigenze degli imprenditori in questa difficile e mutevole contingenza economica.
Proseguire spediti nell’attuazione del Pnrr è un’altra sollecitazione di Confartigianato che chiede, però, di farlo con la piena inclusione delle micro e piccole imprese, favorendo, da parte dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, progetti e bandi improntati alla facile accessibilità.
Altrettanto inclusive e accessibili per le piccole imprese dovranno essere le transizioni green e digitale: in proposito Confartigianato chiede incentivi semplici e stabili per favorire l’innovazione tecnologica, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione delle Pmi.
Leggi la rassegna stampa dei quotidiani che hanno rilanciato le proposte di Confartigianato
Leggi il documento 'Costruiamo insieme il futuro del Paese'
Scarica il manifesto con le proposte di Confartigianato
Scarica le infografiche con le 10 proposte di Confartigianato