IMPRESE DEMANIALI - Al SUN di Rimini Confartigianato riapre il dibattito sul rinnovo delle concessioni

A un passo dall'insediamento del nuovo Governo, a cui spetterà il compito di mettere la parola fine al rischio di svendita delle nostre spiagge, Confartigianato Imprese Demaniali ha organizzato il Convegno dal titolo '“Certezze e ed equità, le nuove regole non tradiscano le imprese” che affronterà il tema di massima attualità del rinnovo delle concessioni demaniali marittime e costituirà un’occasione importante per riaffermare le istanze prioritarie a salvaguardia del settore, in vista della ripresa del dibattito politico sulla definizione della Legge di riordino in materia che sarà oggetto dei lavori del nuovo Parlamento.

L'iniziativa si svolgerà a Rimini, nell’ambito della Manifestazione fieristica SUN Beach&Outdoor Style, mercoledì 12 ottobre 2022, alle ore 13, presso l’Auditorium Sisto Neri.

All’evento interverranno autorevoli esponenti del mondo politico-istituzionale e degli enti locali.

Confartigianato Imprese Demaniali sarà presente al SUN anche con uno stand istituzionale (Padiglione B4 – stand 4), un importante punto di contatto con i visitatori di questa fiera che rappresenta la ventrina più completa in Italia per l'intera filiera del settore.

Gli associati a Confartigianato possono richiedere un ticket omaggio per accedere alla manifestazione fieristica inviando una mail all’indirizzo marketing@spiaggiarimini.net

 


STUDI - Lavoro, post pandemia +2,4% under 30, -1,1% senior, ma in autunno 2022 difficili da reperire 222mila assunzioni di personale specializzato

 

La fase critica del ciclo economico emerge anche nella lettura degli ultimi dati del mercato del lavoro. A fronte di una pressione senza precedenti dei costi energetici le imprese, si indebolisce la spinta del mercato del lavoro che ha visto gli occupati nell'ultimo anno salire di 406mila unità, con un recupero di 1 milione e 48mila unità dal picco negativo di giugno 2020, nel pieno della dalla pandemia. Ad agosto 2022, rispetto al mese precedente, diminuiscono di occupati (-0,3%, pari a 74mila in meno), con un calo di 0,2 punti del tassi di occupazione.

Un segnale positivo deriva dall'aumento del lavoro autonomo, ma si conferma che gli effetti della pandemia tutti a carico del lavoro indipendente.

Un segnale di tenuta emerge confrontando il trimestre giugno-agosto 2022 con quello precedente (marzo-maggio 2022), che registra un aumento del numero di occupati di 85mila unità, pari allo 0,4%.

Sale la difficoltà di reperimento - Sul mercato del lavoro tra pandemia, ripresa, crisi energetica e le conseguenze della guerra in Ucraina, si manifestano alcune criticità, tra cui la principale è rappresentata dalla difficoltà di reperimento di personale specializzato, come emerge dall’esame dell’ultimo bollettino Unioncamere-Anpal. A settembre 2022 è previsto l’ingresso nelle imprese di 159mila operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, quasi un terzo (30,3%) delle assunzioni totali. Per la prima volta, a settembre 2022 la difficoltà di reperimento supera la metà delle assunzioni, arrivando al 52,2%, in salita di 2,4 punti rispetto al 49,8% di agosto e di 7,6 punti rispetto al 44,6% di un anno prima. Le situazioni più critiche si registrano per gli operai specializzati e i conduttori di impianti per attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (60,1%), moda (59,4%) e legno e carta (57,4%). Un conduttore di mezzi di trasporto su due (50,3%) è difficile da reperire. Il 32,8% delle assunzioni è difficile reperimento per mancanza di candidati e il 15,4% per la preparazione inadeguata dei candidati.

Nell'ipotesi di proiettare le tendenze rilevate a settembre sulla domanda di lavoro tra settembre e novembre 2022, si stima che nel trimestre in esame 222mila le assunzioni di operai specializzati risultano difficili da reperire.

La difficoltà di reperimento per il totale delle assunzioni è del 43,3%. In chiave territoriale, tra le maggiori regioni - con almeno 20mila assunzioni previste - la quota è superiore alla media in Emilia-Romagna con 48,7%, Veneto con 48,5%, Toscana con 48,4%, Piemonte con 46,9%, Tra le altre regioni si registrano i valori più elevati in Friuli-Venezia Giulia con 52,3%, Valle d'Aosta con 51,7% e Trentino-Alto Adige con 49,7%, seguita da Marche con 48,7%, Umbria con 48,4% e Sardegna con 47,7%.

Giovani under 30 e apprendistato - Nel primo semestre 2022 oltre un terzo (36,5%) delle assunzioni di settore privato prevedono un ingresso di un giovane fino a 29 anni (1 milione e 558mila). La fase di recupero del mercato del lavoro post-Covid-19 ha registrano un migliore dinamismo degli occupati under 30, che nella media annua al secondo trimestre 2022 sono saliti del 2,4% rispetto al 2019, a fronte di un calo dell’1,1% degli occupati senior con almeno 30 anni ed una flessione dell'occupazione totale pari allo 0,7%.

Sull'ingresso dei giovani sul mercato del lavoro influisce positivamente il contratto di apprendistato. Le assunzioni attivate nel primo semestre 2022 sono 4 milioni e 269mila, con un aumento del +26,3% rispetto allo stesso periodo del 2021 mentre quelle in apprendistato sono 181mila, pari al 4,8% del totale, con un aumento del 26,7%.

In salta anche le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo – pari a 61mila - e che aumentano dell’10,7% rispetto all’anno precedente.

In chiave territoriale, tra le maggiori regioni con quota sulle assunzioni superiore all'1%, le sei con la crescita più marcata dell'apprendistato mostrano anche un dinamismo superiore rispetto al totale delle assunzioni cioè Toscana (+36,3% assunzioni in apprendistato vs. +32,5% assunzioni totali), Piemonte (+32,9 vs. +26,5%), Lombardia (+34,5% vs. +31,3%), Lazio (+31,8% vs. +18,9%), Liguria (+30,4% vs. +26,8%); si segnala inoltre che la quota di assunzioni in apprendistato sul totale è pari in Piemonte al 6,4% ed in Toscana al 5,3%, rispettivamente la seconda e la quinta quota più alta tra le regioni.

Nell’Appendice statistica ‘Assunzioni totali e di under 30 e dinamica tendenziale per tipologia di contratto nel I semestre 2022’ tutti i dati territoriali. Qui per scaricarla.

 
Quota di entrate difficili da reperire per regione
Settembre di 2021 e 2022. % totale entrate previste (dipendenti, contratti in somministrazione, incarichi a partite IVA e collaboraz.) - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior

 

 
Dinamica dell'occupazione dal 2019, pre-crisi: totale, under 30 anni e 30 ed oltre
IV trimestre 2019-II trimestre 2022. Indice IV trimestre 2019=100, dati in media annua. Totale: 15-89 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Assunzioni totali e in apprendistato: dinamica annuale e quota dell'apprendistato per regione
I semestre 2022. Var. % su I sem. 2021 e inc. %. Settore privato e Enti pubblici economici esclusi lav. domestici e operai agricoli - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Inps
 
 

 


STUDI –  Caro-energia, risposta in ordine sparso in Ue. L’analisi nel report ‘Verso la manovra 2023’

La pressione dei prezzi dell’energia sull’economia italiana ed europea è senza precedenti. Nella nostra ultima rilevazione in Italia ad agosto 2022 si registra una crescita del 159,2% del prezzo alla produzione per fornitura di energia elettrica e gas e nel quarto trimestre 2022 il prezzo dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela sale del 59% rispetto al trimestre precedente.

La salita dei prezzi dei beni energetici spinge in alto l’inflazione. Le stime preliminari di Eurostat pubblicate venerdì scorso indicano per settembre un tasso di inflazione del 10% per l’Eurozona. La dinamica dei prezzi è in doppia cifra anche in Germania (+10,9%), seguita dall’ Italia (9,5%), mentre è meno accentuata in Francia (6,2%). L’inflazione energetica sale al 40,8% in Eurozona, con una maggiore accentuazione in Italia (+45,0%) e Germania (+44,2%), con valori più che doppi rispetto alla Francia (+18,8%).

Gli interventi contro il caro-energia - Alla luce dell’evoluzione dello shock dei prezzi dell’energia saranno necessari ulteriori interventi, in un contesto in cui, in presenza di un elevato debito pubblico, la Commissione europea raccomanda all’Italia politiche fiscali prudenti. L’analisi degli interventi contro il caro-energia è contenuta nella l’Elaborazione Flash ‘Verso la manovra 2023.  Le prospettive di politica fiscale dopo la Nota di aggiornamento al DEF, tra avvio della XIX legislatura e varo della legge di bilancio’ pubblicata oggi dall’Ufficio Studi.

Come è già stato evidenziato dal Governo italiano uscente, in relazione agli interventi per contrastare gli effetti del caro-energia “nessun bilancio nazionale è in grado di sostenere questi sforzi da solo”, rendendo necessario un intervento finanziario dell’Unione europea. Dopo aver risposto alla pandemia con l'intervento congiunto di 806,9 miliardi di euro attuato con Next Generation EU, i paesi dell'Unione europea stanno articolando una reazione frammentata alla guerra dei prezzi dell'energia, che potrebbe risultare poco efficace per vincere la sfida in corso.

Sono 15 i paesi dell’Unione europea, tra cui Italia, Francia e Spagna, che hanno richiesto in una lettera alla Commissione un price cap del gas. La proposta di un intervento di emergenza per far fronte al rincaro dei prezzi dell'energia varata dalla Commissione europea lo scorso 14 settembre non comprende il tetto al prezzo del gas. Nel Consiglio europeo dell’energia del 30 settembre, nell’ambito degli interventi contro il caro-energia, non è stata trovata una soluzione su questo specifico tema, sul quale sarà cercato un compromesso in vista del Consiglio europeo del 6-7 ottobre.

Dopo l’accordo sulla solidarietà energetica franco-tedesca dello scorso 5 settembre, giovedì scorso la Germania ha annunciato un intervento di 200 miliardi di euro per stabilizzare i prezzi dell’energia, pari al 5,6% del PIL. Da un intervento di questa ampiezza deriva una minore pressione dei costi energetici per le imprese tedesche e un conseguente vantaggio competitivo rispetto al sistema manifatturiero italiano; come evidenziato il 29 settembre dalla dichiarazione del Presidente del Consiglio Draghi, è una risposta congiunta da parte dell’Europa alla crisi energetica che permette “di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno”.

Nel documento per le elezioni 2022 ‘Costruiamo insieme il futuro del Paese’ le proposte di Confartigianato in materia di politiche energetiche e decarbonizzazione, tra cui la fissazione un tetto europeo al prezzo del gas, l’attuazione di una riforma strutturale della bolletta che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e il sostegno agli investimenti in energie rinnovabili, in particolare per la creazione di Comunità Energetiche e per iniziative di autoproduzione.

 

 
Tasso di inflazione a settembre: totale e beni energetici
Settembre 2022, var. % tendenziale, per Beni energetici in Spagna: agosto 2022 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


STUDI - Lo shock dei prezzi dell’energia. In ‘Studi e ricerche’ le analisi dell’Ufficio Studi per QE-Quotidiano Energia

I dati pubblicati ieri stilizzano lo shock energetico a cui sono sottoposte imprese e famiglie italiane, amplificato dagli effetti dell’invasione dell’Ucraina e caratterizzante l’attuale, difficile, ciclo congiunturale.

L'analisi dei dati Istat sui prezzi alla produzione - prezzi che si formano nel primo stadio di commercializzazione dei beni sul mercato interno ed estero - evidenzia ad agosto 2022 un aumento per la fornitura di energia elettrica e gas del 159,2%, combinazione di un aumento del 140,2% della produzione di energia elettrica e del 212,5% per la produzione di gas.

Nel quarto trimestre del 2022 i prezzi per l’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela varati ieri da Arera segnano un aumento del 59% rispetto al trimestre precedente. Un rafforzamento dell’inflazione spinto dai prezzi dell’energia porterebbe ad un ulteriore ribasso delle previsioni di crescita per il 2023, che sono indicate pari a +0,4% nel report dell’Ocse pubblicato lo scorso 26 settembre e a +0,6% nella Nota di aggiornamento al DEF 2022 approvata dal Governo mercoledì scorso.-

On line le analisi dell’Ufficio Studi per QE-Quotidiano Energia - Per approfondire le concause della crisi energetica in corso, gli effetti sull’economia e sul sistema delle imprese e gli interventi pubblici per contrastare il caro-bollette sono consultabili per tutti sul nuovo sito ‘Studi e Ricerche’ di Confartigianato le ultime analisi dell’Ufficio Studi pubblicate, a firma di Enrico Quintavalle, nella rubrica settimanale ‘Imprese ed energia’ su QE – Quotidiano Energia.  Dal 2009 la rubrica ha registrato oltre 630 uscite.

Sono disponibili gli articoli di settembre 2022, che possono essere ricercati anche attraverso il TAG ‘QE-Quotidiano Energia’

I prossimi (difficili) cento giorni della politica fiscale, QE-Quotidiano Energia 26 settembre 2022

Effetti del rialzo tassi Bce e inflazione sul 76,5% della spesa pubblica. Nei primi sei mesi 2022 +36,3% spesa comuni e ospedali per elettricità e gas

Manovra 2023 più difficile, sulla crescita pesa il caro energia. QE-Quotidiano Energia del 19 settembre 2022

Bolletta al record del 4,6% del Pil, 3 punti in più in soli 12 mesi. I dati del 21° report Confartigianato, QE-Quotidiano Energia del 19 settembre

Caos energia, imprese a rischio e armi spuntate di politica economica, QE-Quotidiano Energia 12 settembre 2022

Import di energia a 100 miliardi di €. Piccole imprese: +21,1 miliardi € costo elettricità, a rischio 881 mila Mpi. Il decoupling prezzi diesel-benzina.

Quotidiano Energia, diretto da Romina Maurizi, dal 2005 rappresenta un riferimento per l'informazione specializzata con notizie di attualità, analisi, indici e prezzi di prodotti energetici. Uno strumento di lavoro da sempre attento all'innovazione e un luogo di approfondimento sui mercati petroliferi, del gas, elettrici, delle rinnovabili, dell'efficienza e sui settori della mobilità, dell'intelligent building, idrico e ambientale. All'interno focus inoltre su normativa, regolazione e fiscalità, l'agenda degli appuntamenti in Parlamento e il calendario degli eventi. Tutti i giorni un monitoraggio sui prezzi dei carburanti praticati in Italia.

 

 
Dinamica dei prezzi alla produzione di energia elettrica e gas
Gennaio 2015-agosto 2022, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


STUDI – Dai gasdotti l’83,5% della domanda di gas. Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto e regioni più gas intensive

 

Le esplosioni registrate ieri nel Mar Baltico e le fughe da gas dal Nord Stream delineano le ipotesi di un guasto o di un sabotaggio legato alla guerra in Ucraina, rimettendo al centro del dibattito la questione della sicurezza nella forniture di gas.

Economia a tutto gas – Secondo il bilancio energetico nazionale, nel 2021 il gas in Italia contribuisce per il 40,9% del totale delle fonti energetiche. Negli ultimi dodici mesi a luglio 2022, la domanda del gas in Italia pari a 75,1 miliardi di metri cubi. Il 95% della domanda e delle esportazioni è coperta dalle importazioni - via gasdotto e terminali GNL - e il rimanente 5% dalla produzione nazionale.

All’elevato uso di gas in Italia contribuisce l’apporto di questa fonte alla generazione elettrica. Negli ultimi dodici mesi a giugno 2022 con il gas si produce 52,9% dell'elettricità in Italia, a fronte del 14,0% della Germania e il 6,6% della Francia.

La bolla dei prezzi – Il cruscotto dei prezzi dell’energia proposto dal 21°report Confartigianato delinea un quadro drammatico per i costi del gas di imprese e famiglie. Ad agosto 2022 il prezzo europeo del gas  (TTF) è più che quintuplicato (+427,8%) rispetto un anno prima, mentre il prezzo alla produzione di gas sale del 184,9% su base annua. Per le famiglie, il prezzo del gas al consumo ad agosto sale del 40,7%, ma una nostra recente analisi indica possibili incrementi del 100% per l'ultimo trimestre dell'anno. Lo studio di Confartigianato sul trend del caro-bollette è stata ripresa ieri su LaRepubblica.it e IlGiornale.it

Effetti sul PIL del taglio del gas russo e timori delle imprese - Da una recente rassegna dell’Upb emerge che una interruzione del gas dalla Russia generebbe nel 2023 in Italia un impatto recessivo tra 1,5 e 3,8 punti di PIL. Le turbolenze sul mercato del gas pesano sulle aspettative delle imprese: secondo i dati pubblicati oggi dall’Istat, a settembre l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso da aprile 2021.

In arrivo il semestre più critico - La sicurezza energetica e gli effetti dell’escalation dei prezzi diventano più critici in autunno e inverno, un arco di sei mesi in cui si concentra il 63,1% della domanda: nell’ultimo anno il 33,0% della richiesta di gas si è registrata nel trimestre invernale gennaio-marzo e un ulteriore 30,1% tra ottobre e dicembre.

I gasdotti - I gasdotti rappresentano un asset strategico, fornendo l’83,5% della domanda di gas.  Secondo il Piano Decennale 2022-2031 pubblicato da Snam, la rete del gas europea è costituita da circa 200.000 km di gasdotti, mentre il sistema infrastrutturale gas italiano è costituito da una rete italiana di trasporto del gas  è costituita da oltre 35.000 chilometri di gasdotti, 13 impianti di stoccaggio del gas naturale attivi, 3 terminali di ricevimento e rigassificazione di GNL e una rete di distribuzione di oltre 260.000 km di lunghezza.

Importazioni via gasdotti e terminali rigassificazione GNL - Le importazioni via gasdotto sono pari a 62,8 miliardi di metri cubi (ultimi dodici mesi a luglio 2022) e rappresentano l’84,4% delle importazioni totali, mentre l’import di gas naturale liquefatto (GNL) diretto ai terminali di ricevimento e rigassificazione di Panigaglia, Cavarzere e Livorno rappresentano il restante 15,6%.

Nei primi sette mesi del 2022 le importazioni sono salite del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, combinazione di un aumento del 27,8% dell’import di GNL e di una stagnazione (-0,2%) dei flussi in ingresso attraverso i gasdotti.

Via gasdotto, sono più che triplicate le immissioni dal Nord Europa (Olanda e Norvegia in ingresso a Passo Gries) che nei primi sette mesi del 2022 si attestano a 5,2 miliardi di metri cubi (+355,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), quelle dall’Azerbaigian, attraverso TAP (immissione a Meledugno) che sono pari a 5,9 miliardi di metri cubi (+73,2%); in consistente salita le importazioni dall’Algeria immesse a Mazara del Vallo (13,2 miliardi di metri cubi, +3,3%), mentre calano le importazioni dalla Libia (1,4 miliardi di metri cubi, -27,9%) e dalla Russia, immesse a Tarvisio (10,5 miliardi di metri cubi, -38,2%). A seguito di questi andamenti nel 2022 l’Algeria diventa il primo partner dell’Italia per le forniture di gas. Un  contributo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento  proviene dall’incremento dell’import di GNL (8,3 miliardi di metri cubi nei primi sette mesi del 2022, +27,8% su base annua).

In salita l’export di gas – Nonostante la grave crisi energetica in corso, nei primi sette mesi del 2022, l’export di gas è più che quadruplicato (+359%), arrivando a 2,1 miliardi di metri cubi, un valore che si stima superiore del 5% alla domanda di imprese e famiglie dell’intero Piemonte.

Le società importatrici - Secondo la ricognizione della Relazione 2022 di  Arera il 90,4% delle importazioni è realizzato da 6 società. Con una quota del 48,4% Eni è la prima impresa importatrice di gas, seguita da Edison con 15,7%; seguono con l’8,3% per entrambe Azerbaijan Gas Supply Company Limited, che importa il gas azero che approda a Melendugno attraverso il TAP, ed Enel Global Trading e con il 6,3% Shell Energy Europe e con il 3,0% Gunvor International. Da segnalare che le importazioni dalla Borse europee si limitano al 2,8%.

La durata dei contratti di importazione – L’analisi della struttura dei contratti di importazione evidenzia che nei due terzi dei casi (66,2%) i contratti sono di lungo periodo, la cui durata intera supera i 20 anni, mentre quelli con durata inferiore a cinque anni si limita al 14,3%, di cui il 12,0% per importazioni spot, di durata inferiore ai 12 mesi.

L’utilizzo di gas di imprese e famiglie per regione – Sulla base della distribuzione di gas naturale per tipologia di cliente per regione individuata da Arera si calcola una intensità di utilizzo del gas di imprese (altri usi) e famiglie (domestico e condomini) in Italia pari a 18,6 metri cubi (mc) di gas per mille euro di PIL. Condizioni climatiche, uso del riscaldamento e presenza di imprese in settori gas-intensive determinano ampie differenziazioni regionali del tasso di utilizzo del gas. La regione con la maggiore intensità di utilizzo è l’Emilia-Romagna con 26,2 mc di gas per mille euro di PIL, seguita, con valori superiori alla media, da Piemonte con 25,9 mc/1000 euro, Veneto con 25,5 mc/1000 euro, Friuli-Venezia Giulia con 22,8 mc/1000 euro, Lombardia con 22,3 mc/1000 euro, Marche con 22,2 mc/1000 euro, Umbria con 21,9 mc/1000 euro, Abruzzo con 21,2 mc/1000 euro, Molise con 19,5 mc/1000 euro e Toscana con 18,8 mc/1000 euro.

 
Import ultimi dodici mesi per punto di ingresso
Agosto 2021-luglio 2022, % sul totale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mite

 
Consumo interno lordo di gas per trimestre
2021 - % sul totale annuo - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mite

 

21°report Confartigianato – il cruscotto dei prezzi energia

 

Intensità uso gas di imprese e famiglie per regione
Consumo 2021 mc gas domestico e altri usi per 1000 euro di PIL a prezzi correnti (media 2018-2020) - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Arera e Istat

 


STUDI - Nel 2022 +3,4% PIL Italia, meglio di Cina (+3,2%), Usa (+1,5%) e Germania (1,2%), ma si addensano segnali di rallentamento

Le conseguenze dell'invasione dell'Ucraina, la crescita dei prezzi, le strette monetarie operate dalle banche centrali e il rallentamento dell'economia cinese sono le determinanti della frenata dell'economia mondiale. Le previsioni pubblicate ieri dall'Ocse indicano un crescita del PIL mondiale del 3% quest'anno e del 2,2% nel 2023.

Nell'Eurozona la crescita è del 3,1% quest'anno e dello 0,3% il prossimo, con la Germania che dopo aver segnato nel 2022 una crescita del PIL dell'1,2%, l'anno prossimo sarà in recessione (-0,7% del PIL a fronte della precedente previsione di +1,7% di giugno). L'Italia segna un +3,4% nel 2022 e un +0,4% nel 2023, un valore che potrebbe essere confermato nella prossima Nota di aggiornamento al DEF 2022.

In frenata anche per l'economia degli Stati Uniti, con la crescita del PIL dell'1,5% nel 2022 e dello 0,5% nel 2023. In Cina le misure di contenimento dell'epidemia e le difficoltà del mercato immobiliare porta il tasso di crescita ai minimi storici: 3,2% nel 2022 e quest'anno, con un rilancio al 4,7% nel 2023.

Quest'anno l'Italia, grazie ad interventi espansivi di politica fiscale e l'avvio del PNRR sostenuti dal finanziamento di NGEU, cresce più di Usa, Cina e Germania.

 

Sul fronte dei prezzi il tasso di inflazione dell'Eurozona per il 2022 è indicato all'8,1% e nel 2023 al 6,2%; meno accentuata l'inflazione in Italia, con un tasso di crescita dei prezzi del 7,8% nel 2022 e del 4,7% nel 2023, valori ancora superiore al target del 2%, che richiederà ulteriori strette sui tassi.

Come esaminato nella nostra recente analisi delle prospettive di politica economica, la Banca centrale europea prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nelle prossime riunioni, come confermato dalla Presidente Lagarde ieri durante un'audizione al Parlamento europeo.

Le ricadute sulle imprese della stretta monetaria saranno pesanti, come ha evidenziato nei giorni scorsi l'intervento del Presidente di Confartigianato Marco Granelli. Per le piccole imprese, già gravate dalla straordinaria pressione dei costi dell’energia e delle materie prime, salirà il costo del credito mentre si ridurrà la domanda per investimenti. La stretta rallenterà il settore immobiliare e delle costruzioni, i comparti che hanno sostenuto la ripresa post-Covid-19. Una stretta eccessiva, senza un bilanciamento con adeguati interventi di politica fiscale, potrebbe fare evolvere in recessione il rallentamento in corso.

Inoltre, l’aumento dei tassi potrebbe ricadere in modo più pesante sull’Italia, con il differenziale Italia-Germania sui rendimenti dei titoli di stato a 10 anni che è instradato in un sentiero di salita da ottobre 2021.

I segnali di rallentamento in Italia - Si stanno addensando segnali di ridimensionamento degli indicatori congiunturali. Ad agosto la fiducia delle imprese ha registrato un’ulteriore calo, più accentuato tra le imprese manifatturiere e delle costruzioni.

La manifattura italiana, dopo aver registrato una performance dell’attività produttiva e delle esportazioni migliore rispetto gli altri maggiori paesi Ue, nell’ultimo trimestre maggio-luglio l'indice destagionalizzato della produzione manifatturiera registra una flessione dell'1,2% rispetto al trimestre precedente. La flessione è più ampia per settori a maggiore intensità energetica: metallurgia e prodotti in metallo (-1,7%), prodotti chimici (-3,1%), con una particolare accentuazione (-6,1%) per gomma, plastica e altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi.

A luglio 2022 il volume delle esportazioni no energy segna un calo del 5,4% rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente mentre la crescita dei primi sette mesi dell'anno si ferma al +0,6%.

Come evidenziato nel 21° report di Confartigianato, l'edilizia è stata la locomotiva della ripresa post-pandemia, con un crescita a doppia cifra di produzione, valore aggiunto e investimenti, migliore rispetto al trend rilevato in Francia e Germania. Si sta consolidando il rallentamento dell'attività delle costruzioni, su cui pesano i crediti bloccati nei cassetti fiscali: a luglio 2022 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni registra la quarta flessione congiunturale consecutiva.

Maggiore tenuta per il volume delle vendite al dettaglio, che a luglio 2022 segnano una crescita congiunturale dell’1,0%, con una segno che rimane positivo (+0,3%) anche nel trimestre maggio-luglio 2022.

Sul mercato del lavoro le previsioni di assunzioni nel trimestre settembre-novembre 2022 sono in flessione del 3,0% rispetto allo stesso periodo del 2021, con un calo più accentuato nella manifattura.

Sulla demografia di impresa, dopo quasi due anni di crescita, da giugno il tasso di crescita delle imprese iscritte è entrato in territorio negativo e ad agosto 2022 segna un -0,5%.

 
Previsioni crescita PIL 2022 e 2023 nei paesi G20
Previsioni 26 settembre 2022 su var. % PIL reale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ocse

 
Crescita economia italiana nel 2023: le previsioni negli ultimi sei mesi
Var. % PIL reale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati fonti diverse