STUDI - Detrazioni edilizia: ragnatela burocratica di 224 interventi, 1 modifica normativa ogni 16 giorni

 

Quest'anno la spesa per gli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanziato con i fondi di NextGenerationEU sarà di 15 miliardi di euro, inferiore di 14,4 miliardi di euro rispetto ai 29,4 miliardi previsti lo scorso aprile. Nell’aggiornamento di settembre la minore spesa di quest'anno è riequilibrata con l’aumentando degli interventi nel 2025 e 2026, ultimo biennio del Piano. Il Ministero per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR sta procedendo ad una verifica dello stato di avanzamento degli interventi mentre nei giorni scorsi il Commissario europeo Paolo Gentiloni ha indicato che non vi saranno proroghe, già richieste da alcuni paesi Ue, al termine del 2026.

Il PNRR e la manovra di bilancio sono essenziali per allontanare lo spettro della ‘crescita zero’ o, peggio, della recessione. Sulla crescita del PIL dello 0,6% stimata per il 2023 nell'ultima Nota di aggiornamento al DEF rivista e integrata, 0,3 punti di maggiore crescita derivano dalla manovra di bilancio in discussione in Parlamento e 0,3 punti dalla spesa del PNRR. Il Piano, "se perseguito con  efficienza", secondo le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio darà a fine periodo uno stimolo all’attività economica stimato in circa tre punti percentuali di PIL. Potrebbero influire negativamente l'aumento dei prezzi dei materiali per l’edilizia, prodotti in settori energy intensive, e la carenza delle materie prime.

L'evoluzione del PNRR e degli incentivi fiscali per l’edilizia sono al centro del report dell’Ufficio Studi di Confartigianato, che sarà presentato in un webinar giovedì prossimo 15 dicembre e di cui forniamo alcune anticipazioni.

Sul comparto delle costruzioni ha fatto da booster l'attuazione, tra gli interventi del PNRR, del superbonus, in relazione al quale, però, sono esplose gravi criticità, in primis i crediti legati ai bonus edilizia incagliati nei cassetti fiscali, su cui Confartigianato torna a chiedere lo sblocco per salvare l’attività delle imprese che hanno concesso sconti in fattura. Inoltre, si è registrato lo stillicidio di modifiche normative, un vero incubo per imprese, professionisti, amministratori di condomini e famiglie. L'analisi svolta dalla Direzione Politiche Fiscali di Confartigianato delinea una ragnatela burocratica di 224 interventi su detrazioni fiscali edilizie e superbonus: nel dettaglio si tratta di 29 interventi legislativi distribuiti su 16 differenti leggi, decreti legge e decreti ministeriali, di cui 24 solo nell’ultimo anno equivalente ad 1 modifica legislativa ogni 16 giorni. Inoltre, si sommano 9 provvedimenti del Direttore dell’Agenzia delle entrate e 186 documenti di prassi, costituiti da 6 circolari, 4 risoluzioni, 157 risposte ad interpello e 19 FAQ.

Nella prospettiva per il 2023 si delineano, quindi, potenziali rischi che potrebbero rallentare il comparto protagonista della ripresa post-pandemia, per il quale l’Italia ha assunto una posizione di leader in Europa.

 

 
La ragnatela burocratica degli interventi su detrazioni fiscali edilizie e superbonus
Elaborazione Direzione Politiche Fiscali Confartigianato - maggio 2020-novembre 2022, interventi successivi a DL 34/2020 "Rilancio"

 

Risorse del Recovery and Resilience Facility (RRF): previsioni aprile e settembre 2022
2020-2026, miliardi di euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mef

 

 


STUDI – Festività di Natale e acquisti di artigianato alimentare: la produzione di qualità di 72mila imprese artigiane e 263mila addetti

A dicembre ammonta a 15,1 miliardi di euro la spesa delle famiglie per prodotti alimentari e bevande, che nella nostra recente analisi rappresenta circa i due terzi dei 22,7 miliardi di euro la spesa delle famiglie per prodotti e servizi maggiormente scelti come regalo - prodotti alimentari e bevande, moda e gioielleria, mobili, tessili per la casa, cristalleria, stoviglie e utensili domestici, utensili e attrezzature per casa e giardino, giochi, giocattoli, articoli sportivi, libri, articoli di cartoleria e materiale da disegno e servizi di cura della persona.

La qualità della produzione artigianale è offerta dalle 71.682 imprese artigiane nei settori dell'alimentare, delle bevande e della ristorazione con 263.320 addetti, il 16,2% degli occupati comparto. L'ambito rappresenta il 6,9% delle imprese artigiane nazionali e un decimo (10,4%) degli addetti dell'artigianato nazionale. Il peso degli addetti registra una accentuazione nel Mezzogiorno, in cui la quota sale al 2,4% a fronte dell'1,3% del Centro-Nord: a livello regionale primeggiano, infatti, cinque regioni del sud del nostro Paese cioè Sardegna e Sicilia (entrambe 3,3%), Calabria (3,2%), Molise (3,0%) e Basilicata (2,7%).

La radiografia delle imprese artigiane del settore alimentare e bevande, con la distribuzione per regione e provincia, è proposta nell’ultima Elaborazione Flash pubblicata dall’Ufficio Studi ‘Un regalo di Natale a valore artigiano. Focus su Artigianato alimentare – 12a edizione’. Qui per scaricarla.

Il caleidoscopio delle produzioni artigianali - Le principali e più peculiari attività delle imprese artigiane sono le  panetterie e laboratori che producono dolci, biscotti, prodotti secchi da forno, prodotti di pasticceria conservati, snack dolci o salati e possono anche effettuare vendita diretta al pubblico, pasticcerie e gelaterie che producono prodotti freschi - negli ultimi anni presidi di artigianato ed innovazione alimentare grazie a grandi lievitati diversi da quelli solitamente offerti dal sistema industriale più massificato - e offrono anche servizi di ristorazione tramite la vendita diretta al pubblico, bar che alla somministrazione diretta stanno affiancando sempre più la vendita di prodotti artigianali, pastifici che producono paste alimentari fresche e secche, ma anche cuscus e gnocchi, salumifici e norcinerie che producono carne essiccata, salata o affumicata e salumi, le imprese delle filiera lattiero-caseari, imprese che producono tè, caffè, cacao, cioccolato, caramelle, confetti, condimenti e spezie, imprese che producono vini, distillati, birre, queste ultime in forte ascesa negli ultimi anni grazie soprattutto a microbirrifici. Da non dimenticare poi rosticcerie, friggitorie, pizzerie, pizzerie a taglio, birrerie, pub, enoteche, catering, banqueting, banchi del mercato che preparano cibo per il consumo immediato, venditori di street food, attività di recente e crescente fortuna, ed esercizi che fanno solo take-away.

Il trend della produzione di alimentare e bevande - Il confronto europeo tra i primi tre paesi produttori dell'alimentare e bevande vede l’Italia reagire meglio al recente rallentamento della manifattura, con un aumento della produzione del +2,7% nei primi nove mesi del 2022 che si confronta con il +1,7% della Germania e lo 0,9% della Francia. Anche rispetto all'anno precedente allo scoppio della pandemia l’Italia è più dinamica, segnando una crescita del +5,4%, più che doppia rispetto al +2,1% della Francia, in controtendenza rispetto al calo dello 0,5% della Germania.

 

 
Peso degli addetti dell’artigianato alimentare, bevande e ristorazione su addetti del totale economia per regione
Anno 2020. Incidenza percentuale. In imprese attive delle divisioni 10, 11 e 56 Ateco 2007 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Dinamica produzione nel 2022 dei primi 3 paesi produttori Ue a 27 di alimentare e bevande
Variazione %. Primi 3 produttori di 10 e 11 (Ateco 2007) nel 2020 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


STUDI - Le sorprese della recessione: in otto mesi di guerra +276mila occupati (+1,2%), più dinamiche le donne (+1,5%)

Le previsioni della Commissione europea indicano per l'economia dell'Eurozona e dell'Italia, l'ingresso in recessione tecnica in questo quarto trimestre 2022. Sulla dinamica dell'economia pesa il rallentamento del commercio internazionale e la frenata dell’economia cinese, con il volume delle  esportazioni che salgono di un limitato 0,7%. L'elevata inflazione riduce il potere di acquisto delle famiglie. A novembre l'inflazione decelera in Eurozona (10,0%, era 10,6% ad ottobre), meno in Italia dove è più elevata l'inflazione energetica, come si delinea nell’analisi dall’Ufficio Studi di Confartigianato proposta questa settimana su Quotidiano Energia.

Nonostante la persistente ed elevata pressione inflazionistica e l'ingresso in una fase ciclica recessiva, dagli indicatori congiunturali e macroeconomici emergono segnali statistici positivi - esaminati nel 22°report su congiuntura, economia e imprese, presentato questa settimana - che mostrano la straordinaria capacità di resilienza dell'economia e delle imprese italiane. Nel 2022 la crescita del PIL dell'Italia (+3,7%) supera quella di Cina, Francia, Germania, Usa e Giappone, un inedito dal 1980. Era dal 2001 che Italia non cresceva più di Francia e Germania. L'ottima performance di quest’anno è sostenuta dal migliore andamento del PIL nel terzo trimestre, quello estivo e caratterizzato dal buon andamento della domanda turistica. Secondo i conti nazionali pubblicati dall'Istat mercoledì scorso nel terzo trimestre di quest’anno la crescita congiunturale del PIL dello 0,5% è risultata superiore al +0,4% della Germania e al +0,2% di Francia e della media europea. La crescita è stata trainata dall’aumento del 2,2% del valore aggiunto di commercio, alberghi e ristorazione. Buon andamento anche dell'economia digitale (+1,4%). Sul lato della domanda si registra uno spunto più marcato degli investimenti in macchinari e impianti (+3,0%) e dei mezzi di trasporto (+10,0). Nonostante la crescente inflazione, la spesa delle famiglie italiane, in termini reali, ha registrato un aumento del 2,2% rispetto al trimestre precedente.

Un’altra sorpresa arriva dal mercato del lavoro, sostenuto dalla domanda delle micro e piccole imprese, come ha evidenziato una nostra recente analisi. Ad ottobre 2022 prosegue la crescita dell’occupazione registrata a settembre, per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti. Dall'inizio della guerra, tra febbraio e ottobre 2022, gli occupati sono saliti di 276mila unità, grazie all’apporto di 306mila dipendenti in più, con la componente a tempo indeterminato che cresce di 430mila unità mentre quella a tempo determinato diminuisce di 125mila unità e gli indipendenti scendono di 30 mila unità. L'aumento dell'1,2% degli occupati nel periodo è il risultato di una crescita dell'1,5% delle donne e dell'1,0% degli uomini. Nell’arco degli otto mesi in esame il tasso di disoccupazione nell’Eurozona si riduce di 2 decimi di punto, mentre in Italia il miglioramento sale a 7 decimi di punto. In chiave settoriale va notato che le imprese manifatturiere, colpite da una escalation senza precedenti dei costi dell’energia, a cui si associa l’aumento del costo del credito, nel trimestre estivo hanno aumentato le ore lavorate dell’1,4%.

 
Dinamica PIL nel 2022 tra le maggiori economie
Var. %, prezzi costanti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ocse

 

 
Dinamica occupati per posizione durante primi 8 mesi di guerra
ottobre 2022. Var. ass. in migliaia e % su febbraio 2022, dati destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


BENESSERE - Integrato il Consiglio Direttivo di Confartigianato Acconciatori

Si è svolta a Roma, presso la sede nazionale di Confartigianato Imprese, l'Assemblea elettiva di Confartigianato Acconciatori per la copertura di due posti vacanti nel Consiglio Direttivo nazionale resisi vacanti a seguito di avvicendamenti a livello regionale.

L'Assemblea - su proposta della Presidente Chiorboli - ha eletto all'unanimità senza necessità di procedere alla votazione Elisabetta Maccioni, Presidente regionale Lombardia, e Jacqueline Jessica Porroni, Presidente regionale Toscana.

Le due nuove componenti il Consiglio Direttivo nazionale hanno accolto con grande entusiasmo le nomine ed espresso la massima disponibilità a supportare i vertici nazionali nell'attività di rappresentanza e tutela della categoria. Molte le tematiche all'attenzione del settore emerse in occasione della riunione di Consiglio Direttivo successiva all'Assemblea, dalla lotta all'abusivismo e alla concorrenza sleale al dialogo sociale europeo, dalla progettazione di iniziative in favore di clienti con bisogni speciali alla formazione e all'ambiente.

"Ci siamo prefissati obiettivi ambiziosi" ha commentato la Presidente Tiziana Chiorboli "ma so di poter contare su una squadra competente e coesa e sono certa che ciascuno si spenderà al massimo per conseguirli".


STUDI – Manovra e caro energia per le imprese al centro dell’analisi del 22° report Confartigianato

La manovra di bilancio si colloca in una fase drammatica per l’Italia e l’intera Europa, in un contesto caratterizzato da rischi elevati: escalation del conflitto in Ucraina, sicurezza delle forniture di gas, accelerazione del tasso di inflazione e dei tassi di interesse e una insufficiente realizzazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

La ricaduta della corsa dei prezzi dell’energia sui bilanci di imprese e famiglie è di entità straordinaria. Nel 2022 il caro bollette per le micro e piccole imprese vale 23,9 miliardi di euro, un incremento che pesa per il 6,1% del valore aggiunto creato dalle imprese fino a 49 addetti, generando un pesante impulso recessivo. L’impatto dei costi dell’energia sta condizionando le scelte di politica fiscale. Nel 22° report ‘Alle porte del 2023, prospettive e criticità per le imprese’ sui trend di economia, congiuntura e MPI presentato stamane in webinar aperto da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato, è stata esaminato l’impatto sul territorio del caro-bollette e le tendenze della politica economica e di finanza pubblica, alla luce della manovra di bilancio varata dal Governo, su cui venerdì scorso è intervenuta Confartigianato in una audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Qui il documento con le osservazioni e proposte di Confartigianato Imprese

Come indicato nel Documento programmatico di bilancio aggiornato, le risorse impegnate per il contrasto al caro energia arrivano a 4,6 punti di PIL. Il quadro programmatico di finanza pubblica indica nel 2022 un deficit di bilancio del 5,6% del PIL, di mezzo punto più ampio del 5,1% del tendenziale, a legislazione vigente. Nel 2023 il deficit scende al 4,5%, rispetto al 3,4% tendenziale, delineando un intervento fiscale espansivo. Nel periodo di programmazione lo sforzo fiscale è consistente: l'indebitamento netto strutturale migliora, passando al -6,1% del PIL nel 2022 al -4,8% nel 2023 - con una riduzione di 1,3 punti, solo nel 2012 fu più severa - al -4,2% nel 2024 per arrivare al -3,6% nel 2025.

Si mantiene il sentiero di riduzione del rapporto tra debito e PIL, che dopo la discesa di 4,6 punti quest'anno, registra un calo di 1,1 punti nel 2023, di 2,3 punti nel 2024 e di 1,1 punti nel 2025. Il sentiero del rapporto tra debito e PIL nel periodo di programmazione sale rispetto al quadro tendenziale, ma rimane più basso rispetto a quello disegnato nel DEF di aprile, grazie alla maggiore crescita del PIL nominale e al miglioramento del saldo primario di bilancio, fattori che compensano il maggiore costo del finanziamento del debito: la spesa per interessi nel 2023 sale a 81,6 miliardi di euro, pari al 4,1% del PIL, un punto in più rispetto al 3,1% previsto nel DEF di aprile.

L'intervento espansivo della manovra fornisce nel 2023 un impulso alla crescita di 0,3 punti di PIL, con un tasso di crescita programmatico del +0,6%. Lo spazio fiscale disponibile potrebbe non essere sufficiente per affrontare le sfide in atto e per proteggere adeguatamente famiglie e imprese, considerato che la manovra si concentra su interventi contrastare il caro energia nei primi tre-quattro mesi dell’anno.

I margini di manovra delle politiche economiche nazionali per fronteggiare le conseguenze drammatiche della crisi energetica in corso appaiono ristretti. Con un elevato debito pubblico, la Commissione europea raccomanda all’Italia politiche fiscali prudenti. Si rischia una pericolosa sincronizzazione pro-ciclica tra un insufficiente impulso fiscale e una marcata stretta monetaria, prevista in accentuazione nelle prossime riunioni del Consiglio della Bce dopo l’aumento dei tassi di 200 punti base in soli 98 giorni, tra luglio e ottobre. Ne conseguono un aumento del costo del credito e una compressione della propensione ad investire delle imprese. Con uno shock inflazionistico da costi, lo ricordiamo, una restrizione monetaria è meno efficace e potrebbe prolungarsi eccessivamente nel tempo. Non va sottovalutato il rischio di un passo eccessivamente rapido nella normalizzazione dei tassi ufficiali.

Superata, auspicabilmente presto, la crisi energetica, nella prospettiva di più lungo periodo vanno programmati interventi per la riduzione strutturale della pressione fiscale sui fattori produttivi – come evidenziato da Confartigianato nell’Assemblea dello scorso 22 novembre, lo spread fiscale nel 2023 sale a 2,3 punti di PIL -, la riqualificazione della spesa pubblica e il sostegno della domanda per investimenti, penalizzata dalla stretta monetaria: nel 2023 è previsto un aumento degli investimenti dell’1,9%, in deciso rallentamento rispetto al +9,5% registrato quest’anno. Serve un piano fiscale di legislatura, opportunamente intrecciato con il piano delle riforme, per guardare oltre all'emergenza e sostenere i processi di crescita.

Oltre al punto sulle politiche economiche, il 22°report, con l’analisi di oltre ottanta evidenze statistiche, delinea il bilancio del 2022, tra alcuni significativi segnali di resilienza delle imprese e l'ingesso in 'recessione tecnica'. Inoltre, sono messe in evidenza le prospettive di un incerto 2023, condizionato dall'evoluzione della guerra in Ucraina e dalla dinamica dei prezzi dell'energia, preannunciato dai segnali provenienti dagli indicatori congiunturali. In chiave territoriale sono esaminate le prospettive di crescita del PIL e gli effetti del caro bollette sulle MPI, oltre a inflazione energetica, credito e tassi di intesse per le MPI per regione. Nel report, infine sono ripresi i dati chiave del mercato del regalo di Natale a valore artigiano e su cui è stata lanciata la video pillola di #Dati #SuMisura.

 
Tax burden in Italia e Uem
Anni 2005-2024. % PIL, previsioni dell'11 novembre 2022 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea