STUDI – Crescita dell’Italia sostenuta dagli investimenti, saliti al 21,8% PIL, mai così alto dal 1991

 

Un segnale di resilienza dell’economia e del sistema delle imprese arriva dai dati sulla dinamica del PIL pubblicati da Istat ed Eurostat venerdì scorso. Nel primo trimestre 2023 il PIL in Italia cresce dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2022, a fronte del +0,1% di Eurozona, del +0,2% della Francia e della crescita zero della Germania. Nell’arco degli ultimi dodici mesi, caratterizzati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e da una violenta crisi energetica, il PIL in Italia sale dell’1,8% su base annua, a fronte del +1,3% dell’Eurozona, facendo meglio del +0,8% della Francia e del -0,1% della Germania. Questa performance è particolarmente apprezzabile nonostante su famiglie e imprese italiane vi sia stata una maggiore crescita dei prezzi dell’energia: +26,6% a fronte del +10,0% dell’Eurozona.

Come ha evidenziato l’analisi dell’Ufficio Studi pubblicata la scorsa settimana su IlSussidiario.net la crescita è sostenuta da una propensione ad investire delle imprese che non è stata eccessivamente depotenziata dalla stretta monetaria: nel quarto trimestre 2022 gli investimenti in Italia segnano una crescita congiunturale del 2,0% mentre calano in Eurozona (-2,8%).

A seguito dell’andamento positivo anche in una fase di rialzo dei tassi di interesse sui prestiti alle imprese – per giovedì prossimo è attesa la decisione sui tassi da parte della Bce – il bilancio del 2022 vede gli investimenti in Italia salire del 9,4%, un ritmo più che doppio del +4,0% dell’Ue a 27; il ritmo di accumulazione di capitale dell’economia italiana è decisamente migliore del +2,2% della Francia e del ristagnante +0,4% della Germania. La tenuta della domanda per investimenti è tutta determinata dalla domanda privata, a fronte del calo dell’1,1% degli investimenti pubblici.

La migliore performance si conferma anche nel più lungo periodo: tra il 2015 e il 2022, grazie alle  politiche fiscali di sostegno a impresa 4.0 e agli interventi di riduzione del consumo di energia delle abitazioni, gli investimenti in Italia sono saliti del 33,9% a fronte del +20,3% dell’Eurozona; nel dettaglio l’aumento è del 20,8% in Francia e dell’11,5% in Germania.

Sulla base di questo trend, il rapporto tra investimenti e PIL nel 2022 è salito al 21,8%, superando il precedente picco del 2007 e raggiungendo il massimo del XXI secolo: un livello cosiì elevato non si riscontrava dal 1991. Nel confronto internazionale, gli investimenti nell’Eurozona sono il 22,7% del PIL, il 24,8% in Francia, il 22,6% in Germania e il 20,1% in Spagna. Il divario tra Italia ed Eurozona dell’indicatore in esame si è progressivamente ridotto, scendendo lo scorso anno a 0,9 punti: era di 4,2 punti nel 2019.

Gli investimenti delle imprese stanno sostenendo la digitalizzazione dei processi aziendali e la trasformazione green. Nel dettaglio, nel 2022 gli investimenti in macchinari e impianti in Italia sono saliti dell’8,6% a fronte del +4,1% dell’Ue a 27, un ritmo ampiamente superiore al +3,3% della Germania e al +0,9% della Francia.

Ulteriori evidenze, sulla propensione delle imprese per settore ad investire in prodotti e tecnologie digitali, a maggior risparmio energetico e/o minor impatto ambientale e sui crediti di imposta a sostegno degli investimenti sono disponibili nel 24° report di Confartigianato ‘Primavera 2023: tendenze, cambiamenti e incertezze’. Qui per scaricarlo.

 

 
Investimenti sul PIL: 1990-2022
1990-2022, investimenti fissi lordi in % PIL - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea e Eurostat

 
 

Dinamica investimenti nei maggiori paesi Ue: 2022-2021 e 2022-2015
2022-2021 e 2022-2015, var. % cumulata investimenti fissi lordi a prezzi costanti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


IoreSME - NEWSLETTER 1 - Impatti del Green Deal UE e Novità per le Microimprese: analisi e aggiornamenti

In questo mese, la newsletter del progetto IoreSME, di cui Confartigianato Imprese è partner, fa luce su come il Green Deal europeo stia plasmando l'orizzonte delle microimprese, introducendo regolamentazioni ambientali più severe che implicano nuovi obblighi ma che nel contempo aprono a nuove opportunità di business . Le imprese sono chiamate a una rapida evoluzione verso sistemi più puliti e un'economia a basse emissioni di carbonio, con una scadenza fissata per il 2050.

La transizione comporta un accesso facilitato ai finanziamenti per stimolare le microimprese a implementare tecnologie ecocompatibili e pratiche operative innovative. Nel contesto degli appalti pubblici, l'Unione Europea spinge verso l'adozione di criteri verdi che possono trasformarsi in nuovi mercati per i prodotti e servizi sostenibili, specialmente in momento storico in cui la sensibilità ambientale dei consumatori sta crescendo esponenzialmente.

Il settore sta assistendo a una spinta verso l'economia circolare che mira promuovere l'efficienza e la riduzione dei rifiuti, con un occhio attento al ricondizionamento e al riciclo. Nonostante il periodo di incertezza globale, aggravato dalla pandemia e dalle tensioni geopolitiche, il Green Deal si presenta come un vettore di cambiamento e una leva per l'innovazione e la competitività a lungo termine.

Il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali accompagna questa transizione, proponendo una cornice di miglioramento degli standard sociali e lavorativi, che sebbene non vincolante direttamente per le imprese, influenza indirettamente le pratiche aziendali attraverso la legislazione. Con principi che vanno dalla promozione dell'equità sul lavoro alla protezione sociale e allo sviluppo delle competenze, le microimprese si trovano di fronte all'esigenza di adattare le loro politiche interne.

In chiusura, le ultime notizie riguardano il primo rapporto annuale del Patto per le competenze, che sottolinea l'impegno nel riqualificare e aggiornare professionalmente circa 2 milioni di persone, e l'iniziativa della Commissione Europea di combattere il divario digitale migliorando l'insegnamento e l'accesso alle competenze digitali.

Nell'ambito energetico, un nuovo accordo tra i paesi mediterranei punta a replicare il successo delle energie rinnovabili già visto nel Mare del Nord, trasformando la regione in un hub di energia pulita con il sostegno della UE. Infine, è stata annunciata la prima gara d'appalto internazionale per l'acquisto di gas, che segna un momento significativo per la politica energetica comune europea.

Le microimprese sono, dunque, di fronte a una serie di cambiamenti normativi, sociali ed economici che definiranno il futuro prossimo del tessuto imprenditoriale europeo. Per saperne di più, leggi la newsletter.

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STUDI – Italia 1° in Ue per pressione burocratica sulle imprese, ma al 26°posto per fiducia nella PA. Il report di Confartigianato

 Nel panorama delle politiche pubbliche, la semplificazione è un opzione strategica per l’Italia, paese che si colloca al 1° posto tra i 27 paesi Ue per imprese esposte alla burocrazia, ma scende al penultimo posto in Europa per fiducia nella Pubblica amministrazione. L’analisi emerge dall’Elaborazione Flash ‘Il peso della burocrazia: alcune evidenze’, qui per scaricarlo, pubblicato oggi in occasione della partecipazione del Ministro per la Pa Paolo Zangrillo alla Giunta esecutiva di Confartigianato.

L’elaborazione di un indicatore sintetico di pressione burocratica – espresso dalla media della quota di imprese esposte al problema di complessità delle procedure amministrative, legislazione e politiche in continuo cambiamento, aliquote fiscali, normative restrittive in materia di lavoro – colloca l’Italia è al 1° posto tra i 27 paesi Ue, con un indice di 75,5 punti su 100, davanti a Grecia e Francia (74,0 punti su 100) e Romania (72,3 punti su 100), e maggiormente distante da Spagna (8° posto con 59,8 punti su 100) e Germania (18° posto con 43,8 punti su 100).

In parallelo, l’insoddisfazione nei rapporti con gli uffici pubblici e la bassa qualità percepita nella fornitura dei servizi pubblici concorre a ridurre la fiducia dei cittadini: in Italia solo il 31% dei cittadini ha fiducia nella Pubblica amministrazione (PA), con un divario di 19 punti percentuali rispetto alla media europea (50% in Ue e Uem), che colloca il nostro Paese al penultimo posto trai 27 paesi dell’Ue, davanti solo alla Grecia (26%).

Il report esamina un caso di ipertrofia normativa: l’aggiornamento ad aprile 2023 dell’analisi svolta dalla Direzione Politiche Fiscali di Confartigianato delinea una ragnatela burocratica di 248 interventi su cessioni e sconto per le detrazioni fiscali edilizie e superbonus: nel dettaglio si tratta di 37 interventi legislativi distribuiti su 19 differenti leggi, decreti legge e decreti ministeriali, di cui 21 solo nell’ultimo anno ed equivalente ad 1 modifica legislativa ogni 17 giorni. Inoltre, si sommano 10 provvedimenti del Direttore dell’Agenzia delle entrate e 201 documenti di prassi, costituiti da 8 circolari, 5 risoluzioni, 169 risposte ad interpello e 19 FAQ.

Nel report viene evidenziata come gli effetti negativi della burocrazia siano amplificati dalla bassa intensità della relazione digitale con la PA, per cui l’Italia si colloca al 25° posto in Ue a 27.

Nell’era digitale crescono le lunghe code agli sportelli comunali dell’anagrafe: una analisi per regione evidenzia nel Mezzogiorno una maggiore dinamica della quota di cittadini impegnati da code superiori a 20 minuti

Infine, nel report viene esaminato come l’eccessivo peso delle attività amministrative incide sui tempi di realizzazione delle opere pubbliche, per il 54,3% rappresentati da tempi di attraversamento tra le diverse fasi (progettazione, affidamento, esecuzione lavori). In chiave territoriale i tempi di attraversamento pesano maggiormente in Sicilia, con un’incidenza del 60,8%, Puglia con 60,2%, Abruzzo con 58,5% e Marche con 58,3%; seguono, con valori superiori alla media, Friuli-Venezia Giulia con 56,4%, Sardegna con 55,3%, Basilicata con 54,7% e Liguria con 54,4%.

Come evidenziato da Confartigianato nella recente audizione sul DEF 2023, le carenze nei processi organizzativi della Pubblica amministrazione stanno ritardando l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La posticipazione degli interventi abbassa in modo significativo l’impatto macroeconomico del Piano nel periodo 2021-2026 delineato nel Piano Nazionale di Riforma del DEF 2023 rispetto alle precedenti stime.

 

 
Indicatore sintetico di pressione burocratica nei paesi Ue 27
aprile 2022, Indicatore tra 0 e 100, media esposizione imprese a 4 problemi burocratici* - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

 
 

Quota di cittadini che ha interagito con la PA tramite portali online nei paesi Ue a 27
Anno 2021, % della popolazione 16-74 anni che ha utilizzato internet - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea

 

Tempi di attraversamento e fase effettiva nell’attuazione delle opere pubbliche per regione
Anno 2017, % sul tempo totale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Agenzia per la coesione territoriale

 


COMUNICAZIONE - A Omegna un multiverso di emozioni. Grandissimo successo per l'evento nazionale di Confartigianato Comunicazione

 

Le mille frontiere della comunicazione e le sue infinite potenzialità, il fascino evergreen delle immagini e la crescente attrazione nei confronti dei nuovi scenari che quotidianamente avanzano verso di noi. Queste ed altre emozioni hanno coinvolto l’attenta ed eterogenea platea che ha seguito i lavori del Convegno "La comunicazione delle emozioni. Tradizione e innovazione attraverso i cinque sensi",  svoltosi ad Omegna (VB)  lo scorso 18 aprile.

Si è concluso con questo momento convegnistico il progetto Punti di vista, iniziativa fotografica che, declinando le diverse sensibilità delle categorie del settore, punta a valorizzare il territorio e l’artigianalità della comunicazione, destinato a diventare nel tempo l’evento di punta di Confartigianato Comunicazione.

Il progetto si configura infatti come un appuntamento annuale itinerante, un percorso da sviluppare in stretta sinergia tra i diversi livelli di Confartigianato, territoriale e nazionale, per raggiungere quell’obiettivo comune di valorizzazione dell’artigianato e dei territori stessi attraverso le specificità delle categorie del settore e la loro potenzialità al servizio delle imprese associate.

Questa prima edizione, realizzata in collaborazione con Confartigianato Piemonte e Confartigianato Piemonte Orientale, è stata sviluppata nelle zone di Omegna e Valle Strona e presentata, appunto, al convegno di Omegna alla presenza dei vertici della Federazione nazionale e delle locali Organizzazioni, di diverse autorità e dei ragazzi delle scuole del territorio che hanno partecipato all'iniziativa, osservatori privilegiati e futuri professionisti della comunicazione multicanale.

L’entusiasmo che il lavoro artigiano può trasmettere ai giovani e il ruolo della comunicazione, oggi indispensabile per raccontare un prodotto, una storia, un valore, al centro dell’intervento del Presidente nazionale di Confartigianato Comunicazione Maurizio Baldi, che ha anche voluto sottolineare – attraverso due case histories alle quali ha dedicato emozionanti video - come la tecnologia, il lavoro della comunicazione sui prodotti ed un packaging di forte impatto possano diventare un vero e proprio abito, capace di valorizzare  il prodotto e fornirgli un importante valore aggiunto agli occhi del cliente.

E’ stato quindi Corrado Poli, Presidente nazionale di Confartigianato Fotografi, a “raccontare” il progetto Punti di Vista, dal suo avvio nel 2006 a Monte Mignaio in Toscana e alla sua prima edizione nazionale di Omegna e Valle Strona. Poli ha voluto omaggiare particolarmente il territorio ospite ripercorrendo il lavoro svolto insieme a quattordici fotografi del luogo, che hanno prodotto oltre quattromila foto e poco meno di 30 gigabite di video, coinvolgendo centinaia di giovani studenti. In coda al suo intervento la proiezione di due video, dedicati al lavoro delle fugascine di Nonio e alla torneria in legno in Valle Strona.

Nell’intervento di Fabrizio Peresson,  Presidente nazionale di Confartigianato ICT, le mutazioni dovute alla tecnologia intervenute anche nell’ambito delle piccole imprese, esemplificate in alcuni esempi rappresentativi di come l’intelligenza artificiale o l’Internet delle cose siano entrati in azienda, dal controllo di qualità alla possibilità di dialogo tra gli oggetti.

E finalmente, attesissimi, gli interventi dei relatori di Scuola Holden, coinvolti grazie al contributo della Scuola di Sistema confederale, sul futuro della comunicazione, sulle nuove tecnologie e i nuovi ambienti della comunicazione stessa, a cominciare dal metaverso ma non solo.

Simone Arcagni, Docente Università di Palermo, curatore e divulgatore di nuovi media e nuove tecnologie, ha voluto ricordare l’origine del metaverso citando il romanzo Snow Crash di Neil Stephenson per passare all’attuale fruizione, dal PC ad esperienze totalmente “immersive, partecipate, interattive e responsive”. Sono ormai disponibili diversi metaverso e dal suo intervento è emerso come la frontiera del domani sarà la possibilità di spostarsi da un metaverso all’altro, portando con noi il nostro bagaglio di azioni e storie in una vera e propria “interoperabilità”.

Riccardo Milanesi, Docente e consulente di business e transmedia, ha voluto invece concentrarsi sul tema della “transmedialità”, vero tema della comunicazione contemporanea, spaziando tra modelli illustri a partire da Guerre Stellari, passando per Disneyland ed arrivando al seguitissimo Netflix. E per chiudere “in bellezza”, ha accompagnato il pubblico ad una vera e propria visita guidata nel Metaverso italiano di The Nemesis alla quale il pubblico ha potuto partecipare attraverso il QRcode consegnato all’ingresso in sala,  interagendo così nello spazio virtuale ma percepito come molto reale del metaverso.

Ma il vero futuro della comunicazione è dei giovani e lo hanno saputo ben declinare i ragazzi delle scuole coinvolte VCO Formazione, Ferrini Franzosini e Dalla Chiesa Spinelli,  che hanno con grande diligenza e ottime capacità comunicative riferito alla platea le tematiche oggetto di studio dei loro corsi, dalla privacy, ai social, allo studio dell’immagine.

Ultimo ed emozionante atto della kermesse, il taglio del nastro della mostra dei fotografi artigiani che hanno raccontato con i loro scatti il territorio, il lavoro e le emozioni che resteranno scolpite in coloro che hanno voluto condividere con noi questa bellissima esperienza.

Confartigianato Comunicazione rivolge un affettuoso ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto e, per la loro presenza con la quale hanno voluto sottolineare l’importanza dell’iniziativa, i vertici di Confartigianato Imprese Piemonte orientale nelle persone del Presidente Michele Giovanardi e del Segretario Amleto Impaloni e di  Confartigianato Imprese Piemonte Giorgio Felici e Carlo Napoli, che hanno voluto raccogliere la sfida e offrire questa opportunità al loro territorio. 

Un plauso particolare ci sentiamo di rivolgere ad Alessandro Scandella di Confartigianato Imprese Piemonte orientale che, oltre a moderare il Convegno, ha coordinato l’organizzazione in loco con l’importante supporto di Erika Merlucchi della Federazione regionale.

Una “chicca” a testimonianza della riuscita dell’iniziativa: abbiamo già un territorio candidato per l’edizione 2024 (che per ora non sveliamo)!

Rivedi la diretta streaming del Convegno

 


STUDI – Lavoro, in ritardo quello indipendente. Tasso di occupazione al top in provincia di Bolzano, Firenze, Bologna, Parma, Modena e Cuneo

In vista della Festa del lavoro, alcune evidenze statistiche sottolineano la ripresa del mercato del lavoro. Come evidenziato nell’analisi dell'Ufficio Studi pubblicata questa settimana da IlSussidiario.net a febbraio 2023 si consolida l’aumento degli occupati (+352mila in 12 mesi) sostenuto dalla componente del lavoro dipendente permanente (+515mila). Al centro di questa ripresa si collocano le micro e piccole imprese (MPI), un segmento a cui si riferisce meno della metà (48,9%) dei dipendenti ma che determina i due terzi (65,9%) delle entrate di lavoratori previste nel trimestre aprile-giugno 2023.

Vi è un sensibile ritardo nel recupero del lavoro indipendente, il segmento che ha maggiormente sofferta nella pandemia, che a febbraio 2023 registra 195 mila occupati in meno (-3,8%) rispetto a febbraio 2020, prima dello scoppio della pandemia.

L’analisi territoriale – L’evoluzione dell'occupazione totale e di quella indipendente è esaminata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia nel 24° report ‘Primavera 2023: tendenze, cambiamenti e incertezze’, presentato nei giorni scorsi .

Un’ulteriore evidenza in chiave territoriale delinea nel 2022 il completo recupero del tasso di occupazione pre pandemia in media nazionale, fenomeno diffuso in 18 regioni, 72 province e in 6 dei 13 grandi comuni.

Tra le regioni, valutando il livello del tasso di occupazione nel 2022 e la sua evoluzione rispetto all’anno pre pandemia, dietro a Trentino Alto-Adige (71,8%), si colloca la Valle d'Aosta (69,8%) che sale di 2 posizioni rispetto al 2019 e l’Emilia Romagna (69,7%), che perde una posizione; la Toscana con un tasso del 68,6% sale al 4° posto, guadagnando 2 posizioni.

Si osservano recuperi rispetto al livello del 2019 più marcati, e superiori alla media nazionale di +1,1 punti, per Puglia con +3,1 punti, Basilicata con +2,4 punti, Campania con +2,0 punti, Marche e Friuli-Venezia Giulia con +1,9 punti, Toscana con +1,8 punti, Calabria con +1,6%, Valle d'Aosta con +1,5 punti e Sicilia con +1,4% e Sardegna con +1,2 punti.

Tra le province, dietro a Bolzano che presenta un rapporto tra occupati e popolazione 15-64 anni del 74,1%, si posiziona Firenze che sale al 2° posto con il 71,9%, superando Bologna che con 71,6% scende al 3° posto. Balza al 4° posto Parma, scalando 12 posizioni (era 16° nel 2019) mentre al 5° troviamo Modena (era 9° nel 2019) e al 6° Cuneo (era 12° nel 2019).

Una più ampia differenza tra le quota di occupati sulla popolazione del 2022 rispetto a quella del 2019 si registra per Frosinone che recupera 8,0 punti del tasso di occupazione, Benevento con +7,8 punti, Brindisi con +6,7 punti, Enna, Lecce e Lucca con +5,6 punti, Vibo Valentia con +5,4 punti, Barletta-Andria-Trani con +4,1 punti, Viterbo con +3,9 punti, Pesaro e Urbino, Genova, Foggia con +3,8 punti,  Messina con +3,7 punti, Ascoli Piceno con +3,6 punti e Udine con +3,5 punti.

Nel complesso di 13 grandi comuni, rappresentativi del 16,0% dell’occupazione nazionale, i tassi di occupazione più elevati si osservano per Bologna con 73,0% che nel 2022 supera Milano (72,4%); seguono Firenze con 71,9%, Verona con 70,7% e Venezia con 70,6%.

Nel complesso, anche i 13 grandi comuni registrano un recupero (+0,4 punti) del livello pre crisi del tasso di occupazione. Il differenziale del tasso tra 2022 e 2019 è più ampio per Messina con +4,7 punti, Venezia con +3,3 punti, Genova con +3,1 punti, Palermo con +2,0 punti, Bari con +1,4 punti  e Napoli con +0,3 punti.

La serie del tasso di occupazione 2019-2022 per regione, provincia e 13 grandi comuni nell’Appendice statistica ‘Tasso di occupazione tra 2019 e 2022’ che integra i dati del mercato del lavoro del 24° report e della relativa Appendice statistica.

 

 
Dinamica occupati totali nelle regioni italiane
Var.% 2019-2022, 15-89 anni-primo gruppo regioni con oltre 1 milione di occupati - Fonte: 24° report Confartigianato su dati Istat

 
Tasso occupazione 2022 e 2019: le prime 30 province
2019 e 2022, % popolazione 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Tasso occupazione 2022 e 2019 in 13 grandi comuni
2019 e 2022, % popolazione 15-64 anni - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat