STUDI – Il paradosso del differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese

Nell’analisi dell’Ufficio Studi proposta questa settimana su QE-Quotidiano Energia si delinea l’attenuazione del peso della bolletta energetica nel primo trimestre del 2023 a seguito della riduzione dei prezzi all’importazione, mentre emergono alcuni aspetti paradossali dal confronto tra le tendenze dei costi di acquisto dall’estero delle commodities energetiche e quelle delle bollette di elettricità e gas di famiglie e imprese, i quali amplificano il gap di competitività esploso nella fase acuta della crisi energetica.

I prezzi all'importazione - A marzo 2023 in Italia i prezzi delle importazioni di energia scendono del 25,2% su base annua, una tendenza in linea con la media Eurozona (-25,3%). Nel dettaglio l’indice di prezzo del gas importato - che Eurostat rende disponibile per l’Italia da inizio 2022 - scende del 33,4% mentre quello del petrolio greggio cala del 16,4%. Sul fronte dei costi di acquisto dall’estero, la crisi energetica in Italia è stata meno severa rispetto agli altri maggiori paesi europei: negli ultimi dodici mesi i prezzi dei beni energetici importati sono del 67,9% superiori alla media del 2021, un divario che sale dal 91,1% nell'Eurozona, per arrivare al 97,5% in Francia, al 106,7% in Germania e al 173,0% in Spagna.

I prezzi al consumo di elettricità e gas – A fronte della minore pressione dei prezzi sulle importazione energetiche si assiste al paradosso di una maggiore inflazione energetica per l’economia italiana. Ad aprile 2023 i prezzi dell’energia degli ultimi dodici mesi sono del 62,1% superiori alla media del 2021, un divario di oltre venti punti superiore al +40,4% della media Eurozona. In particolare, la dinamica dei prezzi di energia elettrica e gas è del 103,5%, più del doppio del 51,8% della media Uem. Il gap è molto severo per l’elettricità che negli ultimi dodici mesi registra un prezzo del 136,2% superiore alla media del 2021, mentre per l'Eurozona il divario si ferma al 40,8%.

Il paradosso persiste anche nella fase di discesa dei prezzi - Anche valutando i più recenti livelli dei prezzi, nonostante nel corso della crisi esplosa con il conflitto in Ucraina le quotazioni delle importazioni siano salite meno rispetto agli altri paesi europei, l'economia italiana registra una maggiore turbolenza dei prezzi retail di energia elettrica e gas. A marzo 2023 l’Italia importa energia con prezzi del 15,8% superiori alla media del 2021 mentre la quotazione media dell'Eurozona rimane del 42,3% superiori ai livelli del 2021. Il trend si inverte sul mercato al consumo: ad aprile 2023 i prezzi armonizzati dell’elettricità e gas in Italia sono dell’81,8% superiori alla media del 2021, mentre in Eurozona il divario è dimezzato, pari ad un +43,4%.

Le tendenze sul territorio - Nel dettaglio degli indici nazionali calcolati a livello regionale, ad aprile 2023 i prezzi al consumo di elettricità e gas sono più che doppi rispetto la media del 2021 in Provincia Autonoma Bolzano (+123,8%), Provincia Autonoma Trento (+121,1%), Valle d'Aosta (+111,7%) e Piemonte (+100,9%), Seguono, con valori superiori alla media nazionale, Liguria con +95,4%, Umbria con +91,0%, Abruzzo con +90,2%, Molise con +90,0, Toscana con +88,9%, Lombardia con +88,7%. Un trend inferiore alla media, seppur molto accentuato, nelle Marche con +81,6%, Puglia con +79,9%, Lazio con +77,7%, Calabria con +76,9%, Sicilia con +75,0%, Campania con +73,3%, Friuli-Venezia Giulia con +73,2%, Emilia-Romagna con +72,4%, Sardegna con +68,2%, Veneto con +65,3% e Basilicata con +53,7%.

In chiave provinciale, le tariffe delle bollette rimangono più elevate a Bolzano, dove i prezzi di elettricità e gas ad aprile 2023 sono del 123,8% superiori rispetto alla media 2021, seguita da Trento con +121,1%, Aosta con +111,7%, Alessandria con +104,0%, Vercelli con +102,4%, Cuneo con +101,0%, Biella con +100,5%, Torino con +100,4%, Novara con +99,8%, Imperia con +96,5%, Genova con +94,7%, Terni con +92,0%, Teramo con +91,9%, Campobasso con +91,1%, Perugia con +90,6%, Massa-Carrara con +90,5%, Pistoia con +90,2%, Lodi con +90,1%, Siena con +89,8%, Varese e Milano con +89,5%.

Anche dove la pressione è minore, le bollette di aprile 2023 sottendono prezzi di elettricità e gas superiori di almeno in 50% di quelli del 2021. Un relativo minore dinamismo si riscontra a Parma e Piacenza con +71,3%, Gorizia con +71,2%, Ferrara con +70,0%, Vicenza con +69,2%, Rovigo con +66,4%, Treviso con +66,4%, Belluno con +66,0%, Padova con +65,9%, Venezia con +65,2%, Olbia-Tempio con +65,1%, Verona con +63,1%, Cagliari con +61,1%, Sassari con +59,7% e Potenza con +53,9%.

Qui per il link alla dinamica tendenziale dei prezzi al consumo di elettricità e gas per regione e provincia tra gennaio 2019 e aprile 2023.

Un quadro delle tendenze dei prezzi lungo la filiera, dalle materie prime alla produzione, fino al mercato al consumo, nel 25° report su trend economia, congiuntura e MPI, ‘Intelligenza artificiale, lavoro e imprese' presentato questa settimana.

Nell’articolo a cura dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia un approfondimento sulla geopolitica dell’import di energia

 
Confronto tra prezzi 2023 elettricità e gas e prezzi import energia rispetto al 2021 nei principali paesi Ue
Marzo 2023 per p. import, aprile 2023 per p. consumo,  var. % rispetto media 2021 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 
Livello e trend dei prezzi al consumo di elettricità e gas
Gennaio 2019-aprile 2023, indice 2021=100, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

Dinamica dei prezzi al consumo di elettricità e gas per regione ad aprile 2023
Aprile 2023, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 


STUDI – Sostenibilità e domanda di lavoro: competenze green importanti per 44,7% entrate MPI +8,3 punti vs medie e grandi

La transizione green del sistema delle imprese italiane è caratterizzata da una domanda di lavoro con una diffusa richiesta di competenze sul risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, un orientamento che si delinea più marcato nelle micro e piccole imprese (MPI).

Le caratterizzazioni del mercato del lavoro e della struttura imprenditoriale nei processi di transizione ecologica saranno tra i temi sviluppati nel 1° Forum della Sostenibilità di Confartigianato Imprese, evento che si terrà a Roma il 27 e 28 giugno a Roma, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Qui il programma.

L’analisi dei dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL evidenzia che nel 2022 le imprese richiedono come necessarie le competenze green, ovvero l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, per 4,2 milioni di posizioni, pari all’81,1% delle entrate previste nel 2022. Tale quota è in aumento di quasi cinque punti rispetto all’anno precedente, quando le competenze green erano richieste al 76,3% delle entrate previste.

Alta importanza delle competenze green è più marcata nelle MPI - Nel 41,7% delle entrate le imprese richiedono la presenza di competenze green con un elevato grado di importanza (medio-alto e alto), quota in aumento rispetto al 37,9% rilevato l’anno precedente. Il peso delle entrate con questa marcata caratterizzazione di competenze green è più elevata nelle micro e piccole imprese (MPI) dove è pari al 47,3%, seguite dalle piccole imprese con il 41,9%. Nel complesso le MPI richiedono 3.293.650 entrate di cui per 1.472.790, pari al 44,7%, vi è una elevata importanza delle competenze per il risparmio energetico e un minore impatto ambientale dell’attività dell’impresa; anche per le MPI questa caratterizzazione delle competenze green è in aumento di 3,7 punti rispetto al 41,0% rilevato l’anno precedente.

La quota scende al 35,3% per imprese tra 50 e 499 dipendenti per risalire al 38,8% nelle imprese più grandi. Nel complesso la quota delle MPI è di 8,3 punti superiore al 36,5% calcolato per le medie e grandi imprese.

L’analisi per settore evidenzia che il comparto delle costruzioni, caratterizzato da interventi incentivati per ridurre il consumo energetico delle abitazioni, registra la quota più elevata di lavoratori per cui deve essere più marcata l'attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, pari al 48,0%, seguito dai Servizi con il 46,0% e la Manifattura con 36,8%.

I settori dove la domanda di lavoro nelle micro e piccole imprese è maggiormente caratterizzata da un elevato grado di importanza delle competenze green, con valori superiori alla media sono i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici dove riguarda il 50,9% delle entrate, public utilities (energia, gas, acqua, ambiente) con il 48,4%, le costruzioni con 48,0%, istruzione e servizi formativi privati con 47,2%, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli con 47,0%, lavorazione dei minerali non metalliferi (vetro, ceramica, ecc...) con 46,3%, servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio con 46,2%, sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati con 45,4% e servizi avanzati di supporto alle imprese con 44,8%. Una declinazione per settori sulla domanda di lavoro del totale delle imprese nell’analisi dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia.

L’analisi territoriale mostra che vie è una diffusa alta rilevanza delle competenze green dei lavoratori delle MPI. Tra le maggiori regioni, il fenomeno è più intenso in Puglia, dove al 49,0% delle entrate nelle MPI viene richiesto con elevato grado di importanza l'orientamento a processi energy saving e con un ridotto impatto sull'ambiente; seguono Sicilia con il 48,3%, Campania con il 47,4% e il Lazio con il 45,0%. Tra le altre regioni, si osserva una maggiore accentuazione - e superiore alla media - in Basilicata con 51,0%, Sardegna con 50,7%, Calabria con 49,7% e Molise con 48,6%.

La domanda di lavoro più connotata da competenze green nel Mezzogiorno si associa ad una maggiore spinta data dagli interventi per il risparmio energetico degli edifici con il superbonus 110% e alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel Mezzogiorno, come documentato da una  nostra recente analisi sulle tendenze in edilizia, gli interventi del superbonus pesano per il 68,6% del valore aggiunto territoriale delle costruzioni, quota superiore di 13,5 punti al 55,1% della media nazionale. In parallelo, l’analisi dei dati del Gse evidenzia che nelle regioni meridionali di concentra il 40,2% della produzione di energia solare.

 

 
Quota di entrate con elevata importanza delle competenze green per classe dimensionale
Anno 2022, entrate con importanza medio alta e alta di attitudine al risparmio energetico e tutela ambientale in % sul totale entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal

 

Quota di entrate con elevata importanza delle competenze green nelle MPI per regione
Anno 2022, entrate con importanza medio alta e alta di attitudine al risparmio energetico e tutela ambientale in % sul totale entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal


IoreSME - NEWSLETTER 2 - Il Green Deal e il settore dei Trasporti

L'articolo di apertura della newsletter del mese di giugno del progetto europeo IoreSME, di cui Confartigianato Imprese è partner, approfondisce  il Green Deal dell'UE per i trasporti, un settore chiave per l'economia europea e l'occupazione, ma anche una fonte significativa di emissioni di gas serra. Con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l'UE mira a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra provenienti dai trasporti, puntando a una riduzione del 90% entro il 2050. Questo obiettivo implica una serie di misure, tra cui la riduzione delle emissioni da automobili e furgoni e l'introduzione di nuove regolamentazioni per l'aviazione e il settore marittimo, oltre a promuovere un cambiamento verso modi di trasporto più sostenibili come veicoli elettrici e trasporto pubblico.

Il secondo focus della newsletter è dedicato al Patto per le Competenze, lanciato nel 2020 per affrontare il futuro fabbisogno di competenze in Europa. Questa iniziativa è supportata da oltre 1.000 organizzazioni e mira a qualificare e riqualificare le persone in età lavorativa. La prima relazione annuale mostra progressi sostanziali in vari settori, con quasi 2 milioni di persone raggiunte da attività di aggiornamento e/o riqualificazione e investimenti di quasi 160 milioni di euro.

Infine, le ultime notizie, tra cui la proposta della Commissione europea per un uso sostenibile delle risorse naturali, i risultati dell'Eurobarometro sulla percezione del cambiamento climatico, il finanziamento di oltre 3,6 miliardi di euro a 41 progetti di tecnologia pulita, e l'approvazione di una raccomandazione sul rafforzamento del dialogo sociale nell'UE.

 

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STUDI – Intelligenza artificiale, un cambio di paradigma. Indicatori di impatto sul lavoro nel 25° report di Confartigianato

 

Le principali tendenze macro economiche e congiunturali alle porte dell’estate 2023 e l’analisi di alcuni indicatori che misurano l’impatto dell’Intelligenza artificiale (IA) e dei robot sul mercato del lavoro e sul sistema delle imprese sono state al centro del webinar di presentazione del 25° report di Confartigianato ‘Intelligenza artificiale, lavoro e imprese' aperto stamane da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato. Qui per scaricarlo.

Il lavoro evidenzia il cambio di paradigma determinato dalla diffusione di sistemi di IA, che delinea una marcata discontinuità con il passato. Sul mercato del lavoro sarà più probabile una polarizzazione della qualità del lavoro e l’attivazione di una domanda formazione, anche sui profili più elevati. E’ discusso e controverso l’effetto sulla disoccupazione tecnologica: si delineano situazioni di sostituzione di lavoro da parte dell’ IA mentre in altre imprese i processi aziendali vedranno una collaborazione tra lavoratori e sistemi di IA. I sistemi di IA richiederanno un riequilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA come analisi di bilancio, funzioni di controllo, gestione del credito e della finanza d’impresa, progettazione e amministrazione di sistemi, gestione legale e del personale, direzione vendite, organizzazione e gestione dei fattori produttivi, formazione on the job, gestione dei rapporti con il mercato dell’impresa, trasferimento e del trattamento delle informazioni aziendali, informazioni e assistenza dei clienti.

Lo sviluppo dell’automazione in generale pone sfide ai bilanci pubblici sia sul fronte della tassazione che su quello della spesa, in primis sui discussi sussidi per la disoccupazione.

I mercati e le decisioni degli operatori economici e le interazioni con il mercato si basano sulle informazioni: lo sviluppo di sistemi di IA generale impattano sui costi di verifica della qualità e la veridicità di dati e analisi a supporto delle decisioni di impresa.

Il report evidenzia come in chiave globale i differenti tassi di investimento in R&S determinano squilibri geopolitici che penalizzano le economie europee. L’IA, e più in generale lo sviluppo di sistemi gestiti da macchine, delineano fattispecie inedite sul fronte della legislazione, in particolare nella contrattualistica, nelle assicurazioni dei rischi e nella tutela della privacy.

Nel report, sula base di evidenze della letteratura internazionale sono esaminati alcuni indicatori di impatto dell’AI applicati alla struttura del mercato del lavoro europeo e dei flussi in ingresso di lavoratori nelle imprese italiane, proponendo confronti internazionali e su base regionale.

In parallelo sono stati applicati alla struttura imprenditoriale italiana i risultati di studio pubblicato dall’Ocse sulla distribuzione settoriale del ‘rischio automazione’ conseguente all’introduzione di sistemi robotizzati.

Fattori abilitanti dell’IA e posizionamento delle piccole imprese italiane - Alcune tecnologie digitali sono strettamente integrate con i processi gestiti da IA e il report di Confartigianato evidenzia come si posizionano le piccole imprese italiane nel panorama europeo rispetto l’utilizzo di alcune tecnologie abilitanti a sistemi di IA. In particolare si osserva una maggiore diffusione di piccole imprese che utilizzano Internet delle cose - 30,5% in Italia +4 punti in più del 26,5% UE - l cloud computing - diffuso nel 50,4% delle piccole imprese, +18,8 punti in più del 31,6% UE -  mentre una criticità è rappresentata dalla ancora contenuta diffusione dell’utilizzo di big data, presente nel 7,3% delle piccole imprese italiane, 5,2 punti in meno del 12,5% UE.

I contenuti del 25° report - Il report evidenzia i cambiamenti macroeconomici e congiunturali più significativi in atto alle porte dell’estate 2023, le evoluzioni della stretta monetaria, l’uscita dalla fase acuta della crisi energetica e i segnali di resilienza delle imprese sul fronte della propensione a investire e della domanda di lavoro. Nel dettaglio sono esaminate le tendenze del mercato del credito, della produzione manifatturiera e delle costruzioni, delle esportazioni, dell’attività dei servizi, delle vendite al dettaglio e della presenze turistiche. Sono esaminate le tendenze dei prezzi lungo la filiera, dalle materie prime alla produzione, fino al mercato al consumo. Sulla politica fiscale sono proposte alcune tendenze della spesa pubblica per investimenti, in particolare quelli per l'ambiente -  decisivi per contrastare il dissesto idrogeologico - e della spesa del PNRR.

Al centro di questa 25esima edizione il focus dedicato all'Intelligenza artificiale, propone evidenze sull’e-business, in particolare su utilizzo di Internet delle Cose (IoT), Big data, Servizi di cloud computing. Inoltre, viene esaminata la diffusione dei sistemi di Intelligenza artificiale (IA) tra le imprese, gli investimenti in R&S in IA e tecnologie digitali nel mondo, l'analisi di indicatori di impatto dell'IA sul mercato del lavoro con declinazioni per i paesi Ue sullo stock di occupati e per le regioni sui flussi in ingresso. Sono delineati alcune caratteristiche del cambio di paradigma determinato dalla diffusione dei sistemi di IA. Inoltre, viene esaminata l’incidenza dell'occupazione a rischio automazione per le imprese, le micro e piccole imprese (MPI) e le imprese artigiane.

L’analisi territoriale, curata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, presenta l'impatto dell'intelligenza artificiale e il rischio robot, gli investimenti digitali e green e la quota di imprese che svolge formazione nei due ambiti, la diffusione dei profili STEM, la difficoltà di reperimento delle e-skill, il trend della domanda di lavoro, il turismo, evidenziandone le principali destinazioni e la dinamica 2019-2022 della spesa e dei pernotti della componente straniera, e l'indice Youth-Friendly Confartigianato.

L’Appendice statistica contiene il quadro delle imprese, MPI, imprese artigiane e relativi addetti per livello di rischio automazione per regione e provincia.

 
Quote R&S in settori del digitale per area
2021 e 2016, % sul totale mondo spesa R&S prime 2500 società mondiali - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea


STUDI – Spinta del PIL da crescita investimenti: +3,3% in Italia vs +1,9% Eurozona e +0,8% Francia, Germania in negativo (-0,5%)

I conti nazionali aggiornati stamane da Eurostat confermano un sentiero di crescita economica che per l’Italia è migliore di quello dei maggiori paesi dell'Unione europea.

Crescita del PIL, Italia leader - Nel primo trimestre del 2023 la crescita del PIL è risultata pari allo 0,6% in termini congiunturali e all’1,9% in termini tendenziali. Entrambe le misure sono migliori della media dell’Eurozona, rispettivamente pari a +0,1% sul trimestre precedente e +1,3% su base annua. In termini congiunturali la crescita dell'Italia è migliore del +0,5% della Spagna, del +0,2% della Francia mentre la Germania è entrata in recessione tecnica, con due trimestri consecutivi di calo congiunturale del PIL: -0,3% nel primo trimestre 2023 dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022. In termini tendenziali l’Italia sovraperforma la Francia (+0,9% rispetto al primo trimestre del 2022), mentre la Spagna segna uno spunto più marcato (3,8%) e la Germania rimane in territorio negativo (-0,5%).

Mezzogiorno d’Europa locomotiva della ripresa post crisi energetica - Il maggiore dinamismo dell'economia italiana è confermata nelle previsioni dell'Ocse del 7 giugno: nel 2023 il PIL dell'Italia salirà dell'1,2%, di 3 decimi di punto superiore al +0,9% della media Eurozona. Tra i maggiori paesi l’Italia fa meglio del +0,8% della Francia e della crescita zero della Germania, mentre la Spagna conferma la maggiore crescita nell'anno, pari al +2,1%.

Trainano gli investimenti e la domanda di lavoro delle imprese - Nonostante la stretta monetaria in corso - ad aprile 2023 il costo dei prestiti fino a 250mila euro è salito di 281 punti in dodici mesi - e la crescita dell’indicatori di incertezza dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nel primo trimestre 2023 in Italia gli investimenti fissi lordi salgono del 3,3% su base annua, a fronte del +1,9% della media Eurozona, e risultando ampiamente al di sopra del +0,8% della Francia e del +0,3% della Germania.

In parallelo, il buon andamento del mercato del lavoro in Italia, documentato nella nostra analisi pubblicata lunedì scorso, si conferma migliore rispetto al benchmark europeo: secondo i conti nazionali in Italia gli occupati nel primo trimestre 2023 salgono del 2,2% su base annua facendo meglio del +1,6% della media Eurozona e, in particolare, registrando una crescita più che doppia rispetto al +1,0% della Germania.

Le tendenze dell’economia nel webinar del 12 giugno - Le più recenti tendenze macroeconomiche e congiunturali saranno esaminate nel corso del webinar di lunedì prossimo, 12 giugno, dedicato alla presentazione del 25° report di Confartigianato ‘Intelligenza artificiale, lavoro e imprese’ organizzato dall’Ufficio Studi e dalla Direzione Politiche economiche: qui per info e iscrizioni al webinar.

 
Crescita nei principali paesi Ue nel 2023 e 2024
2023 e 2024, var. % annua, dati a prezzi costanti, previsioni 7 giugno - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ocse

 
Dinamica degli investimenti fissi lordi nei principali paesi Ue
I trimestre 2023, var. % tendenziale, dati a prezzi costanti e destagionalizzati - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat