STUDI – Gelati, spesa di 1,8 miliardi di euro e 9.379 laboratori di gelateria, 67,3% sono artigiani. I dati Confartigianato al TG1

La dinamica della domanda di gelato dell’estate del 2023 si inserisce in un contesto caratterizzato da una pressione inflazionistica che sta comprimendo i consumi delle famiglie, con ricadute anche sul settore alimentare. Nei primi cinque mesi del 2023 il volume delle vendite al dettaglio di beni alimentari è in flessione del 4,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo della spesa reale delle famiglie determinata dall’inflazione è, almeno in parte, controbilanciato dalla domanda dei turisti stranieri, le cui presenze sono in sensibile crescita nel corso del 2023.

L’elaborazione dei dati dell’Istat sui consumi consente di stimare per il 2022 in Italia una spesa delle famiglie per gelati pari a 1.788 milioni di euro. In chiave territoriale, la spesa per le famiglie per gelati più elevata si riscontra in Lombardia con 328 milioni di euro, seguita da Lazio con 167 milioni, da Veneto con 153 milioni, da Piemonte con 148 milioni, da Emilia-Romagna con 147 milioni, da Campania con 143 milioni, da Sicilia con 130 milioni, da Toscana con 107 milioni e da Puglia con 105 milioni.

L’analisi sul sistema di offerta, svolta in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, evidenzia la presenza al I trimestre 2023 di 9.379 laboratori di gelateria per cui è elevata la vocazione artigiana: le 6.311 gelaterie artigiane rappresentano, infatti, il 67,3% del totale, quota tripla rispetto al 21,2% registrato per il totale economia nazionale.

I numeri di Confartigianato al TG1 Economia. Qui per il servizio.

Va considerato che il perimetro delle attività artigianali relative al mondo del gelato è comunque più ampio, coinvolgendo i segmenti delle pasticcerie che producono dolci con il gelato e dei laboratori che producono gelati senza vendita al dettaglio. In tal senso nostre precedenti analisi hanno valutato che il 43,8% della spesa delle famiglie è intercettabile da parte delle gelaterie artigianali e micro e piccole imprese a vocazione artigiana.

In chiave territoriale, tra le principali regioni, si stima una presenza maggiore di laboratori di gelateria in Lombardia dove se ne contano 1.575 pari al 16,8% dei laboratori presenti in tutta la penisola, a cui segue il Veneto con 1.191 laboratori, pari al 12,7% del totale, Emilia-Romagna con 1.157 laboratori, pari al 12,3% del totale, Lazio con 990 laboratori, pari al 10,6% del totale, Piemonte con 787 laboratori, pari all’8,4% del totale, Toscana con 753 laboratori, pari all’8% del totale, Sicilia con 483 laboratori, pari al 5,2% del totale e Campania con 427 laboratori, pari al 4,6% del totale.

Tra queste regioni i laboratori di gelateria artigiani hanno peso maggiore, del 75,9%, in Piemonte dove sono 597, a cui seguono con un peso del 75,4%, il Veneto, che ne conta 898, con un peso del 71,9%, l’Emilia-Romagna, che ne conta 832, con un peso del 68,7%, la Sicilia, che ne conta 332, con un peso del 65,9%, la Lombardia, che ne conta 1.038, con un peso del 61,5%, la Toscana, che ne conta 463, con un peso del 59,7%, la Campania, che ne conta 255 e con un peso del 45,7%, il Lazio, che ne conta 452.

 

 
Spesa delle famiglie per gelati per regione
Anno 2022. Milioni di euro - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
 
 

Laboratori di gelateria nelle regioni italiane e peso di quelli artigiani
I trimestre 2023 – imprese registrate - Elaborazione Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia su dati Unioncamere-Infocamere

 

 


STUDI – Caro tassi: segnali di rallentamento e maggiore costo per MPI di 6,7 miliardi di euro. Il report sul credito di Confartigianato

In un quadro europeo caratterizzato da una ancora elevata inflazione, prosegue il rialzo dei tassi interesse da parte della Banca centrale europea, con effetti sull’economia e sui bilanci aziendali che si fanno sempre più evidenti, nonostante alcuni segnali di resilienza manifestati dalle imprese italiane, come delinea il report sul credito dell’Ufficio Studi di Confartigianato pubblicato oggi. A fronte di un’inflazione che a giugno 2023, pur mostrando una decelerazione, si colloca al 5,5% in Eurozona e rimane lontana dal target del 2%, lo scorso 15 giugno il Consiglio Direttivo della Bce ha rialzato ancora i tassi di 25 punti base, lasciando aperta la prospettiva di un ulteriore aumento nella prossima seduta del 27 luglio. In dodici mesi i tassi ufficiali sono stati rialzati otto volte, per complessivi 400 punti base. In parallelo alla normalizzazione della politica monetaria si sta registrando un raffreddamento della congiuntura. Con la perdita del potere di acquisto delle famiglie, nei primi cinque mesi del 2023 il volume delle vendite al dettaglio cala del 3,7% su base annua. Sulla manifattura, nei primi cinque mesi del 2023 sta pesando un calo tendenziale dell’export del 3,2% mentre la produzione cede del 2,4%. L’analisi dei dati pubblicati oggi dall’Istat oggi delinea per le costruzioni una fase “post-superbonus”: nei primi cinque mesi del 2023 si osserva un calo della produzione del 2,8%, mentre il caro tassi colpisce il mercato immobiliare, con le transazioni immobiliari che nel primo trimestre del 2023 registrano una caduta tendenziale dell’8,3%. Nonostante questi segni di cedimento, l’economia nel suo complesso tiene, con il PIL che nel primo trimestre dell’anno sale dell’1,9% su base annua, sostenuto da investimenti, in salita del 3,3% su base annua, occupazione, che a maggio sale dell’1,7%, e presenze turistiche, che nei primi quattro mesi dell’anno registrano un aumento del 26,8%.

La stretta monetaria sta spingendo in alto il costo del credito. A maggio 2023 i tassi sui prestiti alle imprese sono saliti al 4,81%, con un aumento di 362 punti base su base annua. Un livello così alto del costo del credito non si registrava dalla Grande crisi, nel novembre del 2008. Nel confronto internazionale, in Italia si registrano tassi di interesse per le imprese più elevati tra i maggiori paesi Ue, conseguenza di un aumento più marcato negli ultimi dodici mesi. A fronte del tasso medio del 4,81% in Italia, l’Eurozona segna un 4,56%; nel dettaglio la Germania segna un 4,65%, la Spagna il 4,49% e la Francia un 4,28%. La crescita dei tassi in Italia è molto più marcata, registrando un aumento di +362 punti base in dodici mesi, a fronte del +311 punti base dell'Eurozona. Negli altri paesi, caro tassi più contenuti con +316 punti base in Germania, +312 punti base in Spagna e +286 punti base in Francia.

Il maggiore costo del credito determina effetti rilevanti sui bilanci delle imprese. In Italia si stima un maggiore costo su base annua sul credito erogato alle MPI (micro e piccole imprese fino a 50 addetti) di 6.749 milioni di euro. L’analisi per regione evidenzia il più elevato impatto della stretta monetaria in Lombardia con 1587 milioni di euro di maggiore costo per le MPI, seguita da Veneto con 715 milioni, Emilia-Romagna con 665 milioni, Lazio con 541 milioni, Piemonte con 509 milioni, Toscana con 507 milioni, Campania con 359 milioni, Trentino-Alto Adige con 350 milioni, Puglia con 280 milioni, Sicilia con 261 milioni e Marche con 173 milioni. Quest'ultimo dato è contenuto nell'Appendice statistica “Costo, dinamica e qualità del credito tra marzo 2021 e marzo 2023 per territorio” insieme a quelli relativi a livelli e dinamiche del costo del credito alle imprese, dei prestiti alle imprese, alle MPI e alle famiglie consumatrici per acquisto abitazioni, dei depositi delle imprese ed alla qualità del credito. Qui per scaricarla.

 

 

 
Tasso di interesse alle imprese nei principali paesi Ue e in Eurozona
Gennaio 2019-maggio 2023. Tasso %. Nuove operazioni di società non finanziarie - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Bce
 

Impatto caro tassi su costo del credito alle MPI per regione
Milioni di euro, maggiore su base annua su trend tendenziale tassi a maggio 2023 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia


EVENTI - Seminario di Confartigianato a Padova: Il regolamento sulle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali spiegato agli imprenditori

 

 

Confartigianato Imprese, in collaborazione con Confartigianato Veneto, ha organizzato un seminario che si terrà lunedì 24 luglio presso la sede di Confartigianato Padova. L'obiettivo dell'evento è quello di informare gli imprenditori associati sul nuovo regolamento riguardante le indicazioni geografiche per i prodotti artigianali, evidenziando l'impatto che questo potrebbe avere sulle piccole imprese e il valore aggiunto che potrebbe generare.

Nel corso del seminario interverranno, tra gli altri, l'Europarlamentare Alessandra Basso e il Presidente Confartigianato Artistico, Antonio Donato Colì. Sarà un'opportunità per gli imprenditori di confrontarsi con esperti del settore e acquisire una maggiore comprensione dei vantaggi offerti dal regolamento sulle indicazioni geografiche.

Le indicazioni geografiche rappresentano un sistema di protezione dei diritti di proprietà intellettuale per specifici prodotti, la cui qualità è strettamente legata all'area di produzione in cui vengono realizzati. Alcuni esempi famosi di questo tipo di prodotto sono il rinomato corallo di Torre del Greco, la carta di Fabriano e il porfido Trentino.

Il nuovo regolamento garantirà la qualità e l'autenticità dei prodotti venduti all'interno dell'Unione Europea. Queste nuove norme sono state introdotte per impedire che qualcuno possa sfruttare gratuitamente il lavoro di alta qualità dei veri produttori di una vasta gamma di prodotti artigianali e industriali.

Fino ad oggi, l'Unione Europea aveva norme specifiche per la protezione delle indicazioni geografiche riguardanti vini, bevande alcoliche, prodotti alimentari e altri prodotti agricoli. Il Chianti e il Prosciutto di Parma sono esempi ben noti di indicazioni geografiche legate al settore agricolo.

Tuttavia, non esisteva una protezione a livellocomunitario per i prodotti artigianali e industriali. Il nuovo regolamento mira a colmare questa lacuna introducendo una protezione direttamente applicabile per questi tipi di prodotti, come gioielli, prodotti tessili, vetro, porcellana e altri. L'obiettivo è integrare la protezione già esistente per le indicazioni geografiche nel settore agricolo.

Il 2 maggio scorso, i rappresentanti del Parlamento Europeo e del Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sulla proposta di regolamento.

Confartigianato Imprese ha seguito attentamente l'intero processo legislativo, sia a livello nazionale che europeo, per garantire la tutela delle nostre eccellenze artigianali e il loro legame con il territorio.

Per Confartigianato il testo avrebbe potuto essere più ambizioso, tuttavia il risultato finale è apprezzabile.  In particolare, sono stati introdotti alcuni aspetti positivi che meritano attenzione. Ad esempio, la definizione di "prodotto artigianale" si allinea con la posizione confederale, distinguendo chiaramente tra prodotti realizzati a mano o con un forte apporto umano e quelli di natura industriale, senza tralasciare l'apertura verso gli strumenti digitali utilizzati dalle imprese innovative.

Inoltre, la confederazione aveva sollecitato l'inclusione di un requisito che richiedesse la produzione principale del bene nel territorio di riferimento per poter accedere alle indicazioni geografiche. Nonostante questa proposta sia stata respinta dagli Stati membri, l'azione di Confartigianato ha ottenuto un maggiore riconoscimento del legame tra i prodotti e il territorio in altre disposizioni, come nell'articolo 5 o nell'articolo 69, che prevede che la relazione della Commissione Europea in fase di revisione si concentri proprio su questo aspetto.

In generale, si tratta di un nuovo quadro giuridico che rappresenta il primo passo verso una protezione più solida dei prodotti artigianali italiani e una fonte di guadagno per le imprese che li producono. Confartigianato Imprese continuerà a impegnarsi per tutelare le nostre eccellenze e promuovere il loro valore a livello nazionale ed europeo.

 

 

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