STUDI – Incertezza sui mercati globali i rischi per il made in Italy nei settori MPI. Il trend nei territori

L’intensificazione delle guerre commerciali porta ai massimi l’incertezza sugli scambi internazionali. Prosegue la crescita dell’indice mensile di incertezza della politica commerciale elaborato da Dario Caldara, Matteo Iacoviello, Patrick Molligo, Andrea Prestipino e Andrea Raffo che a febbraio 2025 raggiunge un nuovo massimo storico.

L’aumento dell'incertezza penalizza i flussi di commercio estero e riduce la crescita, in modo particolare nell’area dell'euro. Nelle previsioni della BCE di marzo il tasso di crescita del PIL mondiale (con esclusione dell'area dell'euro) è ritoccato al ribasso di 0,1 punti percentuali nel 2025 e di 0,2 punti nel 2026. Poiché l'economia dell'Eurozona ha un grado di apertura maggiore e la composizione delle sue esportazioni è orientata verso beni durevoli, le previsioni della BCE calcolano un impatto più pronunciato, con una crescita dell’export del +0,8%, in rallentamento rispetto al trend del 2024 (+0,9%) e dimezzata rispetto alle previsioni di dicembre 2024 (+1,6%). Di conseguenza si registra un ribasso della crescita del PIL reale nell’area dell’euro di 0,2 punti percentuali sia nel 2025 che nel 2026.

I rischi per l’export e il trend nei settori di MPI nei territori – La frenata dell’export si ripercuote su Germania e Italia, le due maggiori economie manifatturiere dell’Eurozona, aggravando un bilancio dell’export che per l’Italia nel 2024 è in negativo, segnando un calo dello 0,4%. La flessione è risultata contenuta grazie alla tenuta delle vendite del made in Italy nei settori di micro e piccola impresa (MPI): alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altre manifatture, tra cui gioielleria ed occhialeria, comparti in cui l’occupazione nelle imprese con meno di 50 addetti supera il 60%. Infatti, la diminuzione dello 0,4% dell’export totale è la combinazione di un aumento del 3,0% dell'export nei settori di MPI e di una flessione dell'1,6% nel resto della manifattura. Nel 2024 l’export nei settori di MPI sale a 176,1 miliardi di euro, pari al 9,0% del valore aggiunto.

In chiave settoriale si osserva una robusta crescita per gioielleria, occhialeria e altre industrie manifatturiere, che segna un +19,6% e per i prodotti alimentari con 9,8%. Segno positivo (+0,7%) per l’export del legno, mentre sono in territorio negativo i prodotti in metallo con -2,2%, i mobili con -2,6%, e la moda con un calo del 4,5%. In quest’ultimo settore si osserva un segno positivo, in controtendenza, in Piemonte e Veneto. Il calo della domanda estera dei prodotti in metallo e del tessile, abbigliamento e pelle sono tra i fattori che connotano la grave crisi in corso della meccanica e della moda.

Nell’analisi per le regioni con un peso delle esportazioni nei settori di MPI sul valore aggiunto regionale superiore alla media, evidenzia una maggiore crescita dell'export in questo cluster settoriale in Toscana con +13,6%, una crescita in linea con i restanti settori. Seguono il Piemonte con +3,6% nei settori di MPI a fronte del -7,6% dei restanti settori che nel complesso determina una variazione dell'export regionale del -4,9%, Emilia-Romagna con +1,7% nei settori di MPI a fronte del -3,2% dei restanti settori che nel complesso determinano un calo del 1,0% dell'export regionale. In Friuli-Venezia Giulia la leggera flessione (-0,5%) nei settori di MPI è bilanciata dal +0,4% dei restanti settori che nel complesso determina una tenuta (+0,2%) dell'export regionale. Segno negativo diffuso in Veneto con un calo dell’1,7% nei settori di MPI a fronte del calo dell’1,9% dei restanti settori che nel complesso determina una variazione dell'export regionale del -1,8%. In Lombardia il calo dell’1,7% nei settori di MPI è bilanciato dal +1,4% dei restanti settori che nel complesso determina una variazione positiva (+0,6%) dell'export regionale. Nelle Marche si osserva un calo più contenuto (-3,9%) nei settori di MPI, a fronte del forte calo (-38,4%) dei restanti settori che nel complesso determina una flessione del 29,7% dell'export regionale.

#SAVETHEDATE - Il quadro delle tendenze sull’export territoriale sarà approfondito nel corso del webinar del prossimo 31 marzo in cui sarà presentato il 33° report congiunturale di Confartigianato.

 
Trade Policy Uncertainty Index
Gennaio 2005-febbraio 2025 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Caldara, D., Iacoviello, M., Molligo, P., Prestipino, A. e Raffo, A.

 
Peso dell’export di MPI sul valore aggiunto regionale
2024, esportazioni settori MPI % su valore aggiunto 2023, Ateco 2007  CB, 10, 16,18,25,31 e 32 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


STUDI – Meccanica, -6,4% produzione e -5,0% export. Il punto sulla crisi nel Rapporto Meccanica 2025 presentato al MECSPE

La difficile congiuntura della manifattura presenta effetti amplificati sulla meccanica e sulla moda, due settori chiave del made in Italy. Sulla crisi della meccanica incide l’incertezza geopolitica che indebolisce la ripresa del commercio internazionale. Agisce da ulteriore freno la guerra commerciale innescata dai dazi degli USA. La stretta monetaria ha portato in territorio negativo il trend della domanda di investimenti in macchinari e impianti, mentre la recessione in Germania e il basso profilo di crescita della Cina pesano sulla domanda di prodotti del made in Italy. La fase recessiva della meccanica è condizionata dalle incertezze dell’automotive nella difficile transizione alla mobilità elettrica.

L’analisi del comparto è contenuta nel Rapporto Confartigianato Meccanica 2025 'Imprese della meccanica, tra incertezze dei mercati globali e sfide della twin transition’ presentato dall’Ufficio Studi con l’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna il 6 marzo 2025 al Villaggio Confartigianato al MECSPE di Bologna nel corso della riunione congiunta dei consigli direttivi Confartigianato meccanica e Subfornitura e Confartigianato Carpenteria meccanica convocata durante. Qui per scaricarlo.

I contenuti del Rapporto Confartigianato Meccanica 2025 - Il Rapporto analizza le condizioni del settore della meccanica in Italia e le prospettive per il 2025, evidenziando le principali sfide e opportunità per un settore strategico per l’economia italiana, con una forte specializzazione in alcune regioni come Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. La produzione meccanica ha subito un calo del 6,4% nel 2024, più marcato rispetto al calo del 3,7% del manifatturiero nel suo complesso. Il Rapporto evidenzia una migliore tenuta dell’indice di produzione ponderato per le micro e piccole imprese (MPI). La doppia transizione, digitale e green, è un fattore chiave per delineare il futuro del settore. Il Rapporto esamina lo stato dell’arte nei processi di digitalizzazione delle imprese – con un focus in relazione al  progetto Gate4Innovation avviato da Confartigianato -, dell’efficientamento energetico e della riduzione dell’impatto sull’ambiente. Permane una elevata difficoltà nel reperire personale con competenze qualificate, in particolar modo nell’ambito digitale e della sostenibilità. Il commercio internazionale ha mostrato segnali di ripresa, ma con un ritmo inferiore alle attese. Nel 2024 le vendite del made in Italy della meccanica di produzione sono scese del 5,0%. Sull’export gravano i timori dei dazi USA mentre la recessione della Germania genera un impatto negativo sulle esportazioni italiane di prodotti della meccanica.

La stretta monetaria ha aumentato il costo del credito, penalizzando la domanda di investimenti, in particolare in macchinari e impianti. L’incertezza sulla transizione verso la mobilità elettrica e la debole domanda di autoveicoli influiscono sulla performance della filiera dell’automotive.  In Italia il flusso delle immatricolazioni di veicoli elettrici è ampiamente inferiore a quello necessario per raggiungere gli obiettivi nazionali indicati nel Piano Nazionale integrato Energia e Clima.

L’occupazione presenta un calo nei prodotti in metallo, macchinari e mezzi di trasporto, mentre rimane in positivo per metallurgia e riparazione macchinari. Le previsioni della domanda di lavoro sono in forte calo nella primavera del 2025. Nell’ultimo trimestre i prezzi dell’energia elettrica hanno registrato un marcato rialzo, incidendo sui costi di produzione delle imprese della meccanica. Nel comparto è in corso un marcato processo di selezione delle imprese.

All’interno di un quadro critico del settore, il Rapporto Meccanica 2025 di Confartigianato evidenzia alcuni significativi segnali positivi relativi al miglioramento delle attese sugli ordini, la tenuta e la crescita della produzione in settori con elevata presenza di imprese artigiane, il proseguimento della riduzione tassi da parte della BCE, la crescita congiunturale degli investimenti in macchinari e impianti nell’ultimo trimestre del 2024 dopo quattro trimestri consecutivi di calo, una complessiva resilienza dell'occupazione, il calo degli infortuni nell'artigianato, la crescita della qualità intrinseca delle esportazioni di beni strumentali, con un calo della produzione che si trasmette solo in parte sulla riduzione del valore aggiunto.

 
Dinamica produzione Meccanica 2014-2024
var. % indice corretto con giorni lavorativi, ponderazione con addetti MPI - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat


STUDI – Cresce il turismo esperienziale: 8,1% dei viaggi con visita a laboratori artigiani e di produzione. Il report di Confartigianato sul turismo

La domanda turistica è di particolare importanza in un contesto caratterizzato da una domanda interna penalizzata dalla stretta monetaria e da una politica fiscale prudente, che espone ad un minore dinamismo la spesa per interventi a favore dell’economia, tra cui quella per il turismo. Un sostegno ai consumi arriva dalla manovra 2025, che prevede benefici per le famiglie per 15,2 miliardi di euro. La domanda estera di beni rimane debole per le incertezze geopolitiche che frenano il commercio internazionale e la politica dei dazi Usa. Diventa essenziale per la crescita economica il dinamismo del turismo sostenuto dalla attrattività delle presenze straniere. Il turismo rappresenta il 6,2% del valore aggiunto dell'economia italiana, superiore alla media UE del 4,5%.

Il focus sull’economia turistica è contenuto nel report ‘Economia e imprese del turismo. Le tendenze e i territori’ predisposto in collaborazione con Sistema Imprese e Patrimoni Territoriali, Comunità Locali Turismo presentato dall’Ufficio Studi in occasione del convegno organizzato da Confartigianato dal titolo “Turismi – Viaggiatori, Imprese e Territori” tenutosi a Roma il 5 marzo. Qui per scaricare il Report.

Nel 2024 le presenze turistiche consolidano il robusto aumento del 2023, con una crescita del +2,5% rispetto all'anno precedente, di 0,2 punti superiore alla media UE del +2,3%, grazie al traino dai turisti stranieri (+6,8%) mentre le presenze degli italiani sono in calo (-2,2%). La spesa dei viaggiatori stranieri, che vale 51,7 miliardi di euro, è salita del 7,0% nei primi 9 mesi del 2024 e in cinque delle maggiori regioni si registra una crescita a doppia cifra: la spesa cresce del 21,2% in Sicilia, del 15,4% in Toscana, del 15,1% in Sardegna e del 12,3% in Trentino-Alto Adige e dell’11,9% in Puglia.

L'Italia è la seconda destinazione turistica in Europa per numero di presenze, dopo Spagna, ma sale al primo posto per presenze turistiche nei mesi estivi giugno-agosto, contribuendo alla crescita del PIL del mare che in Italia è il più alto d’Europa: vale 820,8 miliardi di euro il PIL delle aree costiere italiane, superando i 736,7 miliardi di euro della Francia e i 627,8 miliardi di euro della Spagna.

In forte salita il turismo esperienziale soprattutto in vacanze culturali e paesaggistiche - Nel trimestre estivo (ultimo anno disponibile è il 2023) la visita a laboratori artigiani, fabbriche o siti per la produzione di beni interessa l’8,1% dei viaggi del trimestre, quasi raddoppiando il 4,2% dell’anno precedente. La quota sale al 14,2% nelle vacanze paesaggistiche e al 21,3% nelle vacanze culturali. Quest’ultimo segmento delle vacanze acquista rilevanza, rappresentando nel 2023 il 13,1% delle vacanze, 3,4 punti superiore al 9,7% dell’anno precedente.

Il cluster dell’artigianato interessato dalla domanda turistica - Sul versante dell'offerta, alla fine del 2024 le imprese artigiane operanti in settori core di attività interessati dalla domanda turistica sono 186.781, pari al 14,9% dell'artigianato totale, e danno lavoro a 500.647 addetti.

L’analisi territoriale evidenzia che a livello regionale il peso dell’artigianato nei settori a vocazione turistica rappresenta oltre un quinto delle imprese artigiane della regione in Sicilia con il 21,0% ed a seguire, con valori superiori alla media nazionale del 14,9%, si posizionano Campania con il 18,6%, Calabria con il 18,5%, Marche e Sardegna entrambe con il 17,5%, Lazio con il 17,4%, Toscana con il 17,1%, Provincia Autonoma di Bolzano e Basilicata entrambe con il 15,9% e Puglia con il 15,1%.

A livello provinciale l’artigianato a vocazione turistica mostra a Fermo l’incidenza più alta, pari al 29,3%, quota doppia rispetto alla media nazionale; seguono, con quota superiore ad un quinto, Palermo con il 23,4%, Agrigento con il 22,7%, Firenze con il 22,2%, Reggio Calabria con il 21,8%, Arezzo con il 21,4%, Catania e Messina entrambe con il 21,0%, Siracusa con il 20,6% e Caltanissetta con il 20,4%.

L’anno del Giubileo - Sui flussi turistici del 2025 vi potrebbero essere effetti positivi del Giubileo: nel 2000, anno del precedente evento giubilare, la spesa dei turisti stranieri aumentò del 12,0% su base annua, il tasso più elevato registrato nei ventidue anni precedenti alla pandemia (1998-2019).

338 giorni dall’inizio delle Olimpiadi e le Paralimpiadi di Milano Cortina 2026 – L’impatto dell’evento sportivo mondiale del prossimo anno, oltre a consolidare la posizione dell’Italia di leader europeo nell’economia della montagna, avrà significative ricadute sull’attività delle imprese artigiane. Nelle sei province interessate dalle gare olimpiche – Belluno, Bolzano, Milano, Sondrio, Trento e Verona – a fine 2024 operano 19.703 imprese artigiane in settori core interessati dalla domanda turistica, il 10,5% del corrispondente totale nazionale, con 48mila addetti, il 9,6% del corrispondente totale nazionale.

Stretta monetaria mette a rischio la twin transition - La stretta monetaria ha ridotto gli investimenti, penalizzando la twin transition delle imprese, digitale e green. Nel 2024 il 56,5% delle imprese nel turismo ha investito nel digitale, quota di 10,3 punti inferiore al 66,8% della media delle imprese. Tali investimenti assumono una rilevanza strategica a fronte della crescita dell’uso del canale digitale da parte dei turisti: nel 2023 la quota di viaggi prenotati via internet sale al massimo storico del 50,3%, in aumento di 4,4 punti rispetto all’anno precedente.

Gate4Innovation (G4I) – Per accompagnare  le micro, piccole e medie imprese interessate dalla domanda turistica nel percorso di crescita tecnologica e competitiva Confartigianato ha avviato Gate4Innovation (G4I). Il Polo per l’Innovazione Digitale offre alle imprese la valutazione del livello di maturità digitale, analizzando processi e competenze, evidenziando punti di forza, criticità e opportunità di crescita, oltre ad azioni concrete per l’innovazione, lo sviluppo e l’accesso a strumenti di finanziamento.
 

Attività culturale di visita a laboratori artigianali e siti per la produzione di beni: totale, vacanze culturali e paesaggistiche
2019-2023, % sul totale viaggi nel trimestre estivo - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 
Peso delle imprese artigiane in settori core interessati dalla domanda turistica sull’artigianato per regione
Fine 2024. Incidenza % su totale imprese artigiane registrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Movimprese